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Visualizzazione dei post da 2011

Il figlio di Babbo Natale

ven 30_12 ore 18.00
dom 1_1 ore 18.00
gio 5_1 ore 18.00
ven 6_1 ore 18.00
sab 7_1 ore 18.00
dom 8_1 ore 15.00

 REGIA: Sarah Smith
ATTORI: James McAvoy, Hugh Laurie, Jim Broadbent, Bill Nighy, Imelda Staunton, Oreste Baldini, Michele Gammino, Fabrizio Pucci, Giorgio Lopez, Fabrizia Castagnoli, Carlo Valli, Ilaria Latini
FOTOGRAFIA: John Carnochan
MUSICHE: Jerrica Cleland
PAESE: Gran Bretagna, USA 2011
GENERE: Animazione
DURATA: 98 Min

Sito Ufficiale







Una domanda attraversa le menti dei bambini del mondo: come fa Babbo Natale a recapitare i regali a tutti, in tutto il pianeta, nell'arco di una sola notte? Semplice: grazie alla slitta-astronave S-1 e ad un esercito di elfi allenati a non impiegare più di 18,14 secondi per casa. Il fautore della svolta industrial-tecnologica nell'attività di Babbo è il suo primogenito Steve, destinato ad essere il prossimo ad indossare il costume rosso. Qualcosa però va storto, proprio la notte di Natale, e un pacco regalo rimane a terra. Che fare? Come consegnare il dono promesso alla piccola Gwen, in Cornovaglia? "Nessun bambino dev'essere dimenticato!", predica disperato Arthur, il figlio minore, l'inetto di famiglia, ma anche il solo che nutra nell'anima un amore inesauribile per il Natale e il suo spirito originario.
Era tanto che lo aspettavamo e finalmente è arrivato, il film che del Natale rispetta i crismi ma insieme li rinnova, generazionalmente (come suggerisce il titolo) e non solo. La fucina è quella di Wallace & Gromit e Galline in fuga ma il tocco è meno inglese e più universale, come vogliono il tema e la partnership con la Sony. Non sono però tanto le invenzioni collaterali simpatiche o i personaggi secondari fantasiosi a fare di questo film un desiderio esaudito, bensì la presenza di un'idea, semplice eppure unica, che fa di Babbo Natale qualcuno da spedire in pensione e individua il suo successore naturale in una sorta di Semola, a suo agio con la magia ma non con la tecnologia né con la legge del più forte. Ipocondriaco, goffo, relegato allo stanzino della posta anziché al quartiere generale della grande industria, Arthur è un nerd che non siede davanti ad un monitor ma davanti ad un database cartaceo, colorato e pressoché infinito di letterine, che un giorno trova la falla nel sistema, il bug che compromette l'intera ideologia che sta dietro il mito del Natale.
Per Arthur Christmas (questo il titolo originale) è dunque una questione di identità: le domande chiave "chi è Babbo Natale?" e "perché lo fa?" diventano "chi sono io?" e "qual è il mio scopo nella vita?". Concentrandosi sul viaggio dell'antieroe, il film fa così trionfare lo spirito natalizio senza retorica alcuna, semplicemente come la vittoria dell'inatteso (e personalizzato) sul previsto (e confezionato). Siamo dentro il contrario di Polar Express: non dalla casa del bimbo al magico Polo Nord ma dal disfunzionale Polo Nord giù, a tutti i costi, verso la piccola casa di una piccola donna in una piccola cittadina. Per restare ai raffronti cinematografici, diremo che non siamo lontani dal messaggio del bellissimo Ortone, per cui ogni persona è importante, per piccola che sia.
Infine, la scrittura brillante (anche e soprattutto perché dietro il personaggio esilarante di Nonno Natale si avverte la penna di Borat, Peter Baynham, che qui sceneggia con la regista Sarah Smith) e il 3D piacevolmente leggero, fanno del Figlio di Babbo Natale una delle migliori favole natalizie degli ultimi anni. Marianna Cappi

Capodanno a New York

 
ven 30_12 ore 21.15
dom 1_1 ore 21.00
gio 5_1 ore 21.15
ven 6_1 ore 21.15
sab 7_1 ore 21.15
dom 8_1 ore 21.00


REGIA: Garry Marshall
SCENEGGIATURA: Katherine Fugate
ATTORI: Zac Efron, Michelle Pfeiffer, Robert De Niro, Ashton Kutcher, Sarah Jessica Parker, Jessica Biel, Halle Berry, Jon Bon Jovi, Katherine Heigl,
PAESE: USA 2011
GENERE: Commedia
DURATA: 118 Min

Sito Italiano
Sito Ufficiale



Il conto alla rovescia per il 1 gennaio 2012 è cominciato. A New York Claire si prepara a gestire la cerimonia della sfera che cala su Times Square. Mentre prepara l'appuntamento, confida all'amico poliziotto Brendan i dettagli dell'incontro sentimentale che avrà subito dopo. Quando il meccanismo della sfera si inceppa, viene chiamato Komisnski, esperto e navigato ingegnere che ha appena perso il posto di lavoro. Claire deve anche coordinare l'evento della serata, il concerto della rockstar Jensen, appena lasciato dalla sua ragazza Laura, che alla festa si occupa del catering. Elisa, la spalla della rockstar, è in ritardo per il concerto a causa anche della presenza di Randy, un terribile guastafeste. Intanto in ospedale Stan, celebre fotoreporter di guerra, sta lottando con una terribile malattia. Rifiuta le cure e vuole assistere al calo della sfera. Aimee, l'infermiera, cerca di impedirlo. L'assistente Ingrid vuole dare una svolta positiva alla propria vita, sottrae al capo di nascosto due biglietti per la festa più 'in' della città e vi si reca insieme a Paul, giovane e ottimista fattorino in bicicletta. Anche la 15enne Harley vuole andare in piazza a festeggiare. Così lascia sola la madre single Kim e va fuori, sperando di incontrare il coetaneo Seth per scambiarsi il primo bacio. In un ospedale di Manhattan due coppie sono in attesa del primo figlio. Ma il motivo che li tiene vicini è che cercano di vincere il premio di 25000 dollari per il primo nato dell'anno. Sam sta tornando dal Connecticut, sa che a capodanno dovrà commemorare in famiglia la morte del padre, e intanto pensa ad una ragazza conosciuta sulla stessa strada proprio un anno prima.


Buone feste dall'Arte de Sogno




L'associazione Arte del Sogno, che cura la programmazione del Cinema Marconi di Piove di Sacco, vi augura buone feste condividendo le canzoni che abbiamo amato nei film del 2011.


Midnight in Paris

sab 17_12 ore 21.15
dom 18_12 ore 18.00 - 21.00
ven 23_12 ore 21.15
dom 25_12 ore 18.00 - 21.00
lun 26_12 ore 18.00 - 21.00


REGIA: Woody Allen
SCENEGGIATURA: Woody Allen
ATTORI: Owen Wilson, Rachel McAdams, Kurt Fuller, Mimi Kennedy, Michael Sheen, Nina Arianda, Carla Bruni, Adrien Brody, Marion Cotillard,
MUSICHE: Stephane Wrembel
PAESE: Spagna, USA 2011
GENERE: Commedia, Romantico
DURATA: 94 Min


Sito Italiano
Sito Ufficiale








Gil (sceneggiatore hollywoodiano con aspirazioni da scrittore) e la sua futura sposa Inez sono in vacanza a Parigi con i piuttosto invadenti genitori di lei. Gil è già stato nella Ville Lumiêre e ne è da sempre affascinato. Lo sarà ancor di più quando una sera, a mezzanotte, si troverà catapultato nella Parigi degli Anni Venti con tutto il suo fervore culturale. Farà in modo di prolungare il piacere degli incontri con Hemingway, Scott Fitzgerald, Picasso e tutto il milieu culturale del tempo cercando di fare in modo che il ‘miracolo' si ripeta ogni notte. Suscitando così i dubbi del futuro suocero.
Woody Allen ama Parigi sin dai tempi di Hello Pussycat e ce lo aveva ricordato anche con Tutti dicono I Love You. Nella sequenza di apertura fa alla città una dichiarazione d'amore visiva che ricorda l-ouverture di Manhattan senza parole. Ma anche qui c'è uno sceneggiatore/aspirante scrittore in agguato pronto a riempire lo schermo con il suo male di vivere ben celato dietro lo sguardo a tratti vitreo di Owen Wilson. Solo Woody poteva farci ‘sentire' in modo quasi tangibile la profonda verità di un ‘classico' francese che nella parata di personalità che il film ci presenta non compare: Antoine de Saint Exupery. Il quale ne “Il piccolo principe” fa dire al casellante che nessuno è felice per dove si trova. Il personaggio letterario verbalizzava il bisogno di cercare sempre nuovi luoghi in cui ricominciare a vivere. Il Gil alleniano vuole sfuggire dalla banalità dei nostri giorni ma trova dinanzi a sé altre persone che esistono in epoche che ai posteri sembreranno fulgide d'arte e di creazione di senso ma non altrettanto a chi le vive come presente.
Se il Roy di L'uomo dei tuoi sogni era solamente uno scrittore avido di successo Gil è affamato di quella cultura europea di cui da buon americano si sente privo. Ma ha lo sguardo costantemente rivolto all'indietro. Forse, sembra dirci Woody, ha ragione ma è comunque indispensabile uno sforzo costante per cercare nel presente le ragioni del vivere e del creare. A Gil Allen concede quella speranza che invece negava perentoriamente (e con ragione) a Roy. Ricordandoci (ancora una volta e con delle evidenti analogie con La rosa purpurea del Cairo) che nulla può consentirci di sfuggire a noi stessi e al nostro tempo e che forse (nonostante tutto) è bene così. Giancarlo Zappoli

Regala il venerdì

























Il Cinema Marconi ti dà la possibilità di regalare 5 ingressi agli spettacoli del venerdì. 
Richiedi la tessera in biglietteria!

Aspettando la maratona horror #2: Lezioni di trucco cinematografico con Michele Guaschino


Michele Guaschino

Il ToHorror film festival ha ospitato l’incontro con Michele Guaschino, quarantenne torinese creatore di sorprendenti effetti speciali di trucco, maschere, creature di ogni tipo, autore materiale dei manichini di Maurizio Cattelan (in questi giorni esposti in una mostra monografica al Guggenheim di New York) e dei trucchi di scena per Arturo Brachetti, ma anche, ovviamente, di effetti per il cinema, ambito in cui ha approfondito la professione, prima sui set italiani, poi negli U.S.A. con Rick Baker.

Oggi, Michele Guaschino lavora in Italia, nel suo laboratorio torinese, nella speranza che si diffonda sempre più anche da noi l’esigenza di effetti speciali all’interno delle produzioni, ancora purtroppo limitate, spesso con budget bassi e non sempre preparate ad affrontare le necessità dell’effettista per realizzare il trucco, che ha bisogno di una preparazione molto precisa e studiata, anche attraverso story-board dettagliati. All’interno della sala del Blah Blah, Guaschino tiene una sorta di lezione introduttiva sulla storia degli effetti speciali di trucco nel cinema, procedendo per film-chiave, all’interno dei quali, il creatore degli effetti di trucco ha inventato una nuova tecnica.

Aspettando la maratona horror...tutti i dettagli sui film






Si rinnova anche questa stagione l'appuntamento con il cinema horror al cinema Marconi di Piove di Sacco. L'associazione Arte del Sogno, che cura la programmazione, ha il piacere di invitarvi venerdì 16 dicembre alla quarta edizione della cine-maratona horror, dal titolo Grande Nottata Horror !

La serata prevede la proiezione di tre film, con inizio alle ore 21.30. Novità di quest'anno sarà la proiezione di una selezione di cortometraggi italiani e internazionali a cura dell'Euganea Movie Movement.
Durante gli intervalli sarà offerto un buffet.

I cattivi bambini sarà il tema di quest'anno.


Questi i tre film scelti per voi!










Insidious
di James Wan, USA 2010

Il film ruota attorno alla vicenda di una giovane coppia che si trasferisce in una nuova casa insieme ai propri figli. Quando il maggiore dei tre cade in coma per un incidente, strani fenomeni cominciano a manifestarsi nell'abitazione. Spaventati da quanto avviene intorno a loro e convinti che la casa sia infestata dai fantasmi, i due genitori decidono di traslocare, ma le cose non sembrano migliorare. Gli stessi fenomeni si ripresentano anche nella nuova abitazione...






The Omen - Il presagio
di Richard Donner, USA 1976

La moglie dI Thorn, Kathryn, ha superato un parto difficile e non sa ancora che il bambino è morto. Anche se è distrutto da questa perdita, la preoccupazione principale di Thorn è per Kathryn, che ha già sofferto due aborti spontanei. Il prete dell’ospedale mostra a Thorn un altro bambino nato quella notte e che ha perso la madre, morta durante il parto. Il prete convince Thorn a riconoscere il bambino come loro: Kathryn non conoscerà mai la verità e il figlio, che chiameranno Damien, verrà cresciuto come frutto del loro sangue e della loro carne. Ma alcuni fatti, tutti collegabili a Damien, che in quel momento ha solo cinque anni, sono decisamente inquietanti. Damien non è un bambino come gli altri, ma l’Anticristo che è stato a lungo profetizzato.






The Ring
di Hideo Nakata, Giappone 1998

Dopo la morte di sua cugina Tomoko, la giornalista Reiko sente strane storie riguardo ad una videocassetta che "ucciderebbe" chiunque la veda, a distanza di una settimana esatta dalla visione. All'inizio Reiko è scettica riguardo a queste voci, ma quando viene a conoscenza della morte di un'altra persona, che aveva visto il video insieme a Tomoko, comincia ad investigare. Dopo aver visionato lei stessa la cassetta, accadono strane cose, così Reiko con l'aiuto del suo ex marito cerca di fermare il corso degli eventi prima che scocchi anche per lei l'ora della morte.




biglietto unico € 8,00
inizio proiezioni ore 21.30


Perché amiamo i film horror? Le risposte della scienza


Venerdì_12-DISEGNO

I film horror sono il genere più amato del cinema e spesso fanno incetta al box office. Come mai? Oggi lasciamo la parola alla scienza con le spiegazioni di Stuart Fischoff, professore emerito della Università di Psicologia di Los Angeles.

“Uno dei motivi principali per cui andiamo a vedere i film di paura è quello di avere paura. Sappiamo però che usciremo da quell’incubo in un paio d’ore. (…) Se abbiamo una vita relativamente calma, uno stile di vita tranquillo, potremmo aver voglia di cercare qualcosa che sarà eccitante perché il nostro sistema nervoso ha bisogno di stimoli. (…) Ci sono persone che hanno un enorme bisogno di stimoli ed emozioni. I film horror sono uno dei modi migliori per ottenerli. (…) Questo succede più che altro per un target giovanile. Le persone anziane hanno una stimolazione diversa e non amano i film horror. La vita vera è piena di orrore e non trovano più divertenti i film del genere”.

Tutto torna? Più o meno. Perché Fischoff e i suoi colleghi si sono resi conto che quando alla gente viene chiesto i loro 25 film preferiti… l’horror è pressoché assente. I più nominati sono Il Padrino, Guerre Stellari, Casablanca e Tutti insieme appassionatamente. I titoli horror più citati sono Nightmare e L’esorcista (6 citazioni su 560 persone intervistate!). Fischoff spiega:

“I film dell’orrore ti emozionano ma spesso lasciano uno stato nervoso e instabile che, nonostante la catarsi, non porta a dei bei ricordi”.

via:www.cineblog.it

Aspettando...Il villaggio di cartone

In attesa di vedere Il Villaggio di Cartone, in programma venerdì 9 dicembre al Cinema marconi di Piove d Sacco, vi proponiamo questo commento del regista Ermanno Olmi

Il villaggio di cartone


venerdì 9_12 ore 21.15


REGIA: Ermanno Olmi
SCENEGGIATURA: Ermanno Olmi
ATTORI: Michael Londsdale, Rutger Hauer, Massimo De Francovich, Alessandro Haber
FOTOGRAFIA: Fabio Olmi
MONTAGGIO: Paolo Cottignola
PRODUZIONE: CinemaUndici, in collaborazione con Rai Cinema
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
PAESE: Italia 2011
GENERE: Drammatico
DURATA: 87 Min









Una chiesa. Un parroco. Un'impresa di traslochi. La chiesa non serve più e viene svuotata di tutti gli arredi sacri, ivi compreso il grande crocifisso sopra l'altare. Restano solo le panche in uno spazio vuoto. Il vecchio prete sembra non sapersi rassegnare a questa sorte mentre il sacrestano ne prende atto. Ma, di lì a poco, un folto gruppo di clandestini in cerca di rifugio entra nella chiesa e, con panche e cartoni, vi installa un piccolo villaggio. Il sacerdote vede la sua chiesa riprendere vita ma dall'esterno gli uomini della Legge si fanno minacciosi.
Ermanno Olmi aveva dichiarato, nel momento dell'uscita di Centochiodi, che da quel momento si sarebbe dedicato esclusivamente al documentario. Qualcuno o qualcosa (forse questi nostri tempi cupi) lo ha fortunatamente convinto dal desistere dal proposito per poterci donare questa riflessione che ricorda, per intensità e passione politica (nel senso più alto e carico di valore del termine), l'Eliot di “Assassinio nella cattedrale”. Olmi porta sullo schermo l'apparente inutilità della Chiesa. Il suo svuotamento è visto come ineluttabile dal sacrestano pronto a tradire. Ma è proprio da questa spoliazione che il senso di ecclesia può tornare ad acquisire il significato delle origini. A offrirglielo saranno quelli che vengono considerati gli invasori e che agli occhi del mondo stanno occupando un luogo che fu sacro ed ora non può più offrire asilo. Saranno però loro a ridare un valore al fonte battesimale pronto a raccogliere la pioggia che scende dal tetto e, soprattutto, a consentire al vecchio parroco di trovare un senso al Mistero. Quel Mistero sul quale si è trovato a dubitare non ora, nel momento del depauperamento, ma quando la sua chiesa era affollata. Quel Mistero che fa sì che Dio si manifesti attraverso gli occhi di uomini e donne i cui sguardi, quando si incrociano, possono mutarne i destini.
L'uomo di Chiesa senza più una chiesa diviene più forte, più capace di interrogarsi fino a riuscire a comprendere che il Bene è più grande della Fede. È in nome di questo Bene che può opporsi alla stupidità degli uomini di legge, pronti ad obbedire a qualsiasi assurdità, ricordando loro che verrà il giorno in cui saranno giudicati per quanto fanno a questi ultimi privi di difesa. Una difesa che non può venire da un terrorismo che mette sterilmente Dio contro Dio ma solo da una pietas che muti nel profondo il corso di una Storia che, in caso contrario, provvederà autonomamente. Il cinema ha bisogno di autori come Olmi che sappiano mostrarci uno specchio in cui riflettere dubbi e certezze per scalfire pregiudizi e non smettere di interrogarci. Bentornato Maestro! Giancarlo Zappoli

Arte del sogno in TV



L'associazione Arte el Sogno che cura la programmazione del Cinema Marconi di Piove di Sacco sarà ospite del programma TV7 alle 7, in onda martedì 6 dicembre su Tv7 Triveneto alle ore 9.00.

Buona visione!

Aggiornamento: qui la registrazione dellla puntata. penultimo video.



Grande Nottata Horror | IV Maratona Horror





















Ritorna l'attesissimo appuntamento del Cinema Marconi di Piove di Sacco: la Maratona Horrror.
Venerdì 16 dicembre 6 ore di cinema horror d'autore con:

***INSIDIOUS***
di James Wan, USA 2010

***THE OMEN – Il presagio***
di Richard Donner, USA 1976

***THE RING***
di Hideo Nakata, Giappone 1998





particolarità di quest'anno sarà la 

SELEZIONE DI CORTOMETRAGGI
a cura dell’Euganea Movie Movement



Qui tutti i dettagli sui film.

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Inizio proiezioni ore 21.30
Biglietto unico: 8,00 €
Negli intervalli sarà offerto un buffet

Cinema Marconi
via Gauslino 7 – Piove di Sacco (PD)
T. 049.971.46.12
cinema.marconi@gmail.com
cinemamarconi.blogspot.com

 

Il giorno in più


sab 03_12 ore 21.15
dom 04_11 ore 18.00 - 21.00
sab 10_12 ore 21.15
dom 11_11 ore 18.00 - 21.00


 PRIMA VISIONE!


REGIA: Massimo Venier
ATTORI: Fabio Volo, Isabella Ragonese, Pietro Ragusa, Stefania Sandrelli, Roberto Citran, Luciana Littizzetto, Jack Perry, Camilla Filippi, Lino Toffolo, Paolo Bessegato,
PAESE: Italia 2011
GENERE: Commedia, Sentimentale
DURATA: 123 Min
Sito Ufficiale






E' la storia di un 40enne che non riesce a fidanzarsi, che passa di donna in donna, sembra che nessuna gli resista, ma senza un rapporto minimamente stabile e soprattutto che superi i pochi giorni. Giacomo Bonetti è bravo nel lavoro, con le donne e soprattutto nell'evitare accuratamente ogni sorta d'impegno affettivo e sentimentale. La sua vita cambia quando incontra una ragazza su un tram, un'apparizione improvvisa in mezzo ai passeggeri, uno scambio di sguardi, una bellezza sfuggente che divengono presto una vera e propria ossessione. La incontra tutte le mattine andando a lavorare sul trenta barrato che attraversa la città. Ma si può amare una donna di cui non si conosce nemmeno il nome?


Le donne del sesto piano


venerdì 2_12 ore 21.15

REGIA: Philippe Le Guay
SCENEGGIATURA: Philippe Le Guay, Jérôme Tonnerre
ATTORI: Fabrice Luchini, Sandrine Kiberlain, Natalia Verbeke, Carmen Maura, Lola Dueñas,
PAESE: Francia 2011
GENERE: Commedia
DURATA: 103 Min








Parigi, 1960. Jean-Louis Jobert conduce la sua piatta vita di esperto finanziario vivendo con la moglie Suzanne e ricevendo ogni tanto la visita dei due figli mandati a studiare in collegio. Nella soffitta (definirla mansarda costituirebbe un eufemismo) vive un gruppo di donne spagnole spesso maltrattate dalla portinaia. Jean-Louis non si cura di loro fino a quando la vecchia governante non si licenzia per divergenze con Suzanne. Viene assunta la nipote di una delle iberiche, Maria, appena arrivata da Burgos. Jean-Louis comincia ad interessarsi a lei e, per traslato, alla vita delle sue compatriote che decide di aiutare nelle loro difficoltà quotidiane.
Il cinema francese ha, tra le qualità che anche i più ostinati detrattori non possono non riconoscergli, quella di saper portare sullo schermo commedie la cui apparente leggerezza si rivela tale da farle apprezzare dal pubblico più vasto ma che, osservate con attenzione, si rivelano più significative di quanto non appaia a un primo sguardo superficiale. Quando poi si hanno a disposizione lo sguardo e il sorriso di un attore come Fabrice Luchini il gioco risulta ancora più facile. Perché non sono moltissimi gli attori che, come lui, sanno offrire con un rapido cambio di espressione la sensazione di una vita spesa nella più banale delle routine nel momento in cui intravede la possibilità di un cambiamento radicale. Basti ricordare, tra i film giunti in Italia, Confidenze troppo intime di Patrice Leconte. Sullo sfondo di questa storia di progressiva conoscenza reciproca (che nasce da un bisogno di condividere piccoli sprazzi di ordinaria umanità fra culture diverse e solo successivamente si trasforma in amore) si muove la Storia. Quella di una Spagna da cui si fugge perché il franchismo domina e quella di una Francia gollista in cui si può divorziare ma in cui regna il più ammorbante dei conformismi in ambito borghese. Osservate Sandrine Kiberlain nei suoi completi e perfino nelle sue camicie da notte sempre ispirate a un decoro formale in cui l'apparenza finisce con il costituire l'unica sostanza e avrete un ritratto perfetto di un'epoca a cui il tanto vituperato '68 avrebbe almeno dato una scossa. Giancarlo Zappoli

Aspettando Il cuore grande delle ragazze

Vi proponiamo il backstage del film "Il cuore grande delle ragazze" in programma sabato e domenica al Cinema Marconi di Piove di Sacco.





Il cuore grande delle ragazze


sabato 26_11 ore 21.15
domenica 27_11 ore 18.00 - 21.00


 
REGIA: Pupi Avati
SCENEGGIATURA: Pupi Avati
ATTORI: Micaela Ramazzotti, Cesare Cremonini, Andrea Roncato, Gianni Cavina, Erica Blanc, Manuela Morabito, Marcello Caroli, Gisella Sofio,
MUSICHE: Lucio Dalla
PAESE: Italia 2011
GENERE: Sentimentale
DURATA: 85 Min

Sito Ufficiale







Trama del film:
Prima metà degli anni Trenta. La famiglia contadina dei Vigetti ha tre figli: il piccolo Edo, Sultana e Carlino, giovanotto molto ambìto dalle ragazze. Gli Osti invece sono proprietari terrieri che hanno fatto fortuna e vivono in una casa padronale con le loro tre figlie, tutte da maritare: le più attempate, Maria e Amabile, e la giovane e bellissima Francesca. Facendo buon viso a cattiva sorte, Sisto e Rosalia Osti accettano che il giovane contadino Vigetti corteggi le due sorelle maggiori con l'intento di sistemarne almeno una. Inizia un periodo di incontri con le due ragazze nel salotto di casa Osti, turbato però un giorno dall'arrivo improvviso di Francesca dalla città in cui è stata mandata a studiare.
 
 

Il ragazzo con la bicicletta



venerdì 25_11 ore 21.15


REGIA: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
SCENEGGIATURA: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
ATTORI: Cécile de France, Thomas Doret, Jérémie Renier, Fabrizio Rongione, Egon Di Mateo, Olivier Gourmet
PAESE: Francia 2011
GENERE: Drammatico
DURATA: 87 Min

NOTE: In concorso al Festival di Cannes 2011.









Cyril ha dodici anni, una bicicletta e un padre insensibile che non lo vuole più. ‘Parcheggiato' in un centro di accoglienza per l'infanzia e affidato alle cure dei suoi assistenti, Cyril non ci sta e ostinato ingaggia una battaglia personale contro il mondo e contro quel genitore immaturo che ha provato ‘a darlo via' insieme alla sua bicicletta. Durante l'ennesima fuga incontra e ‘sceglie' per sé Samantha, una parrucchiera dolce e sensibile che accetta di occuparsi di lui nel fine settimana. La convivenza non sarà facile, Cyril fa a botte con i coetanei, si fa reclutare da un bullo del quartiere, finisce nei guai con la legge e ferisce nel cuore e al braccio Samantha. Ma in sella alla bicicletta e a colpi di pedali Cyril (ri)troverà la strada di casa.
Dalla prima inquadratura il piccolo protagonista de Il ragazzo con la bicicletta infila quella precisa traiettoria che seguivano prima di lui l'adolescente di La promesse, la Rosetta del film omonimo, il padre falegname de Il figlio e ancora il giovane disorientato de L'Enfant. Dentro a una corsa possibile verso una soluzione che arriverà, i Dardenne rinnovano l'interesse per l'infanzia incompresa, che tiene testa e non si assoggetta al mondo degli adulti, fronteggiandolo con improvvise fughe e un linguaggio impudente. Di nuovo è la fragile pesantezza dell'essere, che condizionava (già) le azioni dei protagonisti precedenti, il centro del film. Dopo il tentativo di rinnovamento formale e prospettico del loro cinema (Il matrimonio di Lorna), i fratelli belgi ritrovano la cinetica e un personaggio che avanza negli spazi attraversati e nel proprio destino. Come nel Matrimonio di Lorna sarà l'irruzione di un improvviso atto d'amore a travolgere, fino ad annullare, l'indifferenza di un padre colpevole di abbandono e dello sbandamento emotivo del figlio.
Thomas Doret incarna con lirismo lo spirito gaio e selvaggio dei mistons di Truffaut, di cui riproduce i comportamenti anarchici e antiautoritari negli esterni e in mancanza di interni domestici e familiari adeguati. Cyril, figlio ripudiato con gli anni in tasca, resiste a muso duro al vuoto affettivo che lo circonda, pedalando dentro e attraverso la paura, intestardendosi nel silenzio o facendo il diavolo a quattro. Il reale per il fanciullo è sempre in agguato ma ad esso si oppone ‘aggrappandosi' e stringendosi forte a una figura femminile bella e raggiungibile come una mamma. Cécile de France, sopravvissuta allo tsunami di Clint Eastwood, è il volto e il corpo che Cyril vuole per sé, la figura materna che pretende e a cui si concede. La loro relazione procede per tentativi ed errori, come ogni processo di apprendimento, producendo una passeggiata a due ruote di grande forza espressiva e creativa. Una promenade che risana lo scarto dell'essere stati generati senza essere stati appropriatamente allevati, ma prima ancora desiderati. Samantha e il suo negozio di coiffeur diventano allora l'ancora di salvezza e il riscatto sociale per quel ‘ragazzo selvaggio', sempre fiero, sempre contro. Se come sosteneva Luigi Comencini mettersi al livello dell'infanzia è l'unico modo per liberarla, i Dardenne accreditano e ribadiscono la sua affermazione, accompagnando la corsa di Cyril verso una raggiunta consapevolezza e un nuovo elemento: l'amore. Marzia Gandolfi

Trova le differenze...

Serie di locandine con delle affinità!



Aspettando "L'ultimo terrestre"



Aspettando "Quando la notte"..

Backstage ufficiale



http://www.quandolanotte.it/



Quando la Notte

sab 19_11 ore 21.15
dom 20_11 ore 18.00 - 21.00





Autrice del romanzo e regista dell’omonimo film Quando la Notte, in uscita domani sugli schermi italiani, Cristina Comencini ha incontrato pubblico e stampa presso La Feltrinelli di Piazza Piemonte, a Milano. Di seguito vi riportiamo alcuni estratti dell’interessante chiacchierata con la regista e con i due protagonisti della pellicola, Claudia Pandolfi e Filippo Timi. In apertura una breve clip audio della serata, con un divertente aneddoto sulla lavorazione del film. Qui c’è il trailer, qui le foto scattate al Festival di Venezia.

L'ultimo terrestre


venerdì 18_11 ore 21.15


REGIA: Gian Alfonso Pacinotti
SCENEGGIATURA: Gian Alfonso Pacinotti
ATTORI: Gabriele Spinelli, Anna Bellato, Teco Celio, Stefano Scherini, Roberto Herlitzka, Paolo Mazzarelli,
PRODUZIONE: Fandango
PAESE: Italia 2011
GENERE: Fantascienza
DURATA: 100 Min

Sito Ufficiale



Luca Bertacci è un uomo solo, sulla terra e nell’Italia prossima a un’invasione aliena. Abbandonato in tenera età dalla madre, Luca è cresciuto con un’idea alterata delle donne e dell’amore che cerca negli annunci erotici dei giornali. Segretamente innamorato della sua vicina, che gli preferisce un bellimbusto che specula su illuminazioni ed extraterrestri, Luca lavora come cameriere al Bingo, vive in un appartamento impersonale e parcheggia in un garage troppo grande per la sua auto e la sua inadeguatezza. La morte del gatto della dirimpettaia, sempre origliata e osservata, muoverà finalmente la sua vita in una direzione altra e felice, rischiarata dall’amore e dalla luce ‘evoluta’ della diversità.
Se il cinema civile italiano sembra paralizzato, l’opera prima di Gian Alfonso Pacinotti prova ad ‘animarlo’ svicolando nel grottesco e nel simbolico e cogliendo l’Italia in un futuro prossimo e per nulla turbato da uno sbarco alieno. Fumettista pisano di grande talento e sensibilità, Pacinotti si lascia ispirare per il suo debutto dalle ‘nuvole’ di Giacomo Monti, di cui adatta il romanzo a fumetti “Nessuno mi farà del male”. Ripartito in venti episodi, la graphic novel di Monti diventa sullo schermo un lungo racconto che raccorda le storie originali attraverso un unico personaggio, alieno tra gli alieni e ‘affetto’ da un problema personale (l’alessitimia). Più funzionale alla narrazione cinematografica, la scelta di Pacinotti risponde nondimeno a un’urgenza di poetica che rende L’ultimo terrestre più simile alle proprie tavole e affine al proprio mondo abitato da vinti, invisibili ed esclusi. Combinando l’ordinario con lo straordinario, il regista immagina un’Italia notturna e disillusa, che l’arrivo degli alieni coglie spassionata e lascia indifferente. Incapace di alimentare un sogno futuro, il Bel Paese di Pacinotti si rotola nel vaniloquio e nel flusso di cazzate del pensiero-linguaggio comune, vomitato dalle radio e dalle televisioni disseminate negli appartamenti e nei locali pubblici. Ad arginare il versamento arrivano in ricognizione piccole creature grigie in stile Roswell. Piovuti da un cielo stellato, gli alieni de L’ultimo terrestre sono creature da esplorazione e non da guerra, discese per curare la nostra miseria e recuperarci alle nostre competenze emozionali, per trafiggerci con un raggio di sole, come il protagonista sentimentalmente deficitario di Gabriele Spinelli, o per bruciarci come demoni mercanteggiatori di filosofie. Marzia Gandolfi

Aspettando This must be the place...

Proponiamo parte della colonna sonora del film This must be the Place in programmazione al Cinema Marconi di Piove di Sacco sabato 5_11  domenica 6_11 e sabato 12_11 e domenica 13_11.




Buon ascolto!

This must be the place

sab 05_11 ore 21.15
dom 06_11 ore 18.00 - 21.00
sab 12_11 ore 21.15
dom 13_11 ore 18.00 - 21.00


REGIA: Paolo Sorrentino
SCENEGGIATURA: Paolo Sorrentino, Umberto Contarello
ATTORI: Sean Penn, Judd Hirsch, Frances McDormand, Kerry Condon, Eve Hewson, Joyce Van Patten, David Byrne, Shea Whigham, Tom Archdeacon,
MUSICHE: David Byrne
PAESE: Francia, Italia, Irlanda 2011
GENERE: Drammatico
DURATA: 118 Min











Cheyenne è stato una rockstar nel passato. All'età di 50 anni si veste e si trucca come quando saliva sul palcoscenico e vive agiatamente, grazie alle royalties, con la moglie Jane a Dublino. La morte del padre, con il quale non aveva più alcun rapporto, lo spinge a tornare a New York. Scopre così che l'uomo aveva un'ossessione: vendicarsi per un'umiliazione subita in campo di concentramento. Cheyenne decide di proseguire la ricerca dal punto in cui il genitore è stato costretto ad abbandonarla e inizia un viaggio attraverso gli Stati Uniti.
“And you're standing here beside me/I love the passing of time/Never for money/Always for love /Cover up and say goodnight . . . say goodnight/Home - is where I want to be/But I guess I'm already there/I come home - she lifted up her wings/Guess that this must be the place".
(“E tu sei qui vicino a me/Amo lo scorrere del tempo/Mai per denaro/ Sempre per amore/Copriti ed augura la buonanotte/ Casa- è dove voglio essere/Ma mi sa che ci sono già/ Vengo a casa-lei ha sollevato le ali/Sento che questo dovrebbe essere il posto".)
Il testo della canzone dei Talking Heads che dà il titolo al film e riveste un ruolo in una delle scene più importanti e intense rappresenta una sorta di sintesi di questa opera in cui Sorrentino torna al lucido intimismo degli esordi sotteso costantemente da una ricerca che si fa percorso di vita. Cheyenne, rocker ormai in disarmo ma che un tempo fu celebre e di quella celebrità gode ancora i frutti economici, è un uomo che quotidianamente si trasforma in maschera. Quasi avesse bisogno di aggrapparsi a quel passato di gloria che ora non rinnega ma rifugge. Accanto a lui da 35 anni una donna solida che sa come essere sorridente argine alla sua pacata depressione. Al suo fianco un costante peso. Che sia il carrello della spesa o il trolley da viaggio (di cui sentirà magnificare l'innovatività creativa) Cheyenne si trascina dietro un bagaglio di situazioni irrisolte. Prima fra tutte la dinamica dei rapporti con la figura paterna. È un Edward Manidiforbice dei nostri giorni Cheyenne/John Smith. Un essere umano che il padre ha creato e, al contempo, limitato trasmettendogli inconsciamente un'ossessione che il figlio scoprirà solo dopo la sua morte. Il castello in cui Edward/Cheyenne si è rinserrato è il suo aspetto esteriore che al contempo lo lega al passato ormai amato/odiato e lo separa dal presente. Sean Penn è straordinario nel disegnare, ancorandolo alla realtà, un personaggio che potrebbe ad ogni inquadratura dissolversi nel grottesco o nella caricatura. Quest'uomo che fa di tutto per essere riconosciuto e, al contempo, nega pervicacemente con tutti la propria identità ha la complessità di quelle figure che si imprimono con forza nell'immaginario cinematografico. Un personaggio che, anche se lo nega (“Non sto cercando me stesso. Sono in New Mexico non in India”) compie un lungo viaggio per ri/trovare un posto dentro di sé. Giancarlo Zappoli



Cirkus Columbia

venerdì 4_11 ore 21.15


REGIA: Danis Tanovic
SCENEGGIATURA: Danis Tanovic, Ivica Đikić
ATTORI: Miki Manojlovic, Boris Ler, Mira Furlan, Jelena Stupljanin, Mario Knezovic, Milan Strljic, Svetislav Goncic, Almir Mehic, Mirza Tanovic,
PRODUZIONE: Asap Films, Autonomous, Studio Maj
PAESE: Germania, Francia, Gran Bretagna, Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Serbia 2010
GENERE: Drammatico
DURATA: 113 Min










Jugoslavia, 1991. Divko Buntic è un farabutto. Torna nel paese d'origine dopo aver trascorso molti anni in Germania, seguito da un'attraente compagna e un gatto nero di nome Bonny. Con l'appoggio del sindaco, sfratta la ex moglie e il figlio Martin, occupa l'appartamento e comincia a tormentarli per tentare di mandarli via. Ma la guerra serbo-bosniaca-croata è alle porte e i rapporti tra compaesani stanno per cambiare. Così come Divko sta per dare una svolta alla sua vita.
Danis Tanovic torna a parlare dei conflitti in terra balcanica. Questa volta, sulla base del libro di Ivica Djikic, sceglie di approfondire il periodo storico che precede la guerra, concentrandosi sulle dinamiche umane di un piccolo paese bosniaco. In tempo di pace, Divko non va incontro alla sua vecchia famiglia, cerca di ricostruire il rapporto con il figlio, abbandonato da piccolo, in un modo del tutto inopportuno, e mostra l'affascinante amante come un trofeo per fare invidia ai coetanei. Quando il micio Bonny – l'unico che ama profondamente - si allontanerà dall'appartamento, anche l'equilibrio perverso che ha creato, si spezzerà definitivamente. E a quel punto i rapporti si mescoleranno creando un'inversione di ruoli atipica e umanamente distruttiva.
La caratteristica predominante del film è proprio la commistione di generi che diventa la metafora delle contraddizioni tipiche della guerra: gli amici diventano nemici nel corso di una sola notte. Come la violenza psicologica di Divko mette in subbuglio gli altri personaggi, così il terrore dell'esercito invade le coscienze, deturpandole di solidarietà e compassione. L'ironia con la quale Tanovic descrive la preparazione emotiva al conflitto segna il ritorno al cinema di No Man's Land, dove il regista coglieva il senso tragicomico della violenza, senza renderla ridicola. L'universalità della questione in oggetto è un pregio assicurato dalla rarità di riferimenti espliciti alla politica locale, e da un'intelligente assemblaggio di immagini – come la straordinaria scena finale – che sono contestualizzate ma allo stesso tempo distanti da quella realtà. Non c'è nostalgia né rancore ma solo un grande racconto fatto di piccole persone che, messe alle strette dalla Storia, reagiscono con dignità. La difesa dell'amore gira come la giostra Cirkus Columbia, come un gioco dove il moto ritorna su se stesso ma è tragicamente bellissimo. Nicoletta Dose

Ruggine

venerdì 28_10 ore 21.15

REGIA: Daniele Gaglianone
SCENEGGIATURA: Daniele Gaglianone, Giaime Alonge, Alessandro Scippa
ATTORI: Valeria Solarino, Filippo Timi, Stefano Accorsi, Valerio Mastandrea, Giampaolo Stella, Giuseppe Furlò, Giulia Coccellato, Giacomo Del Fiacco
PRODUZIONE: Fandango e Zaroff in collaborazione con Rai Cinema
PAESE: Italia 2011
GENERE: Drammatico
DURATA: 109 Min
FORMATO: Colore
NOTE: Tratto dall'omonimo romanzo di Stefano Massaron.






Nord Italia. Fine anni Settanta. Estate. Alla periferia di una città in un quartiere abitato da immigrati del sud e e del nord est un gruppo di ragazzini, capitanati dal siciliano Carmine ha costituito come proprio dominio il Castello, due vecchi silos arrugginiti. Nel quartiere giunge un nuovo medico condotto, il dottor Boldrini. Il suo atteggiamento aristocratico intimorisce un po' gli abitanti i quali lo temono e lo ammirano al contempo. I bambini scopriranno un suo terribile segreto ma avranno timore di non essere creduti nel momento in cui dovessero raccontarlo agli adulti. Oggi Carmine, Sandro e Cinzia sono tre adulti su cui quel passato ha lasciato dei segni profondi.
Daniele Gaglianone prosegue il suo percorso caratterizzato dal rifuggere dal facile successo e dall'indagine su quanto accade quando la violenza, esplicita o celata che sia, irrompe nelle vite delle persone imprimendovi il suo marchio indelebile. Lo fa con uno stile visivo complesso che interrompe l'impressione di realtà grazie a sfocature o a neri improvvisi che costringono lo spettatore a staccarsi dall'azione per concedersi un, seppure breve, spazio di riflessione. Se si vuole trovare un difetto a Ruggine lo si può individuare nell'ampio tempo che si concede prima di entrare in situazione ma forse anche questo, nell'ottica d'insieme, finisce con il divenire funzionale.
Perché Gaglianone chiede disponibilità allo spettatore. Una disponibilità anche a farsi bambino e quindi a comprendere che la caratterizzazione di un sempre più raffinato Filippo Timi nel ruolo del dottor Boldrini ‘deve' essere esasperata. Per quei bambini di un'epoca in cui l'immaginario collettivo non era ancora stato pervaso da miliardi di stimoli visivi quotidiani, il dottore è un Uomo Nero delle fiabe. É quel drago che un Sandro divenuto padre materializzerà sotto forma di gioco con il figlio, che Carmine continuerà a cercare di uccidere dentro di sé e che Cinzia proverà a combattere, consapevole che ha assunto forme diverse. Magari quelle di due colleghi del Consiglio di classe in sede di scrutinio incapaci di leggere le difficoltà di un'alunna forse abusata in famiglia ma vista invece con lo sguardo malato di una società che si ferma all'aspetto fisico e si ritrova succube di pulsioni inconfessate che pubblicamente deplora. Un suggerimento: non lasciate la sala appena iniziano i titoli di coda. La ruggine non ha ancora smesso di corrodere lo schermo e l'animo dei protagonisti. Giancarlo Zappoli 

Aspettando...Bar sport

In attesa della prima visione di Bar sport in programma questo weekend presso il Cinema Marconi di Piove di Sacco, vi proponiamo questa intervista a Claudio Bisio e Teo Teocoli a cura di Fabio Fazio andata in onda domenica 16 ottobre.



Bar sport


sab 22_10 ore 21.15
dom 23_10 ore 18.00 - 21.00
sab 29_10 ore 21.15
dom 30_10 ore 18.00 - 21.00
 
prima visione, in digitale




REGIA: Massimo Martelli
ATTORI: Claudio Bisio, Giuseppe Battiston, Angela Finocchiaro, Antonio Catania, Bob Messini, Antonio Cornacchione, Lunetta Savino, Teo Teocoli, Roberta Lena, Stefano Bicocchi, Aura Rolenzetti
PAESE: Italia 2011
GENERE: Commedia

Sito Ufficiale

NOTE: Tratto dall'omonimo libro di Stefano Benni.








Ci sono bar e bar, ma il Bar Sport è molto di più. In ogni città, in ogni paese, esiste il Bar Sport, sempre con le porte sulla piazza principale. Più che un punto di ritrovo, un punto di riferimento, un luogo dell’anima che accomuna e fonde in un solo spazio, un universo di situazioni e personaggi che almeno una volta abbiamo incontrato o che ci piacerebbe conoscere. Il Bar Sport, gestito da Antonio il Barista detto anche Onassis per la sua tirchieria, è frequentato dal Tennico tuttologo che tutto sa e tutti conosce; dal playboy che racconta le sue improbabili avventure; dalle vecchiette dall’aspetto innocuo e dall’animo perfido, sempre sedute allo stesso tavolino all’angolo; da chi dice sempre che sta per partire; dall’inventore che insegue il record del flipper; dai giocatori di biliardo pronti all’eterna sfida con il bar Moka; da quelli che passano le giornate giocando a carte impegnati in epiche sfide; dai giocatori di calcio balilla…o meglio, di calcetto nei bar di sinistra; dall’innamorato depresso ormai fuso al telefono a gettoni; dal semplice e ingenuo Cocosecco; da Elvira ‘lire tremila’ dall’inequivocabile lavoro; dal ‘cinno’ che sogna di diventare un campione di ciclismo; dal vecchietto che passa il tempo davanti alla televisione, sputando in terra; dal timido geometra con la moglie appariscente; dal professore che dà i voti alle ragazze. Sotto gli occhi sognanti della bellissima cassiera di cui tutti si innamorano, ma che perde la testa per l’affascinante fornaio. Nel Bar Sport vengono tramandate le imprese dei grandi sportivi entrati nella leggenda come Piva, il calciatore dal tiro portentoso adorato dai tifosi, e il grande Pozzi, il ciclista invincibile impegnato in un’eterna sfida con il famoso Girardoux.via mymovies

Il primo incarico


ven_21_10 ore 21.15


REGIA: Giorgia Cecere
ATTORI: Isabella Ragonese, Francesco Chiarello, Alberto Boll, Miriana Protopapa, Rita Schirinzi, Bianca Maria Stea Lindholm,
PAESE: Italia 2011
GENERE: Drammatico
DURATA: 90 Min
NOTE: Presentato nella sezione Controcampo Italiano al Festival di Venezia 2010












Puglia, anni ’50. Nena è una giovane maestra, innamorata di un ragazzo dell’alta borghesia, messa sotto pressione dalle preoccupazioni della madre. Quando arriva la lettera di assunzione in una piccola scuola nel sud salentino, fa le valigie e parte a malincuore, curiosa della sua nuova esperienza ma triste per la lontananza dal suo amore. Dopo le prime difficoltà di integrazione nella piccola comunità agreste, riesce a trovare un equilibrio che verrà nuovamente messo in discussione dalla notizia dell’innamoramento del fidanzato per un’altra donna. Scegliere come protagonista di un film una professoressa degli anni Cinquanta, vuol dire prediligere il punto di vista femminile a quello maschile. Gli uomini, nel film, non fanno bella figura: sono rozzi e insensibili o vittime inconsapevoli di un sistema classista, irrigidito sul lusso di privilegi atavici. Le donne sanno far da mangiare e si occupano della casa. Si innamorano? Forse, ma senza crederci troppo. Nena conosce l’emancipazione, l’ha studiata sui libri ma non riesce a trovare la strada per perseguirla. Solo quando l’ipocrisia del suo amore impossibile si mostrerà nella crudezza più imbarazzante, apprezzerà le opportunità che la vita le sta offrendo. Con delicatezza e candore, la narrazione prende corpo, seguendo l’evoluzione dell’anima: è il silenzio a ritmare la storia. Il lavoro di sottrazione sulla sceneggiatura e la gestualità degli attori tolgono tutto quello che non è necessario, fino a illuminare solo i sentimenti, senza virtuosismi. Anche Isabella Ragonese, senza trucco e senza vezzi, dimostra ancora una volta di essere un’ottima interprete versatile. Il tocco elegante della regista rende apprezzabile una storia piccola che, per essere raccontata, ha bisogno di un narratore che sappia osservare. Con pazienza e voglia di comprendere. Nicoletta Dose

Bar sport in prima visione!








































sabato 22 ottobre ore 21.15
domenica 23 ottobre ore 18.00 e 21.00
sabato 29 ottobre ore 21.15
domenica 30 ottobre ore 18.00 e 21.00



Una grande prima visione in digitale al cinema Marconi: Bar Sport.
di Massimo Martelli, con Claudio Bisio e Giuseppe Battiston.

La commedia è tratta dal romanzo di Stefano Benni, cult della narrativa italiana!





Niente da dichiarare


sab 15_10 ore 21.15
dom 16_10 ore 18.00 - 21.00


 REGIA: Dany Boon
SCENEGGIATURA: Dany Boon
ATTORI: Dany Boon, Benoît Poelvoorde, Chritel Pedrinelli, Joachim Ledeganck, Julie Bernard, Jean-Paul Dermont, François Damiens, Bouli Lanners,
FOTOGRAFIA: Pierre Aïm
PAESE: Belgio, Francia 2011
GENERE: Commedia
DURATA: 108 Min








Una nuova commedia dal regista di Giù al Nord!
Alla vigilia dell'ingresso in Europa e della caduta delle frontiere, due doganieri, il belga Ruben e il francese Mathias, vedono minacciato il loro posto di lavoro al confine tra due piccole cittadine. I due vicini di dogana, nemici da sempre, sono così costretti ad accettare un nuovo incarico: inaugurare la prima unità mobile mista franco-belga, esperimento internazionale della futura Europa Unita.
Ruben è antifrancese da generazioni, Mathias è innamorato segretamente della sorella dell'odiato collega...Riusciranno a vincere l'antipatia reciproca e ad ostacolare così i piani di loschi trafficanti di droga?

Tutti per uno


ven 14_10 ore 21.15

 REGIA: Romain Goupil
SCENEGGIATURA: Romain Goupil
ATTORI: Valeria Bruni Tedeschi, Linda Doudaeva, Jules Ritmanic, Louna Klanit, Louka Masset, Jeremie Yousaf, Dramane Sarambounou, Hippolyte Girardot, Romain Goupil, Malika Doudaeva, Sissi Duparc, Hélène Babu, Florence Muller
DISTRIBUZIONE: Teodora Film
PAESE: Francia 2010
GENERE: Commedia, Drammatico
DURATA: 90 Min






IL FILM CHE HA FATTO INFURIARE LA FRANCIA DI SARKOZY. Una commedia attuale, toccante e politicamente scorretta EVENTO SPECIALE al FESTIVAL di CANNES. Milana è una bambina di origine cecena che vive a Parigi, dove frequenta la scuola elementare. La sua vivace comitiva comprende ragazzi di ogni colore e provenienza, uniti da grande amicizia e complicità. Quando uno di loro, Youssef, viene rimpatriato perché i genitori non hanno il permesso di soggiorno, lo stesso destino sembra attendere anche Milana. Ma i suoi compagni decidono di mettere in atto un piano per salvarla...


Aspettando This is England...

In attesa del film This is England, primo appuntamento con i venerdì d'essai, ci andiamo ad ascoltare la meravigliosa colonna sonora del medesimo film.

Buon ascolto!




Una colonna sonora coi fiocchi, che riporta alle vibrazioni dell'Inghilterra sbandata e industriale dell'era Tatcheriana.

Tracklist:

1. "54-46 Was My Number" – TOOTS & THE MAYTALS
2. "Come on Eileen" – DEXYS MIDNIGHT RUNNERS
3. "Tainted Love" – THE SOFT CELL
4. "Nicole" – GRAVENHURST
5. "Morning Sun" – AL BARRY & THE CIMARONS
6. "Louie Louie" - TOOTS & THE MAYTALS
7. "Pressure Drop" -  TOOTS & THE MAYTALS
8. "Do the Dog" – THE SPECIAL
9. "Ritornare" – LUDOVICO EINAUDI
10. "Return of Django" – THE UPSETTERS
11. "Warhead" – U.K. SUBS
12. "Fuori dal Mondo" – LUDOVICO EINAUDI
13. "Since Yesterday" – STRAWBERRY SWITCHBLADE
14. "In the Dark End of the Street" – PERCY SLEDGE
15. "Oltremare" – LUDOVICO EINAUDI
16. "Please Please Please Let Me Get What I Want" – CLAYHILL
17. "Dietro Casa" – LUDOVICO EINAUDI
18. "Never Seen The Sea" – GAVIN CLARK

Carnage


sab 8_10 ore 21.15
dom 9_10 ore 18.00 - 21.00


 REGIA: Roman Polanski
SCENEGGIATURA: Roman Polanski
ATTORI: Kate Winslet, Christoph Waltz, Jodie Foster, John C. Reilly
PRODUZIONE: Constantin Film, SBS Productions
PAESE: Germania, Francia 2011
GENERE: Drammatico
DURATA: 79 Min

Sito Italiano

Sito Ufficiale









In un misurato appartamento di Brooklyn due coppie provano a risolvere uno smisurato accidente. Zachary e Ethan, i loro figli adolescenti, si sono confrontati incivilmente nel parco. Due incisivi rotti dopo, i rispettivi genitori si incontrano per appianare i conflitti adolescenziali e riconciliarne gli animi. Ricevuti con le migliori intenzioni dai coniugi Longstreet, genitori della parte lesa, i Cowan, legale col vizio del BlackBerry lui, broker finanziario debole di stomaco lei, corrispondono proponimenti e gentilezza. Almeno fino a quando la nausea della signora Cowan non viene rigettata sui preziosi libri d'arte della signora Longstreet, scrittrice di un solo libro, attivista politica di troppe cause e consorte imbarazzata di un grossista di maniglie e sciacquoni. L'imprevisto ‘dare di stomaco' sbriglia le rispettive nature, sospendendo maschere e buone maniere, innescando un'esilarante carneficina dialettica.
Non è la prima volta che Roman Polanski ‘costringe' e isola i suoi protagonisti a bordo di una barca, dentro un castello, oltre il ghetto di Cracovia, sopra un'isola (in)accessibile. Da sempre nella filmografia del regista polacco la separazione è necessaria per mettere ordine e avviare un' ‘inchiesta'. Accomodati tre premi Oscar (Kate Winslet, Jodie Foster, Christoph Waltz) e un candidato eterno non protagonista (John C. Reilly) in un appartamento di Brooklyn, ambientazione dichiarata dalla prima inquadratura e trattenuta da due alberi che dietro le fronde rivelano lo skyline ‘alterato' di Manhattan, Polanski denuncia ancora una volta il riferimento al (suo) maestro inglese. In particolare un capolavoro di Hitchcock palpita sotto la superficie, un omaggio che dopo molte risate lascia un ‘nodo alla gola'. Trattenuto in un'unica location e svolto in tempo reale, Carnage è ‘scenograficamente' prossimo al Rope hitchcockiano che, girato a Los Angeles, apriva le finestre del suo appartamento su una Manhattan in scala, ricreata attraverso un ciclorama di quattrocento metri quadrati e illuminato da un'abbondanza di lampadine e insegne al neon. Il richiamo non si limita allo spazio esterno, ma ancora e di più a quella maniera unica di tradurre un'idea in un movimento, in movimenti invisibili quanto mirabili di macchina. Versione cinematografica della piéce teatrale di Yasmina Reza, co-sceneggiatrice con Polanski, Carnage coniuga il piacere della forma al valore della storia, una storia che ancora una volta suggerisce l'illusione della trasparenza. La maschera linda dei quattro protagonisti insinua presto un malessere sordo, un orrore che c'è e si vede. Così progressivamente le tempeste dialettiche restituiscono alla superficie i ‘corpi' nascosti nei bauli dalla stessa vanità e gratuità degli studenti hitchcockiani.
Polanski, naturalizzato francese ma apolide per vocazione, satura l'inquadratura di uomini e donne che si sentono ostinatamente migliori dell'ambiente che li circonda, che rimandano a se stessi come gli specchi dell'appartamento, ubicato fuori dalla finzione a Parigi e dimostrazione della condizione di “perseguitato” di Polanski. In cattività, congiuntamente ai suoi coniugi (in)stabili e (ir)ragionevoli, il regista ribadisce l'impraticabilità di introdurre un ordine nella realtà perché basta un conato di bile, un cellulare annegato, un libro imbrattato, una borsetta rovesciata a disperdere equilibrio e ‘democrazia'. Città immaginaria e ferocemente reale, New York apre e chiude il dramma da camera di Polanski, che spacca e fruga, ‘percorrendo' con lo sguardo personaggi già ipocriti e corrotti, strumenti di ferocia intrappolati in un cul de sac. In barba al politicamente corretto, l'irriducibile e non riconciliato Polanski ha cominciato a saldare i conti con l'American Dream. Un sogno che non c'è più e forse è solo la più grande menzogna mai tramandata. Marzia Gandolfi

This is England


ven 07_10 ore 21.15


 REGIA: Shane Meadows
SCENEGGIATURA: Shane Meadows
ATTORI: Stephen Graham, Thomas Turgoose, Jo Hartley, Andrew Shim, Joe Gilgun, Jack O'Connell, Kieran Hardcastle,
MUSICHE: Ludovico Einaudi
PRODUZIONE: Warp Films
PAESE: Gran Bretagna 2006
GENERE: Drammatico
DURATA: 100 Min










Inghilterra 1983. Shaun è un dodicenne spesso irriso dai compagni di classe. Al momento delle vacanze estive il ragazzino entra a far parte di un gruppo di skinhead, che lo prendono sotto la loro ala protettiva. In questo paesino della provincia inglese Shaun crescerà con i nuovi amici, tra Dr. Martens e contraddizioni, in un periodo difficile per la nazione coinvolta nella guerra delle Falkland.
Lo sguardo autobiografico del regista Shane Meadows sull'Inghilterra di inizio anni '80 è dolce e amaro. Traspare l'amore per la propria terra, manifestato con le musiche coinvolgenti dell'epoca e i tipici luoghi comuni della gioventù britannica, e si percepisce una forte critica a un paese che lo delude, perchè si cresce e si diventa adulti senza grosse prospettive. Shaun, interpretato dal bravissimo Turgoose, conosce già il dolore, toccato con la morte del padre nel conflitto con l'Argentina, i suoi occhi, tuttavia, comunicano speranza, vitalità, tipici di un'esistenza appena iniziata. Nel suo gruppo, vestito con la "divisa" (Dr. Martens, camicia a quadri, bretelle e testa rasata) convivono inizialmente giovani con la necessità di ideali, che compiono ragazzate e che si divertono come molti coetanei. È l'arrivo dell'elemento disturbante Combo (Stephen Graham) a innescare la bomba a orologeria, e una spirale razzista e violenta.
Il tic-tac del timer che conduce all'esplosione finale, è il rapido percorso di crescita del piccolo Shaun che, in seguito all'atto scellerato di Combo (che impersona il fascino del Male), compie il suo primo atto di volontà, di fronte all'immensa distesa di acqua salata. Mattia Nicoletti

Terraferma di Emanuele Crialese è il candidato italiano agli Oscar

Terraferma di Emanuele Crialese è il candidato italiano agli Oscar

E’ riuscito a battere il grande favorito Nanni Moretti, sognando così di poter arrivare al Kodak Theatre. Terraferma di Emanuele Crialese è il candidato italiano agli Oscar 2012. A stabilirlo la Commissione di selezione istituita all’Anica. Premio speciale della Giuria a Venezia 68, ma snobbato dal pubblico, con risultati al box office alquanto deludenti, il film di Crialese ha battuto non solo Habemus Papam ma anche Corpo Celeste di Alice Rohrwacher, Nessuno mi può giudicare di Massimiliano Bruno, Noi credevamo di Mario Martone, Notizie degli Scavi di Emidio Greco, Tatanka di Giuseppe Gagliardi e Vallanzasca - Gli angeli del male di Michele Placido.

La commissione di selezione è composta da Nicola Borrelli (Direttore Generale Cinema Ministero per i Beni e le Attività Culturali), Marco Bellocchio, Martha Capello (Presidente AGPC Associazione Giovani Produttori Cinematografici), le produttrici Francesca Cima e Tilde Corsi, Paola Corvino (Presidente UNEFA - Unione Nazionale Esportatori Film e Audiovisivi), Valerio De Paolis (distributore), Luca Guadagnino (regista) e il giornalista di Variety Nick Vivarelli.

Prossima tappa il 25 gennaio, quando l’Academy annuncerà una prima lista di 10 candidati, che successivamente sarà ridotta a 5 titoli finali. L’Italia non vince l’Oscar per il Miglior Film Straniero dal lontano 1998, anno de La Vita è Bella. Ultimo italiano a strappare una candidatura, La Bestia nel Cuore, ben 5 anni fa. Nel nostro apposito sondaggio solo il 10% di voi aveva segnalato Terraferma come il film italiano più ‘adatto’ per gli Oscar. Davanti a lui non solo Habemus Papam, con il 39% di voti, ma anche Vallanzasca, arrivato al 25%. E invece a farcela è stato Emanuele Crialese, a cui vanno tutti i nostri in bocca al lupo del caso.

via: cineblog.it

Terraferma

sab 1_10 ore 21.15
dom 2_10 ore 18.00 - 21.00


 REGIA: Emanuele Crialese
ATTORI: Donatella Finocchiaro, Giuseppe Fiorello, Mimmo Cuticchio, Martina Codecasa, Filippo Pucillo, Filippo Scarafia, Pierpaolo Spollon,
PAESE: Italia 2011
DURATA: 88 Min

NOTE: Presentato in Concorso alla 68° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica

 sito ufficiale









In un'isola del Mare Nostrum, Filippo, un ventenne orfano di padre, vive con la madre Giulietta e il Nonno Ernesto, un vecchio e irriducibile pescatore che pratica la legge del mare. Durante una battuta di pesca, Filippo ed Ernesto salvano dall'annegamento una donna incinta e il suo bambino di pochi anni. In barba alla burocrazia e alla finanza, decidono di prendersi cura di loro, almeno fino a quando non avranno la forza di provvedere da soli al loro destino. Diviso tra la gestione di viziati vacanzieri e l'indigenza di una donna in fuga dalla guerra, Filippo cerca il suo centro e una terra finalmente ferma.
Terraferma è la terza opera che Emanuele Crialese dedica al mare della Sicilia in un'instancabile ricerca estetica avviata con Respiro nove anni prima. Come Conrad, Crialese per raccontare gli uomini sceglie “un elemento altrettanto inquieto e mutevole”, una visione azzurra ‘ancorata' questa volta al paesaggio umano e disperato dei profughi. Sopra, sotto e intorno a un'isola intenzionalmente non identificata, il regista guarda al mare come luogo di infinite risonanze interiori. Al centro del suo ‘navigare' c'è di nuovo un nucleo familiare in tensione verso un altrove e oltre quel mare che invade l'intera superficie dell'inquadratura, riempiendo d'acqua ogni spazio.
Dentro quella pura distesa assoluta e lungo il suo ritmo regolare si muovono ingombranti traghetti che vomitano turisti ed echi della terraferma, quella a cui anela per sé e per suo figlio la Giulietta di Donatella Finocchiaro. Perché quel mare ingrato gli ha annegato il marito e da troppo tempo è avaro di pesci e miracoli. Da quello stesso mare arriva un giorno una ‘madonna' laica e nera, che il paese di origine ha ‘spinto' alla fuga e quello ospite rifiuta all'accoglienza. La Sara di Timnit T. è il soggetto letteralmente ‘nel mezzo', a cui corrisponde con altrettanta drammaticità la precarietà sociale della famiglia indigena, costretta su un'isola e dentro un garage per fare posto ai vacanzieri a cui è devoto, oltre morale e decenza civile, il Nino ‘griffato' (e taroccato) di Beppe Fiorello. Ma se l'Italia del continente, esemplificata da tre studenti insofferenti, si dispone a prendere l'ultimo ferryboat per un mondo di falsa tolleranza dove non ci sono sponde da lambire e approdare, l'Italia arcaica dei pescatori e del sole bruciante (re)agisce subito con prontezza ai furori freddi della tragedia. Di quei pescatori il Filippo di Filippo Pucillo è il degno nipote, impasto di crudeltà e candore, che trova la via per la ‘terraferma' senza sapere se il mare consumerà la sua ‘nave' e la tempesta l'affonderà. Nel rigore della forma e dell'esecuzione, Crialese traduce in termini cinematografici le ferite dell'immigrazione e delle politiche migratorie, invertendo la rotta ma non il miraggio del transatlantico di Nuovomondo. Dentro i formati allungati e orizzontali, in cui si colloca il suo mare silenzioso, Terraferma trova la capacità poetica di rispondere alle grandi domande sul mondo. Un mondo occupato interamente dal cielo e dal mare, sfidato dal giovane Filippo per conquistare identità e ‘cittadinanza'. Marzia Gandolfi

 

Tutta colpa della musica


ven 30_09 ore 21.15



REGIA: Ricky Tognazzi
ATTORI: Ricky Tognazzi, Elena Sofia Ricci, Stefania Sandrelli, Marco Messeri, Monica Scattini, Diego Casale, PAESE: Italia 2011
GENERE: Commedia
DURATA: 97 Min











Giuseppe è a un passo dalla pensione e da una vita da inventare daccapo. Stretto tra una madre cattolica e una moglie testimone di Geova, la sua unica consolazione è la figlia Chiara, timida, insicura e ostinata a vivere una vita senza uomini. Avvilito e senza intenzioni, è soccorso da Nappo, compagno di infanzia col vizio del coro e delle donne. Convinto dall'amico ad accompagnarlo alle prove del coro, gestito dalla sua ex moglie, Giuseppe incontra Elisa e se ne innamora perdutamente. Soprano, mamma e moglie di un marito da troppo tempo invalido, Elisa è un'elegante signora di mezza età che affoga i problemi nel canto. Ricambiato da Elisa, Giuseppe è deciso a seguire il suo cuore e a vivere una lunga notte di note.
È con una cavatina di Vincenzo Bellini che il soprano morbido e materno di Stefania Sandrelli innamora il Giuseppe cortese e gentile di Marco Messeri, perché l'arte dei suoni, e Ricky Tognazzi lo sa bene, vince il cuore e ‘raddoppia il contento'. Dopo Canone inverso, storia d'amore e di amicizia nella Praga occupata dai nazisti, il regista romano torna a impiegare le armonie geometriche della musica raccontando con garbo e pudore un sentimento senile. Note e partiture ancora una volta diventano nel suo cinema, conforme e impersonale, luoghi nei quali rifugiarsi e linguaggi con i quali esprimersi e lasciare esprimere i propri personaggi, a cui il tempo sfugge le mani e la vita si perde via in affanni. Ma la melodia prodotta dal coro, governato da una brillante Elena Sofia Ricci, è pure un invito a non scoraggiarsi e a inventarsi il modo di ricominciare da capo. Tutta colpa della musica è una commedia intorno al ‘Tempo', dove ogni mattina ha l'oro in bocca e una chance nel cuore. Tognazzi guarda con ironia e leggerezza all'eterno ritorno dell'identico quotidiano che il suo protagonista, immaturo e irrequieto, aggredisce innamorandosi caparbiamente, rilanciando e riavviando.
Se non sempre i personaggi hanno lo spessore auspicabile, il meccanismo narrativo funziona anche e soprattutto per l'intervento di un gruppo di attori ispirati che fanno respirare una sceneggiatura altrimenti meccanica e puramente didascalica, in cui ogni elemento viene sottolineato e spiegato con elementare chiarezza. Senza trovare una forma originale, il cinema di Tognazzi sorprende poco e rassicura troppo, Tutta colpa della musica ha l'indubbio merito di mettere in scena un coro di uomini e donne che non si piangono addosso e si danno da fare, affidandosi alla musica e ai sentimenti. Contro le insopportabili isterie e paturnie del cinema italiano, Ricky Tognazzi e Simona Izzo rispondono con una dipartita e una preghiera intonata dagli alpini. “Joska Joska Joska. Salta la mura e balla con mi”.  Marzia Gandolfi



I capelli al cinema

Breve storia del cinema attraverso le acconciature.

Cose dell'altro mondo


sab 24_09 ore 21.15
dom 25_09 ore 18.00 - 21.00


 REGIA: Francesco Patierno
ATTORI: Valerio Mastandrea, Diego Abatantuono,
Valentina Lodovini, Sandra Collodel, Maria Grazia Schiavo,
Maurizio Donadoni, Vitaliano Trevisan,
PRODUZIONE: Rodeo Drive
PAESE: Italia 2011
GENERE: Commedia
DURATA: 90 Min

 sito ufficiale






Una città del Nordest d'Italia. L'immigrazione incide sul tessuto sociale. L'industriale Golfetto non la sopporta nella maniera più assoluta e scarica tutta la sua xenofobia in uno spazio a lui riservato nella tv locale che finanzia. Intanto fa ritorno a casa Ariele, un poliziotto con madre con Alzheimer e un tempo compagno della maestra Laura che ora attende un figlio da un africano. Un mattino però, dopo un fenomeno temporalesco anomalo, tutti gli extracomunitari e gli stranieri in genere scompaiono dal territorio. Bisogna arrangiarsi da soli.
Il debito con Un giorno senza messicani viene correttamente pagato sin dai titoli di testa. Perché l'idea di base è la stessa: là la California qui il Nordest, identica la sparizione. Le similitudini si fermano però a questo punto perché lo sguardo e il punto di vista divergono e non solo per ovvie diversità di latitudini, usi e costumi. Se nel film di Sergio Arau e Jareli Arizmendi una parte consistente degli accadimenti veniva filtrata dai notiziari televisivi (con conseguente evidenziazione della manipolazione di massa) qui la televisione c'è ma la sua capacità di assoggettamento delle coscienze non si articola sulle notizie ma sulla visceralità più becera. Quando sentiamo blaterare Golfetto di cammelli e stati africani inesistenti viene immediatamente in mente (tanto per non fare nomi) Borghezio. La tecnica è la stessa, la volgarità analoga tanto che viene il dubbio che la produzione debba pagare all'eurodeputato parte dei diritti di sceneggiatura. Il film di Patierno trova la sua forza proprio nell'ignoranza che pervade il tessuto sociale traducendosi talvolta in violenza e che viene perfettamente esemplificata dal personaggio del taxista. Cose dell'altro mondo affronta il discorso della necessità della presenza degli immigrati per la stessa sopravvivenza del trend di vita proprio di coloro che più ne contrastano la presenza. Lo fa con i toni della commedia alternando la disinibita irruenza di un Abatantuono (che ogni tanto dimentica di interpretare un veneto e torna ad accenti milanesi) con la levità surrealmente efficace di Valerio Mastandrea, il quale interpreta un personaggio che si muove in una sorta di tempo sospeso in cui il compito primario sembra essere il reagire e non l'agire. L'esito è divertente e interessante. In più occasioni nella storia del cinema (e non solo) la commedia è riuscita a far arrivare a un vasto pubblico delle idee che il dramma o la riflessione 'alta' avrebbero costretto nella ristretta cerchia dei già convinti. Ogni volta che ciò accade è giusto felicitarsi abbandonando qualsiasi tipo di sopracciglio alzato. Giancarlo Zappoli 






Una nuova stagione al Cinema Marconi



Ebbene sì, abbiamo quasi finito di aspettare! Sabato 24 settembre ripartono le iniziative della Sala della Comunità - Cinema Marconi di Piove di Sacco e naturalmente quelle della nostra associazione Arte del Sogno, che ne cura la programmazione.

Sabato 24 settembre alle ore 21.15 ti aspettiamo all'apertura con la commedia Cose dell'altro Mondo di Francesco Patierno, con Diego Abatantuono e Valerio Mastandrea. Il film è il programmazione anche domenica 25.

Il weekend successivo proponiamo invece un altro film presentato a Venezia (e anche vincitore del Premio Speciale della Giuria): Terraferma di Emanuele Crialese.

Gli appuntamenti dei Venerdì d'essai inizieranno venerdì 7 ottobre, per dieci settimane fino a dicembre.

Ci vediamo al cinema, per augurarti ancora una volta.. una buona visione!

Associazione Arte del Sogno

Referendum 2011: responsabilità ed informazione




Si avvicina la data dei quattro referendum abrogativi, per i quali si voterà il 12 e il 13 giugno prossimi.

Molti soggetti del mondo cattolico hanno contribuito alla raccolta di firme in particolare per i due quesiti referendari sull’acqua: questo è stato un segno di partecipazione e di interesse da guardare come fatto positivo.

Il meccanismo stesso del referendum abrogativo e, in generale, la complessità del panorama legislativo rendono i quesiti difficilmente comprensibili. Quando, poi, non si abroga per intero una legge bensì solo alcuni articoli o parti di essi, la difficoltà di comprensione aumenta ulteriormente.

Come Consiglio Pastorale Diocesano offriamo alcune riflessioni.

Oggi i meccanismi partecipativi sono in crisi, anche a causa di norme che mortificano il potere di scelta del corpo elettorale. Pensiamo ad esempio alla legge elettorale che ha trasformato l’elezione dei parlamentari in una designazione ad opera dei vertici dei partiti nazionali, o del leader in sella al proprio partito da dieci o venti anni.

visioni estive



L'associazione Arte del Sogno e il Cinema Marconi vi ringraziano per aver partecipato alle proiezioni della stagione 2010-2011 e vi danno appuntamento al settembre per l'inizio di una nuove rassegne ed iniziative!


Con l'occasione vi segnaliamo i titoli imperdibili della stagione selezionati da Arte del Sogno. (in ordine alfabetico)


di Ken Loach

American Life 
di Sam Mendes

Animal Kingdom 
di David Michôd
 
di Radu Mihăileanu 
di Sylvain Chomet 

Inception
di Christopher Nolan 

Machete 
di Robert Rodriguez
di Stephen Frears

di Eran Riklis

di John Hillcoat.
di Juan José Campanella

di David Fincher

di Ben Affleck

di Susanne Bier

di Claudio Cupellini