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Visualizzazione dei post da maggio, 2021

Un altro giro

ven 04_06  ore 20:45
sab 05_06 ore 20:45
dom 06_06 ore 18:00 e ore 20:45

Genere: Drammatico

Anno: 2020
Regia: Thomas Vinterberg
Attori: Mads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Lars Ranthe, Magnus Millang, Maria Bonnevie, Susse Wold, Helene Reingaard Neumann
Paese: Danimarca
Durata: 115 min

TRAMA

Esiste una teoria per cui saremmo dovuti nascere con una piccola quantità di alcol nel sangue, poiché un leggero inebriamento apre al mondo le nostre menti, diminuendo i nostri problemi e aumentando la nostra creatività.

Incoraggiati da questa teoria, Martin e tre amici, tutti esausti docenti di scuola superiore, iniziano un esperimento per mantenere costante per tutta la giornata il livello di alcol nel sangue. Se Churchill aveva vinto la Seconda Guerra Mondiale stordito dall’alcol, che effetto potrebbero avere poche gocce su di loro e sui loro studenti?

I primi risultati sono positivi, così il piccolo progetto degli insegnanti si trasforma in una vera ricerca accademica. I risultati di entrambe le loro classi continuano a migliorare e il gruppo si sente di nuovo vivo! Un bicchierino dopo l’altro, alcuni partecipanti continuano a riscontrare miglioramenti mentre altri perdono il controllo. Diventa sempre più chiaro che, sebbene l’alcol abbia prodotto grandi risultati nella storia dell’umanità, l’audacia di certi gesti comporta delle conseguenze.

CRITICA

Dalla semplice lettura della trama e a un’analisi superficiale si potrebbe evincere che Un altro giro sia un’apologia dell’alcol e dell’alcolismo ma il film di Vinterberg non si può ridurre a una storia su quattro “ubriaconi”.  È invece un vero e proprio inno alla vita e alla speranza che niente è perduto neanche quando sembra che la nostra esistenza stia ormai prendendo una sola e triste direzione. Come succede a Martin, il personaggio interpretato da Mads Mikkelsen, alla sua ennesima impeccabile prova, un uomo schiacciato dalla monotonia e dall’insicurezza, che da un bicchiere di vino bevuto per far piacere ai suoi amici ritrova la voglia di ricominciare e di non accontentarsi. 

Thomas Vinterberg non vuole dare insegnamenti morali ma proporre degli spunti di riflessione sulle conseguenze non tanto dell’alcol, quelle si sanno eccome, ma di una società che porta spesso e facilmente a frustrazione e infelicità. I protagonisti, infatti, per dare una svolta alla loro vita cercano una scorciatoia per sentire di nuovo quell’ebbrezza e quell’entusiasmo che il lavoro, la famiglia, i problemi quotidiani spesso affondano. Ma una scorciatoia non può essere la soluzione e come si può immaginare per qualcuno “la cura dell’alcol” provocherà danni irreparabili.

Uno dei pregi del regista sta nel trattare un argomento serio, quale l’alcolismo, raccontando con umorismo e sfrontatezza una storia nella quale tutti si possono ritrovare, fregandosene dell’ormai imperante politicamente corretto. Una commedia scorretta e provocatoria, quindi, che riporta alla memoria il migliore cinema italiano, da Mario Monicelli al Marco Ferreri de La grande abbuffata, omaggio che Vinterberg ha ammesso apertamente alla Festa del Cinema di Roma 15. Martin, Nicolaj, Tommy e Peter sembrano usciti direttamente dalla mente dei due tra i più irriverenti autori italiani con la loro schiettezza e umanità, con il loro umorismo irresistibile e la voglia di essere liberi e disinibiti senza tener conto delle conseguenze.

Quella libertà che viene manifestata in tutta la sua bellezza nella danza finale e catartica di Mads Mikkelsen tra i suoi studenti in festa per la fine del liceo e con tutta la vita d’avanti, quella che Martin ha in parte sprecato ma che ora, tra l’ebbrezza e il dolore per un evento tragico recente, ha imparato a prendere dal verso giusto: così come viene.


Gloria Mundi

Ven 28_05 ore 20:45
Sab 29_05 ore 20:45
Dom 30_05 ore 18:00 e ore 20:45

Genere: Drammatico
Anno: 2019
Regia: Robert Guédiguian
Attori: Ariane Ascaride, Gérard Meylan, Jean-Pierre Darroussin, Anaïs Demoustier, Robinson Stévenin, Lola Naymark, Grégoire Leprince-Ringuet, Yann Trégouët, Diouc Koma, Adrien Jolivet
Paese: Francia, Italia
Durata: 107 min

TRAMA
Mathilda e Nicolas vivono a Marsiglia ed è appena nata la loro figlia, Gloria. Nonostante il periodo economico disastroso, sono tutti gioiosi di accogliere la nuova arrivata, anche il padre di Mathilda, che è appena uscito di prigione.

REGISTA
"Per parafrasare Marx - spiega Robert Guédiguian nelle note di regia del film - ovunque regni il neocapitalismo ha schiacciato relazioni fraterne, amichevoli e solidali, e non ha lasciato altro legame tra le persone se non il freddo interesse e il denaro, annegando tutti i nostri sogni nelle gelide acque del calcolo egoistico.
È ciò che questo racconto sociale vuol mostrare attraverso la storia di una famiglia fragile come un castello di carte.
Ho sempre pensato che il cinema dovrebbe commuoverci, a volte presentandoci un esempio del mondo come potrebbe essere, altre mostrandoci il mondo così com'è…  
In breve, abbiamo bisogno sia di commedie che di tragedie per continuare a mettere in discussione il nostro stile di vita... E dobbiamo continuare a interrogarci più che mai in questi tempi difficili, per non soccombere all'illusione che ci sia qualcosa di naturale nella società in cui viviamo".

Banksy – L'arte della ribellione

Mar 25_05 ore 20:00
Mer 26_05 ore 20:00
Biglietti: intero: 10,00 € - ridotto 8,00 € per prenotati alla mail info@cinemamarconi.com (la prenotazione deve essere fatta entro le ore 12.00 del giorno di proiezione)


Regia: Elio Espana
Genere: Documentario
Paese: Gran Bretagna
Durata: 112 minuti


IL FILM

Banksy – lo street artist più famoso del mondo – la cui arte politica, acrobazie criminali e audaci invasioni hanno oltraggiato l’istituzione e creato un nuovo movimento rivoluzionario.
Per la prima volta viene raccontata la storia completa della carriera di Banksy – la cui identità è ancora avvolta nel mistero: dai primi lavori come giovane artista underground a Bristol fino a diventare l’artista più famoso del ventunesimo secolo.
Ispirato dai graffiti della New York degli anni ’70, Banksy trasforma il movimento della street art in forma d’arte mainstream.

Tutti conoscono Banksy. E in tanti lo amano. È talmente noto che il termine "the Banksy effect" è diventato ormai un detto comune. L'"effetto Banksy" ha spopolato da anni e non cessa di espandersi. Lo street artist inglese è di fatto patrimonio della cultura e dell'immaginario popolare collettivo come una pop star, o come un politico. Banksy. L'arte della ribellione il film diretto da Elio España, è una riprova che di questa figura, ormai non più così misteriosa, c'è sempre qualcosa da raccontare.

A differenza di altri film come Exit through the gift shop, diretto dall'artista stesso, ma che rimane un escamotage per narrare un altro provocatore quale è Mr. Brainwash con le sue dubbie opere, o l'italiano L'uomo che rubò Banksy di Marco Proserpio dello scorso anno, che si concentra sull'opera "rubata" da un muro - ora famosissimo - in Palestina, Banksy - L'arte della ribellione cerca di addentrarsi nella figura del graffitaro in maniera più approfondita.

Il documentario infatti utilizza l'artista di Bristol per sviluppare una sintesi sulla storia dell'Inghilterra attraverso alcuni capisaldi socio-politico-culturali. Dagli allarmanti movimenti in strada del 1979, dove i giovani attuavano una rivoluzione contro il bigottismo e le catene comportamentali di Margaret Tatcher, alla nascita delle varie sottoculture underground che facevano capolino dalle discoteche e dai locali inglesi in cui iniziava a farsi sentire la musica punk, e poi quella tecno insieme alle varie sperimentazioni chimiche legate agli acidi e alla LSD, fino allo scoppio delle mode accreditate dal pubblico e dalla massa. E Banksy era li, acuto osservatore e ironica cartina tornasole.

Nato a fine degli anni Settanta, cresciuto negli Ottanta e, attraverso le sue prime azioni con le più note crew di graffitari della periferia inglese - Bristol, la sua città, rimarrà sempre la matrice principale -, attivo dalla fine degli anni Novanta, Banksy si fa via via conoscere con un semplice gesto: unire all'immaginario generico un messaggio chiaro e semplice che possa essere da tutti compreso.

Con una bravura stilistica riconoscibile: era il più talentoso nel dipingere "free hand", a mano libera, in velocità. L'arte di strada non è più nascosta tra i treni dove si rischia la vita per dipingere, o sui muri più segreti delle strade darkettone della Londra postindustriale, ma viene spostata in centro, alla mercè di tutti. Banksy, così come raccontano testimoni attivi del mondo dei graffiti inglese, tra cui il mitico Eine - quello delle "letterone" circus colorate per le strade di Londra -, Alan Ket, Scape Martinez, fino al suo manager Steve Lazarides, ha una rapida evoluzione sia nella street art, di cui sovverte un po' le regole, che nel mercato dell'arte.


Il concorso (Misbehaviour)

sab 22_05 ore 18:00
dom 23_05 ore 10:30 e 18:00

Genere: Drammatico, Storico
Anno: 2020
Regia: Philippa Lowthorpe
Attori: Keira Knightley, Gugu Mbatha-Raw, Emma Corrin, Jessie Buckley, Keeley Hawes, Suki Waterhouse, Rhys Ifans, Greg Kinnear, Lesley Manville, Phyllis Logan, Charlotte Spencer
Paese: Gran Bretagna
Durata: 106 min



TRAMA
Nel 1970 il concorso si svolse a Londra, presentato dal famoso comico americano Bob Hope. La sera della premiazione il Movimento di Liberazione delle Donne invase il palcoscenico, interrompendo la diretta televisiva. Alla ripresa della trasmissione ci fu una rivelazione: venne proclamata vincitrice non la favorita Miss Svezia, ma Miss Grenada, la prima Miss Mondo di colore.
In una sola serata, il pubblico mondiale fu testimone di una doppia rivoluzione: il rovesciamento del patriarcato e quello dell'idea occidentale di bellezza.

CRITICA
Misbehaviour non tradisce le aspettative dello spettatore, rivelandosi una commedia leggera e, al contempo, capace di parlare di argomenti importanti. Alcuni temi e alcuni personaggi avrebbero potuto senz’altro essere approfonditi maggiormente, ma il messaggio che il film vuole mandare arriva forte e chiaro. Convincenti anche le performance delle due protagoniste e del cast di supporto, tra cui spicca Greg Kinnear nel ruolo del presentatore Bob Hope.

Un divano a Tunisi

sab 15_05 ore 18:00
dom 16_05 ore 10:30 e ore 18:00

Genere: Commedia
Anno: 2019
Regia: Manele Labidi
Attori: Golshifteh Farahani, Majd Mastoura, Hichem Yacoubi, Moncef Ajengui, Ramla Ayari, Amen Arbi, Feryel Chammari
Paese: Francia
Durata: 88 min


 
TRAMA
A 35 anni Selma scopre la nostalgia di casa. Cresciuta in Francia, laureata in psicanalisi, la donna arriva a Tunisi con la fiera determinazione di aprire uno studio in città, sul tetto della casa di famiglia. Sull'onda delle primavere arabe si illude di aver a che fare con un contesto moderno e occidentalizzato. Si accorgerà presto che il paese è in preda al caos, ammalato di pregiudizi e burocrazia.

CRITICA
Opera prima di una regista di origine tunisina trapiantata a Parigi, è un film dichiaratamente ispirato alla nostra commedia all'italiana, che attraverso la storia di una giovane psicanalista di ritorno a Tunisi racconta un popolo che ha molta voglia di parlare e un Paese alle prese con il cambiamento della cosiddetta Primavera araba. Un film gradevole con una protagonista carismatica, che nonostante qualche ingenuità si fa apprezzare per il ritratto inedito che ci dà di una nazione a metà tra due mondi, colta in un momento di transizione. (Daniela Catelli - Comingsoon.it)