ven 17_05 ore 21.30
grande nottata horror - maratona horror
GENERE: Horror, Thriller
REGIA: Andres Muschietti
SCENEGGIATURA: Neil Cross, Andres Muschietti, Barbara Muschietti
ATTORI: Jessica Chastain, Nikolaj Coster-Waldau, Megan Charpentier, Isabelle Nélisse, Daniel Kash, Javier Botet, FOTOGRAFIA: Antonio Riestra
MONTAGGIO: Michele Conroy
MUSICHE: Fernando Velázquez
PAESE: Spagna, USA 2013
DURATA: 100 Min
VISTO CENSURA: VM14
Trama
Jeffrey arriva trafelato a casa a prendere le due figliolette di tre
(Victoria) e un anno (Lilly), come se volesse portarle all'asilo. In
realtà, andato improvvisamente fuori di testa forse a causa della crisi
economica, ha appena ucciso prima due colleghi d'ufficio e poi la
moglie, madre delle bambine. Con le figlie, Jeffrey fila via in auto a
folle velocità sulla strada innevata, esce di strada e prosegue a piedi
per il bosco. Casualmente, arriva a una casetta solitaria e abbandonata e
vi si sistema, disperato. Non bada a Victoria che lo avvisa della
presenza, fuori, di una donna che non tocca il terreno: è concentrato
sul suo folle scopo. Intende infatti uccidere anche le figlie, ma prima
che possa farlo, qualcosa di mostruoso lo assale. Cinque anni dopo, le
bambine vengono ritrovate, in condizioni animalesche e piuttosto
aggressive. Lucas, fratello di Jeffrey, intende occuparsene, assieme
alla fidanzata rocker Annabel, ben sapendo che non sarà una cosa facile.
Lo psichiatra che le segue dice che le piccole, per superare il loro
stato di abbandono, avevano creato una figura immaginaria che le aiutava
e che loro chiamavano mamma. Ma era davvero una figura immaginaria?
Recensione
La storia ha la tipica struttura delle ghost stories e alcuni elementi
(come il torto che dev'essere riparato) sono fin troppo classici, ma il
modo in cui è raccontata - con convinzione e inventiva - la redime da
questi piccoli difetti di originalità. La costruzione della suspense è
abile, anche nello sfruttare le possibilità compositive dell'immagine:
mirabile è la scena in cui Lilly gioca in camera sua contendendo una
coperta alla presenza nascosta. Annabel è lì a due passi nel corridoio,
nella stessa inquadratura, assieme a Victoria: potrebbe vedere, ma non
ci riesce per una questione di secondi. Spesso qualcosa si muove o
compare alle spalle degli ignari personaggi, incapaci di rendersi conto
della minaccia.
Serio e austero, il film si presenta quasi come una versione horror del
Ragazzo selvaggio di
Truffaut,
ma senza nulla dell'illuminismo di quello. Prevalgono le tenebre
dell'orrore che avvolgono le bambine, al centro anche della lotta tra lo
squattrinato zio Lucas e la ricca nonna materna. Lo scontro - sul cui
sfondo si staglia l'orrore soprannaturale - ricorda quello alla base
dell'ottimo
Dark Water di
Hideo Nakata,
ma qui il dramma umano è meno approfondito ed emozionalmente
coinvolgente. Il film vuole soprattutto essere un "semplice" film
dell'orrore e, come tale, funziona: sorprende e immerge lo spettatore in
un clima angoscioso nel quale si intrecciano relazioni umane e
disumane, fonti di pericolo. Ma più che direttamente contro la presenza
fantasmatica, la lotta principale è quella per far riguadagnare alle
bambine l'umanità e l'identità perdute, antidoto necessario, anche se
forse non sufficiente, contro il fascino delle forze del soprannaturale
che mirano, attraverso la ricreazione abnorme di legami sentimentali
deviati, a impossessarsi dell'oggetto del loro desiderio o, forse, delle
loro colpevoli manchevolezze.
L'andamento è lento e minaccioso, ma
anche se il ritmo non è tumultuoso, non c'è momento in cui la tensione,
sotterranea o evidente, manchi. Iconograficamente il film è ricercato e
di impatto: dall'uso straniante dei disegni dei bambini al bizzarro e
selvaggio modo di muoversi di Lilly, tutto congiura a creare disagio,
mistero. L'immagine del fantasma, scricchiolii e ossa crocchianti,
richiama gli omologhi giapponesi, da Ring a Ju-On: The Grudge, con
efficacia immutata se pur senza la stessa originalità.
Il finale è
opportunamente tonitruante, ma pecca di eccesso di melodramma: pur senza
deludere del tutto, risulta un po' troppo facile e prevedibile. Sotto
la sapiente supervisione di Guillermo del Toro, Andy Muschetti esordisce
positivamente nel lungometraggio, ma si era già fatto notare con un
fulminante cortometraggio,
Mamà, che è direttamente all'origine di questo film e ne conteneva in nuce lo spirito (letteralmente).
Rudy Salvagnini
Approfondimenti
sito ufficiale
sito italiano