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Quasi amici

ven 20_4 ore 21.15
sab 21_4 ore 21.15
dom 22_4 ore 18.00 - 21.00

ven 27_4 ore 21.15
sab 28_4 ore 21.15
dom 29_4 ore 18.00 - 21.00

GENERE: Commedia
REGIA: Olivier Nakache, Eric Toledano
ATTORI: François Cluzet, Omar Sy, Anne Le Ny, Audrey Fleurot, Clotilde Mollet, Alba Gaïa Kraghede Bellugi, Cyril Mendy, Christian Ameri, Grégoire Oestermann, Joséphine de Meaux
MUSICHE: Ludovico Einaudi
PAESE: Francia 2011
DURATA: 112 Min

Sito Italiano
Sito Ufficiale


Trama Quasi amici, ispirato ad una storia vera, racconta l'incontro tra due mondi apparentemente lontani. Dopo un incidente di parapendio che lo ha reso paraplegico, il ricco aristocratico Philippe assume Driss, ragazzo di periferia appena uscito dalla prigione, come badante personale. Per dirla senza troppi giri di parole, la persona meno adatta per questo incarico. L'improbabile connubio genera altrettanto improbabili incontri tra Vivaldi e gli Earth, Wind and Fire, dizione perfetta e slang di strada, completi eleganti e tute da ginnastica. Due universi opposti entrano in rotta di collisione ma per quanto strano possa sembrare prima dello scontro finale troveranno un punto d'incontro che sfocerà in un’amicizia folle, comica, profonda quanto inaspettata.

Recensione
La vita derelitta di Driss, tra carcere, ricerca di sussidi statali e un rapporto non facile con la famiglia, subisce un'impennata quando, a sorpresa, il miliardario paraplegico Philippe lo sceglie come proprio aiutante personale. Incaricato di stargli sempre accanto per spostarlo, lavarlo, aiutarlo nella fisioterapia e via dicendo Driss non tiene a freno la sua personalità poco austera e contenuta. Diventa così l'elemento perturbatore in un ordine alto borghese fatto di regole e paletti, un portatore sano di vitalità e scurrilità che stringe un legame di sincera amicizia con il suo superiore, cambiandogli in meglio la vita.
Il campione d'incassi in patria (con cifre spaventose) è anche un campione d'integrazione tra i più classici estremi. La Francia bianca e ricca che incontra quella di prima generazione e mezza (nati all'estero ma cresciuti in Francia), povera e piena di problemi. Utilizzando la cornice della classica parabola dell'alieno che, inserito in un ambiente fortemente regolamentato ne scuote le fondamenta per poi allontanarsene (con un misto di Mary Poppins e Il cavaliere della valle solitaria), i registi Olivier Nakache e Eric Toledano realizzano anche un film tra i più ottimisti sulle tensioni che attraversano la Francia moderna.
Mescolando archetipi da soap (anche i ricchi piangono), la favola del vivere semplice e autentico come ricetta di vera felicità e un pizzico di “fatti realmente accaduti”, a cui gli autori sembrano tenere molto (l'autenticità viene ricordata in apertura e di nuovo in chiusura con i volti dei veri personaggi), Quasi amici riesce a mettere in scena un racconto che scaldi il cuore e rischiari l'animo a furia di risate liberatorie (l'uinca possibile formula che porti incassi stratosferici) senza procedere necessariamente per le solite vie.
La storia di Philippe e Driss non segue la canonica scansione da commedia romantica, non procede per incontro/unione/scontro/riconciliazione finale ma ha un andamento più ondivago, che fiancheggia la crisi del rapporto e le sue difficoltà senza mai forzare il realismo.
Pur concedendo molto a quello che piace pensare, rispetto al modo in cui realmente vanno le cose, il duo Olivier Nakache e Eric Toledano riesce nell'impresa non semplice di infondere un'aria confidenziale ad un film che poteva facilmente navigare le acque del favolismo.
Molto è merito di un casting perfetto che, si scopre alla fine, ha avuto il coraggio di allontanarsi parecchio dalle fisionomie dei personaggi originali. Sul corpo statuario sebbene non perfettamente scolpito (come sarebbe invece accaduto in un film hollywoodiano) di Omar Sy passano infatti tutte le istanze del film. Dai suoi sorrisi alle sue incertezze fino alla sua determinatezza, ogni momento è deciso a partire da quello che l'uomo nero può significare nella cultura francese odierna. Elemento pericoloso quando vuole spaventare un fidanzato che merita una lezione o un arrogante vicino che ingombra il passaggio, indifesa vittima della società quando ha bisogno di un aiuto, forza primordiale e vitale quando balla e infine carattere autentico quando tenta approcci improbabili con le algide segretarie. Gabriele Niola

Approfondimenti
Rassegna stampa
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A simple life

ven 13_4 ore 21.15
 
Locandina A simple life 
GENERE: Drammatico
REGIA: Ann Hui
SCENEGGIATURA: Susan Chan, Yan-lam Lee
ATTORI: Andy Lau, Deanie Yip, Tsui Hark, Anthony Wong, Qin Hailu, Wang Fulin, Chin Pei
PAESE: Cina, Hong Kong 2011
DURATA: 117 Min

NOTE:
Presentato in concorso al Festival di Venezia 2011
 
 
 
 
Trama
Ispirato a fatti e persone reali, il film narra la storia di Chung Chun-Tao, detta Ah Tao, nata a Taishan, in Cina. Il padre adottivo muore durante l’occupazione giapponese e la madre la manda a lavorare. Appena adolescente, Chung Chun-Tao diventa una "amah", una serva, per la famiglia Leung, condividendone la vita quotidiana. Col tempo alcuni membri della famiglia passano a miglior vita e altri emigrano. Trascorsi sessant'anni, Ah Tao è ora al servizio di Roger, l'unico della famiglia rimasto a Hong Kong, dove lavora nell'industria cinematografica. Un giorno, tornando a casa, Roger trova la donna in preda a un ictus e la porta precipitosamente in ospedale. Una volta fuori pericolo, Ah Tao gli comunica di volersi ritirare in un ospizio.
 
Recensione
Tra l'anziana amah (domestica) Ah Tao e il suo padrone, l'attore cinematografico Roger, si instaura un rapporto che assomiglia a quello tra una madre e il proprio figlio, destinato a intensificarsi durante la degenza in ospedale di Ah Tao.
Una lunga carriera come quella di Ann Hui, dedita sin dagli inizi alla denuncia di storture della società e alla raffigurazione di spaccati di quotidianità raramente visti su grande schermo, non poteva che trovare coronamento in un film come A Simple Life, che già nel titolo pare assurgere a summa della poetica della regista. La storia di Ah Tao è quella esemplare della vita di una persona semplice, una donna costretta dagli eventi a trascorrere sin dall'infanzia una vita al servizio degli altri, ma che a questa condizione ha saputo infondere dignità e passione; una donna, a prescindere dallo status, speciale e unica, proprio come il fiocco di neve del vetusto stereotipo.
Riecheggia qualcosa di Ozu nella dinamica servo-famiglia, ma la cifra stilistica è inconfondibilmente quella di Ann Hui, che accarezza con la macchina da presa i corpi dei suoi personaggi, ma soprattutto le espressioni, anche le meno percettibili, carpendo sguardi e ammiccamenti furtivi tra due personaggi che spesso non necessitano di parole per comunicare il reciproco affetto. Quello che arriva al pubblico in una sorta di empatia che supera lo schermo e cresce man mano che Roger e Ah Tao capiscono di rappresentare la famiglia nella sua totalità l'uno per l'altro.
Proprio quell'Andy Lau che la Hui lanciò nel lontano 1982 di Boat People torna, ormai superstar, nei panni del protagonista di A Simple Life, privandosi di ogni glamour e dimostrando per la prima volta di accettare la sua mezza età e l'inesorabile verdetto del tempo che passa.
A fianco di Lau, diversi i cameo di celebrità del cinema di Hong Kong, tra cui un sorprendente Tsui Hark, che – con Andy Lau e Sammo Hung – riforma, in una breve parentesi di cinema nel cinema, la trimurti a cui dobbiamo Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma. Una lezione di compostezza e raffinata gestione dei sentimenti da un'instancabile osservatrice della vita umana. Emanuele Sacchi
 
Approfondimenti
 


Biancaneve


dom 8_4 (Pasqua) ore 18.00 - 21.00
lun 9_4 ore 18.00 - 21.00 
sab 14_4 ore 21.15
dom 15_4 ore 18.00 - 21.00

Locandina Biancaneve
GENERE: Commedia, Drammatico, Fantasy
REGIA: Tarsem Singh
SCENEGGIATURA: Melissa Wallack, Jason Keller
ATTORI: Julia Roberts, Lily Collins, Armie Hammer, Sean Bean, Nathan Lane, Mare Winningham, Michael Lerner, Robert Emms, Martin Klebba,

PAESE: USA 2012
DURATA: 106 Min







Trama
Dopo la scomparsa dell'amatissimo Re, la perfida moglie assume il controllo del regno e tiene la bellissima figliastra diciottenne, Biancaneve, rinchiusa nel palazzo. Ma quando la principessa conquista il cuore di un affascinante e ricco principe di passaggio, la Regina, in preda alla gelosia, relega la ragazza in una foresta vicina. Biancaneve trova ospitalità presso una simpatica gang di sette nani ribelli e generosi, che la aiutano a trovare il coraggio di lottare per salvare il suo paese dalla Regina Cattiva.

Critica
Efficace nella rappresentazione di una regina cattiva che grazie a Julia Roberts si guadagna una buona metà delle scene e intelligente nel suo miscuiglio fra archetipi tipici della fiaba e riferimenti alla contemporaneità, il film non rende sempre giustizia al talento del suo autore. Meno visonario e trasgressivo del solito, Tarsem resta nei ranghi e non cede al lato oscuro di un racconto che ha sempre avuto le sue suggestioni nere. Il premio per la migliore interpretazione va certamente ai 7 nani. Carola Proto