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A Real Pain

Giovedì 13 Marzo ore 21:00
Sabato 15 Marzo ore 21:00
Domenica 16 Marzo ore 18:00
Domenica 16 Marzo ore 21:00

Genere: Commedia, Drammatico Anno: 2024 Regia: Jesse Eisenberg Attori: Kieran Culkin, Jesse Eisenberg, Will Sharpe, Daniel Oreskes, Kurt Egyiawan, Jennifer Grey, Ellora Torchia, Liza Sadovy Paese: USA Durata: 90 min

TRAMA
I cugini David e Benji, molto diversi tra loro, si riuniscono per un viaggio in Polonia per onorare la loro amata nonna. L'avventura prende una piega inaspettata quando le vecchie tensioni tra i due riaffiorano, sullo sfondo della storia della loro famiglia.

CRITICA
Jesse Eisenberg, alla sua opera seconda, racconta la storia di due cugini che partono per un viaggio alla scoperta del dolore: della storia con la s maiuscola, della loro storia familiare e anche del loro rispettivo dolore privato e singolare. Un character study sulle nostre strategie di sopravvivenza e di difesa di fronte all’universale esperienza del dolore connaturato all’esistenza. Eisenberg si propone come una sorta di Woody Allen per millennial, più nevrotico, più ruvido e molto più pessimista; ma in mezzo c'è dell'altro, e non tutto torna. Anche perché l'impressione che, a dispetto del viaggio fisico che porta i protagonisti dagli USA alla Polonia e ritorno, quello psicologico sia decisamente meno lungo e approfondito. (Federico Gironi - Comingsoon.it)



Finalement

Venerdì 14 Marzo ore 21:00
Cineforum 2025


 Genere: Commedia, Musicale, Sentimentale Anno: 2024 Regia: Claude Lelouch Attori: Kad Merad, Sandrine Bonnaire, Françoise Fabian, Elsa Zylberstein, Victor Meutelet, Clémentine Célarié, François Morel, Michel Boujenah Paese: Francia Durata: 127 min

TRAMA
In un mondo sempre più folle, Lino, un uomo che aveva tutto, tra famiglia, successo e carriera, sente che sta perdendo l’equilibrio. Decide di lasciarsi tutto alle spalle e vagare, ricercato, per la Francia vestendo prima i panni di un prete destituito, di un regista di film per adulti, di un trombettista per rendersi conto alla fine, dopo una serie di incontri a dir poco strampalati, che tutto quello che accade nella vita è un bene.

CRITICA
Il cineasta francese si lascia andare a un bilancio a cuore aperto, nel desiderio, forse impossibile, di trovare un equilibrio tra l’amore e la libertà. E regala sorrisi e lacrime. (sentieriselvaggi.it)

Bridget Jones. Un amore di ragazzo

Giovedì 6 Marzo ore 21:00
Sabato 8 Marzo ore 21:00
Domenica 9 Marzo ore 18:00
Domenica 9 Marzo ore 21:00


Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale Anno: 2025 Regia: Michael Morris Attori: Renée Zellweger, Leo Woodall, Emma Thompson, Isla Fisher, Hugh Grant, Chiwetel Ejiofor, Jim Broadbent, Shirley Henderson, Nico Parker, Sally Phillips, Celia Imrie, James Callis, Joanna Scanlan, Gemma Jones, Leila Farzad Paese: Gran Bretagna, USA Durata: 124 min

TRAMA
Bridget è di nuovo sola, rimasta vedova quattro anni prima quando Mark è stato ucciso in una missione umanitaria in Sudan.
Ora è una madre single, impegnata a crescere da sola Billy, di nove anni, e Mabel, di quattro, trovandosi in uno stato di limbo emotivo e affrontando la vita con l'aiuto dei suoi fedeli amici e persino del suo ex amante, Daniel Cleaver. Pressata dalla sua "Famiglia Urbana" - Shazzer, Jude e Tom, la sua collega di lavoro Miranda, sua madre e la sua ginecologa Dr. Rawlings - a intraprendere un nuovo percorso nella vita e nell'amore, Bridget torna a lavorare e prova persino a usare le app di incontri, dove presto viene corteggiata da un uomo più giovane e affascinante. Nel tentativo di bilanciare lavoro, famiglia e amore, Bridget affronta il giudizio delle mamme perfette a scuola, si preoccupa per Billy che soffre per l'assenza del padre e si imbatte in una serie di incontri imbarazzanti con il razionale insegnante di scienze di suo figlio.

CRITICA
Il quarto film con protagonista Bridget Jones conserva la comicità di situazione dei tre capitoli precedenti introducendo però una nota malinconica, che è esattamente quel che ci vuole per raccontare un’età e un momento della vita in cui si fanno i conti con il tempo che passa e le generazioni che si succedono. Senza il suo Marc Darcy, l’ex trentenne single e paffutella si aggrappa al suo inguaribile ottimismo e ci insegna che solo l’autoironia ci salverà. Bridget Jones: Un Amore di ragazzo ha dalla sua anche una delicatezza che ha conquistato Hugh Grant e farà commuovere il pubblico, felice di fare un salto all'indietro nel tempo e di scoprire che Bridget è rimasta una "ragazza". (Carola Proto - Comingsoon.it)


Sotto il cielo grigio

 Venerdì 7 Marzo ore 21:00

Cineforum ‘25 - A seguire incontro con Arianna Prevedello

Genere: Drammatico, Biografico Anno: 2024 Regia: Mara Tamkovich Attori: Palina Chabatarova, Valentin Novopolskij, Aliaksandra Vaitsekhovic Paese: Polonia Durata: 81 min

TRAMA
Bielorussia, 2020. Dopo le elezioni truccate da Lukašenko, si susseguono grandi manifestazioni di protesta. La giornalista anti-regime Lena trasmette in diretta la brutale repressione di una manifestazione pacifica e viene rintracciata da un drone della polizia. Nonostante ciò, continua la trasmissione e viene arrestata. Il marito di Lena, Ilya, si prepara a un’evacuazione d’emergenza all’estero, ma il regime non ha intenzione di lasciarla andare. Tratto da una storia vera.

CRITICA
Con il suo carico di impegno civile, porta con sé un soffocato dolore che sembra raccogliere l’eco di Green Border. Brava la protagonista Aliaksandra Vaitsekhovich. (sentieriselvaggi.it)

Van Gogh. Poeti e amanti

Martedì 4 Marzo ore 21:00
Mercoledì 5 Marzo ore 21:00
La Grande Arte al Cinema

Genere: Documentario Anno: 2024 Regia: David Bickerstaff Attori: Jamie de Courcey Paese: Gran Bretagna Durata: 90 min

Diretto da David Bickerstaff, VAN GOGH. POETI E AMANTI offre l’eccezionale possibilità di visitare, grazie al cinema, la mostra della National Gallery di Londra che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo, riscrivendo per certi versi la storia di un artista sui cui si pensava di conoscere già ogni dettaglio e permettendo ai visitatori di guardare le nuvole e i cipressi che ondeggiano al vento, fermarsi nel parco preferito da Van Gogh, il “Giardino dei Poeti”, o sotto un albero ombroso a Saint-Rémy. La mostra londinese, uno degli eventi clou del bicentenario della celebre istituzione culturale britannica, ha raccolto uno strepitoso sold out e convinto la National Gallery a proporre, per la seconda volta nella sua storia dopo quanto avvenuto per la mostra dedicata a Leonardo da Vinci, un’apertura straordinaria notturna per accogliere un maggior numero di visitatori. La combinazione tra mostra ed esperienza cinematografica celebra il genio di Van Gogh senza sfruttarne le sofferenze. Spostandosi passo dopo passo tra le sue pennellate, il regista David Bickerstaff indaga nello specifico il rapporto del pittore con la poesia e l’amore, la sua ricerca artistica instancabile, l’uso rivoluzionario del colore e il suo stile unico. Prodotto con Exhibition on Screen da Phil Grabsky, che firma anche il soggetto con il regista, il film si sofferma inoltre sui veri motivi del trasferimento di Van Gogh nel Sud della Francia e sugli esiti di una scelta che cambiò per sempre la sua vita. Oltre a offrire uno sguardo approfondito sulla salute mentale di Van Gogh, che ad Arles fu ricoverato all’Hôtel-Dieu reso immortale nei suoi dipinti, l’appuntamento al cinema mette in luce l’intelligenza acuta e la passione bruciante che alimentarono una carriera straordinaria. Come la mostra racconta, in soli due anni di permanenza tra Arles e Saint-Rémy, Van Gogh rivoluzionò il suo stile in una sinfonia di colori e texture poetiche. Si ispirò a poeti, scrittori e artisti. Quello trascorso qui fu un periodo decisivo della sua carriera, raccontata alla National Gallery in una mostra che riunisce alcuni dei dipinti più amati di Van Gogh – da “Notte stellata sul Rodano” (1888) a “La casa gialla” (1888), dai “Girasoli” (1888) a “La sedia di Van Gogh” (1889) – alcune opere raramente esposte e una selezione di straordinari disegni.

La National Gallery è uno dei musei d’arte più importanti del mondo. Fondata dal Parlamento nel 1824, ospita la collezione nazionale di dipinti della tradizione dell’Europa occidentale, dal tardo XIII secolo ai primi anni del XX secolo. La collezione include opere di Artemisia Gentileschi, Bellini, Cézanne, Degas, Leonardo, Monet, Raffaello, Rembrandt, Renoir, Rubens, Tiziano, Turner, Van Dyck, Van Gogh e Velázquez. Gli obiettivi principali della Galleria sono prendersi cura della collezione, arricchirla e garantire il miglior accesso possibile ai visitatori

Il mio giardino persiano

Sabato 1 Marzo ore 21:00
Domenica 2 Marzo ore 18:00
Domenica 2 Marzo ore 21:00

Genere: Commedia, Drammatico Anno: 2024 Regia: Maryam Moghaddam, Behtash Sanaeeha Attori: Lili Farhadpour, Esmaeel Mehrabi, Mansoore Ilkhani, Soraya Orang, Homa Mottahedin, Sima Esmaeili Paese: Iran, Francia, Svezia Durata: 97 min

TRAMA
Il film più amato del Festival di Berlino, diretto dagli iraniani Maryam Moghaddan e Bentash Sanaeeha, arriva finalmente in sala il 23 gennaio. Un pomeriggio, dopo un pranzo con le amiche, Mahin decide di rompere la sua routine solitaria e di riaprirsi all’amore. Un incontro inaspettato si trasformerà in una serata indimenticabile e il desiderio, almeno per una notte, avrà la meglio sulle regole della vita e sulle leggi del regime iraniano.

CRITICA
Un nuovo, ennesimo film iraniano che racconta il disagio della società di quel paese schivando le maglie del regime. Il punto di vista è quello di una donna di 70 anni, da tempo ormai sola e abituata a vivere senza particolari emozioni e slanci sociali. A un certo punto inizia a rivendicare un risveglio, a cercare un dialogo addirittura con degli uomini, scatenando lo sdegno dei vicini bigotti. Come l'Iran di un regime che porta a rimpiangere un passato in cui la città accoglieva musica e balli, ma soprattutto la speranza di un futuro da costruire, non solo per i giovani, quelli che hanno vissuto solo l'oppressione del regime. Malinconica e garbata storia che dietro una superficie di leggerezza racconta di una società soffocata. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)

Vittoria

Venerdì 28 Febbraio ore 21:00
Cineforum ‘25 - A seguire incontro con i registi
il film verrà proiettato al cinema Politeama


Genere: Drammatico Anno: 2024 Regia: Alessandro Cassigoli, Casey Kauffman Attori: Anna Amato, Nina Lorenza Ciano, Marilena Amato, Gennaro Scarica, Vincenzo Scarica Paese: Italia Durata: 89 min

TRAMA
A 40 anni Jasmine (Marilena Amato) ha avuto dalla vita tutto quello che poteva desiderare: un marito (Gennaro Scarica) con cui ha un solido rapporto, tre adorati figli maschi e il suo amato salone di parrucchiera sul corso principale di Torre Annunziata. Ma dopo la morte di suo padre, Jasmine è tormentata da un sogno ricorrente: una bambina piccola e bionda le va incontro, si getta tra le sue braccia e proprio in quell’istante la donna prova un senso di completezza. Dopo mesi di lunghe riflessioni, decide che lei, quella bimba, la vuole veramente, e così, mettendo a rischio il proprio matrimonio, il benessere dei figli e la sua stessa stabilità emotiva, intraprende un complicato percorso di adozione internazionale.
Vittoria è un viaggio dentro la complessità delle dinamiche familiari e dei desideri apparentemente irrazionali della psiche umana, una storia di amore e ostinazione interpretata dalle stesse persone che l’hanno realmente vissuta.

CRITICA
Dopo Butterfly e Californie, Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman continuano a espandere la loro esplorazione cinematografica di una zona (quella di Torre Annunziata), di alcuni personaggi e di un'antropologia, raccontando la storia vera di un desiderio d'adozione. Documentaristico nell'animo e in parte anche nello stile, che pure rischia di seguire troppo certe regole codificate del cinema d'autore festivaliero contemporaneo, Vittoria è un film tutto basato sulla preparazione di un finale che regala non solo emozione e commozione in maniera potente e sincera, ma senso a tutto quel che veniva prima, legando la struttura a un'idea latente (ma evidente) di predestinazione. (Federico Gironi - Comingsoon.it)

Becoming Led Zeppelin

Giovedì 27 Febbraio ore 21:00
Sabato 1 Marzo ore 18:00
Lunedì 03 Marzo ore 21:00
biglietto unico 13 euro - ridotto 10 euro per prenotati alla mail info@cinemamarconi.com (prenotazione deve essere fatta entro le ore 12.00 del giorno di proiezione) 

Genere: Documentario, Biografico, Musicale Anno: 2025 Regia: Bernard MacMahon Attori: Jimmy Page, Robert Plant, John Paul Jones, John Bonham Paese: Gran Bretagna, USA Durata: 137 min

SCHEDA

A 12 anni dal successo nelle sale di tutto il mondo di “Celebration Day” che aveva raccolto oltre 50.000 spettatori solo in Italia, arriva nei cinema italiani solo dal 27 febbraio al 5 marzo Becoming Led Zeppelin. 

Diretto da Bernard MacMahon (American Epic) e co-sceneggiato e prodotto da Allison McGourty, Becoming Led Zeppelin è il primo film ufficialmente autorizzato sul gruppo e ripercorre la storia creativa, musicale e personale dei Led Zeppelin, raccontata attraverso le stesse parole della band. Il film concerto svela anche un’enorme quantità di filmati rari e inediti sulle performance del gruppo: il risultato è un’esperienza musicale viscerale, che trasporterà gli spettatori nelle sale da concerto dei primi tour, accompagnati da commenti intimi ed esclusivi della band, notoriamente riservata. Becoming Led Zeppelin è un film che ha rischiato di non essere realizzato: i registi hanno dovuto affrontare sfide epiche, tra cui il fatto che non esisteva quasi nessun filmato del primo periodo del gruppo. MacMahon e McGourty si sono imbarcati in una ricerca “investigativa” globale per recuperare i materiali necessari a illustrare la storia dei Led Zeppelin.

Dalla sua nascita, l’ascesa alla celebrità della band fu rapidissima e praticamente non documentata. Grazie all’accesso esclusivo al gruppo e ai suoi archivi personali, al pieno sostegno della band e alla disponibilità di filmati mai visti prima, Becoming Led Zeppelin immerge gli spettatori nelle immagini e nei suoni degli esordi per un’esperienza che, più di ogni altra, si avvicina alla partecipazione a un concerto live. Perché prima di Starway to Heaven, della chitarra Dragon e dei dischi d’oro, c’erano semplicemente quattro artisti e il loro amore per la musica. Becoming Led Zeppelin ci svela i loro percorsi individuali mentre si muovono sulla scena musicale degli anni Sessanta, finché nell’estate del 1968 si incontrano per provare insieme e le loro vite cambiano per sempre. I quattro percorsi si fondono in uno quando partono alla conquista dell’America in un giro sulle montagne russe che culmina nel 1970, nel momento in cui diventano la band numero uno al mondo.

Racconta il regista Bernard MacMahon “Con Becoming Led Zeppelin il mio obiettivo era quello di fare un nuovo tipo di film, un documentario che somigliasse a un musical. Volevo intrecciare le quattro diverse storie dei membri del gruppo prima e dopo la formazione della band, facendo raccontare ampie parti della loro storia solo dalla musica e dalle immagini, in modo da legare le canzoni ai luoghi in cui furono create e agli eventi che le ispirarono. Ho usato solo pellicole e negativi originali, con oltre 70.000 fotogrammi restaurati manualmente, e ho ideato delle sequenze di fantasia, ispirate a Singin’ In The Rain, sovrapponendo filmati inediti di esibizioni dal vivo a fotomontaggi di poster, biglietti e viaggi, per ricreare visivamente il senso di frenesia dei loro esordi”.


Itaca. Il ritorno

Giovedì 20 Febbraio ore 21:00
Sabato 22 Febbraio ore 21:00
Domenica 23 Febbraio ore 18:00
Domenica 23 Febbraio ore 21:00

Genere: Drammatico Anno: 2024 Regia: Uberto Pasolini Attori: Ralph Fiennes, Juliette Binoche, Charlie Plummer, Marwan Kenzari, Claudio Santamaria, Ángela Molina, Amir Wilson, Jaz Hutchins, Chris Corrigan, Aaron Cobham, Amesh Edireweera, Tom Rhys Harries, Moe Bar-El, Hugh Quarshie Paese: Italia, Gran Bretagna Durata: 116 min

TRAMA
Un'Odissea dello spirito, senza viaggi, senza mostri, senza dei. Solo un uomo sfinito che torna a casa dopo anni di lontananza, una moglie tenace che lotta per mantenere la fede in un suo inatteso ritorno e il viaggio di un figlio verso l’età adulta, diviso tra l’amore per sua madre e il peso del mito di suo padre. Una famiglia separata dal tempo e dalla guerra, riunita dall’amore, dal senso di colpa e dalla violenza.

CRITICA
Concentrandosi soltanto sul momento del ritorno nell'amata Itaca, come dichiara il titolo, il film diretto da Uberto Pasolini è un rispettoso tributo all'opera di Omero. Il regista tratta l'Odissea nel modo più classico possibile, con essenzialità scenografica e completa dedizione ai suoi attori. Itaca - Il ritorno è un film sul talento dei propri interpreti, su tutti l'immenso Ralph Fiennes che, nel ruolo di Odisseo/Ulisse, lascia esprimere anche il proprio corpo, stanco, nudo e nodoso come ci si aspetterebbe di vedere da chi ha vissuto vent'anni di avventure fantastiche per il Mediterraneo. Ma lasciando fuori dal suo adattamento Ciclopi, Lestrigoni e Sirene, Pasolini mette a fuoco il dramma di un uomo eroso da senso di colpa e spaesamento, schiacciato dalle responsabilità di Re e Uomo che ha abbandonato terra, sudditi e moglie (e cane). Come da consuetudine per i film ambientati in un lontano passato imperialista, anche Itaca - Il ritorno è recitato in inglese britannico. Il lavoro degli attori è particolarmente apprezzabile anche sotto questo aspetto, in particolare per chi anglofono non è, come Juliette Binoche e Claudio Santamaria, rispettivamente Penelope e Eumeo. (Antonio Bracco - Comingsoon.it)

L'Ultima Settimana di Settembre

Venerdì 22 Febbraio ore 21:00
Cineforum '25


Genere: Drammatico Anno: 2024 Regia: Gianni De Blasi Attori: Diego Abatantuono, Biagio Venditti, Roberta Mattei, Marit Nissen, Debora Boccuni, Guendalina Losito, Dan Borduz, Monica Contini, Pinuccio Sinisi Paese: Italia Durata: 90 min

TRAMA
Pietro Rinaldi è un anziano scrittore in declino. Rimasto vedovo e ormai stanco della vita, progetta di suicidarsi nel giorno del suo compleanno ma un’inattesa tragedia sconvolge i suoi propositi. La morte improvvisa di sua figlia e del genero a causa di un incidente automobilistico, lo porta a doversi occupare del nipote adolescente Mattia. Nonno e nipote, che si sono fino ad allora ignorati, si ritrovano a vivere una dolorosa, quanto indesiderata, convivenza… Un viaggio che si rivelerà fondamentale per loro. Colpi di scena e avvenimenti inaspettati cambieranno per sempre i loro destini.

CRITICA
 L'ultima settimana di settembre è quasi un film puro e genuino, senza per questo essere meno realistico. (movieplayer.it)


Io sono ancora qui

Giovedì 13 Febbraio ore 21:00
Sabato 15 Febbraio  ore 21:00
Domenica 16 Febbraio ore 18:00
Domenica 16 Febbraio ore 21:00

Genere: Biografico, Drammatico, Storico Anno: 2024 Regia: Walter Salles Attori: Fernanda Montenegro, Fernanda Torres, Selton Mello, Maeve Jinkings, Humberto Carrão, Carla Ribas Paese: Francia, Brasile Durata: 136 min

TRAMA
Rio de Janeiro, 1971: il Brasile vive nella morsa della dittatura militare. La famiglia Paiva vive nell’unico modo possibile per resistere al clima di oppressione che aleggia sul paese: con ironia e affetto, condividendo la quotidianità con amici e parenti. Ma un giorno, i Paiva si ritrovano vittime di un’azione violenta e arbitraria da parte del governo: Eunice (Fernanda Torres) resta d’improvviso senza suo marito Rubens (Selton Mello), sola e con cinque figli, costretta a reinventarsi per proteggere i suoi cari e disegnare un futuro diverso da quello che la società le prospetta. La toccante storia di una donna che non si è mai arresa, magnificamente interpretata da Fernanda Torres.

CRITICA
Walter Salles entra in una dimensione domestica a lui non troppo usuale, dopo averci abituato a storie muscolari e metropolitane, come Central do Brasil o I diari di una motocicletta, e custodisce con grande tenerezza questo nuovo peso insieme a una magnifica Fernanda Torres, capace di rendere la forza serena e il coraggio, nonostante tutto e nel corso dei decenni di questa donna, che come tante altre subirono una delle torture più subdole da parte delle dittature sudamericane. Quella sparizione dei propri cari che costrinse chi restò alla costante sofferenza nell’ignoto, privi di una tomba o un corpo, ma anche di ogni informazione sulla sorte reale, le torture subite o le ipotetiche accuse ipotizzate dai regimi.(Mauro Donzelli - Comingsoon.it)

Solo per una notte

Venerdì 14 Febbraio ore 21:00
Cineforum '25

Genere: Drammatico Anno: 2023 Regia: Maxime Rappaz Attori: Jeanne Balibar, Thomas Sarbacher, Pierre-Antoine Dubey, Véronique Mermoud, Alexia Hébrard, Marie Probst, Yvette Théraulaz, Adrien Savigny, Gianfranco Poddighe, Alex Freeman, Philippe Schuler, Martin Reinartz, Etienne Fague, Marco Calamandrei Paese: Francia, Svizzera, Belgio Durata: 93 min

TRAMA
 Claudine, ogni martedì, affida suo figlio a una vicina per potersi recare in un hotel di montagna, dove incontra uomini di passaggio. Questo appuntamento settimanale rappresenta per lei una breve fuga dalla routine quotidiana. Ma quando uno di questi uomini decide di prolungare il suo soggiorno per stare con lei, Claudine si sente confusa e inizia a sognare una vita diversa, ricca di possibilità inattese.

CRITICA
L’opera prima di Maxime Rappaz è minimalista e viva, raffinata e complessa, dominata da una splendida Jeanne Balibar (Miriam Raccosta cinematografo.it)

10 giorni con i suoi

Giovedì 6 Febbraio ore 21:00
Sabato 8 Febbraio ore 21:00
Domenica 9 Febbraio ore 18:00
Domenica 9 Febbraio ore 21:00
Sabato 15 Febbraio ore 18:00
Domenica 16 Febbraio ore 15:30

Genere: Commedia Anno: 2025 Regia: Alessandro Genovesi Attori: Fabio De Luigi, Valentina Lodovini, Angelica Elli, Bianca Usai, Matteo Castellucci, Dino Abbrescia, Giulia Bevilacqua, Marcello Cesena, Gabriele Pizzurro, Leone Cardaci Paese: Italia Durata: 98 min

TRAMA
Dopo il grande successo dei primi due film “Dieci giorni senza mamma” e “Dieci giorni con Babbo Natale” tornano le avventure della famiglia Rovelli, stavolta in partenza per la Puglia, dove la figlia maggiore Camilla (Angelica Elli) si trasferirà per frequentare l’università col suo fidanzato Antonio (Gabriele Pizzurro).
Carlo (Fabio De Luigi) però non è ancora pronto a lasciar andare la sua primogenita, soprattutto per affidarla alle mani di quel ragazzo di cui non si fida per niente… Così, arrivati alla masseria della famiglia Paradiso, non perde occasione per rendersi un ospite poco gradito.
Tra furti, bugie, fughe d’amore e moltissimi equivoci divertenti, i Rovelli e i Paradiso capiranno che, nonostante differenze e incomprensioni, sono ormai un’unica grande famiglia.

CRITICA
Terzo capitolo per le avventure della famiglia Rovelli. Dopo la città alla neve natalizia, ora ci si avventura in territori assolati per avvicinarsi al mare e alle masserie della Puglia. I figli crescono, la maggiore vuole andare a convivere con il fidanzato ed ecco il rito dell'incontro con i parenti. Diventata una serie family di buon successo, 10 giorni dimostra una certa stanchezza avventurandosi in territori molto consueti come quelli dello scontro/incontro fra nord e sud, fra calore e freddezza, solarità e un certo grigiore. Rimane l'affezione per una coppia e dei figli che ritornano, seppur cresciuti, e una bella alchimia fra di loro, con un De Luigi sempre più corpo comico lanciato come motore della risata in avventure goffe e slapstick. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)

Pellizza - pittore da Volpedo

Martedì 4 Febbraio ore 21:00
Mercoledì 5 Febbraio ore 21:00
La Grande Arte al Cinema

Genere: Documentario Anno: 2024 Regia: Francesco Fei Attori: Fabrizio Bentivoglio Paese: Italia Durata: 75 min

Il docu-film racconta la vita tormentata del pittore divisionista Giuseppe Pellizza (1868-1907), celebre per il suo Quarto Stato – esposto al pubblico per la prima volta alla Quadriennale di Torino nel 1902 e conservato oggi presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano – e per la sua capacità di indagare l’animo e la società umana. Esplorando i luoghi in cui visse e la sua sensibilità artistica con la guida di Bentivoglio come “coscienza narrante”, Pellizza pittore da Volpedo svela le emozioni dell’artista e la sua visione della realtà attraverso un raffinato uso di inquadrature ispirate ai colori delle sue opere. La tragica fine di Pellizza, che si tolse la vita nel 1907 sopraffatto dal dolore per la perdita della moglie, è parte di questo racconto e rende ancora più profondo il legame emotivo dello spettatore con la sua arte.

Francesco Fei – già regista nel 2016 di “Segantini, ritorno alla natura” – ha scelto un’interiorità narrativa che si riflette in ogni immagine, condividendo la particolare sensibilità dell’artista per i sentimenti umani che si trasforma in opere in cui la forza evocatrice della natura partecipa all’emozione. Il film si apre nello studio di Pellizza a Volpedo, rimasto identico a come l’ha lasciato l’artista. È qui che Bentivoglio accoglie lo spettatore leggendo le toccanti lettere del pittore che rivivono attraverso la sua voce, ma anche attraverso la fotografia, arte così preziosa per lo stesso Pellizza: Fei ha infatti privilegiato tonalità che rimandano alle opere dell’artista piemontese e tagli di inquadratura che appaiono quasi quadri viventi.

Grazie alla collaborazione con Aurora Scotti, la più importante critica e studiosa dell’arte di Pellizza, e con l’Associazione Pellizza da Volpedo, nata per la valorizzazione del patrimonio culturale legato alla figura e all’opera del pittore e custode della maggior parte dei documenti e delle immagini relative alla sua vita, il documentario si pone l’obiettivo di essere un racconto approfondito e storicamente rilevante nell’ambito delle biografie d’artista. Allo stesso tempo il lavoro del regista evita la pura e semplice elencazione di opere e dati per coinvolgere il pubblico in un viaggio nella sua esperienza di uomo e artista. La “coscienza narrante” che prende voce nell’interpretazione di Bentivoglio fa di Pellizza un nostro contemporaneo grazie alla modernità del suo pensiero e della sua concezione della pittura, che si materializza nella sperimentazione del divisionismo al quale arriva per gradi, spinto da un desiderio interiore, oltre che artistico. La perfezione dei ritratti e dei particolari che hanno caratterizzato la sua prima produzione diventa in queste opere un intreccio di punti e colori che sfocano l’immagine, fino a quasi a nasconderla. Solo allontanando il proprio punto di osservazione, il disegno che Pelizza mette sulla tela diventa perfettamente visibile. Il desiderio che l’artista sembra trasmettere al pubblico è un invito alla ricerca della “verità”, che è sempre stata presente nelle sue opere come documentazione storica e partecipazione emotiva alla vita delle persone che rappresentava, sia nella sua fase divisionista sia nell’afflato simbolista che caratterizza l’ultimo periodo della sua produzione.

Tofu in Japan - la ricetta segreta del signor Takano

Venerdì 7 Febbraio ore 21:00
Cineforum '25

Genere: Commedia Anno: 2024 Regia: Mitsuhiro Mihara Attori: Tatsuya Fuji, Kumiko Asô, Mariko Akama, Joe Hyuga, Katsuya Kobayashi, Riku Kurokouchi, Kumi Nakamura, Nihi, Daikichi Sugawara, Yu Tokui, Masato Yamada Paese: Giappone Durata: 119 min

TRAMA
La commedia diretta dal giapponese Mihara Mitsuhiro ha conquistato il Premio del pubblico al Far East film Festival e sarà in sala dal 19 dicembre. Mitsuhiro racconta il rapporto tra generazioni diverse – tema prediletto dal maestro del cinema nipponico Yasujiro Ozu - attraverso la storia del legame tra un padre e una figlia che gestiscono un piccolo negozio di tofu vicino Hiroshima. Nei panni del padre Takano Tatsuo, artefice dell’impareggiabile tofu, c’è Tatsuya Fuji, l’attore protagonista di Ecco l'impero dei sensi di Nagisa Ôshima. Takano Tatsuo è un artigiano appassionato e il tofu che prepara è considerato il migliore della sua città natale, Onomichi, nella prefettura di Hiroshima, e di tutte le province intorno. Oltre a fornire il suo tofu a un supermercato locale, Takano gestisce un negozio con la figlia Haru (Aso Kumiko) che vive col padre dopo essersi separata dal marito. Takano e i suoi amici decidono che è arrivato il momento di cercarle un nuovo fidanzato e iniziano a vagliare i migliori scapoli della zona in cerca del marito perfetto per Haru. Ma anche Takano farà un incontro inaspettato, conoscerà Fumie, una donna che si rivelerà davvero speciale.

CRITICA
Un dramma vestito da commedia lieve, che non disdegna incursioni quasi comiche, che guarda fisso al cinema di Ozu ma sbircia anche a quello di Miyazaki.
Un film che parla di famiglia, di amore, di amicizia; parla del peso della storia giapponese sulla vita delle persone, e di quello di una cultura nella quale dovere, dignità e riservatezza rischiano di creare barriere personali e sentimentali: senza mai calcare la mano, mescolando gli ingredienti narrativi con un'attenzione semplice e meticolosa assieme. Mitsuhiro Mihara tratta il cinema, cura il cinema, crea il cinema con la stessa attenzione e la stessa delicatezza che questi due protagonisti hanno nei confronti del tofu. (Federico Gironi - Comingsoon.it)

L'abbaglio

Giovedì 30 Gennaio ore 21:00
Sabato 1 Febbraio ore 21:00
Domenica 2 Febbraio ore 18:00
Domenica 2 Febbraio ore 21:00

Genere: Storico, Commedia Anno: 2025 Regia: Roberto Andò Attori: Toni Servillo, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Tommaso Ragno, Giulia Andò, Leonardo Maltese, Andrea Gherpelli, Daniele Gonciaruk, Vincenzo Pirrotta, Filippo Luna, Pascal Greggory, Giulia Lazzarini Paese: Italia Durata: 131 min

TRAMA
 1860. Giuseppe Garibaldi inizia da Quarto l’avventura dei Mille circondato dall’entusiasmo dei giovani idealisti giunti da tutte le regioni d’Italia, e con il suo fedele gruppo di ufficiali, tra i quali si nota un profilo nuovo, quello del colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini. Tra i tanti militi reclutati ci sono due siciliani, Domenico Tricò, un contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale, un illusionista. Sbarcati in Sicilia, a Marsala, i Mille iniziano a battersi con l’esercito borbonico, di cui è subito evidente la preponderanza numerica. In queste condizioni, per il generale appare pressoché impossibile far breccia nella difesa nemica e penetrare a Palermo. Ma quando è quasi costretto ad arretrare, Garibaldi escogita un piano ingegnoso. Affida una manovra diversiva al colonnello Orsini, che mette in piedi una colonna di feriti con uno sparuto gruppetto di militi, cui viene affidato il delicatissimo compito di far credere a Jean-Luc Von Mechel, comandante svizzero dell’esercito regio, che il generale stia battendo in ritirata all’interno dell’isola. Inizia così una partita a scacchi giocata sul filo dell’imponderabile, il cui esito finale sarà paradossale e sorprendente.

CRITICA
Come ne La Stranezza Roberto Andò incrocia la storia con la finzione introducendo l'elemento comico, ma invece di parlare della creazione artistica si tuffa nel Risorgimento e in un episodio collaterale delle imprese dei Mille in Sicilia. Con intelligenza, ironia e umana compassione, il regista affronta la Questione meridionale e parla della Sicilia, facendo una lucida analisi dei compromessi che hanno portato all'Italia di oggi. Funziona a meraviglia il terzetto Ficarra-Picone-Toni Servillo, sullo sfondo di scenari da film western o comunque da storia di frontiera. (Carola Proto - Comingsoon.it)

Goodbye Julia

Venerdì 31 Gennaio ore 21:00
Cineforum ‘25 - A seguire incontro con Arianna Prevedello

Genere: Drammatico Anno: 2023 Regia: Mohamed Kordofani Attori: Eiman Yousif, Siran Riak, Nazar Goma, Ger Duany, Issraa El-Kogali Paese: Sudan, Svezia Durata: 120 min

TRAMA
Distrutta dal senso di colpa dopo aver insabbiato un omicidio, Mona – una cantante in pensione del nord Sudan – cerca di fare ammenda accogliendo la vedova del defunto, Julia, e suo figlio, Daniel, nella sua casa. Mona decide di lasciarsi il passato alle spalle e adattarsi a un nuovo status quo, ignara che il tumulto del paese possa farsi strada nella sua casa e metterla faccia a faccia con i suoi peccati.

CRITICA
Un ottimo esempio di cinema di impegno civile che s’ispira a Farhadi e Panahi e immerge la storia di due personaggi femminili forti in un contesto storico opprimente. Notevoli le due scene finali.

COM'È FATTO ... IL FILM! CAP 6


COM'È FATTO ... IL FILM!

Cap VI

Il montaggio.

Ci siamo lasciati con un approfondimento sui movimenti di macchina. Oggi parleremo, invece, di un elemento del linguaggio cinematografico che potremmo definire la cornice fondamentale per sostenere la realizzazione del film: il montaggio.

Il montaggio consente di dare forma e significato alle sequenze filmiche attraverso l'organizzazione delle inquadrature. Attraverso il montaggio, il regista e il montatore possono costruire il ritmo, manipolare il tempo e lo spazio, creare connessioni emotive e intellettuali, e influenzare profondamente l'esperienza dello spettatore. Esistono diversi tipi di montaggio, ognuno con caratteristiche e funzioni specifiche.

Montaggio continuo Il montaggio continuo, o "continuity editing", è il tipo di montaggio più comunemente utilizzato nel cinema classico di Hollywood. Questo stile mira a garantire una fluidità narrativa, facendo in modo che i cambiamenti di inquadratura siano il più possibile impercettibili per lo spettatore. Tra le tecniche principali del montaggio continuo ci sono la regola dei 180 gradi, che mantiene la coerenza spaziale tra i personaggi, e il "match on action", che assicura una transizione fluida tra due inquadrature in cui un'azione viene completata. Un esempio emblematico è il film "Casablanca" (1942), dove il montaggio continuo contribuisce a mantenere la chiarezza narrativa e l'immersione emotiva.

Montaggio alternato Il montaggio alternato, o "cross-cutting", consiste nel montare due o più linee narrative che si svolgono contemporaneamente in luoghi diversi. Questa tecnica è spesso usata per creare tensione o per sottolineare le connessioni tematiche tra le diverse azioni. Un esempio celebre è la scena della corsa contro il tempo nel film "Il padrino" (1972), in cui la sequenza del battesimo viene alternata alle immagini degli omicidi ordinati da Michael Corleone, creando un potente contrasto tra sacro e profano.

Montaggio parallelo Simile al montaggio alternato, il montaggio parallelo si concentra su eventi che non necessariamente avvengono nello stesso momento, ma che sono legati da un tema o un'idea comune. Un esempio è il film "Intolerance" (1916) di D.W. Griffith, in cui quattro storie ambientate in epoche diverse vengono intrecciate per esplorare il tema dell'intolleranza umana. Questo approccio enfatizza le connessioni concettuali piuttosto che quelle narrative.

Montaggio a salto Il montaggio a salto, o "jump cut", è una tecnica che interrompe la continuità visiva e temporale, creando un effetto di discontinuità. Reso celebre dalla Nouvelle Vague francese, in particolare dal film "Fino all'ultimo respiro" (1960) di Jean-Luc Godard, questo stile spezza deliberatamente il fluire naturale delle immagini per attirare l'attenzione sul mezzo cinematografico stesso. Il montaggio a salto è spesso utilizzato per creare un senso di frammentazione o per sottolineare la soggettività dell'esperienza.

Montaggio sovrapposto Il montaggio sovrapposto consiste nell'accostare inquadrature diverse che si sovrappongono visivamente o simbolicamente, creando associazioni di idee. Sergej Ejzenštejn, uno dei teorici del montaggio sovietico, ha esplorato questa tecnica in film come "La corazzata Potoemkin" (1925). La celebre scena della scalinata di Odessa è un esempio perfetto di montaggio sovrapposto, dove l'azione viene amplificata e intensificata attraverso il ritmo serrato delle immagini e l'accostamento di dettagli significativi.

Montaggio ritmico Il montaggio ritmico si basa sulla durata delle inquadrature e sul loro rapporto con il ritmo interno della scena o della colonna sonora. Questo tipo di montaggio è utilizzato per creare un impatto emotivo specifico o per enfatizzare l'energia di una sequenza. Nei film di Edgar Wright, come "Baby Driver" (2017), il montaggio ritmico è particolarmente evidente, con le azioni dei personaggi sincronizzate alla perfezione con la musica.

Montaggio ellittico Il montaggio ellittico consiste nell'eliminare parti di un'azione per accelerare il ritmo narrativo, lasciando allo spettatore il compito di colmare i vuoti. Un esempio è la sequenza dell'addestramento in "Rocky" (1976), in cui il passaggio del tempo è condensato attraverso una serie di inquadrature significative che mostrano i progressi del protagonista.

Montaggio sperimentale Il montaggio sperimentale è caratterizzato da una libertà creativa estrema, con accostamenti di immagini che sfidano la logica narrativa convenzionale. Questo stile è spesso presente nel cinema d'avanguardia, come nei film di Maya Deren o Stan Brakhage, dove il montaggio diventa uno strumento per esplorare il subconscio o per creare esperienze visive e sensoriali uniche.

In conclusione, il montaggio è un elemento essenziale del linguaggio cinematografico, capace di trasformare una serie di inquadrature in un racconto coeso o in un'esperienza visiva complessa. Ogni tipo di montaggio offre strumenti unici per comunicare idee, emozioni e significati, rendendo il cinema un'arte straordinariamente versatile e potente.

Vi salutiamo raccomandandovi di non perdetevi le proiezioni di questa settimana di “Conclave” e “La stanza accanto”. Vi aspettiamo!

Beatrice


Conclave

Giovedì 23 Gennaio ore 21:00
Sabato 25 Gennaio ore 21:00
Domenica 26 Gennaio ore 18:00
Domenica 26 Gennaio ore 21:00

Genere: Thriller Anno: 2024 Regia: Edward Berger Attori: Ralph Fiennes, Stanley Tucci, John Lithgow, Isabella Rossellini, Loris Loddi, Rony Kramer, Joseph Mydell, Brian F. O'Byrne, Merab Ninidze, Lucian Msamati, Sergio Castellitto, Jacek Koman, Thomas Loibl Paese: USA, Gran Bretagna Durata: 120 min

TRAMA
CONCLAVE ci porta nel cuore di uno degli eventi più misteriosi e segreti del mondo: l'elezione di un nuovo Papa. Dopo la morte improvvisa dell’amato e compianto Papa, il Cardinale Lawrence (Ralph Fiennes) è incaricato di dirigere questo delicato processo. Una volta che i leader più potenti della Chiesa Cattolica si riuniscono e si chiudono nelle segrete sale del Vaticano, Lawrence si ritrova intrappolato in una rete di intrighi, tradimenti e giochi di potere. Un oscuro segreto viene alla luce, minacciando di scuotere le fondamenta stesse della Chiesa.

CRITICA
Dalla morte di un Papa, per arrivare all'elezione del successivo dopo un aspro conclave. Questo è il percorso di questo thriller secco e senza fronzoli, in cui il dilemma spirituale si avvicina frequentemente alla trattativa politica, se non al voto di scambio. Non mancano sinceri tormenti e grandi interpretazioni, su tutti un Ralph Fiennes ai massimi livelli nei panni del decano incaricato di gestire il conclave. Il rito Vaticano è sempre affascinante, come i colori delle vesti e le bellezze dei marmi. Appassionante e riuscito. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)

La stanza accanto

Venerdì 24 Gennaio ore 21:00
Cineforum '25

Genere: Drammatico Anno: 2024 Regia: Pedro Almodovar Attori: Tilda Swinton, Julianne Moore, John Turturro, Alessandro Nivola, Juan Diego Botto, Raúl Arévalo, Melina Mathews, Victoria Luengo, Alvise Rigo Paese: Spagna Durata: 110 min

TRAMA
‘LA STANZA ACCANTO’ segue la storia di una madre imperfetta e di una figlia rancorosa, separate da un grave malinteso. Tra di loro, un’altra donna, Ingrid (Julianne Moore), amica della madre, è la custode del loro dolore e della loro amarezza. Martha, la madre (interpretata da Tilda Swinton), è una reporter di guerra e Ingrid è una romanziera autobiografica. Il film affronta la crudeltà infinita della guerra, i modi molto diversi in cui le due autrici femminili si avvicinano e scrivono della realtà, della morte, dell’amicizia e del piacere sessuale come i migliori alleati nella lotta contro l’orrore. Ma evoca anche i dolci risvegli con il cinguettio degli uccelli, in una casa costruita nel mezzo di una riserva naturale nel New England, dove le due amiche vivono in una estrema e stranamente amabile situazione.

CRITICA
Nessun grande amore né melodrammi questa volta, per Almodovar. Nel suo primo film in lingua inglese il regista spagnolo affronta il tema dell'eutanasia, del controllo sulla propria morte, ancora una volta attraverso la storia di due donne, una delle quali, malata terminale, chiede all'altra di accompagnarla verso la morte imposta, ma come vicina di camera, non complice. Molti dialoghi, nessuna retorica, due magnifiche attrici come Swinton e Moore. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)



In programmazione / Prossimamente


A Real pain

Giovedì 13 Marzo ore 21:00
Sabato 15 Marzo ore 21:00
Domenica 16 Marzo ore 18:00
Domenica 16 Marzo ore 21:00

Finalement

Venerdì 14 Marzo ore 21:00
Cineforum ‘25

PROSSIMAMENTE


Il seme del fico sacro

dal 20 Marzo


CINEFORUM '25

LA GRANDE ARTE AL CINEMA






La zona di interesse

Lunedì 27 Gennaio ore 21:00
Evento speciale


Genere: Drammatico, Storico, Guerra Anno: 2023 Regia: Jonathan Glazer Attori: Sandra Hüller, Christian Friedel, Ralph Herforth, Max Beck, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Lilli Falk, Wolfgang Lampl Paese: Gran Bretagna, Polonia, USA Durata: 105 min

TRAMA
Un uomo e sua moglie tentano di costruire una vita perfetta in un luogo apparentemente da sogno: giornate fatte di gite in barca, il lavoro d'ufficio di lui, i tè con le amiche di lei e le scampagnate in bici con i figli. Ma l’uomo in questione è Rudolf Höss, comandante di Auschwitz, e la curata villetta con giardino della famiglia si trova esattamente di fianco al muro del campo...
Dal talento di Jonathan Glazer (Under The Skin), un’opera imprescindibile sulla perdita dell’umanità e sulla banalità del male, Grand Prix a Cannes 2023.

CRITICA
Un conflitto fra due mondi, quello immutabile della natura, popolato da pochi abitanti, presenti da tempo e rispettosi del luogo, con le sue regole. Dall'altro dei cittadini che vogliono portare la "modernità" sotto forma di un lussuoso camping, un glamping. Partendo da una suggestione da accompagnare con la musica, Hamaguchi sperimenta la messa in scena della faglia in cui due Giapponi si incontrano. Non sarà una passeggiata, lascerà spazio a qualche alleggerimento ironico, ma darà vita a un meccanismo a catena in cui gli uomini rischiano di essere solo spettatori, o vittime. Affascinante, lirico e criptico. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)

COM'É FATTO ... IL FILM! CAP 5


COM’È FATTO … IL FILM!

Cap V



I movimenti di macchina

Il cinema si fonda sul movimento, sia quello degli oggetti filmati che quello generato dalla macchina da presa. 

Attraverso i suoi spostamenti, la macchina da presa non solo modifica angolazioni, distanze e altezze, ma guida anche lo spettatore nell’esplorazione dello spazio rappresentato, offrendo nuove prospettive e rivelando dettagli nascosti. I due principali tipi di movimenti della camera sono le panoramiche e le carrellate, ciascuna con caratteristiche uniche e possibilità di combinazione.


Le panoramiche sono movimenti rotatori della macchina da presa sul proprio asse, simili a quelli che compiamo nella vita reale ruotando la testa e lo sguardo. Possono essere orizzontali, quando lo spostamento avviene da destra a sinistra o viceversa, o verticali, quando il movimento va dall’alto al basso o dal basso all’alto. Esistono anche panoramiche oblique, che tracciano una diagonale, e panoramiche circolari, capaci di descrivere un intero giro intorno al proprio asse. 

In alcuni casi, le panoramiche diventano rapidissime, come quelle a schiaffo, in cui l’immagine appare sfocata, o filate, che seguono un personaggio in movimento, sfumando lo sfondo. Un tipo particolare è la rotazione completa sul proprio asse orizzontale, che crea un effetto vertiginoso.


Le carrellate, invece, implicano lo spostamento fisico della macchina da presa nello spazio, spesso grazie all’uso di binari o al movimento manuale dell’operatore. Questo tipo di movimento corrisponde a quello di una persona che cammina senza ruotare il capo. 

A seconda della direzione e dello scopo, la carrellata può avvicinarsi al soggetto, come nel caso della carrellata in avanti, oppure allontanarsi, come nella carrellata indietro. Può anche accompagnare il movimento di un soggetto, precedendolo o seguendolo, mantenendo una distanza costante. Altre varianti includono carrellate laterali, verticali o circolari, in cui la camera si muove intorno al soggetto descrivendo un arco.


Accanto a questi movimenti fisici si trova lo zoom, un effetto ottico che simula il movimento di avvicinamento o allontanamento senza spostare la macchina da presa. Lo zoom in consente di passare da un'inquadratura ampia a un dettaglio più ristretto, mentre lo zoom out fa l’opposto, ampliando la visione. Particolare è l’effetto Vertigo, che combina zoom e carrellata per creare un’illusione visiva: il soggetto rimane invariato, ma lo sfondo cambia drasticamente, generando una sensazione di disorientamento.


Oltre a queste tecniche, esistono movimenti compositi che uniscono carrellate e panoramiche grazie a strumenti specifici. La camera a mano o a spalla, per esempio, conferisce alle riprese un effetto volutamente mosso e realistico, mentre la steadycam, montata su un’imbracatura, garantisce fluidità anche in situazioni dinamiche, come scale o corse. Il dolly, un braccio mobile su binari, e la gru, che offre un ampio raggio di movimento verticale e orizzontale, permettono di ottenere riprese fluide e spettacolari. Per le scene aeree si usano invece elicotteri e droni, mentre le riprese all’interno di veicoli sono realizzate con la tecnica del cameracar.


I movimenti della macchina da presa possono seguire i personaggi, sottolineandone l’azione, o essere indipendenti da essi, concentrandosi sull’ambiente o creando effetti estetici particolari. Nel cinema classico, i movimenti sono generalmente motivati da esigenze narrative, volti a chiarire la storia e a comunicare informazioni allo spettatore. Nel cinema moderno, invece, si è spesso optato per movimenti non motivati, in cui la macchina da presa rivendica una propria autonomia creativa, enfatizzando l’aspetto visivo e sperimentale piuttosto che strettamente narrativo.


Beatrice

Paris, Texas

Venerdì 17 Gennaio ore 21:00
Cineforum

Genere: Drammatico Anno: 1984 Regia: Wim Wenders Attori: Harry Dean Stanton, Dean Stockwell, Socorro Valdez, Bernhard Wicki, Nastassja Kinski, John Lurie, Sam Berry, Hunter Carson, Aurore Clément, Tom Farrell, Justin Hogg Paese: Germania, Francia, Gran Bretagna Durata: 150 min

TRAMA
In una vasta zona desertica al confine tra Messico e Stati Uniti, un uomo vagabondo, Travis, crolla svenuto in un bar. Soccorso da un medico, non rivela nulla di sé, rimanendo muto. Un foglietto con l’indirizzo del fratello Walter conduce quest'ultimo a recuperarlo. Tornati a Los Angeles, Travis ritrova Hunter, il figlio di otto anni che vive con Walter e sua moglie Anne, e inizia a ricostruire il rapporto con il bambino. Deciso a riconciliarsi con la moglie Jane, tormentata in passato dalla sua gelosia, Travis si sforza di affrontare il senso di colpa e di lasciarsi alle spalle i fantasmi del suo passato, legati a Paris, Texas, un luogo desolato che aveva comprato per amore.

CRITICA
Per Emmanuel Carrère 'Paris, Texas' è “il film più calmo, più sobrio che Wenders abbia mai diretto”. Sicuramente è l’opera che ha definitivamente consacrato il regista tedesco tra i grandi autori del cinema mondiale, vincendo la Palma d’oro a Cannes. L’ultimo film del periodo americano di Wenders, scritto da Sam Shepard, è un road movie libero, tenero e disperato, un omaggio ai luoghi del western, una rilettura umanissima dei generi hollywoodiani. Un padre che invecchia sotto il cappello da baseball e un figlio bambino attraversano il Texas su un pick-up, in cerca d’una moglie e mamma perduta anni prima. Parlano di teoria del big bang e del perché lei se n’è andata. L’uomo, che aveva chiuso nel silenzio colpe e sconfitte, riscopre la parola e il senso delle relazioni umane. Li riscopre così bene che quando infine trovano la donna, in una specie di sex club dove le ragazze parlano ai clienti attraverso un vetro, senza vederli, Harry Dean Stanton può spezzarle e spezzarci il cuore raccontando una storia, che naturalmente è la loro storia. Lei è la Nastassja Kinski del 1984, e non c’è altro da dire.

Maria

Giovedì 16 Gennaio ore 21:00
Sabato 18 Gennaio ore 21:00
Domenica 19 Gennaio ore 18:00
Domenica 19 Gennaio ore 21:00

Genere: Biografico, Drammatico Anno: 2024 Regia: Pablo Larraín Attori: Angelina Jolie, Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher, Kodi Smit-McPhee, Valeria Golino, Haluk Bilginer, Caspar Phillipson, Alessandro Bressanello, Jeremy Wheeler Paese: Germania, USA, Italia Durata: 124 min

TRAMA
Maria è il racconto della vita tumultuosa, bella e tragica della più grande cantante d’opera del mondo, rivissuta e reimmaginata durante i suoi ultimi giorni nella Parigi degli anni Settanta.

CRITICA
Gli ultimi anni di vita di una diva del Novecento, la più straordinaria voce della lirica, ma anche regina del jet set, mediaticamente sempre in prima pagina, con la sua vita magnifica eppure dolorosa, e i suoi amori tragici e sofferti. Larrain chiude in gloria la sua trilogia su alcune grandi donne del secolo scorso con il capitolo più compiuto. Toccante, grande ritmo, regala la più grande interpretazione della carriera a una Angelina Jolie magnifica, in pieno capace di cogliere i tormenti di una diva impossibilitata a fuggire dal suo status. (Mauro Donzelli - Comingsoon.it)

COM'È FATTO ... IL FILM!

Cap IV

Il punto di vista

Il punto di vista di ripresa rappresenta la posizione della macchina da presa rispetto all’oggetto filmato, determinando la prospettiva e influenzando la percezione dello spazio. La scelta del punto di ripresa non è neutrale: inquadrature frontali, dall’alto o laterali veicolano una precisa visione narrativa ed estetica. 

Nel cinema di stampo neoclassicista, per esempio, si prediligono inquadrature neutre e stabili, per ragioni narrative o di genere, come nel musical o nel noir.

Ciò che compone il punto di vista sono i seguenti elementi: angolazione, inclinazione, altezza.


Angolazione


L’angolazione dipende dall’incidenza dell’asse della camera rispetto allo spazio ripreso e produce diversi effetti sugli spettatori. Si distingue in: verticali e orizzontali.


Verticali

A piombo: ripresa dall’alto per enfatizzare un dramma o un paesaggio.

Plongée: visione dall’alto che suggerisce tensione emotiva o descrive la disposizione spaziale di più personaggi.

Orizzontale: ripresa alla stessa altezza del soggetto, usuale nella vita quotidiana e spesso associata al punto di vista umano.

Contre-plongée: ripresa dal basso per trasmettere violenza o imponenza.

Supina: estrema dal basso, suggerisce panico o emergenza.


Orizzontali

Frontale: soggetto e camera sono di fronte, ideale per dialoghi e dettagli espressivi.

Di tre quarti: si mostra parte del viso meno rilevante; usata spesso nei dialoghi.

Di profilo: relega occhi e bocca ai margini, con riferimento al fuori campo.

Di tre quarti di spalle: il volto è quasi nascosto; concentra l’attenzione su ciò che il personaggio osserva, trasmettendo autenticità.

Di spalle: volto celato, sottolinea attesa o drammatizza un’entrata in scena.


Inclinazione


L’inclinazione descrive il rapporto tra l’asse della macchina e l’orizzonte della scena. Essa si divide in: 

In piano (90°), l’asse orizzontale coincide con l’orizzonte scenico.

Obliqua, inclinazione della scena che crea tensione o instabilità.

Verticale (180°), orizzonte perpendicolare alla scena.

Capovolta (270°), l’orizzonte è ribaltato.


Altezza


L’altezza è la distanza tra il suolo e il punto di ripresa, spesso correlata all’angolazione e può essere:

Standard, all’altezza degli occhi, corrisponde alla visione naturale di un adulto in piedi.

Rialzata, sopra la linea degli occhi, per dominare visivamente la scena.

Ribassata, sotto la linea degli occhi, usata per prospettive insolite, come il punto di vista di un bambino o di un personaggio sdraiato.


Questi tre elementi – angolazione, inclinazione e altezza – definiscono il linguaggio visivo del film, offrendo una varietà di prospettive che influenzano profondamente la narrazione e l’impatto emotivo dello spettatore.


Vi aspettiamo numerosi in sala questo weekend per le proiezioni di "Piccole cose come queste" e della nostra tanto attesa Nottata Horror!

Beatrice

Piccole cose come queste

Giovedì 9 Gennaio ore 21:00
Sabato 11 Gennaio ore 21:00
Domenica 12 Gennaio ore 18:00
Domenica 12 Gennaio ore 21:00

Genere: Drammatico Anno: 2024 Regia: Tim Mielants Attori: Cillian Murphy, Emily Watson, Amy De Bhrún, Joanne Crawford, Eileen Walsh, Abby Fitz, Ian O'Reilly, Cillian O'Gairbhi, Liadan Dunlea, Clare Dunne, Michelle Fairley Paese: Irlanda, Belgio Durata: 98 min 

TRAMA
Irlanda, 1985. Bill Furlong è un commerciante di carbone, un uomo taciturno che ha dedicato la vita al lavoro, alla moglie Eileen e alle loro cinque figlie. Quando per caso scopre un terribile segreto nascosto nel convento locale, diretto da Suor Mary, i ricordi più dolorosi del suo passato tornano a galla. Sarà il momento per Bill di decidere se voltarsi dall’altra parte o ascoltare il proprio cuore e sfidare il silenzio di un’intera comunità.

CRITICA
È indubbio che senza Cillian Murphy e la sua più che notevole interpretazione (paradossalmente simile a quella di Oppenheimer nel fare del volto, dello sguardo, e del mistero dietro il suo silenzio un punto d’incredibile attrazione), questo film non sarebbe stato lo stesso. Ma notevole è anche, ad esempio, la fotografia di Frank van den Eeden. Tutto incentrato sul dilemma morale del suo protagonista, Piccole cose come queste è un film fatto di chiaroscuri e misteri che, nella storia che racconta, ha una chiara rilevanza anche nel presente, mettendo lo spettatore di fronte all’imperativo di combattere un egoismo che pare dilagante. Combatte anche un grande male del cinema e delle società contemporanee: quello per cui tutto deve essere ovvio, spiegato, portato alla luce, e niente lasciato nel chiaroscuro o all’interpretazione. (Federico Gironi - Comingsoon.it)