Il cinema usato quale “voce” immaginaria di uomini e donne uccisi dalla mafia nel nostro Paese; “voce” che parla per farci conoscere la loro storia, per non farsi dimenticare: la voce di un sacerdote, di un giornalista, di una figlia e sorella di mafiosi.
ALLA LUCE DEL SOLE di Roberto Faenza – Italia 2005
FORTAPASC di Marco Risi – Italia 2008
LA SICILIANA RIBELLE di Marco Amenta – Italia 2008
Giunge alla sua conclusione anche l’edizione 2011 del Sundance Film Festival, e così abbiamo anche la pioggia di vincitori. Vince Drake Doremus, classe 1983, nato in Oregon, con il suo Like Crazy, storia d’amore tra una studentessa inglese che si innamora di uno studente americano. Peccato che quando le scade il visto per gli States dovrà fare ritorno a casa e dovrà essere separata da lui.
Il miglior documentario americano è invece un altro film che ci riporta in Oregon, ovvero How to Die in Oregon, che ci narra di come lo stato nel 1994 divenne il primo negli Usa a legalizzare l’eutanasia attiva, e il documentario ce lo narra seguendo la vita di malati terminali, delle loro famiglie, di dottori e amici, fino al passaggio della legge anche nello stato di Washington. Il regista è Peter Richardson, qui al suo secondo lavoro.
Per quel che riguarda le competizioni internazionali, il miglior film è la black comedy norvegese Happy, Happy di Anne Sewitsky, qui alla sua opera prima, mentre il miglior documentario è risultato Hell and Back Again di Danfung Dennis, che racconta la guerra in Afghanistan dal punto di vista dei Marines che ancora combattono la guerra.
Prima di dare un’occhiata all’intera lista dei premiati, vi segnaliamo anche i vincitori del pubblico, sempre molto importanti per una manifestazione come il Sundance. Nel “reparto fiction” vincono l’americano Circumstance di Maryam Keshavarz, in cui una benestante famiglia iraniana si ritrova a fare i conti con le ribellioni e le ossessioni dei figli, e la co-produzione franco-americana Kinyarwanda di Alrick Brown, ambientato durante la guerra in Rwanda. I documentari preferiti sono stati invece l’americano Buck di Cindy Meehl e l’atteso doc inglese Senna di Asif Kapadia, da noi in sala dall’11 febbraio.
In attesa del film noir del weekend Vallanzasca - gli angeli del male vi proponiamo questo interessante blog che raccoglie alcuni poster di film "criminali" del passato.
Life in a day è stato un “esperimento cinematografico storico“, per citare il claim del manifesto di questo user generated movie nato da un’idea di Ridley Scott e Kevin MacDonald “in colaboraizone con la communty di YouTube”.
Lo scopo dell’iniziativa – a me molto cara, tanto che ne ho anche parlato al Venezia Moviecamp – era quello di consentire a chiunque volesse di caricare un proprio video che raccontasse una parte della giornata del 24 luglio sulla Terra.
Se qualcuno in futuro si chiedesse come si viveva nel luglio 2010, cosa potrebbe dare risposta a questa domanda meglio di un film creato con il contributo degli stessi utenti di Internet?
L’idea non è esattamente nuova (in Italia il primo tentativo era stato nel 2006 quello di Nessuno TV con Le mie elezioni, poi presentato anche al Bellaria Film Festival), ma il successo dell’iniziativa è stato straordinario: sono stati effettuati 80.000 uploads da 197 paesi, mentre i tweets che menzionavano il film sono ancora presenti nel profilo YouTube del film, a testimonianza dell’ampia e costante mole di conversazioni intorno all’inziiativa.
Il materiale raccolto è stato poi montato da Kevin MacDonald e, ad inizio gennaio è già stato lanciato il primo teaser, Slim Up, che vedete sotto.
Tutto è pronto per il Sundance Film Festival, a cui Life in a Day parteciperà accompaganto non solo dai produttori ma anche da 20 dei tanti partecipanti all’inziativa selezionati tra tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del film.
Ma la vera notizia è che finalmente potremo vedere il film terminato in streaming alle 5:00 pm del 27 gennaio (Pacific Time).
Eventualmente è programamta anche una replica per venerdì 28 alle 7 pm (Pacific Time).
Il film Vallanzasca - Gli angeli del male del registra Michele Placido vede la firma musicale dei Negramaro. La band ha curato le musiche originali che compongono la colonna sonora del film.
Non è la prima incursione nel mondo del cinema per i Negramaro: ricordiamo la collaborazione con Alessandro D'Alatri per "La Febbre", con Giovanni Veronesi per "Manuale d'Amore 2" e con Daniele Gangemi per l'opera prima ‘Una notte notte blu cobalto' che è valsa a Giuliano Sangiorgi il premio per la miglior colonna sonora al Magna Grecia Film Festival di quest'anno. La novità attuale sta nel fatto che i Negramaro hanno firmato per la prima volta interamente una colonna sonora originale per un film. Attraverso un grande lavoro di ricerca e di composizione a cui si sono dedicati negli ultimi mesi, i Negramaro hanno contribuito con la propria musica dal sapore decisamente rock a creare le atmosfere del film, dando impatto e vigore ad immagini e sequenze già spettacolari e ricche di contenuto emotivo. Paolo Mosca
Inauguriamo oggi una rubrica dedicata alle colone sonore dei film che proietteremo al Cinema Marconi di Piove di Sacco.
Il gruppo che presentiamo oggi sono l'Orchestra di Piazza Vittorio, che ritroveremo come sottofondo al film I fiori di Kirkuk in programma venerdì 28 gennaio.
L'orchestra nasce da un'idea di Mario Tronco, componente della Piccola Orchestra Avion Travel, e del documentarista Agostino Ferrente. Tronco e Ferrente trovano nell'Esquilino, quartiere di Roma multietnico per eccellenza che ha il suo centro a Piazza Vittorio Emanuele II (detta anche Piazza Vittorio), una grande ricchezza di suoni e musicisti provenienti dai quattro angoli del mondo. Sorge così il progetto di riunire alcuni di questi musicisti in un gruppo, o meglio un'orchestra che riesca a fondere i suoni caratteristici di ognuno. Il progetto si realizza grazie all'Associazione Culturale Apollo 11, fondata nel 2001 da Tronco e Ferrente insieme ad altri artisti e operatori culturali per salvare lo storico cinema Apollo che stava per essere trasformato in una sala bingo.
REGIA: Michele Placido SCENEGGIATURA: Michele Placido, Kim Rossi Stuart, Antonio Leotti, Toni Trupia, Andrea Leanza, Antonella D'Agostino ATTORI: Kim Rossi Stuart, Valeria Solarino, Filippo Timi, Gaetano Bruno, Francesco Scianna, Paz Vega, Moritz Bleibtreu, Federica Vincenti, MUSICHE: Negramaro PAESE: Italia 2011 GENERE: Drammatico DURATA: 125 Min
1985. Renato Vallanzasca, 35 anni, è detenuto in isolamento nel carcere di Ariano Irpino. È lui stesso a raccontarci le sue prime imprese adolescenziali che gli frutteranno la prima reclusione nel carcere minorile. È l'inizio di una carriera che, con il supporto di alcuni amici d'infanzia, lo condurrà a divenire "il boss della Comasina". All'inizio degli Anni Settanta inizia ad insidiare il dominio, fino allora incontrastato di Francis Turatelo ma la rapina a un portavalori gli procura un arresto con conseguente evasione dopo quattro anni e mezzo. La battaglia con il clan Turatelo si fa sempre più dura così come sempre più sanguinose divengono le rapine ascritte alla Banda Vallanzasca. Vallanzasca sta scontando una condanna complessiva a quattro ergastoli e 260 anni di reclusione con l'accusa di sette omicidi di cui quattro direttamente compiuti, una settantina di rapine e quattro sequestri di persona nonché numerosi tentativi di evasione. È detenuto da 38 anni. Michele Placido potrebbe diventare il Lizzani (quello migliore) dei nostri tempi se non si facesse prendere dal desiderio di applicare ogni volta chiavi di lettura e angolazioni 'originali' alle storie che intende trattare. Dopo averci raccontato il '68 dal punto di vista del giovane poliziotto che egli era in quell'epoca oggi afferma: "Non mi interessava entrare nel merito della vicenda. Quello che trovavo stimolante da un punto di vista artistico e creativo era entrare nella mente di un criminale per capire, con un approccio asettico e quasi entomologico lontano da qualsiasi giudizio morale, cosa si prova a stare in bilico fra la normalità e la devianza, a trovarsi al bivio fra il bene e il male e a scegliere deliberatamente il male". Il problema sta proprio qui. Non c'è nulla di più lontano dal Placido regista (ma anche dall'attore) della freddezza dell'entomologo. Il suo è un cinema che, quasi per inerzia, aderisce vigorosamente alle situazioni e ai personaggi che porta sullo schermo. Giancarlo Zappoli
REGIA: Fariborz Kamkari SCENEGGIATURA: Fariborz Kamkari, Naseh Kamkari ATTORI: Elisabetta Pellini, Morjana Alaoui, Ertem Eser, Mohamed Zouaoui FOTOGRAFIA: Marco Carosi MUSICHE: L'Orchestra di Piazza Vittorio PAESE: Svizzera, Italia, Irak 2010 GENERE: Drammatico DURATA: 115 Min
Nel 1988 il regime di Saddam Hussein è impegnato in una sistematica decimazione del popolo curdo. Najla, giovane irachena da tempo trasferita in Italia per studiare medicina, fa ritorno a Baghdad con il proposito di ritrovare Sherko, medico curdo rientrato in patria per aiutare le forze ribelli dei pashmerga. Fronteggiando sia il retaggio culturale della propria famiglia che l'insistente corteggiamento del generale Mokhtar, Najla decide di diventare guardia medica dell'esercito, così da contribuire tacitamente alla causa delle forze ribelli e poter raggiungere il proprio innamorato a Kirkuk, dove l'esercito iracheno sta rastrellando la popolazione curda. Le immagini che aprono il film sono quelle dei network che hanno mostrato lo storico abbattimento delle statue di Saddam e degli altri esponenti del regime iracheno da parte di adulti e bambini festanti con indosso maschere di Bush. In quelle che probabilmente rappresentano le uniche immagini della vittoria della recente guerra in Iraq, Fariborz Kamkari, regista curdo formatosi in Italia, trova forza emotiva e risonanze mnemoniche per raccontare una delle operazioni più cruente compiute dal regime di Saddam. La forma e la figura che sceglie per questa ricostruzione del genocidio dei curdi sono quelle più classiche del romanzo storico: l'avventura di due innamorati in una zona di guerra e il triangolo sentimentale. Vertice di questo triangolo è Najla, eroina bella e moderna, che, per amore di un medico curdo e dell'umanitarismo universale, decide di rifiutare i vincoli dei retaggi culturali così come le insistenti proposte di un membro del corpo militare. Ma, oltre ai due personaggi maschili appartenenti alle opposte forze in gioco, fra i vari corteggiatori di Najla pare esserci anche il regista, talmente ammaliato dalla sua eroina da generare attrito con la storia da lui stesso concepita. Come nel recente Miraldi Julian Schnabel, il fiore della resistenza femminile cresce laddove la guerra annienta e distrugge, ed è talmente bello da ammaliare la spinta narrativa. Se nel caso della biografia di Rula Jebreal erano gli aspetti del realismo della cornice storica a risultare estremamente deboli, nel caso de I fiori di Kirkuk sono invece, al contrario, la mancanza di un grande respiro drammaturgico e la necessità di una solida configurazione formale a non riuscire ad elevare il racconto da una buona ricostruzione di un periodo storico poco frequentato dal cinema. Edoardo Becattini
Vi presentiamo il programma delle iniziative del Comune di Piove di Sacco in occasione della Giornata della Memoria. Ricordiamo l'appuntamento di venerdì 28 gennaio presso il Cinema Marconi con il film I fiori di Kirkuk.
martedì 25 gennaio 2011 Auditorium I.I.S. De Nicola Ore 10.00 Presentazione del libro di Emilio Pegoraro La campagna di Russia. Memorie di un «privilegiato»
giovedì 27 gennaio 2011 Auditorium comunale Giovanni Paolo II Ore 9.30 Presentazione del libro di Umberto Curi Straniero
Cortile Goldbacherdel Centro piovese d’arte e cultura. Ore 11.00 Deposizione coronapresso la lapide di Alberto Goldbacher Scoprimento della stelededicata a Maria Vidale Raimondi nel Giardino dei Savi della Biblioteca. Intervengono Alessandro Marcolin, Sindaco di Piove di Sacco Lorena Stevanato, Assessore alla Cultura e alle Pari Opportunità di Piove di Sacco Giuliana Fornasiero, Centro Studi Padre Ramin
venerdì 28 gennaio 2011 Cinema Marconi ore 21.15 Proiezione del film “I fiori di Kirkuk” in collaborazione con l’associazione “Arte del sogno”
In occasione della giornata della memoria del 27 gennaio 2011, vi proponiamo questa tripletta di film.
La tregua di Francesco Rosi, Italia 1997 All'inizio del gennaio 1945, quando ormai la Germania nazista è costretta a difendersi dall'arrivo delle truppe sovietiche da un lato e dall'inarrestabile avanzata degli angloamericani dall'altro, i soldati tedeschi ricevono l'ordine di abbandonare i campi di concentramento situati in est Europa, per sfuggire all'arrivo dei russi. Vengono così cancellate le tracce degli orrori commessi nei lager distruggendo tutti i registri ufficiali e i deportati ancora in vita vengono chiusi nei campi e lasciati al loro destino. (reperibile presso la biblioteca di Piove di Sacco)
Arrivederci ragazzi di Louis Malle, Francia 1987 Siamo in Francia, più precisamente vicino a Parigi, dentro il collegio del Bambin Gesù. E' il 1944. Tra i ragazzi che abitano il collegio c'è Julien, mandato lì dalla madre che lo vuole proteggere dalla guerra oramai dilagata in tutta la Francia. Arriva però nel collegio un altro giovane, Jean Bonnet, stranamente preso sotto l'ala protettrice del priore. Questo perché Jean è ebreo ed è lì per essere nascosto al regime nazista.
Il giardino dei Finzi-Contini di Vittorio De Sica, Italia 1970 Nella Ferrara degli anni 1938-43, Giorgio è un amico d'infanzia di Micòl Finzi-Contini, e frequenta insieme ad altri amici ebrei il giardino della villa Finzi-Contini, dove è allestito un campo di tennis, dopo che le prime leggi razziali hanno escluso gli ebrei dai circoli del tennis. La famiglia ebrea dei Finzi-Contini è alto borghese, mentre Giorgio rappresenta un ebreo piccolo borghese dal cognome anonimo, e questa differenza di classe è un fattore che solo apparentemente non condizionerà l'amicizia e l'amore fra due giovani: il modesto Giorgio e la ricca Micol.
Presentandosi come esperti del WTO, gli Yes Men penetrano all’interno delle corporations per dimostrare i meccanismi perversi che vi sono alla base. Il metodo è semplice, si fingono portavoce del governo, di una multinazionale o di una importante organizzazione e diffondono dichiarazioni surreali, giocando coi paradossi, durante conferenze, convegni e programmi televisivi.
Le loro azioni sono state documentare nel film The Yes men fix the world (Gli Yes men aggiustano il mondo), che è stato diffuso in rete e ora è possibile vedere anche coi sottotitoli.
Giovedì 20 gennaio nella sala del Cinema Marconi alle ore 20.45, inizia la Città in ascolto con tre incontri dal tema: “Come usciremo dalla crisi?”. L’iniziativa ha visto la collaborazione del Comune di Piove di Sacco, di tutte le Associazioni e i sindacati con il coordinamento di una commissione della Parrocchia del Duomo S. Martino.
L’apertura degli incontri inizierà con la proiezione di un documentario realizzato nel nostro territorio che fotografa le situazioni concrete della nostra gente. Tema: I VOLTI DELLA CRISI, I VOLTI DELLA SPERANZA.
Si è parlato molto delle rivelazioni di informazioni segrete rilasciate on line dal sito Wikyleaks di Julian Assange, diventato per alcuni giorni il ricercato numero uno dalle polizie internazionali di mezzo mondo, ma l’effettivo valore del suo gesto è fonte di un acceso dibattito. Dal punto di vista della diplomazia internazionale infatti lo si definisce come il peggiore dei terroristi informatici, il mondo della controinformazione che sostiene la libertà di stampa e di espressione invece lo vede come un eroe votato al martirio per sostenere la sua causa. Quello che sappiamo in proposito è stato ovviamente mediato dalla carta stampata e dai telegiornali, cosa che ben sappiamo che soprattutto in Italia non è un segnale di trasparenza e oggettività.
Per fortuna la rete propone ancora punti di vista differenti, come il caso di WikiRebels un documentario realizzato per ricevere la massima diffusione possibile attraverso la rete e che oggi è disponibile anche coi sottotitoli in italiano grazie Itasa.
Il film è stato realizzato dai reporter Jesper Huor e Bosse Lindquist che negli ultimi mesi del 2010 hanno seguito Assange attraverso in tutti i paesi in cui Wikileaks porta avanti le sue operazione strategiche. Un film che presenta un punto di vista diverso sul sito pirata più famoso del mondo e un tentativo di rispondere alla domanda “chi è veramente Julian Assange?
REGIA: Richard J. Lewis SCENEGGIATURA: Michael Konyves ATTORI: Paul Giamatti, Rachelle Lefevre, Dustin Hoffman, Rosamund Pike, Bruce Greenwood, Minnie Driver, Scott Speedman, Mark Addy, Greenberg Fund DISTRIBUZIONE: Medusa PAESE: Canada, Italia 2010 GENERE: Commedia, Drammatico DURATA: 132 Min
arney Panofsky è un produttore televisivo ebreo che vive a Montreal, dove colleziona mogli e bottiglie di whisky. Figlio affettuoso di un poliziotto in pensione col vizio del sesso e degli aneddoti, Barney è incalzato dalle ambizioni e dalle calunnie del detective O’Hearne, convinto da anni del suo coinvolgimento nella scomparsa di Boogie, amico licenzioso e scrittore dotato. Dopo l’uscita del libro di O’Hearne, che lo accusa di omicidio e di ogni genere di bassezza, Barney si decide a dare la sua versione dei fatti, ripercorrendo la sua (mal)educazione sentimentale e la sua vita fuori misura, consumata nell’Italia degli anni Sessanta e perseverata in Canada. Tra una partita di hockey e una boccata di Montecristo, l’irrefrenabile Barney rievoca il suo primo matrimonio con una pittrice esistenzialista e suicida, riesamina le seconde nozze con una miliardaria ebrea e ninfomane e riconsidera gli errori fatti con la sua terza e amatissima consorte, speaker garbata e madre dei sui due figli. Indubbiamente non è facile misurarsi con il lavoro di trasposizione, figuriamoci poi sceneggiare le parole di Mordecai Richler e il suo romanzo più celebre (“La versione di Barney”), pubblicato in Italia all’inizio degli anni zero. Ma forse valeva la pena provarci perché Barney Panofsky ha ‘carattere’ cinematografico e personalità impetuosa per soddisfare quel pubblico trasversale che ama la letteratura e il cinema e resiste alla banalità dei pregiudizi. Purtroppo però la traduzione questa volta non funziona e l’omonimo libro di Richler eccede la versione di Richard J. Lewis, rendendo la sua conversione mediale trascurabile. La versione di Barney è un film ‘gentile’, scritto e pensato da gentili, goym (non ebrei) gli avrebbe probabilmente chiamati l’ingovernabile Panofsky, che nel romanzo omonimo si racconta senza misura e in prima persona. Il regista, impegnato un decennio sulla scena del crimine (CSI), rinuncia consapevolmente all’uso della voce fuori campo del narratore, che non sempre è segno di difficoltà narrativa, prendendo così le distanze dal protagonista e lasciando che sia l’intreccio a prevalere sul personaggio. Smarcandosi dalla fedeltà e appagato dall’esaltazione del tradimento, Lewis preferisce una ‘versione’ conciliata e conciliante di Barney, che manca l’identità ebraica e l’umorismo yiddish di Richler. Preoccupato forse della ‘diversità’ di Panofsky il regista finisce per renderlo troppo uguale a troppi eroi da melodramma, perdendo la peculiarità di un buontempone disprezzato da rabbini e gentili, sempre pronto a sacrificare verità e relazioni per una buona battuta. Una battuta che veicola sempre sentimenti profondi e sfoga un’energia nervosa a lungo trattenuta. A incarnare meglio del protagonista Paul Giamatti la straordinarietà espressiva dello spirito yiddish è il padre di Dustin Hoffman, attore ebreo e per questo probabilmente emotivamente prossimo al Barney letterario e in grado di riconoscerne e impiegarne l’umorismo e la superiorità paranoide. L’Izzy Panofsky di Hoffman smaschera l’ordinarietà del Barney cinematografico, ereditando la pungente critica sociale di Richler e la sua precisa (e penetrante) ricognizione dei più piccoli dettagli della vita sociale. Mazel tov al piccolo grande uomo. Marzia Gandolfi
REGIA: Mario Martone SCENEGGIATURA: Anna Banti, Mario Martone, Giancarlo De Cataldo ATTORI: Luigi Lo Cascio, Valerio Binasco, Toni Servillo, Francesca Inaudi, Andrea Bosca, Luca Zingaretti, Guido Caprino, Renato Carpentieri, FOTOGRAFIA: Renato Berta MUSICHE: Hubert Westkemper PAESE: Italia 2010 GENERE: Drammatico, Storico DURATA: 170 Min
Tre ragazzi del sud (Domenico, Angelo e Salvatore) reagiscono alla pesante repressione borbonica dei moti del 1828 che ha coinvolto le loro famiglie affiliandosi alla Giovane Italia. Attraverso quattro episodi che li vedono a vario titolo coinvolti vengono ripercorse alcune vicende del processo che ha portato all'Unità d'Italia. A partire dall'arrivo nel circolo di Cristina Belgioioso a Parigi e al fallimento del tentativo di uccidere Carlo Alberto nonché all'insuccesso dei moti savoiardi del 1834. Questi eventi porteranno i tre a dividersi. Angelo e Domenico, di origine nobiliare, sceglieranno un percorso diverso da quello di Salvatore, popolano che verrà addirittura accusato da Angelo (ormai votato all'azione violenta ed esemplare) di essere un traditore della causa. Sarà con lo sguardo di Domenico che osserveremo gli esiti di quel processo storico che chiamiamo Risorgimento. Assistendo al lungo film di Martone che ha l'andamento classico di quelli che un tempo si chiamavano sceneggiati televisivi (senza che in questa annotazione ci sia alcunché di riduttivo) si ha la sensazione di un deja vu. Perché il cinema italiano non scopre certo con Noi credevamo i lati oscuri e le contraddizioni del Risorgimento. Chi ricorda opere come Allonsanfan, Quanto è bello lu murire acciso o Bronte sa che in materia ci si è già espressi con opere di assoluto vigore. E' però vero che l'occasione del centocinquantenario dell'Unità d'Italia e il revisionismo storico dominante (che vede il Risorgimento come una sciagura per il Nord) quasi impongono una rivisitazione del tema che Martone mette in scena con accuratezza filologica (anche se restano misteriose alcune strutture in cemento armato) e con un'attenzione iconografica da sussidiario degli anni Sessanta (con un Mazzini già vecchio nel 1830 quando aveva venticinque anni). L'idea di seguire le vicende (in parte storiche e in parte frutto di immaginazione) dei tre protagonisti che accompagnano lo spettatore nella non semplice articolazione delle posizioni che vedevano contrapposti i fautori dell'unità può senz'altro essere efficace se distribuita televisivamente in due serate. Lo è meno se si pensa a un'opera della durata di tre ore e mezza circa. Perché si finisce con il disperdersi nella pur acuta e documentata ricostruzione. Resta comunque viva, oltre alla consapevolezza di trovarsi dinanzi a un'opera non di occasione e sicuramente non celebrativa, la sensazione di una coazione a ripetere della politica italiana. Oltre alla divisione in due fronti (all'epoca repubblicani e monarchici con tanto di trasmigrazioni da un fronte all'altro) emerge con assoluta chiarezza la quasi genetica incapacità a fare fronte comune, la spinta inarrestabile a dividersi a diffidare gli uni degli altri all'interno dello stesso schieramento. La lettura con uno sguardo che ha origine al sud ribalta poi le tesi leghiste senza essere nostalgica della dominazione borbonica ma non nascondendosi le problematiche lasciate irrisolte da una fase storica di cui il popolo, come spesso accade, ha finito con l'essere più spettatore o oggetto che non protagonista in grado di decidere del proprio futuro. Il Parlamento vuoto in cui un determinato e non conciliante Crispi pronuncia il suo discorso marca simbolicamente la morte di un'utopia. Giancarlo Zappoli
David Fincher ha fatto razzia di premi, vincendo quasi tutto quello che c’era da vincere. Miglior film, regia, sceneggiatura e colonna sonora per il suo The Social Network, ormai lanciatissimo verso gli Oscar.
Miglior film drammatico: The Social Network
Miglior film comico o musicale: The Kids Are All Right
Miglior regista: David Fincher, The Social Network
Miglior attore di un film drammatico: Colin Firth, The King’s Speech;
Miglior attrice di un film drammatico: Natalie Portman, Black Swan; Miglior attore di un film comico o musicale: Paul Giamatti, Barney’s Version
Miglior attrice di un film comico o musicale: Annette Bening, The Kids Are All Right
Miglior attore non protagonista: Christian Bale, The Fighter
Miglior attrice non protagonista: Melissa Leo, The Fighter
Miglior colonna sonora originale: Trent Reznor, Atticus Ross, The Social Network
Miglior canzone originale: “You Haven’t Seen the Last of Me,” (scritta da Diane Warren), Burlesque
Miglior film in lingua straniera: In un mondo migliore
Miglior film animato: Toy Story 3
Miglior sceneggiatura: Aaron Sorkin, The Social Network
Premio speciale Cecil B. DeMille: Robert De Niro via : ww.cineblog.it
Vastissima la scelta per questo genere di pellicole. Dunque, difficile sarà la decisione: più scene di sangue o più spazio all’indagine? Più atmosfere inquietanti o più descrizione dei personaggi? Proponiamo, prima di tutto, quello che può essere considerato il “principe” del genere:
PSYCHO di Alfred Hitchcock – USA 1960
SEVEN di David Fincher – USA 1995
IL COLLEZIONISTA DI OSSA di Phillip Noyce – USA 1999
Ed in aggiunta, un tributo al genere ereditato da una rispettabile serie Tv di successo:
CSI – SCENA DEL CRIMINE – SEPOLTO VIVO di Quentin Tarantino
Si può racchiudere un ’secolo di cinema’ in un video di 11 minuti? Difficile, se non impossibile. Eppure un utente di YouTube ha tentato l’impresa, partendo in realtà dal 1920, bruciando quindi 10 anni dal ’secolo’ annunciato. Vero è che più della metà del video prende in esame i film approdati in sala dagli anni 80 in poi, con gli ultimi 20 che occupano ben 4 minuti, ma è innegabile che l’idea è simpatica e decisamente ben realizzata. Non trovate anche voi? Ed ora provate ad indovinare più titoli che potete!
REGIA: Sam Mendes ATTORI: John Krasinski, Maya Rudolph, Maggie Gyllenhaal, Jeff Daniels, Carmen Ejogo, Jim Gaffigan, PAESE: Gran Bretagna, USA 2009 GENERE: Commedia, Drammatico, Sentimentale DURATA: 98 Min
Burt e Verona sono una coppia non sposata di trentenni in attesa di una bambina. Sono convinti che dopo la nascita i genitori di lui (quelli di lei sono morti) saranno lieti di partecipare alla loro felicità nel veder crescere la piccola giorno dopo giorno. Quando scoprono che invece i due hanno deciso di partire per il Belgio (meta che sognavano da anni) restano profondamente sconcertati. Con Verona ormai al sesto mese vanno in cerca di amicizie del passato o di parenti con cui poter condividere la gioia della nascita intraprendendo così un viaggio da Miami al Canada. Gli incontri che faranno saranno occasione di riflessione. Frank e April Wheeler (i protagonisti del suo capolavoro Revolutionary Road) sono ancora vivi per Sam Mendes. Solo che questa volta non sono i protagonisti ma i comprimari di una storia che sembra girata da un regista indipendente e non dal regista di un film vincitore di cinque Oscar (American Beauty). Attenzione: quanto sopra è detto come constatazione di un pregio e non di un difetto. Mendes si rimette in gioco con una coppia positiva (e questo ha dato fastidio a più d'uno di quei critici che al cinema amano vedere solo storie in cui 'tutto' si rivela negativo). Burt e Verona si sentono fortemente legati. Sono una ‘coppia' nel senso più positivo della parola (anche se lei non ritiene necessaria la formalizzazione del matrimonio) con gli slanci e le difficoltà di ogni coppia. Vorrebbero per chi sta per nascere l'ambiente migliore e lo vanno a cercare (Away We Go è il titolo originale da noi come al solito stravolto), convinti come sono che ci sia chi ha vissuto e vive la genitorialità in maniera positiva. Purtroppo incontrano varie versioni attualizzate dei Wheeler. C'è chi ferisce in continuazione i propri figli nell'intimo pretendendo che non se ne accorgano. C'è chi è abbarbicato a teorie new age tanto superficiali quanto soddisfacenti per degli ego smisurati. C'è chi vive con estrema insicurezza la propria vita di madre. In questo on the road in cui per la prossima generazione sembra non esserci speranza i due protagonisti approderanno infine a un porto che non sappiamo quanto sarà sicuro. A noi spettatori viene lasciata però la certezza che si possa cercare, nonostante tutto, di restare una coppia nel senso pieno del termine e di divenire, passo dopo passo, due esseri umani che apprendono il difficile mestiere di essere genitori. Sbagliando anche, ma con la consapevolezza che i figli non sono una proprietà ma un'opportunità. Da non perdere. Giancarlo Zappoli
REGIA: Guido Chiesa SCENEGGIATURA: Guido Chiesa, Nicoletta Micheli, Filippo Kalomenidis ATTORI: Nadia Khlifi, Rabeb Srairi, Mustapha Benstiti, Giorgio Colangeli, Fabrizio Gifuni MUSICHE: Nicola Tescari PAESE: Italia 2010 GENERE: Drammatico DURATA: 103 Min Note: in Concorso al Festival di Roma 2010
Maria è una giovane figlia di pastori promessa in sposa a Giuseppe di Nazareth, un vedovo con due figli, pronto ad accettare il mistero della sua gravidanza. Lasciata la sua casa, si trova a che fare con il fratello più anziano di Giuseppe, Mardocheo, che detta legge e cresce i figli intimando loro disciplina e sottomissione. Dando alla luce Gesù, Maria si prenderà la responsabilità di sovvertire molte regole della cultura patriarcale, dalla scelta del nome alla somministrazione del colostro al rifiuto della circoncisione. Gesù cresce dunque nella piena fiducia della madre e nella convinzione che non tutte le leggi indicate dai sacerdoti siano davvero espressione della volontà divina, specie quelle che richiedono sacrifici e violenze. Io sono con te è il film con cui Guido Chiesa ha voluto illuminare la “terza dimensione” di Cristo: non il Figlio, non il Padre, ma la madre, vale a dire la parte che Maria ha giocato nell’educazione del bambino, rispondendo alle sue difficili domande o perdonando ciò che alle altre madri pareva illogico perdonare. La volontà è quella di ribaltare l’immagine di lei a cui siamo usi, quella cioè di una donna sostanzialmente passiva, che si affida alla volontà di un superiore, in quella di una donna molto giovane ma dalle idee chiare e dal coraggio indubbio, che si fida solo della propria coscienza e del proprio sentire, anche quando appare socialmente scandaloso. La protagonista fa dunque quello che, su un altro livello, fa il film stesso: riconduce le leggi divine a prodotti degli uomini, dettati dalla loro cultura e mirati a preservarla. Chiesa accantona la spiegazione sovrannaturale, non rifiutandola apertamente ma certamente non accreditandola e deridendone le interpretazioni letterali e ingenue (nella scena in cui i magi testano Gesù bambino quasi fosse Neo in “Matrix”), perché ciò che gli interessa è probabilmente affermare che un’educazione speciale può crescere un essere speciale e il rifiuto di dettami ottusi e maschilisti può cambiare la storia anche oggi, come lo ha fatto duemila anni fa. La messa in scena è minimale, con un vertice di crudezza in corrispondenza del clou, ovvero della natività, spogliata di qualsiasi enfasi, nella scenografia come nella fotografia e nel montaggio (rapido, secco), ma non per questo manca mai di cura, di attenzione ai colori, di naturalezza nei dialoghi, di verità nei volti. Marianna Cappi
Storie di persone che ad un certo punto della loro vita si sono “bloccate”, come avessero smarrito la strada di casa: per la morte di un familiare, per un divorzio, per il trauma della guerra. E che dopo un tempo indefinito, hanno ricominciato a vivere.
NOI DUE SCONOSCIUTIdi Susanne Bier – USA, Gran Bretagna 2007
Ecco a voi il cortometraggio dedicato al mondo preistorico de l'Era glaciale che vede ancora una volta protagonisti il nostro scoiattolino e la sua nocciolina.
Il quarto film della serie, ovviamente oggetto della promozione, si chiamerà Ice Age: Continental Drift (letteralmente La deriva dei continenti) e uscirà negli usa il 13 luglio 2012.
Venerdì 14 gennaio inizia l'attesa rassegna cineforum "Diversi Orizzonti", che prevede la presentazione iniziale e anche il dibattito/approfondimento alla fine del film.
14 gennaio
IO SONO CON TE di Guido Chiesa, Italia 2010 (proiezione anche alle ore 15.30)
21 gennaio
NOI CREDEVAMO di Mario Martone, Italia, Francia 2010
28 gennaio
I FIORI DI KIRKUK di Fariborz Kamkari, Italia, Svizzera, Iraq 2010
04 febbraio
WE WANT SEX di Nigel Cole, Gran Bretagna 2010
11 febbraio
UNA VITA TRANQUILLA di Claudio Cupellini, Italia, Germania, Francia 2010
18 febbraio
PRECIOUS di Lee Daniels, USA 2009
25 febbraio
TAMARA DREWE - TRADIMENTI ALL'INGLESE di Stephen Frears, Gran Bretagna 2010
04 marzo
L'ESPLOSIVO PIANO DI BAZIL di Jean-Pierre Jeunet, Francia 2009
11 marzo
IN UN MONDO MIGLIORE di Susanne Bier, Danimarca, Svezia 2010
18 marzo
L'ILLUSIONISTA di Sylvain Chomet, Gran Bretagna, Francia 2010
25 marzo
IL RESPONSABILE DELLE RISORSE UMANE di Eran Riklis, Israele, Germania, Francia 2010
Durante gli ultimi/primi giorni dell'anno sono d'obbligo le classifiche di fine anno. vi proponiamo questa interessante classifica "decennale" proposta da cineblog.
Con il decennio 2000/2010 andato ormai in soffitta, possiamo finalmente stilare una Top100 dei film più visti al mondo. Dividendo gli incassi mondiali (inflazione esclusa) per il prezzo medio del biglietto negli Usa degli anni in cui le varie pellicole sono uscite in sala è uscita una ricca Top100 dai dati decisamente molto interessanti, con Avatar di James Cameron ovviamente davanti a tutti.
I 100 Film più visti del decennio 2001-2010 nel Mondo
370.607.000 spettatori - Avatar(2009)
185.588.000 spettatori - Il Signore degli Anelli il Ritorno del Re (2003)
172.208.000 spettatori - Harry Potter e la Pietra Filosofale (2001)
162.778.000 PIRATI DEI CARAIBI - LA MALEDIZIONE DEL FORZIERE FANTASMA (2006)
158.916.000 IL SIGNORE DEGLI ANELLI - LE DUE TORRI (2002)
153.587.000 IL SIGNORE DEGLI ANELLI - LA COMPAGNIA DELL’ANELLO (2001)
151.222.000 HARRY POTTER E LA CAMERA DEI SEGRETI (2002)
148.115.000 SHREK 2 (2004)
143.930.000 ALLA RICERCA DI NEMO (2003)
141.428.000 SPIDER-MAN (2002)
139.765.000 HARRY POTTER E IL CALICE DI FUOCO (2005)
139.680.000 PIRATI DEI CARAIBI - AI CONFINI DEL MONDO (2007)
139.540.000 IL CAVALIERE OSCURO (2008)
136.366.000 HARRY POTTER E L’ORDINE DELLA FENICE (2007)
133.720.000 TOY STORY 3 (2010)
132.418.000 STAR WARS EPISODIO III -LA VENDETTA DEI SITH (2005)
129.490.000 SPIDER-MAN 3 (2007)
128.840.000 ALICE IN WONDERLAND (2010)
128.115.000 HARRY POTTER E IL PRIGIONIERO DI AZKABAN (2004)
126.215.000 SPIDER-MAN 2 (2004)
124.533.000 HARRY POTTER E IL PRINCIPE MEZZOSANGUE (2009)
123.068.000 MATRIX RELOADED (2003)
118.227.000 L’ERA GLACIALE 3 (2009)
116.225.000 LE CRONACHE DI NARNIA: LA STREGA, IL LEONE E L’ARMADIO (2005)
116.133.000 SHREK TERZO (2007)
115.755.000 IL CODICE DA VINCI (2006)
111.507.000 TRANSFORMERS 2 (2009)
111.421.000 HARRY POTTER E I DONI DELLA MORTE - PARTE 1 (2010)
110.309.000 STAR WARS EPISODIO II - L’ATTACCO DEI CLONI (2002)
109.554.000 INDIANA JONES E IL REGNO DEL TESCHIO DI CRISTALLO (2008)
108.507.000 PIRATI DEI CARAIBI - LA MALEDIZIONE DELLA PRIMA LUNA (2003)
103.820.000 INCEPTION (2010)
103.154.000 TRANSFORMERS (2007)
102.627.000 2012 (2009)
101.674.000 GLI INCREDIBILI (2004)
100.061.000 L’ERA GLACIALE 2 (2006)
98.454.000 LA PASSIONE DI CRISTO (2004)
97.507.000 UP (2009)
94.640.000 TWILIGHT SAGA: NEW MOON (2009)
93.056.000 SHREK E VISSERO FELICI E CONTENTI (2010)
92.827.000 MONSTER’S & CO. (20019
92.309.000 LA GUERRA DEI MONDI (2005)
90.717.000 007 CASINO ROYALE (2006)
90.654.000 RATATOUILLE (2007)
87.980.000 KUNG FU PANDA (2008)
87.709.000 UNA NOTTE AL MUSEO (2006)
87.648.000 THE DAY AFTER TOMORROW (2004)
87.230.000 TWILIGHT SAGA: ECLIPSE (2010)
86.964.000 HANCOCK (2008)
85.880.000 KING KONG (2005)
85.583.000 SHREK (2001)
85.072.000 IO SONO LEGGENDA (2007)
84.930.000 MAMMA MIA! (2008)
84.108.000 MADAGASCAR 2 (2008)
83.188.000 MI PRESENTI I TUOI (2004)
83.104.000 MADAGASCAR (2005)
81.629.000 007 QUANTUM OF SOLACE (2008)
81.504.000 IRON MAN (2008)
80.364.000 UNA SETTIMANA DA DIO (2003)
80.096.000 TROY (2004)
79.628.000 OCEAN’S ELEVEN (2001)
79.363.000 PEARL HARBOR (2001)
78.210.000 IRON MAN 2 (2010)
76.613.000 I SIMPSON - IL FILM (2007)
75.501.000 LA MUMMIA 2 - IL RITORNO (2001)
76.041.000 MEN IN BLACK 2 (2002)
75.754.000 L’ULTIMO SAMURAI (2003)
74.602.000 MR & MRS SMITH (2005)
74.354.000 007 - IL DOMANI NON MUORE MAI (2002)
74.103.000 LA FABBRICA DI CIOCCOLATO (2005)
72.604.000 WALL-E (2008)
71.873.000 TERMINATOR 3 (2003)
70.862.000 MATRIX REVOLUTIONS (2003)
70.530.000 CARS (2006)
70.258.000 SIGNS (2002)
70.137.000 X-MEN 3 (2006)
69.733.000 SHERLOCK HOLMES (2009)
67.960.000 CATTIVISSIMO ME (2010)
67.611.000 X-MEN 2 (2003)
66.482.000 IL MISTERO DELLE PAGINE PERDUTE (2007)
66.293.000 300 (2007)
65.972.000 L’ERA GLACIALE (2002)
65.159.000 JURASSIC PARK III (2001)
64.787.000 ANGELI E DEMONI (2009)
64.360.000 THE BOURNE ULTIMATUM (2007)
63.993.000 PLANET OF THE APES (2001)
63.459.000 IL MIO GROSSO GRASSO MATRIMONIO GRECO (2002)
62.333.000 UNA NOTTE DA LEONI (2009)
62.250.000 DRAGON TRAINER (2010)
62.138.000 HANNIBAL (2001)
62.037.000 SCONTRO TRA TITANI (2010)
61.686.000 MINORITY REPORT (2002)
61.360.000 RUSH HOUR 2 (2001)
60.748.000 MISSION: IMPOSSIBLE III (2006)
60.602.000 PROVA A PRENDERMI (2002)
59.709.000 SUPERMAN RETURNS (2006)
59.147.000 SHARKTALE (2004)
59.080.000 ALVIN SUPERSTAR 2 (2009)
58.671.000 HAPPY FEET (2006)
58.454.000 LE CRONACHE DI NARNIA: IL PRINCIPE CASPIAN (2008)