venerdì 25_11 ore 21.15
REGIA: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
SCENEGGIATURA: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
ATTORI: Cécile de France, Thomas Doret, Jérémie Renier, Fabrizio Rongione, Egon Di Mateo, Olivier Gourmet
PAESE: Francia 2011
GENERE: Drammatico
DURATA: 87 Min
NOTE: In concorso al Festival di Cannes 2011.
Cyril ha dodici anni, una bicicletta e un padre insensibile che non lo
vuole più. ‘Parcheggiato' in un centro di accoglienza per l'infanzia e
affidato alle cure dei suoi assistenti, Cyril non ci sta e ostinato
ingaggia una battaglia personale contro il mondo e contro quel genitore
immaturo che ha provato ‘a darlo via' insieme alla sua bicicletta.
Durante l'ennesima fuga incontra e ‘sceglie' per sé Samantha, una
parrucchiera dolce e sensibile che accetta di occuparsi di lui nel fine
settimana. La convivenza non sarà facile, Cyril fa a botte con i
coetanei, si fa reclutare da un bullo del quartiere, finisce nei guai
con la legge e ferisce nel cuore e al braccio Samantha. Ma in sella alla
bicicletta e a colpi di pedali Cyril (ri)troverà la strada di casa.
Dalla prima inquadratura il piccolo protagonista de
Il ragazzo con la bicicletta infila quella precisa traiettoria che seguivano prima di lui l'adolescente di
La promesse, la Rosetta del
film omonimo, il padre falegname de
Il figlio e ancora il giovane disorientato de
L'Enfant.
Dentro a una corsa possibile verso una soluzione che arriverà, i
Dardenne rinnovano l'interesse per l'infanzia incompresa, che tiene
testa e non si assoggetta al mondo degli adulti, fronteggiandolo con
improvvise fughe e un linguaggio impudente. Di nuovo è la fragile
pesantezza dell'essere, che condizionava (già) le azioni dei
protagonisti precedenti, il centro del film. Dopo il tentativo di
rinnovamento formale e prospettico del loro cinema (
Il matrimonio di Lorna), i fratelli belgi ritrovano la cinetica e un personaggio che avanza negli spazi attraversati e nel proprio destino. Come nel
Matrimonio di Lorna
sarà l'irruzione di un improvviso atto d'amore a travolgere, fino ad
annullare, l'indifferenza di un padre colpevole di abbandono e dello
sbandamento emotivo del figlio.
Thomas Doret incarna con lirismo lo spirito gaio e selvaggio dei
mistons di
Truffaut,
di cui riproduce i comportamenti anarchici e antiautoritari negli
esterni e in mancanza di interni domestici e familiari adeguati. Cyril,
figlio ripudiato con gli anni in tasca, resiste a muso duro al vuoto
affettivo che lo circonda, pedalando dentro e attraverso la paura,
intestardendosi nel silenzio o facendo il diavolo a quattro. Il reale
per il fanciullo è sempre in agguato ma ad esso si oppone
‘aggrappandosi' e stringendosi forte a una figura femminile bella e
raggiungibile come una mamma. Cécile de France, sopravvissuta allo
tsunami di
Clint Eastwood,
è il volto e il corpo che Cyril vuole per sé, la figura materna che
pretende e a cui si concede. La loro relazione procede per tentativi ed
errori, come ogni processo di apprendimento, producendo una passeggiata a
due ruote di grande forza espressiva e creativa. Una
promenade
che risana lo scarto dell'essere stati generati senza essere stati
appropriatamente allevati, ma prima ancora desiderati. Samantha e il suo
negozio di coiffeur diventano allora l'ancora di salvezza e il riscatto
sociale per quel ‘ragazzo selvaggio', sempre fiero, sempre contro. Se
come sosteneva
Luigi Comencini
mettersi al livello dell'infanzia è l'unico modo per liberarla, i
Dardenne accreditano e ribadiscono la sua affermazione, accompagnando la
corsa di Cyril verso una raggiunta consapevolezza e un nuovo elemento:
l'amore.
Marzia Gandolfi