sab 8_2 ore 21.15
dom 9_2 ore 18.00 e 21.00
GENERE: Commedia
ANNO: 2014
REGIA: Francesco Patierno
SCENEGGIATURA: Federico Baccomo, Francesco Patierno, Federico Favot, Marco Pettenello
ATTORI: Claudio Bisio, Margherita Buy, Diego Abatantuono, Jennipher Rodriguez, Laura Baldi, Matteo Scalzo, Carlotta Giannone
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
PAESE: Italia
DURATA: 105 Min
Trama
Umberto Dorloni è un avvocato d'affari nella Milano che si finge
impermeabile alla crisi. È un tipo senza scrupoli, pronto a licenziare i
"collaboratori" meno produttivi e a fare lo sgambetto ai partner del
suo studio legale di grido. Ma il capo non lo stima, la moglie Carla è
stanca delle sue disattenzioni, la figlia preadolescente Martina si
ribella e il figlio Giacomino simula malori letali. Umberto però resta
convinto di far parte della "gente che sta bene", quanto a denaro e a
sanità mentale. Dietro la sua parlantina assordante, dietro il suo
sguardo sfuggente si intravvede la paura di un uomo che annaspa per
rimanere a galla e nascondere a se stesso l'evidenza che la sua vita non
è quella che voleva. A scoperchiare il vaso di Pandora è il
licenziamento improvviso, che dà inizio ad una serie di mosse da parte
di Umberto per recuperare terreno e non cadere vittima della crisi, come
tutti.
"Ti piace il nuovo uomo italiano?", gli chiederà il mesfistofelico
Patrizio Azzesi, l'avvocato più potente di Milano interpretato da Diego
Abatantuono. Ed è la domanda che Francesco Patierno pone anche al
pubblico: siete fieri di quello che siamo diventati, e di ciò che
abbiamo elevato a modello di successo?
Claudio Bisio dipinge il suo Umberto come un uomo alla resa dei conti ma
infantilmente disposto ad autoconvincersi di essere sulla cresta
dell'onda. La sua simpatia innata contribuisce a rendere il personaggio
dell'avvocato arrivista ancora più inquietante, perché gli toglie quella
punta di perfidia che ci permetterebbe di liquidarlo come "altro da
noi".
Recensione
Patierno, basandosi sul romanzo (e sulla collaborazione alla
sceneggiatura) di Federico Baccomo, descrive nitidamente, con grande
precisione di dettagli, un ambiente e un comportamento già sedimentati
come strati geologici, nei quali tutti noi rischiamo di fare la fine del
fossile. Ma il regista, come il suo protagonista, è solo apparentemente
cinico, il che è evidente sia nel doppio binario su cui si muove
Umberto fin dalle prime scene, che nell'integrità filmica con cui
Patierno mette in scena la sua storia. Persino il
product placement è "piazzato" con una misura di eleganza e un senso narrativo congruente.
Le scelte di
casting dimostrano ulteriore buon gusto:
Abatantuono giganteggia scegliendo una recitazione sotto le righe che
contrasta la sua statura (di attore); Margherita Buy lavora sottotraccia
nel raccontare un personaggio femminile, la moglie di Umberto, che
invece di agire reagisce, fino a quando non può perdonarsi di farlo. A
lei, e alle donne, Patierno riserva la speranza, che è quella di
un'intera società.
La vicenda di Umberto segue la stessa linea etica di
Flight
nel sottrarre ostacoli esterni alla possibile redenzione del
protagonista, e anche questo denota assenza di cinismo, perché conserva
una fede autentica nelle risorse interiori degli uomini. Il vero crimine
al centro della storia resta il furto di identità, non solo quello che
subisce Umberto, ma quello che ha subìto un intero Paese.
La gente che sta bene ha un solo, vistoso difetto, ed è di
marketing:
viene "venduto" al pubblico come una commedia scanzonata (basta
guardare la locandina ammiccante del film), quando invece è una favola
nera, con tocchi di comicità
extradark e rapide pennellate di ironia.
Paola Casella
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