The Judge


sab 08_11 ore 21.15
dom 09_11 ore 18.00 - 21.00


 GENERE: Drammatico
ANNO: 2014
REGIA: David Dobkin
SCENEGGIATURA: Nick Schenk, David Seidler, Bill Dubuque
ATTORI: Robert Downey Jr., Robert Duvall, Leighton Meester, Billy Bob Thornton, David Krumholtz, Vera Farmiga, Melissa Leo, Vincent D'Onofrio, Sarah Lancaster, Dax Shepard, Balthazar Getty, Emma Tremblay, Jeremy Strong, Grace Zabriskie, Ian Nelson, Ken Howard
FOTOGRAFIA: Janusz Kaminski
MONTAGGIO: Mark Livolsi
PAESE: USA
DURATA: 141 M





Trama
Uno spregiudicato avvocato di successo, il cui matrimonio è in crisi, torna nell’idilliaca cittadina dell’Indiana in cui è nato, in occasione dell’improvvisa morte della madre. Lì ritrova i suoi fratelli e soprattutto il padre, il Giudice, con cui ha chiuso i rapporti da tempo e scopre un uomo gravemente malato, che il giorno dopo il funerale della moglie viene accusato di aver investito volontariamente un criminale del posto.

Recensione
C’è una Hollywood di grandi nomi che ha nostalgia per il buon vecchio cinema di una volta, quello dai ritmi dilatati, incentrato su personaggi forti che vivono le loro drammatiche avventure in cittadine alla Norman Rockwell. Uno di questi nostalgici è sicuramente Robert Downey Jr. che, in veste di produttore, sceglie di supportare una storia nata dalla vicenda personale del regista David Dobkin e in seguito rimaneggiata da uno sceneggiatore professionista che vi aggiunge un aspetto da procedural thriller sicuramente assente in origine.
The Judge rientra infatti a pieno diritto nel classico filone hollywoodiano delle storie di famiglie disfunzionali che si ritrovano in occasione di festività o di eventi drammatici, e dove genitori e figli hanno – almeno al cinema – una seconda possibilità per superare le proprie annose incomprensioni. E’ sicuramente questo l’aspetto migliore di una pellicola i cui momenti più coinvolgenti risiedono nel duello tra due personalità attoriali che non potrebbero essere più distanti: il grande caratterista Robert Duvall, che ha regalato al cinema decine di interpretazioni memorabili fin dal suo debutto in Il buio oltre la siepe, operando per sottrazione lavorando di cesello anche su ruoli dichiaratamente sopra le righe (uno per tutti: il Kilgore di Apocalypse Now) domina il “figlio” Robert Downey Jr. che dell’estroversione e della verbosità ha fatto il segno distintivo dei suoi personaggi.
In questo senso il casting del film è perfetto e il confronto tra il padre - giudice integerrimo che non ammette di aver sbagliato - e il figlio - diventato un vincente per fargli dispetto - si trasforma in quello tra due generazioni e due stili di recitazione, rendendo più credibile il conflitto tra i due sullo schermo.
Per il resto, Dobkin non rinuncia a nessuno dei cliché del genere, intervallandoli con scene tipiche del courtroom drama sulla cui plausibilità giuridica non siamo in grado di esprimerci. Ci sono momenti di grande intensità emotiva che non mancheranno di commuovere chi ha genitori anziani e assiste impotente alla loro decadenza fisica: davvero insolita, nel cinema americano, la realistica scena nel bagno, risolta in modo esemplare senza distogliere lo sguardo dall'umiliante crudeltà della malattia che sgretola quelli che per noi figli sono sempre stati baluardi indistruttibili.
Robert Downey Jr., che ci fa piacere ritrovare finalmente in un ruolo recitato e non solo agito, attrae col suo carisma e la stima di cui gode un cast di grande spessore: la nostra menzione d'onore va agli interpreti dei fratelli: l'indimenticato “Palla di lardo” Vincent D’Onofrio, bravissimo nel non facile ruolo del maggiore e  Jeremy Strong in quello del minore.Gli amanti delle serie tv apprezzeranno la presenza di Grace Zabriskie (Twin Peaks) e Denis O'Hare (American Horror Story), mentre ci sono apparsi un po' marginali i personaggi di quei due straordinari attori che sono Vera Farmiga e - soprattutto Billy Bob Thornton .Ma di questi tempi, ce ne rendiamo conto, farlo notare è quasi come lamentarsi per aver mangiato troppo.  Daniela Catelli

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