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IL DIRITTO DI CONTARE

venerdì 5 maggio - ore 21.15

GENERE: Drammatico
ANNO: 2016
REGIA: Theodore Melfi
ATTORI: Taraji P. Henson, Octavia Spencer, Janelle Monáe, Kevin Costner, Kirsten Dunst, Jim Parsons, Mahershala Ali, Aldis Hodge, Glen Powell, Kimberly Quinn
SCENEGGIATURA: Theodore Melfi, Allison Schroeder
FOTOGRAFIA: Mandy Walker
PAESE: USA
DURATA: 127 Min




Trama
Nella Virginia segregazionista degli anni Sessanta, la legge non permette ai neri di vivere insieme ai bianchi. Uffici, toilette, mense, sale d'attesa, bus sono rigorosamente separati. Da una parte ci sono i bianchi, dall'altra ci sono i neri. La NASA, a Langley, non fa eccezione. I neri hanno i loro bagni, relegati in un'aerea dell'edificio lontano da tutto, bevono il loro caffè, sono considerati una forza lavoro flessibile di cui disporre a piacimento e sono disprezzati più o meno sottilmente. Reclutate dalla prestigiosa istituzione, Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson sono la brillante variabile che permette alla NASA di inviare un uomo in orbita e poi sulla Luna. Matematica, supervisore (senza esserlo ufficialmente) di un team di 'calcolatrici' afroamericane e aspirante ingegnere, si battono contro le discriminazioni (sono donne e sono nere), imponendosi poco a poco sull'arroganza di colleghi e superiori. Confinate nell'ala ovest dell'edificio, finiscono per abbattere le barriere razziali con grazia e competenza. 

Recensione
La qualità più grande del film di Theodore Melfi è quella di sfogliare una pagina sconosciuta della NASA. Pagina 'bianca' coniugata fino ad oggi al maschile. Se la storia, il contributo delle scienziate afroamericane alla conquista dello spazio, è una novità, la maniera di raccontarla è convenzionale ma non per questo meno appassionante.
Il diritto di contare mette in scena efficacemente il razzismo e il sessismo ordinario dei bianchi, concentrandosi sui drammi silenziosi che muovono la Storia in avanti. Suscettibile di incontrare il favore di un largo pubblico, Melfi sa bene quando spingere l'emotività dislocando lo sguardo sul romance di Katherine e James, Il diritto di contare segue la storia dell'esplorazione spaziale americana attraverso lo sguardo di tre eroine intelligenti e ostinate che hanno cambiato alla loro maniera il mondo. Hanno doppiato la 'linea del colore', inviato John Glenn in orbita e Neil Armstrong sulla Luna. Marzia Gandolfi

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Lasciati andare

gio 27_04 ore 21.15
sab 29_04 ore 21.15
dom 30_04 ore 18.00 - 21.15

 GENERE: Commedia
ANNO: 2017
REGIA: Francesco Amato
ATTORI: Toni Servillo, Verónica Echegui, Luca Marinelli, Carla Signoris, Pietro Sermonti, Valentina Carnelutti, Vincenzo Nemolato, Carlo De Ruggieri, Paolo Graziosi, Giulio Beranek, Giacomo
SCENEGGIATURA: Francesco Bruni
FOTOGRAFIA: Vladan Radovic
MONTAGGIO: Luigi Mearelli
PAESE: Italia
DURATA: 102 Min





Trama
Elia Venezia è uno psicanalista che cura i suoi pazienti anche attraverso l'ipnosi. La sua pigrizia rasenta i languori di Oblomov, la sua taccagneria non riguarda solo il denaro ma anche le energie vitali, che conserva come se dovessero servirgli per qualche esistenza successiva. Anche il suo rapporto con la moglie Giovanna, da cui è separato in casa (ma l'appartamento in cui abitano è diviso strategicamente in due), sono improntati alla passività: lei gli lava la biancheria, gli cucina il polpettone e il venerdì lo trascina a teatro. Ma quando la ghiottoneria e il sovrappeso rischiano di creare ad Elia seri problemi di salute, lo psicanalista si vede costretto a fare ciò che detesta con tutto se stesso: un po' di esercizio fisico. Ad allenarlo sarà una improbabile personal trainer, la spagnola Claudia, sciroccata sempre pronta a cacciarsi nei guai ma dotata di una capacità speculare a quella di Elia: lui ristruttura le menti, lei i corpi. Inutile dire che la strana coppia finirà per rivelarsi una preziosa società di mutuo soccorso, e che fra Elia e Claudia nascerà una grande amicizia.

Recensione
Al suo terzo lungometraggio di finzione dopo Ma che ci faccio qui! e Cosimo e Nicole, Francesco Amato si cimenta con questa urban comedy cucita addosso a Toni Servillo che presta ad Elia la sua fisicità leggermente appesantita e il suo disincanto esistenziale, ma aggiunge una misura di tenerezza e una vis comica finora poco vista (in lui) sul grande schermo.
Accanto a Servillo, Veronica Echegui sembra un tricche tracche in perenne scoppiettio, sempre eccessiva e rumorosa, ma occasionalmente capace di un'introspezione psicologica che non ha bisogno di diplomi e lettini da analisi.
Intorno a loro si sviluppa una galleria di personaggi minori capitanata da Carla Signoris nel ruolo di Giovanna, campionessa di saggezza e di ironia: galleria che trova la sua espressione comica più alta in Luca Marinelli, ormai consacrato nell'olimpo degli interpreti più versatili del grande schermo nazionale, qui nei panni del patetico Ettore, un buono a nulla malinconico e balbuziente. Nota di merito anche per Giulio Beranek nei panni di un calciatore che avremmo voluto vedere più spesso in scena, e Vincenzo Nemolato in quelli di Yuri.
La sceneggiatura, firmata da Francesco Bruni e Davide Lantieri, oltre allo stesso Amato, è agile e misurata, flirta con lo stereotipo (che penseranno la comunità ebraica del braccino corto di Elia e quella ucraina dell'eloquio scomposto di Yuri?) e si lascia andare a microderive che fanno la differenza, in una commedia ben riuscita. Quel che manca è un po' di spazio di improvvisazione in una struttura (più filmica che narrativa) che trattiene Servillo entro i limiti della sua consumata disciplina teatrale, nonostante il titolo del film sia proprio un esplicito invito a "lasciarsi andare". Marinelli quello spazio di improvvisazione se lo prende senza indugi, e segna in rete con un goal da fantasista, invece che accontentarsi di un ruolo da mediano. Paola Casella

Approfondimenti
 

DAWSON CITY – IL TEMPO TRA I GHIACCI

ven 28_04 ore 21.15




Trama
Dawson City, Yukon. Anche se ufficialmente ci troviamo in Canada, si tratta di una storia tutta americana. Tra la fine dell'Ottocento e gli anni Venti, è nello Yukon che si scatena la febbre dell'oro; passano di qui decine di migliaia di persone, permettendo alla cittadina di svilupparsi freneticamente. In città esiste anche un cinema dove i film arrivano con anni di ritardo. Da quel luogo impervio, rispedire indietro le pellicole è troppo costoso, per cui vengono o distrutte o lasciate letteralmente andare alla deriva. A fine anni Settanta, poi, alcuni scavi in quello che era stato un campo da hockey riportano alla luce un piccolo giacimento di custodie cinematografiche, preservato dal ghiaccio. Molti dei film dati per perduti vengono così riscoperti, intatti grazie alla conservazione del freddo.
Da una suggestione di fascino indiscutibile, il documentarista Bill Morrison trae un lavoro di montaggio, dove la parte del leone è sostenuta dai materiali d'epoca, vale a dire gli spezzoni dei film ritrovati e la documentazione di quella straordinaria fase della storia americana, vera e propria fondazione del capitalismo. Si aggiungono le interviste agli abitanti della città che hanno riscoperto il giacimento. 

Recensione
Il film, astratto e pensato come un viaggio ipnotico dentro l'archeologia del cinema e della nazione moderna, andrebbe proiettato insieme a Il petroliere di Paul Thomas Anderson, che ne costituisce l'integrazione opposta: una vicenda di finzione altrettanto affascinata dal passato americano.

In virtù delle musiche dense e atmosferiche di Alex Somers (consustanziali al progetto artistico), Dawson City costituisce un esempio a sé stante di cinema documentario, che da una parte estremizza l'assunto della ricerca - in fondo è la ricostruzione di un passato attraverso migliaia di immagini e fotografie - dall'altra rifiuta di farsi mero reportage, puntando invece a farsi esperienza quasi ipnotica. Consapevole di rischiare qualcosa - c'è chi si potrebbe sentire assediato, quasi frastornato, dalla musica ossessiva e seriale, e dal ripetersi dei movimenti di macchina da e verso le immagini fisse - Morrison fa in modo che le suggestioni di questa storia vera possano esprimersi in tutta la loro vaga grandiosità. Roy Menarini 


Il segreto

gio 20_04 ore 21.15
sab 22_04 ore 21.15
dom 23_04 ore 18.00 e 21.15
lun 24_04 ore 21.15
mar 25_04 ore 21.15


GENERE: Drammatico
ANNO: 2016
REGIA: Jim Sheridan
ATTORI: Rooney Mara, Eric Bana, Theo James, Aidan Turner, Vanessa Redgrave, Jack Reynor, Susan Lynch
SCENEGGIATURA: Johnny Ferguson
FOTOGRAFIA: Mikhail Krichman
MONTAGGIO: Dermot Diskin
PAESE: Irlanda
DURATA: 108 Min



Trama
Tratto dall'omonimo romanzo di Sebastian Barry vincitore di numerosi premi, arriva al cinema la storia di Rose, una donna forte e coraggiosa con nel cuore un segreto inconfessabile e negli occhi il bisogno di verità. Quando il Dottor Stephen Grene, incuriosito, inizia a indagare sul suo misterioso passato, verranno alla luce una relazione di passione e amore travolgente e una colpa, l'unica per Rose: essersi innamorata dell'uomo sbagliato...
Diretto da Jim Sheridan, già regista di capolavori indimenticabili come Il mio piede sinistro e Nel nome del padre, e interpretato da un cast di attori strepitosi, tra cui Rooney Mara e il premio Oscar Vanessa Redgrave, Il segreto è il racconto struggente di un amore vero e profondo che ha continuato a vivere nonostante tutto e tutti.

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Il cliente

ven 21_04 ore 21.15


GENERE: Drammatico
ANNO: 2016
REGIA: Asghar Farhadi
ATTORI: Shahab Hosseini, Taraneh Alidoosti
SCENEGGIATURA: Asghar Farhadi
FOTOGRAFIA: Hossein Jafarian
MONTAGGIO: Hayedeh Safiyari
PAESE: Iran, Francia
DURATA: 125 Min



Trama
Emad e Rana sono due coniugi costretti ad abbandonare il proprio appartamento a causa di un cedimento strutturale dell'edificio. Si trovano così a dover cercare una nuova abitazione e vengono aiutati nella ricerca da un collega della compagnia teatrale in cui i due recitano da protagonisti di "Morte di un commesso viaggiatore" di Arthur Miller. La nuova casa era abitata da una donna di non buona reputazione e un giorno Rana, essendo sola, apre la porta (convinta che si tratti del marito) a uno dei clienti della donna il quale la aggredisce. Da quel momento per Emad inizia una ricerca dell'uomo in cui non vuole coinvolgere la polizia. 

Recensione
Chi conosce il testo di Arthur Miller sa che seppe descrivere un momento di svolta nella dimensione sociale degli States attraverso le vicende familiari del suo protagonista. È quello che anche Farhadi vuole fare, individuando in questa fase storica dell'Iran una trasformazione così veloce dal finire con lo schiacciare chi non è pronto per adattarvisi. Questa lettura sociologica viene filtrata attraverso quella che per il regista è la cartina al tornasole delle dinamiche umane: la coppia. Emad (che è anche insegnante) e Rana sono una coppia affiatata sia nel privato che sulla scena ma nella loro vita irrompe l'atto violento che ne modifica profondamente le coordinate esistenziali. Se nella donna si insinua un senso di instabilità e di paura prima ignoto, nel marito si fa strada un desiderio di fare giustizia misto ad un atavico senso di onore perduto. Finiranno con il trovarsi anch'essi dinanzi a un 'venditore' del quale dovranno decidere la sorte. Sarà proprio in questa occasione che la tenuta della loro coppia verrà messa alla prova.

In tutto ciò, anche se en passant, Farhadi non si astiene dal ricordarci che in Iran la censura è ancora attiva e può decidere sulla messa in scena o meno di uno spettacolo. Come a dire che molto sta cambiando in quella società ma che alcuni vincoli sono ancora ben presenti.

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Un tirchio quasi perfetto

gio 13_04 ore 21:15
dom 16_04 ore 18:00 - 21:15
lun 17_04 ore 18:00 - 21:15

GENERE: Commedia
ANNO: 2016
REGIA: Fred Cavayé
ATTORI: Dany Boon, Laurence Arné, Noémie Schmidt, Patrick Ridremont, Christophe Canard, Christophe Favre, Karina Marimon
SCENEGGIATURA: Fred Cavayé, Nicolas Cuche, Laurent Turner, Olivier Dazat
FOTOGRAFIA: Laurent Dailland
PAESE: Francia
DURATA: 89 Min




François Gautier è un incorreggibile avaro. Violinista di talento, regola la sua vita al minimo perché la sola idea di mettere mano al portafoglio lo angoscia. Biasimato dai vicini e dai colleghi, François ha una relazione esclusiva col denaro, a cui ha sacrificato tutto. Ma il sentimento improvviso per una violoncellista e la scoperta altrettanto sorprendente di aver una figlia di cui ignorava l'esistenza lo costringono a confrontarsi con la sua esagerata parsimonia e a 'spendersi' finalmente per chi ama.

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RAFFAELLO - IL PRINCIPE DELLE ARTI


mar 4_4 ore 21.15
mer 5_4 ore 21.15




Dopo il successo dei primi 3 film, Sky e Nexo Digital, in collaborazione con i Musei Vaticani, e con Magnitudo Film, presentano il quarto film d’arte per il cinema: Raffaello – il Principe delle Arti – in 3D”, la prima trasposizione cinematografica mai realizzata su Raffaello Sanzio (1483-1520).
Il film è stato riconosciuto di interesse culturale dal MiBACT – Direzione Generale Cinema.
Raffaello – il Principe delle Arti – in 3D, prodotto da Sky 3D, con Sky Cinema e Sky Arte, segue il percorso tracciato dai 3 precedenti progetti, con un ulteriore apporto innovativo che pone l’accento su un aspetto ancora più cinematografico: è un connubio tra digressioni artistiche, affidate a celebri storici dell’arte, raffinate ricostruzioni storiche, che garantiscono un coinvolgimento intimo ed emotivo, e le più evolute tecniche di ripresa cinematografica in 3D ed UHD per un’esperienza visiva totalizzante e coinvolgente.
La digressione artistica partirà da Urbino (città natale di Raffaello) passando per Firenze, per approdare a Roma e in Vaticano, al contempo apice ed epilogo del folgorante percorso artistico di Raffaello: un totale di 20 location e 70 opere, di cui oltre 30 di Raffaello, raccontate attraverso molteplici esclusive e punti di vista inediti. La digressione artistica sarà affidata al commento autorevole ed appassionato di tre celebri storici dell’arte: Antonio Paolucci, Antonio Natali e Vincenzo Farinella
Le ricostruzioni storiche, ispirate a dipinti dell’800 che testimoniano frammenti di vita di Raffaello, rappresentano istantanee della vita dell’artista, momenti delicati ed evocativi capaci di coinvolgere emotivamente lo spettatore introducendolo nei capitoli di digressione artistica.
A dare il volto a Raffaello Sanzio nelle ricostruzioni storiche sarà l’attore e regista Flavio Parenti (To Rome With Love, Io sono l’amore, Un Matrimonio). La Fornarina, la donna amata dall’artista, sarà interpretata da Angela Curri (La mafia uccide solo d’estate), mentre Enrico Lo Verso darà il volto a Giovanni Santi e Marco Cocci a Pietro Bembo. Scenografia e costumi sono stati curati da due eccellenze del cinema italiano, rispettivamente Francesco Frigeri e Maurizio Millenotti.
Il film (della durata di 90’) esordirà nei cinema italiani il 3, 4 e 5 aprile, distribuito da Nexo Digital per poi approdare nei cinema di 60 paesi del mondo. La produzione esecutiva è affidata a Magnitudo Film.

La luce sugli oceani


gio 6_4 ore 21.15 

sab 8_4 ore 21.15
dom 9_4 ore 18.00 e 21.15


GENERE: Drammatico
ANNO: 2016
REGIA: Derek Cianfrance
ATTORI: Michael Fassbender, Alicia Vikander, Rachel Weisz, Caren Pistorius, Emily Barclay, Anthony Hayes, Leon Ford
SCENEGGIATURA: Derek Cianfrance
FOTOGRAFIA: Adam Arkapaw
MONTAGGIO: Jim Helton, Ron Patane
MUSICHE: Alexandre Desplat
PAESE: USA, Nuova Zelanda
DURATA: 133 Min





Trama
Tom Sherbourne è un ex soldato britannico che anela alla quiete. Spezzato dagli orrori della Grande Guerra, chiede di essere assegnato come guardiano del faro a Janus Rock, battuto dal vento e a pochi chilometri dalla costa. Nel viaggio incontra Isabel, una giovane donna intrepida che gli chiede di sposarla. Travolto dalla sua bellezza e dalla sua energia, Tom 'accetta' e ricomincia a vivere. Ma l'amore non basta ad affrontare la tempesta che minaccia all'orizzonte: due aborti spontanei e una bambina portata dal mare che la madre naturale torna a reclamare.  

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