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CONCLAVE
Conclave
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Giovedì 23 Gennaio ore 21:00
Sabato 25 Gennaio ore 21:00
Domenica 26 Gennaio ore 18:00
Domenica 26 Gennaio ore 21:00
Genere: Thriller Anno: 2024 Regia: Edward Berger Attori: Ralph Fiennes, Stanley Tucci, John Lithgow, Isabella Rossellini, Loris Loddi, Rony Kramer, Joseph Mydell, Brian F. O'Byrne, Merab Ninidze, Lucian Msamati, Sergio Castellitto, Jacek Koman, Thomas Loibl Paese: USA, Gran Bretagna Durata: 120 min
TRAMA
CONCLAVE ci porta nel cuore di uno degli eventi più misteriosi e segreti del mondo: l'elezione di un nuovo Papa. Dopo la morte improvvisa dell’amato e compianto Papa, il Cardinale Lawrence (Ralph Fiennes) è incaricato di dirigere questo delicato processo. Una volta che i leader più potenti della Chiesa Cattolica si riuniscono e si chiudono nelle segrete sale del Vaticano, Lawrence si ritrova intrappolato in una rete di intrighi, tradimenti e giochi di potere. Un oscuro segreto viene alla luce, minacciando di scuotere le fondamenta stesse della Chiesa.
CRITICA
Dalla morte di un Papa, per arrivare all'elezione del successivo dopo un aspro conclave. Questo è il percorso di questo thriller secco e senza fronzoli, in cui il dilemma spirituale si avvicina frequentemente alla trattativa politica, se non al voto di scambio. Non mancano sinceri tormenti e grandi interpretazioni, su tutti un Ralph Fiennes ai massimi livelli nei panni del decano incaricato di gestire il conclave. Il rito Vaticano è sempre affascinante, come i colori delle vesti e le bellezze dei marmi. Appassionante e riuscito. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)
La stanza accanto
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Venerdì 24 Gennaio ore 21:00
Cineforum '25
Genere: Drammatico Anno: 2024 Regia: Pedro Almodovar Attori: Tilda Swinton, Julianne Moore, John Turturro, Alessandro Nivola, Juan Diego Botto, Raúl Arévalo, Melina Mathews, Victoria Luengo, Alvise Rigo Paese: Spagna Durata: 110 min
TRAMA
‘LA STANZA ACCANTO’ segue la storia di una madre imperfetta e di una figlia rancorosa, separate da un grave malinteso. Tra di loro, un’altra donna, Ingrid (Julianne Moore), amica della madre, è la custode del loro dolore e della loro amarezza. Martha, la madre (interpretata da Tilda Swinton), è una reporter di guerra e Ingrid è una romanziera autobiografica. Il film affronta la crudeltà infinita della guerra, i modi molto diversi in cui le due autrici femminili si avvicinano e scrivono della realtà, della morte, dell’amicizia e del piacere sessuale come i migliori alleati nella lotta contro l’orrore. Ma evoca anche i dolci risvegli con il cinguettio degli uccelli, in una casa costruita nel mezzo di una riserva naturale nel New England, dove le due amiche vivono in una estrema e stranamente amabile situazione.
CRITICA
Nessun grande amore né melodrammi questa volta, per Almodovar. Nel suo primo film in lingua inglese il regista spagnolo affronta il tema dell'eutanasia, del controllo sulla propria morte, ancora una volta attraverso la storia di due donne, una delle quali, malata terminale, chiede all'altra di accompagnarla verso la morte imposta, ma come vicina di camera, non complice. Molti dialoghi, nessuna retorica, due magnifiche attrici come Swinton e Moore. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)
La zona di interesse
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Lunedì 27 Gennaio ore 21:00
Evento speciale
Genere: Drammatico, Storico, Guerra Anno: 2023 Regia: Jonathan Glazer Attori: Sandra Hüller, Christian Friedel, Ralph Herforth, Max Beck, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Lilli Falk, Wolfgang Lampl Paese: Gran Bretagna, Polonia, USA Durata: 105 min
TRAMA
Un uomo e sua moglie tentano di costruire una vita perfetta in un luogo apparentemente da sogno: giornate fatte di gite in barca, il lavoro d'ufficio di lui, i tè con le amiche di lei e le scampagnate in bici con i figli. Ma l’uomo in questione è Rudolf Höss, comandante di Auschwitz, e la curata villetta con giardino della famiglia si trova esattamente di fianco al muro del campo...
Dal talento di Jonathan Glazer (Under The Skin), un’opera imprescindibile sulla perdita dell’umanità e sulla banalità del male, Grand Prix a Cannes 2023.
CRITICA
Un conflitto fra due mondi, quello immutabile della natura, popolato da pochi abitanti, presenti da tempo e rispettosi del luogo, con le sue regole. Dall'altro dei cittadini che vogliono portare la "modernità" sotto forma di un lussuoso camping, un glamping. Partendo da una suggestione da accompagnare con la musica, Hamaguchi sperimenta la messa in scena della faglia in cui due Giapponi si incontrano. Non sarà una passeggiata, lascerà spazio a qualche alleggerimento ironico, ma darà vita a un meccanismo a catena in cui gli uomini rischiano di essere solo spettatori, o vittime. Affascinante, lirico e criptico. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)
COM'É FATTO ... IL FILM! CAP 5
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COM’È FATTO … IL FILM!
Cap V
I movimenti di macchina
Il cinema si fonda sul movimento, sia quello degli oggetti filmati che quello generato dalla macchina da presa.
Attraverso i suoi spostamenti, la macchina da presa non solo modifica angolazioni, distanze e altezze, ma guida anche lo spettatore nell’esplorazione dello spazio rappresentato, offrendo nuove prospettive e rivelando dettagli nascosti. I due principali tipi di movimenti della camera sono le panoramiche e le carrellate, ciascuna con caratteristiche uniche e possibilità di combinazione.
Le panoramiche sono movimenti rotatori della macchina da presa sul proprio asse, simili a quelli che compiamo nella vita reale ruotando la testa e lo sguardo. Possono essere orizzontali, quando lo spostamento avviene da destra a sinistra o viceversa, o verticali, quando il movimento va dall’alto al basso o dal basso all’alto. Esistono anche panoramiche oblique, che tracciano una diagonale, e panoramiche circolari, capaci di descrivere un intero giro intorno al proprio asse.
In alcuni casi, le panoramiche diventano rapidissime, come quelle a schiaffo, in cui l’immagine appare sfocata, o filate, che seguono un personaggio in movimento, sfumando lo sfondo. Un tipo particolare è la rotazione completa sul proprio asse orizzontale, che crea un effetto vertiginoso.
Le carrellate, invece, implicano lo spostamento fisico della macchina da presa nello spazio, spesso grazie all’uso di binari o al movimento manuale dell’operatore. Questo tipo di movimento corrisponde a quello di una persona che cammina senza ruotare il capo.
A seconda della direzione e dello scopo, la carrellata può avvicinarsi al soggetto, come nel caso della carrellata in avanti, oppure allontanarsi, come nella carrellata indietro. Può anche accompagnare il movimento di un soggetto, precedendolo o seguendolo, mantenendo una distanza costante. Altre varianti includono carrellate laterali, verticali o circolari, in cui la camera si muove intorno al soggetto descrivendo un arco.
Accanto a questi movimenti fisici si trova lo zoom, un effetto ottico che simula il movimento di avvicinamento o allontanamento senza spostare la macchina da presa. Lo zoom in consente di passare da un'inquadratura ampia a un dettaglio più ristretto, mentre lo zoom out fa l’opposto, ampliando la visione. Particolare è l’effetto Vertigo, che combina zoom e carrellata per creare un’illusione visiva: il soggetto rimane invariato, ma lo sfondo cambia drasticamente, generando una sensazione di disorientamento.
Oltre a queste tecniche, esistono movimenti compositi che uniscono carrellate e panoramiche grazie a strumenti specifici. La camera a mano o a spalla, per esempio, conferisce alle riprese un effetto volutamente mosso e realistico, mentre la steadycam, montata su un’imbracatura, garantisce fluidità anche in situazioni dinamiche, come scale o corse. Il dolly, un braccio mobile su binari, e la gru, che offre un ampio raggio di movimento verticale e orizzontale, permettono di ottenere riprese fluide e spettacolari. Per le scene aeree si usano invece elicotteri e droni, mentre le riprese all’interno di veicoli sono realizzate con la tecnica del cameracar.
I movimenti della macchina da presa possono seguire i personaggi, sottolineandone l’azione, o essere indipendenti da essi, concentrandosi sull’ambiente o creando effetti estetici particolari. Nel cinema classico, i movimenti sono generalmente motivati da esigenze narrative, volti a chiarire la storia e a comunicare informazioni allo spettatore. Nel cinema moderno, invece, si è spesso optato per movimenti non motivati, in cui la macchina da presa rivendica una propria autonomia creativa, enfatizzando l’aspetto visivo e sperimentale piuttosto che strettamente narrativo.
Beatrice
Paris, Texas
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Venerdì 17 Gennaio ore 21:00
Cineforum
Genere: Drammatico Anno: 1984 Regia: Wim Wenders Attori: Harry Dean Stanton, Dean Stockwell, Socorro Valdez, Bernhard Wicki, Nastassja Kinski, John Lurie, Sam Berry, Hunter Carson, Aurore Clément, Tom Farrell, Justin Hogg Paese: Germania, Francia, Gran Bretagna Durata: 150 min
TRAMA
In una vasta zona desertica al confine tra Messico e Stati Uniti, un uomo vagabondo, Travis, crolla svenuto in un bar. Soccorso da un medico, non rivela nulla di sé, rimanendo muto. Un foglietto con l’indirizzo del fratello Walter conduce quest'ultimo a recuperarlo. Tornati a Los Angeles, Travis ritrova Hunter, il figlio di otto anni che vive con Walter e sua moglie Anne, e inizia a ricostruire il rapporto con il bambino. Deciso a riconciliarsi con la moglie Jane, tormentata in passato dalla sua gelosia, Travis si sforza di affrontare il senso di colpa e di lasciarsi alle spalle i fantasmi del suo passato, legati a Paris, Texas, un luogo desolato che aveva comprato per amore.
CRITICA
Per Emmanuel Carrère 'Paris, Texas' è “il film più calmo, più sobrio che Wenders abbia mai diretto”. Sicuramente è l’opera che ha definitivamente consacrato il regista tedesco tra i grandi autori del cinema mondiale, vincendo la Palma d’oro a Cannes. L’ultimo film del periodo americano di Wenders, scritto da Sam Shepard, è un road movie libero, tenero e disperato, un omaggio ai luoghi del western, una rilettura umanissima dei generi hollywoodiani. Un padre che invecchia sotto il cappello da baseball e un figlio bambino attraversano il Texas su un pick-up, in cerca d’una moglie e mamma perduta anni prima. Parlano di teoria del big bang e del perché lei se n’è andata. L’uomo, che aveva chiuso nel silenzio colpe e sconfitte, riscopre la parola e il senso delle relazioni umane. Li riscopre così bene che quando infine trovano la donna, in una specie di sex club dove le ragazze parlano ai clienti attraverso un vetro, senza vederli, Harry Dean Stanton può spezzarle e spezzarci il cuore raccontando una storia, che naturalmente è la loro storia. Lei è la Nastassja Kinski del 1984, e non c’è altro da dire.
Maria
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Giovedì 16 Gennaio ore 21:00
Sabato 18 Gennaio ore 21:00
Domenica 19 Gennaio ore 18:00
Domenica 19 Gennaio ore 21:00
Genere: Biografico, Drammatico Anno: 2024 Regia: Pablo Larraín Attori: Angelina Jolie, Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher, Kodi Smit-McPhee, Valeria Golino, Haluk Bilginer, Caspar Phillipson, Alessandro Bressanello, Jeremy Wheeler Paese: Germania, USA, Italia Durata: 124 min
TRAMA
Maria è il racconto della vita tumultuosa, bella e tragica della più grande cantante d’opera del mondo, rivissuta e reimmaginata durante i suoi ultimi giorni nella Parigi degli anni Settanta.
CRITICA
Gli ultimi anni di vita di una diva del Novecento, la più straordinaria voce della lirica, ma anche regina del jet set, mediaticamente sempre in prima pagina, con la sua vita magnifica eppure dolorosa, e i suoi amori tragici e sofferti. Larrain chiude in gloria la sua trilogia su alcune grandi donne del secolo scorso con il capitolo più compiuto. Toccante, grande ritmo, regala la più grande interpretazione della carriera a una Angelina Jolie magnifica, in pieno capace di cogliere i tormenti di una diva impossibilitata a fuggire dal suo status. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)
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COM'È FATTO ... IL FILM!
Cap IV
Il punto di vista
Il punto di vista di ripresa rappresenta la posizione della macchina da presa rispetto all’oggetto filmato, determinando la prospettiva e influenzando la percezione dello spazio. La scelta del punto di ripresa non è neutrale: inquadrature frontali, dall’alto o laterali veicolano una precisa visione narrativa ed estetica.
Nel cinema di stampo neoclassicista, per esempio, si prediligono inquadrature neutre e stabili, per ragioni narrative o di genere, come nel musical o nel noir.
Ciò che compone il punto di vista sono i seguenti elementi: angolazione, inclinazione, altezza.
Angolazione
L’angolazione dipende dall’incidenza dell’asse della camera rispetto allo spazio ripreso e produce diversi effetti sugli spettatori. Si distingue in: verticali e orizzontali.
Verticali
A piombo: ripresa dall’alto per enfatizzare un dramma o un paesaggio.
Plongée: visione dall’alto che suggerisce tensione emotiva o descrive la disposizione spaziale di più personaggi.
Orizzontale: ripresa alla stessa altezza del soggetto, usuale nella vita quotidiana e spesso associata al punto di vista umano.
Contre-plongée: ripresa dal basso per trasmettere violenza o imponenza.
Supina: estrema dal basso, suggerisce panico o emergenza.
Orizzontali
Frontale: soggetto e camera sono di fronte, ideale per dialoghi e dettagli espressivi.
Di tre quarti: si mostra parte del viso meno rilevante; usata spesso nei dialoghi.
Di profilo: relega occhi e bocca ai margini, con riferimento al fuori campo.
Di tre quarti di spalle: il volto è quasi nascosto; concentra l’attenzione su ciò che il personaggio osserva, trasmettendo autenticità.
Di spalle: volto celato, sottolinea attesa o drammatizza un’entrata in scena.
Inclinazione
L’inclinazione descrive il rapporto tra l’asse della macchina e l’orizzonte della scena. Essa si divide in:
In piano (90°), l’asse orizzontale coincide con l’orizzonte scenico.
Obliqua, inclinazione della scena che crea tensione o instabilità.
Verticale (180°), orizzonte perpendicolare alla scena.
Capovolta (270°), l’orizzonte è ribaltato.
Altezza
L’altezza è la distanza tra il suolo e il punto di ripresa, spesso correlata all’angolazione e può essere:
Standard, all’altezza degli occhi, corrisponde alla visione naturale di un adulto in piedi.
Rialzata, sopra la linea degli occhi, per dominare visivamente la scena.
Ribassata, sotto la linea degli occhi, usata per prospettive insolite, come il punto di vista di un bambino o di un personaggio sdraiato.
Questi tre elementi – angolazione, inclinazione e altezza – definiscono il linguaggio visivo del film, offrendo una varietà di prospettive che influenzano profondamente la narrazione e l’impatto emotivo dello spettatore.
Vi aspettiamo numerosi in sala questo weekend per le proiezioni di "Piccole cose come queste" e della nostra tanto attesa Nottata Horror!
Piccole cose come queste
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Giovedì 9 Gennaio ore 21:00
Sabato 11 Gennaio ore 21:00
Domenica 12 Gennaio ore 18:00
Domenica 12 Gennaio ore 21:00
Genere: Drammatico Anno: 2024 Regia: Tim Mielants Attori: Cillian Murphy, Emily Watson, Amy De Bhrún, Joanne Crawford, Eileen Walsh, Abby Fitz, Ian O'Reilly, Cillian O'Gairbhi, Liadan Dunlea, Clare Dunne, Michelle Fairley Paese: Irlanda, Belgio Durata: 98 min
TRAMA
Irlanda, 1985. Bill Furlong è un commerciante di carbone, un uomo taciturno che ha dedicato la vita al lavoro, alla moglie Eileen e alle loro cinque figlie. Quando per caso scopre un terribile segreto nascosto nel convento locale, diretto da Suor Mary, i ricordi più dolorosi del suo passato tornano a galla. Sarà il momento per Bill di decidere se voltarsi dall’altra parte o ascoltare il proprio cuore e sfidare il silenzio di un’intera comunità.
CRITICA
È indubbio che senza Cillian Murphy e la sua più che notevole interpretazione (paradossalmente simile a quella di Oppenheimer nel fare del volto, dello sguardo, e del mistero dietro il suo silenzio un punto d’incredibile attrazione), questo film non sarebbe stato lo stesso. Ma notevole è anche, ad esempio, la fotografia di Frank van den Eeden. Tutto incentrato sul dilemma morale del suo protagonista, Piccole cose come queste è un film fatto di chiaroscuri e misteri che, nella storia che racconta, ha una chiara rilevanza anche nel presente, mettendo lo spettatore di fronte all’imperativo di combattere un egoismo che pare dilagante. Combatte anche un grande male del cinema e delle società contemporanee: quello per cui tutto deve essere ovvio, spiegato, portato alla luce, e niente lasciato nel chiaroscuro o all’interpretazione. (Federico Gironi - Comingsoon.it)
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Com’è fatto … il FILM!
La scala dei piani
In questo terzo capitolo esploreremo la funzione della scala dei piani dell’inquadratura, la quale rappresenta gli elementi profilmici, a seconda della distanza che vi è tra ciò che viene ripreso e la macchina da presa.
Ricordiamoci sempre che l’inquadratura è un ritaglio dello spazio reale, nel quale il regista sceglie una parte dell’ambiente e dei soggetti.
la scala dei piani può inquadrare uno spazio molto ampio, come un paesaggio o l’ambiente circostante, fino ad arrivare a focalizzarsi su un minuscolo dettaglio.
La scelta di un determinato piano appartiene ovviamente al regista, il quale durante le riprese coordina ogni macchina da presa, e decide a seconda del messaggio e/o della sensazione che vuole lasciar trasparire il piano più adeguato.
Il primo di questa scala è:
Campo totale; la scena viene ripresa nella sua totalità. Usata soprattutto all’inizio di una sequenza importante, perchè il regista vuole mostrare agli spettatori l’ambiente in cui si svolgerà l’azione.
Campo lunghissimo; la figura del personaggio risulta rimpicciolita al massimo, perdendosi nel paesaggio circostante molto vasto.
Campo lungo; il soggetto è ancora immerso nell’ambiente, ma questa volta i suoi contorni sono più visibili e facilmente riconoscibili.
Campo medio; figure e paesaggio sono sullo stesso piano, solitamente il soggetto arriva ad occupare fino ai 2/3 dell’inquadratura. Spesso viene utilizzato nei film horror in quelle scene famose da brivido, quando lo spettro appare alla fine del corridoio buio, e si intravede la sua figura spaventosa.
Figura intera; il personaggio occupa tutta la verticale dell’immagine.
Piano americano; il soggetto viene inquadrato dalle ginocchia in sù. Questo piano prende il suo dai film western di un tempo, quando si voleva focalizzare l’attenzione sul torso dell’attore e soprattutto su braccia e mani, pronte a sparare!
Piano medio/mezza figura; la macchina si concentra sull’attore e riprende dall’ombelico in su. È frequente nelle scene di dialogo tra due o più attori.
Primo piano; Il personaggio viene inquadrato dalle spalle in su. È l’immagine che coincide con il culmine della tensione drammatica della scena, quando l’attenzione dello spettatore è tutta concentrata sull’espressione e sulla mimica dell’attore.
Primissimo piano; Il volto del personaggio è inquadrato dal collo in su e occupa l’intera superficie dell’inquadratura. Si utilizza spesso film horror, thriller, polizieschi, dove c’è molta tensione drammatica ma soprattutto per filmare il divo o la diva principale del film.
Particolare; l’inquadratura comprende soltanto una piccola parte del corpo umano, come un occhio o la bocca.
Dettaglio; non vi è nessuna presenza umana, solo alcuni oggetti inanimati o parte di essi.
Fatta questa distinzione vi aspettiamo alle prossime proiezioni, e non perdetevi la Grande Nottata Horror venerdì 10 gennaio!
Beatrice
Grande Nottata Horror - XVI edizione
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🧟 Grande Nottata Horror - XVI edizione al Cinema Marconi di Piove di Sacco (Padova)
🗓️ Venerdì 10 Gennaio 2025 dalle ore 21.00
🎫 Biglietto unico 10 Euro
🎥 3 film in programma
ingresso vietato ai minori di 18 anni.
🍿 Raw - Una cruda verità
Genere: Horror, Drammatico Anno: 2016 Regia: Julia Ducournau Attori: Garance Marillier, Ella Rumpf, Rabah Naït Oufella, Laurent Lucas, Joana Preiss, Marion Vernoux, Bouli Lanners, Thomas Mustin, Virgil Leclaire Paese: Francia, Belgio Durata: 99 minil film è ambientato nell’esclusiva università di veterinaria di Saint-Exupéry. Justine è una giovane matricola e studentessa modello, proviene da una famiglia di veterinari e ferventi vegetariani. Quando arriva, non immagina che ad attenderla ci sono dei riti di iniziazione a dir poco estremi. Sua sorella maggiore Alexia, anche lei studentessa della facoltà di veterinaria, non le aveva mai detto nulla a riguardo. Justine scopre di essere finita in un mondo dominato dal nonnismo, dove le reclute vengono sottoposte a prove folli e feroci. Una tra queste è mangiare carne cruda. Dopo averlo fatto, la ragazza è disgustata ma con il passare dei giorni sembra cambiare idea. Scopre infatti un gusto perverso per la carne e una disinibizione fuori dal suo controllo.
🍿Audition
Genere: Drammatico, Horror, Thriller Anno: 1999 Regia: Takashi Miike Attori: Ryo Ishibashi, Eihi Shiina, Tetsu Sawaki, Jun Kunimura, Renji Ishibashi, Ken Mitsuishi, Ren Ôsugi, Toshie Negishi, Miyuki Matsuda, Shigeru Saiki, Yuriko Hirooka, Fumiyo Kohinata, Misato Nakamura, Yuuto Arima, Ayaka Izumi, Nattsu Tanabashi, Kimiko Tachibana, Tatsuo Endo, Koshio Jindoji, Kanji Tsuda, Party Paese: Giappone, Corea del Sud Durata: 115 min🍿Terzo film a sorpresa...
Com'è fatto ... il FILM! Cap II
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Com’è fatto … il FILM!
Cap II
L’ambiente
Ed eccoci al secondo appuntamento con Com'è fatto … il FILM!
Oggi approfondiremo il tema dell’ambiente e vedremo come può variare a seconda delle scelte del regista.
Nel capitolo precedente abbiamo definito questo termine come un elemento in relazione con il personaggio. In queste poche battute cercheremo di delinearne al meglio i concetti e sue declinazioni.
L’ambiente in un film è l’insieme di tutti gli elementi profilmici che fanno da sfondo alla vicenda.
Prima di girare una scena, il regista sceglie gli elementi dell’ambiente che gli permettono di costruire l’azione e di definirla in modo preciso, come la situazione e il contesto. L’ambiente, perciò, può essere ricco o povero, ma anche storico e generico e la sua costruzione dipende direttamente dallo spazio e dal tempo.
Esso svolge un ruolo cruciale nel trasmettere atmosfere, emozioni e significati e può appartenere ad una precisa corrente da cui prendere ispirazione.
Gli studiosi hanno classificato la tipologia di ambienti in tre categorie:
Il cinema impressionista; i registi che prediligono questa modalità di rappresentazione tendono a privilegiare l'atmosfera e le sensazioni soggettive, spesso utilizzando luci naturali e colori vibranti per creare un senso di realismo e profondità. Un esempio, può essere un film come "I giorni del cielo" di Terrence Malick, in cui impiegano la luce naturale per creare un'atmosfera onirica e poetica, catturando l'essenza emotiva delle scene.
Il cinema realista; questa corrente ha l’obiettivo di rappresentare la realtà in modo fedele e senza idealizzazioni. I registi realisti scelgono spesso luoghi autentici e scenografie minimaliste per riflettere la vita quotidiana e le condizioni sociali dei personaggi. Un esempio emblematico è il movimento neorealista italiano, con film come "Ladri di biciclette" di Vittorio De Sica, il quale utilizza ambientazioni urbane reali per raccontare storie di vita comune, enfatizzando l'autenticità e la verosimiglianza.
Il cinema espressionista; nato in Germania agli inizi del XX secolo, si caratterizza per l'uso di scenografie distorte, ombre marcate e atmosfere cupe per esprimere stati d'animo interiori e temi psicologici. Nel cinema, questa corrente ha dato vita a opere come "Il gabinetto del dottor Caligari" di Robert Wiene, dove l'ambientazione surreale e le prospettive angolari riflettono la tensione psicologica e l'alienazione dei personaggi. L'espressionismo ha influenzato anche il cinema noir e horror, contribuendo a creare atmosfere inquietanti e suggestive.
L'ambientazione cinematografica, dunque, è fondamentale nel creare l'atmosfera e nel comunicare le emozioni di un film. La comprensione e l'applicazione di questi stili permettono ai registi di arricchire la narrazione visiva, offrendo al pubblico esperienze cinematografiche profonde, memorabili e, soprattutto, meravigliose!
Detto questo vi aspettiamo alle prossime proiezioni di “Diamanti”, “Le occasioni dell’amore” e “L’orchestra stonata”.
Auguriamo a tutti i nostri spettatori e lettori buone feste e un felice anno nuovo!
Beatrice
Diamanti
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Mercoledì 25 Dicembre ore 18:00
Giovedì 26 Dicembre ore 21:00
Domenica 29 Dicembre ore 18:00
Mercoledì 1 Gennaio ore 21:00
Sabato 4 Gennaio ore 18:00
Sabato 4 Gennaio ore 21:00
Domenica 5 Gennaio ore 21:00
Lunedì 6 Gennaio ore 21:00
Sabato 11 Gennaio ore 18:00
Sabato 18 Gennaio ore 18:00
Genere: Drammatico Anno: 2024 Regia: Ferzan Ozpetek Attori: Luisa Ranieri, Jasmine Trinca, Sara Bosi, Loredana Cannata, Geppi Cucciari, Anna Ferzetti, Aurora Giovinazzo, Nicole Grimaudo, Milena Mancini, Paola Minaccioni, Elena Sofia Ricci, Lunetta Savino, Vanessa Scalera, Carla Signoris, Kasia Smutniak, Mara Venier, Giselda Volodi, Milena Vukotic, Stefano Accorsi, Luca Barbarossa, Vinicio Marchioni, Valerio Morigi, Edoardo Purgatori, Carmine Recano Paese: Italia Durata: 135 min
Il film corale sulle donne che aveva da qualche anno in mente di girare. Ozpetek coinvolge le sue attrici preferite, o quelle che vorrebbe lo diventassero, e mette in scena diciotto personaggi che ruotano intorno a una sartoria per il cinema degli anni '70. Idiosincrasie e sorellanza, ricordi personali e omaggi insistiti, qui il regista si nutre della grande prestazione delle sue interpreti, su tutte Ranieri e Trinca, e trova un suo equilibrio fra sogno e ricordo, vita e ricerca del poetico. Meno sovrabbondante che in altre occasioni, coinvolge e in alcune scene commuove. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)
L'orchestra stonata
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Giovedì 26 Dicembre ore 18:00
Venerdì 27 Dicembre ore 21:00
Domenica 29 Dicembre ore 21:00
Giovedì 2 Gennaio ore 21:00
Domenica 5 Gennaio ore 18:00
TRAMA
Thibaut, un direttore d’orchestra di fama mondiale, scopre improvvisamente di essere stato adottato e di avere un fratello, Jimmy, che lavora in una mensa scolastica e suona il trombone in una banda amatoriale del nord della Francia. Apparentemente agli antipodi, i due fratelli sono uniti dalla passione per la musica. Thibaut riconosce in Jimmy un talento nascosto e decide di aiutarlo a riscattare un destino ingiusto. Quella che inizia come una storia di differenze e scontri si trasforma in un viaggio emozionante, che unisce musica, risate e umanità. L’Orchestra Stonata celebra con leggerezza e profondità il potere della musica come linguaggio universale e i legami autentici che ci definiscono.
CRITICA
La musica unisce ricchi e poveri, chi dirige da un palco la musica alto, la classica, e chi si diverte a suonare il trombone in una banda di paese. Dopo il teatro come cura per l'anima in carcere, in quell'Un Triomphe rifatto in Italia con Milani e Albanese in Grazie ragazzi, Courcol sceglie la musica per unire la commedia e il ritratto sociale, analizzando come l'ambiente in cui si è nati continua anche oggi a indirizzare il successo o meno nella vita. Due fratelli divisi da un'adozione che imparano a riscoprirsi. Catarsi musicale finale per un feel good movie da manuale, ben eseguito senza stonature e retorica.. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)
Le occasioni dell'amore
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Mercoledì 25 Dicembre ore 21:00
Sabato 28 Dicembre ore 21:00
Mercoledì 1 Gennaio ore 18:00
Venerdì 3 Gennaio ore 21:00
Lunedì 6 Gennaio ore 18:00
Genere: Drammatico, Sentimentale Anno: 2023 Regia: Stéphane Brizé Attori: Guillaume Canet, Alba Rohrwacher, Marie Drucker, Sharif Andoura, Emmy Boissard Paumelle, Lucette Beudin, Gilberte Bellus, Hugo Dillon, Johnny Rasse, Jean Boucault Paese: Francia Durata: 115 min
TRAMA
Laurent e Alice un tempo erano innamorati, una storia intensa e appassionata finita bruscamente. Oggi, quindici anni dopo, lui è un attore famoso che cerca rifugio dalle sue insicurezze, lei un’insegnante di pianoforte che ha bisogno di una nuova luce. Si ritrovano casualmente nell’hotel di lusso di una località balneare semideserta, un incontro fuori stagione. Sarà una seconda occasione dolce e imperdibile per fare i conti con la loro relazione e trasformare le incomprensioni in complicità. Dal maestro Stéphane Brizé, una commedia romantica tenera e invernale sulle occasioni perse e ritrovate con Alba Rohrwacher (L’amica geniale) e Guillaume Canet (La Belle Époque).
CRITICA
Il film è anche un elogio al ruolo apparentemente non essenziale, ma "eroico" dell'artista - che sia un attore o musicista - che si preoccupa del nutrimento dell'anima, nobilitando le nostre vite al di là del sostentamento. Un elogio della fragilità, del non negarsi all'altro per i difetti, imparando a conoscersi attraverso i punti deboli. Straziante e commovente, autentico e impagabile. Un Brizé che ci conduce in territori inattesi e in cui vorremmo restare, fuori stagione, insieme a Mathieu e Alice. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)