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Visualizzazione dei post da aprile, 2018

io sono tempesta

gio 03_05 ore 21:00
sab 05_05 ore 21:00
dom 06_05 ore 18:00 e 21:00

GENERE: Commedia, Drammatico
ANNO: 2018
REGIA: Daniele Luchetti
ATTORI: Marco Giallini, Elio Germano, Eleonora Danco, Jo Sung, Francesco Gheghi, Carlo Bigini, Marcello Fonte, Franco Boccuccia, Paola Da Grava, Federica Santoro, Luciano Curreli
PAESE: Italia
DURATA: 97 Min


TRAMA
Marco Giallini è Numa Tempesta, un finanziere che gestisce un fondo da un miliardo e mezzo di euro e abita da solo nel suo immenso hotel deserto, pieno di letti in cui lui non riesce a chiudere occhio. Tempesta ha soldi, carisma, fiuto per gli affari e pochi scrupoli. Un giorno la legge gli presenta il conto: a causa di una vecchia condanna per evasione fiscale dovrà scontare un anno di pena ai servizi sociali in un centro di accoglienza. E così, il potente Numa dovrà mettersi a disposizione di chi non ha nulla, degli ultimi. Tra questi c’è Bruno (Elio Germano), un giovane padre che frequenta il centro con il figlio, in seguito ad un tracollo economico. L’incontro sembrerebbe offrire ad entrambi l’occasione per una rinascita all’insegna dei buoni sentimenti e dell’amicizia. Ma c’è il denaro di mezzo e un gruppo di senzatetto che, tra morale e denaro, tenderà a preferire il denaro. Alla fine, come nel miglior cinema di Daniele Luchetti, bisognerà chiedersi: chi sono i buoni, se ci sono?

CRITICA
Daniele Luchetti racconta la realtà preferendo al cinema del dolore e al realismo e neorealismo l'opera buffa, la farsa, la tragicommedia. Citando Shining e ricordandosi di Bertolt Brecht, il regista non dichiara guerra ai suoi personaggi, ma in fondo - e moralmente - non salva nessuno. A non salvarsi, in primis da una grande confusione, è lo stesso film, che in un caleidoscopio di personaggi e situazioni (e di linguaggi e citazioni) dimentica di approfondire le psicologie e non rende giustizia ai suoi bravi interpreti. Laddove invece sorprende piacevolmente è nella regia e nei suoi luoghi, che la bella fotografia rende suggestivi, "sospesi". (Carola Proto - Comingsoon.it)

C’est la Vie

04_05 ore 21:00
Venerdì d'essai

GENERE: Commedia
ANNO: 2017
REGIA: Olivier Nakache, Eric Toledano
ATTORI: Jean-Pierre Bacri, Gilles Lellouche, Jean-Paul Rouve, Vincent Macaigne, Suzanne Clément, Hélène Vincent, Benjamin Lavernhe, Eye Haidara
PAESE: Francia
DURATA: 115 Min
TRAMA
Nulla è più importante per due sposi del giorno del proprio matrimonio! Tutto deve essere semplicemente magico in ogni momento. E per organizzare la festa perfetta, Max ed il suo team sono i migliori in circolazione! Pierre ed Elena hanno deciso di sposarsi in un magnifico castello poco fuori Parigi e hanno scelto di affidarsi a loro per una serata meravigliosa. Seguiremo tutte le fasi, dall’organizzazione alla festa, attraverso gli occhi di quelli che lavorano per renderla speciale. Inutile dire che sarà una lunga giornata, ricca di sorprese, colpi di scena e grandi risate…Dopo il successo di Quasi Amici torna la coppia di registi più brillante del cinema francese con una commedia tutta da ridere!

CRITICA
La commedia corale è la nuova scommessa, come gli esordi, per la coppia d'oro del cinema francese Eric Toledano e Olivier Nakache, che abbandona solo in apparenza l'impegno sociale degli ultimi film per tornare a far ridere dopo il trionfo di Quasi amici. La novità è che ci riescono così bene, a equilibrare i toni, a far ridere, intenerire e riflettere, da fare un deciso salto di qualità. Dialoghi e ritmo a pieno regime, sorriso sempre in agguato per uno spettatore che avrà anche modo di emozionarsi per questa passerella di umanità che cerca di cavarsela, e di ricavare dalla forza del gruppo l'energia per farcela. Eccellenti i protagonisti, dal sornione capo dell'agenzia che organizza matrimoni Jean-Pierre Bacri a Gilles Lelouche. (Mauro Donzelli)

I segreti di Wind River

gio 26_04 ore 21:00
ven 27_04 ore 21:00
sab 28_04 ore 21:00
dom 29_04 ore 18:00 e 21:00

REGIA: Taylor Sheridan
ATTORI: Jeremy Renner, Elizabeth Olsen, Jon Bernthal, Kelsey Asbille, Julia Jones, Norman Lehnert, Martin Sensmeier, Gil Birmingham, Graham Greene, Ian Bohen, Eric Lange, Hugh Dillon, Tantoo Cardinal
PAESE: Gran Bretagna, Canada, USA
DURATA: 111 Min


TRAMA
Un cacciatore solitario (Jeremy Renner) ritrova durante un’escursione tra le nevi il corpo senza vita della figlia di un suo caro amico. Mosso da un passato personale misterioso decide di unirsi alla giovane agente FBI Jane Banner (Elizabeth Olsen) in una pericolosa caccia all’assassino. Nell’apparente silenzio dei ghiacci si nasconde una sconvolgente verità.
Acclamato dalla critica di tutto il mondo (vincitore della Miglior Regia all’ultimo Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard) Wind River, trascinato da un potente passaparola, si è rivelato anche un campione di incassi in USA, Regno Unito, Francia e Germania.

CRITICA
Attore, sceneggiatore di film di successo lodati dalla critica, Taylor Sheridan si afferma (o meglio ancora si conferma) come uno degli autori più originali del cinema americano, col primo film che ha scritto e diretto e che conclude la sua trilogia della Nuova Frontiera.
Dopo Sicario e Hell or High Water, stavolta il confine - morale e metaforico più che fisico - si sposta sulle innevate montagne del Wyoming, dove un cacciatore di predatori, imparentato con una famiglia di nativi americani si trova coinvolto nel drammatico caso dello stupro e dell'omicidio della figlia di un amico.
Senza moralismi, con grande senso scenico e una visione pessimista ma empatica del mondo e del paese in cui vive, Sheridan confeziona una storia realistica e metaforica che lascia senza fiato e che commuove più volte lo spettatore. Attingendo a personaggi e temi del western, con qualche sfumatura da noir e da thriller, l'autore, attraverso la storia di due padri che condividono un destino crudele, dipinge il ritratto impietoso di un mondo in cui le leggi della natura e del branco prevalgono su quelle degli uomini e un popolo un tempo libero e fiero è ridotto in cattività. Quella di Taylor Sheridan è una voce autoriale limpida e fuori dal coro, necessaria in un momento in cui il cinema sembra aver perso la capacità di toccarci nel profondo e farci riflettere. (Daniela Catelli - Comingsoon.it)

Il sole a mezzanotte

gio 19_04 ore 21:00
sab 21_04 ore 21:00
dom 22_04 ore 18:00 e 21:00
GENERE: Sentimentale, Drammatico
ANNO: 2018
REGIA: Scott Speer
ATTORI: Bella Thorne, Patrick Schwarzenegger, Rob Riggle, Quinn Shephard, Ken Tremblett, Nicholas Coombe, Tiera Skovbye, Paul McGillion, Suleka Mathew, Jennifer Griffin, Alex Pangburn, Austin Obiajunwa

TRAMA
La diciassettenne Katie (Bella Thorne) è costretta fin da piccola a vivere nel buio della sua abitazione a causa di una rara malattia che rende per lei letale anche la minima esposizione alla luce solare. Il destino, però, porterà sulla sua strada Charlie (Patrick Schwarzenegger), quel bambino che osservava tutti i giorni dalla finestra e che, ormai adolescente, le permetterà di conoscere l’amore in un modo del tutto speciale.

CRITICA
Il sole a mezzanotte può introdurre con delicatezza il pubblico di adolescenti a delle tematiche più forti. Questo è anche l'obiettivo che si sono posti gli autori, come si evince guardando il film. Un motivo è traghettare i giovani fan di Bella Thorne, che si è formata con Disney Channel, verso la maturazione artistica dell'attrice, un altro motivo è la storia. Un amore nascente, una ragazza malata terminale, l'inevitabile tunnel di tristezza da imboccare, sono elementi trattati con i guanti che potrà far sembrare Il sole a mezzanotte superficiale agli occhi di un adulto, ma che per un teenager richiede la giusta dose di fazzoletti. (Antonio Bracco - Comingsoon.it)

Suburbicon

ven 20_04 ore 21:00
Cineforum
GENERE: Commedia
ANNO: 2017
REGIA: George Clooney
ATTORI: Matt Damon, Julianne Moore, Noah Jupe, Glenn Fleshler, Alex Hassell, Gary Basaraba, Oscar Isaac, Jack Conley, Karimah Westbrook
PAESE: USA
DURATA: 105 Min

TRAMA
Suburbicon è lo specchio ideale di un gioioso sobborgo californiano degli anni ’50, dove il meglio e il peggio dell’umanità si riflettono nelle azioni della gente comune. Ma dopo un misterioso omicidio, una famiglia apparentemente perfetta è costretta a ricorrere al ricatto, alla vendetta e al tradimento per sopravvivere. Il film, una black comedy che nasconde sotto l’apparenza idilliaca un’implacabile ferocia, è diretto dal premio Oscar® George Clooney (Good Night and Good Luck) e scritto dai premi Oscar® Joel & Ethan Coen (Non è un paese per vecchi), da Clooney e da un altro premio Oscar®, Grant Heslov (Argo).

CRITICA
Un vecchio copione dei fratelli Coen e nuove ambizioni politiche (dentro e forse anche fuori dal cinema) per George Clooney. Che, con questa sua sesta regia, si riscatta dal pastrocchio combinato in precedenza con Monuments Men, ma solo in parte. Non è il peggior film del Clooney regista, questo, ma di certo non è nemmeno uno dei suoi migliori. L'impressione che la voglia di divertirsi e di giocare col grottesco già presente nel materiale originale sia stata smorzata e moderata dalle esigenze di una possibile futura campagna elettorale, dalla voglia di fare di Suburbicon un film chiaramente, e legittimamente, a tema, tutto proteso verso un messaggio di sacrosanta tolleranza prende pesantemente di mira la realtà sociale e politica dell'America di Trump. (Federico Gironi)

Contromano

gio 12_04 ore 21:00
sab 14_04 ore 21:00
dom 15_04 ore 15:00, 18:00 e 21:00


GENERE: Commedia
ANNO: 2018
REGIA: Antonio Albanese
ATTORI: Antonio Albanese, Alex Fondja, Aude Legastelois, Daniela Piperno, David Anzalone
PAESE: Italia
DURATA: 102 Min
TRAMA
Mario Cavallaro si sveglia tutte le mattine nello stesso modo, nella stessa casa, nello stesso quartiere, nella stessa città, Milano. Ha appena compiuto cinquant'anni. Mario ama l'ordine, la precisione, la puntualità, il rispetto, il decoro, la voce bassa, lo stare ognuno al proprio posto. La sua vita si divide tra il suo negozio di calze ereditato dal padre e un orto, unica passione conosciuta, messo in piedi sul terrazzo della sua abitazione. Ogni cambiamento gli fa paura, figuriamoci se il suo vecchio bar viene venduto ad un egiziano e se davanti alla sua bottega arriva Oba, baldo senegalese venditore di calzini. Quel che è troppo è troppo e per Mario la soluzione è semplice e folle allo stesso tempo: "rimettere le cose a posto". Così decide di rapire Oba per riportarlo semplicemente a casa sua, Milano-Senegal solo andata. In fondo, pensa, se tutti lo facessero il problema immigrazione sarebbe risolto, basta impostare il navigatore. Ma poi questo paradossale on the road si complicherà terribilmente. Anche perché Oba acconsentirà alla sua "deportazione" a patto che Mario riaccompagni a casa anche la sorella, Dalida. Saranno guai seri o l'inizio di una nuova imprevista armonia?

CRITICA
Antonio Albanese torna dietro la macchina da presa, 16 anni dopo la sua ultima regia, per affrontare un tema attuale che siamo abituati a vedere trattato al cinema con tono drammatico, vale a dire l'immigrazione.
Il tentativo di Albanese e dei suoi co-sceneggiatori è invece quello di farne oggetto di una commedia ironica che, partendo da un assunto realistico (l'ordinario razzismo dell'uomo comune che si sente minacciato da questi sconosciuti di colore che incontra ovunque, senza curarsi di conoscerli), diventa via via più surreale e fiabesca.
A tradire gli autori è forse l'ambizione di mettere il più possibile nella storia: l'accumulo di argomenti contenuto nel film è difficilmente gestibile - dal punto di vista artistico - con la scelta della leggerezza, e le dinamiche tra i personaggi nella durata di un road movie a tappe forzate hanno poca possibilità di sviluppo. Con l'eccezione di alcune parti prevedibili, non mancano perà sorprese e momenti toccanti e divertenti, dovuti soprattutto alla sincerità dell'ispirazione e alla bravura del protagonista, la cui alchimia con la partner femminile, la luminosa Aude Legastelois, è forse l'elemento più riuscito del film. (Daniela Catelli - Comingsoon.it)

Detroit

ven 13_04 ore 21:00

GENERE: Drammatico, Storico, Thriller
ANNO: 2017
REGIA: Kathryn Bigelow
ATTORI: John Boyega, Will Poulter, Anthony Mackie, Hannah Murray, Jack Reynor, John Krasinski, Kaitlyn Dever, Tyler James Williams, Jason Mitchell
PAESE: USA
DURATA: 143 Min
DISTRIBUZIONE: Eagle Pictures


TRAMA
La storia è ispirata alle sanguinose rivolte che sconvolsero Detroit nel 1967. Tra le strade della città si consumò un vero e proprio massacro ad pera della polizia, in cui persero la vita tre afroamericani e centinaia di persone restarono gravemente ferite. La rivolta successiva portò a disordini senza precendenti constringendo cosi', ad una presa di coscienza su quanto accaduto durante quell'ignobile giorno di cinquant'anni fa.

CRITICA
In anni in cui la questione razziale negli Stati Uniti è di stringente attualità, e in cui la letteratura e il cinema (afroamericani e non) l'hanno raccontata e sviscerata in tutta la sua complessità, Kathryn Bigelow sceglie di portare sul grande schermo le rivolte di Detroit del 1967 e un celebre caso di abusi da parte di poliziotti razzisti, ma lo fa con una semplificazione e uno schematismo forse eccessivi. Il suo è un film basato sul potere dell'adrenalina (che deriva dallo stile, energico come d'abitudine e ancora più sporco e documentaristico) e su quello dell'indignazione suscitata da un racconto per molti versi analogo a quello di Diaz di Vicari. E però, nel suo voler studiare la psicologia della violenza e delle sue vittime, più che la violenza in sé, quello della regista americana è un film spettacolare ma paradossalmente freddo, che non aggiunge molto al dibattito in atto sulle questioni che tratta. (Federico Gironi - comingsoon.it)

Van Gogh - Tra il grano e il cielo

Mer 11_04 ore 21:00
Il genio olandese riletto attraverso gli occhi della sua più grande collezionista nella mostra di successo di Vicenza.
Con la partecipazione straordinaria di Valeria Bruni Tedeschi.

BIGLIETTI
intero: 10,00 € | ridotto 8,00 € per prenotati alla mail info@cinemamarconi.com (la prenotazione deve essere fatta entro le ore 12.00 del giorno di proiezione)


GENERE: Documentario
ANNO: 2018
REGIA: Giovanni Piscaglia
ATTORI: Valeria Bruni Tedeschi
PAESE: Italia







Dopo il successo di Loving Vincent, che ha ormai portato nelle sale un totale di 240 mila spettatori, arriva al cinema il film evento che offre un nuovo sguardo su Van Gogh (1853-1890), attraverso il lascito della più grande collezionista privata di opere del pittore olandese: Helene Kröller-Müller (1869-1939), la donna che ai primi del Novecento, ammaliata da un viaggio tra Milano, Roma e Firenze, e sull’esempio del mecenatismo dei Medici, giunse ad acquistare quasi 300 suoi lavori, tra dipinti e disegni.
Così, proprio a partire dall’Italia tanto amata da Helene e da una mostra che sta raccogliendo un’affluenza eccezionale (sono già quasi 350.000 i visitatori a oggi, a un mese dalla chiusura), nasce Van Gogh. Tra il grano e il cielo. Il film evento, diretto da Giovanni Piscaglia e scritto da Matteo Moneta con la consulenza scientifica e la partecipazione di Marco Goldin, è prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital e sarà nelle sale per raccontare l’unione spirituale di due persone che non si incontrarono mai durante la loro vita (Helene Kröller-Müller aveva 11 anni quando Van Gogh morì nel 1890), ma che condivisero la stessa tensione verso l’assoluto, la stessa ricerca di una dimensione religiosa e artistica pura, senza compromessi. Due universi interiori dominati dall’inquietudine e dal tormento, che entrambi hanno espresso attraverso una vera e propria mole di lettere: fonti storiche insostituibili ed elemento suggestivo che punteggia la narrazione del documentario. La colonna sonora originale del film è firmata dal compositore e pianista Remo Anzovino.
Ad accompagnare l’intero racconto è l’attrice Valeria Bruni Tedeschi, ripresa nella chiesa di Auvers-sur-Oise che Van Gogh dipinse qualche settimana prima di suicidarsi. L’occasione per raccontare l’intera parabola artistica di Van Gogh, e la collezione di Helene Kröller-Müller, è una mostra di eccezionale rilievo, Van Gogh. Tra il grano e il cielo, nella Basilica Palladiana di Vicenza, curata dallo storico dell’arte Marco Goldin, che raccoglie 40 dipinti e 85 disegni proventi dal Kröller-Müller Museum di Otterlo in Olanda, dove oggi è custodita l’eredità di Helene. Al viaggio dentro la mostra, si affianca quello in alcuni dei luoghi più importanti per l’arte di Van Gogh: la chiesa di Nuenen (soggetto dei quadri e dei disegni degli anni olandesi che fanno da sfondo al capitolo dedicato all’ansia religiosa di Van Gogh, che trova un parallelo in quella di Helene), l’Accademia Reale di Belle arti di Bruxelles (nelle cui aule Vincent trascorse pochi mesi), le strade di Parigi (da Rue Lepic 54, dove Vincent visse per due anni a partire dal marzo 1886 con il fratello Theo, sino al Moulin de la Galette e alla vigna di Montmartre) e Auvers-sur-Oise (dove l’artista si recò negli ultimi settanta giorni della sua vita e fu accompagnato in questo percorso dal Dottor Gachet). Una serie di preziose riprese sono state realizzate a Otterlo nelle sale e nel parco del Kröller-Müller Museum, progettato da Henry van de Velde a poco più di un’ora di auto da Amsterdam.
Il documentario propone inoltre gli interventi di alcuni autorevoli esperti: la storica dell’arte Lisette Pelsers, direttrice del Kröller–Müller Museum di Otterlo in Olanda; Leo Jansen, studioso che ha curato l’edizione critica delle lettere di Van Gogh; Sjraar van Heugten, storico dell’arte tra le maggiori autorità mondiali sul lavoro di Vincent van Gogh; la scrittrice e storica della cultura, Eva Rovers, autrice della biografia di Helene; Georges Mayer, professore onorario di Storia dell’arte all’Accademia Reale di Belle Arti di Bruxelles; lo scrittore e docente di Storia dell’arte all’Università Paris 8 Pascal Bonafoux.

Helene Kröller-Müller
Helene Müller fu nel suo tempo una delle donne più ricche d’Olanda. Figlia di industriali tedeschi, sposò Anton Kröller, con il quale si trasferì in Olanda e con cui ebbe 4 figli. Si avvicinò all’arte durante le lezioni di Henk Bremmer, pittore e divulgatore culturale, dal quale era solita accompagnare la figlia. Fu Bremmer a consigliarle i primi acquisti e a farle conoscere l’arte di Van Gogh. E nel 1909 Helene acquistò il primo quadro del pittore olandese. Negli anni della maturità, quando la sua collezione sarà la più importante dopo quella degli eredi di Van Gogh, Helene deciderà di fondare un museo per condividere con gli altri la serenità e il conforto che traeva dai quadri. L’ispirazione le verrà proprio da un viaggio in Italia, tra Milano, Roma e Firenze, dove l’esempio dei Medici e del loro mecenatismo fece su di lei una profonda impressione. Helene si ispirò a Van Gogh a tal punto da andare al fronte a curare i feriti durante la Prima guerra mondiale, spinta da quello stesso amore verso i sofferenti e gli umili che aveva portato Vincent a farsi predicatore laico tra i minatori della regione belga del Borinage, qualche tempo prima di decidere di diventare artista.

La mostra di Vicenza
Curata da Marco Goldin, la mostra Van Gogh. Tra il grano e il cielo (aperta sino all’8 aprile nella Basilica Palladiana di Vicenza) racconta l’arte e il genio di Van Gogh attraverso i principali periodi della sua attività: gli anni olandesi, dominati da scene di vita contadina e da colori terrosi, debitori della pittura di Jean-François Millet e della scuola realista francese di Barbizon, oltre che della scuola dell’Aia; il periodo parigino, quando Van Gogh trova la sua strada nell’esplosione del colore e nella pittura a piccoli tocchi degli impressionisti e soprattutto dei post impressionisti come Seurat; Arles, il momento più felice, quando il pittore si perde nella luce e nell’estasi della pittura en plein air, ma anche quando la tensione emotiva e il fallito tentativo di dare vita a una comunità artistica insieme all’amico Gauguin lo portano alla prima grave crisi, che lo conduce a recidersi parte dell’orecchio; il ricovero nella casa di cura per malattie mentali a Saint-Rémy e l’elaborazione di un segno stilizzato e vorticoso, forse il suo più caratteristico; infine le ultime dieci settimane a Auvers-sur-Oise, quando la sua pittura si fa un poco più distesa. Particolare rilievo la mostra dedica al disegno nella pratica dell’artista olandese. Le sue tele apparentemente istintive e realizzate in presa diretta si avvalevano talvolta di lunghi studi preparatori, non schizzi ma opere in sé compiute, dove già si trova la presenza della linea spezzata che caratterizza lo stile dei dipinti. Lavori delicati, i disegni, che soffrono la luce e che pertanto è molto raro vedere esposti.

Metti la nonna in freezer

gio 5_04 ore 21:00
sab 7_04 ore 21:00
dom 8_04 ore 15:00, 18:00 e 21:00

Risultati immagini
GENERE: Commedia
ANNO: 2018
REGIA: Giancarlo Fontana, Giuseppe G. Stasi
ATTORI: Fabio De Luigi, Miriam Leone, Barbara Bouchet, Maurizio Lombardi, Marina Rocco, Francesco Di Leva, Lucia Ocone, Eros Pagni, Carlo Luca De Ruggieri, Susy Laude
PAESE: Italia
DURATA: 100 Min










SINOSSI
Metti la nonna in freezer è l'irriverente e romantica commedia nera diretta da Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, una coppia di giovani registi e autori materani diventati famosi grazie ad alcuni video virali diffusi sul web e ai cortometraggi realizzati per Sky e Sabina Guzzanti. Ma è solo con questo film che debuttano sul grande schermo della sala cinematografica. 

CRITICA
Il nostro cinema si affaccia timidamente sul territorio del commedia nera di tanto in tanto, un genere da noi molto amato ma poco praticato forse per la manifesta superiorità degli inglese e di quello humour che hanno nel sangue. E forse perché a farci ridere amaramente ci pensano spesso le pagine politiche dei giornali. Bisogna riconoscere, e senza sforzo, che Metti la nonna in freezer si staglia su tutti i precedenti tentativi per: 1) saper offrire a Fabio De Luigi un diverso registro interpretativo; 2) rivelare Miriam Leone come un'attrice con la commedia sottoporre; 3) essere una rivisitazione ironica di un macabro e vero fatto di cronaca italiana; 4) aver avuto una sceneggiatura impeccabile di Fabio Bonifacci nella quale tutti i conti alla fine tornano; 5) dare la migliore chance possibile ai giovani registi esordienti Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi di mostrare gusto cinematografico e intelligenza narrativa. (Antonio Bracco - Comingsoon.it) 

L'insulto

Cineforum
Ven 06_04 ore 21:00

GENERE: Drammatico
ANNO: 2017
REGIA: Ziad Doueiri
ATTORI: Adel Karam, Kamel El Basha, Camille Salameh, Rita Hayek
PAESE: Libano
DURATA: 110 Min
DISTRIBUZIONE: Lucky Red

SINOSSI
Un litigio nato da un banale incidente porta in tribunale Toni e Yasser. La semplice questione privata tra i due si trasforma in un conflitto di proporzioni incredibili, diventando a poco a poco un caso nazionale, un regolamento di conti tra culture e religioni diverse con colpi di scena inaspettati. Toni, infatti, è un libanese cristiano e Yasser un palestinese. Al processo, oltre agli avvocati e ai familiari, si schierano due fazioni opposte di un paese che riscopre in quell'occasione ferite mai curate e rivelazioni scioccanti, facendo riaffiorare così un passato che è sempre presente.

CRITICA
Beirut di oggi. Una piccola lite fra un operaio palestinese e un libanese cristiano assume proporzioni nazionali, diventando un caso processuale che coinvolge opinione pubblica e vertici politici. Quello di Ziad Doueiri è un dramma processuale che racchiude una storia infinita di incomprensione fra vicini, con ritmo incalzante e una schiettezza ammirevole nel raccontare i protagonisti (e rispettivi schieramenti), senza omettere colpe e ossessioni. Il Principio che in Medio oriente diventa un dramma dell'immobilismo, affrontato ne L'insulto con misura, alla ricerca dell'ascolto, più che della parola, affrontando il vero dramma di una realtà ormai così incancrenita: la pretesa del monopolio della sofferenza. Doueiri dimostra come si possa unire tensione narrativa e sintesi politico morale. (Mauro Donzelli)