Monuments Men
sab 1_03 ore 21.15
dom 2_03 ore 18.00 e 21.00
GENERE: Azione, Drammatico
ANNO: 2014
REGIA: George Clooney
SCENEGGIATURA: George Clooney, Grant Heslov
ATTORI: Matt Damon, George Clooney, Cate Blanchett, John Goodman, Bill Murray, Jean Dujardin, Lee Asquith-Coe
ANNO: 2014
REGIA: George Clooney
SCENEGGIATURA: George Clooney, Grant Heslov
ATTORI: Matt Damon, George Clooney, Cate Blanchett, John Goodman, Bill Murray, Jean Dujardin, Lee Asquith-Coe
FOTOGRAFIA: Phedon Papamichael
PAESE: USA
DURATA: 118 Min
PAESE: USA
DURATA: 118 Min
Trama
Mentre le forze alleate stanno sferrando il loro
attacco alla Germania lo storico dell'arte Frank Stokes ottiene
l'autorizzazione da Roosevelt in persona per mettere insieme un gruppo
di esperti che cerchi di recuperare le opera d'arte che Hitler ha fatto
portare via e nascondere in previsione della costruzione del
mastodontico Museo del Fuhrer. In caso di sconfitta del Reich l'ordine è
di distruggerle. Si viene così a creare una compagnia formata da due
storici e un esperto d'arte, un architetto, uno scultore, un mercante,
un pilota britannico e un soldato ebreo tedesco per le traduzioni.
Escluso quest'ultimo i componenti del gruppo non hanno certo l'età dei
combattenti ma la loro missione non è priva di pericoli.
Recensione
Chi cerca in questo film il Clooney regista di Good Night, & Good Luck. e di Le Idi di marzo rimarrà deluso mentre chi ricorda l'acuto e divertito rivisitatore di generi di In amore niente regole
avrà l'occasione per godere di un film che non si vuole limitare però
alla ricostruzione filologica innervata da riferimenti alla realtà
storica. Perché la memoria corre a Il treno di John Frankenheimer ma anche, per la struttura di un gruppo costituito da personalità molto diverse tra di loro, a film che hanno ne La grande fuga
il loro vertice. Clooney però ha un obiettivo diverso in questi tempi
di omologazione di massa: ci vuole ricordare il valore dell'arte come
elemento che va oltre le generazioni ed alimenta la stessa esistenza di
ognuno di noi. Anche di coloro che ne sono ignari. Per questo sorge il
sospetto che alcuni interventi di Stokes (che in realtà era il
conservatore di Harvard Gerorge Stout) risultino didascalici ma siano
finalizzati a fornire qualche elemento di base a spettatori a cui la
scuola non li ha offerti. La scuola americana in primis ma non solo se,
come ci ricordano Lodoli e Piccioni in Il rosso e il bluci
sono studenti che chiedono se Piero della Francesca fosse un uomo o una
donna (e non è una battuta di sceneggiatura). La pattuglia di uomini
inadatti alla guerra ma pronti a rischiare la vita per delle opere
d'arte non è formata da attempati Indiana Jones (anche se non mancano i
carrelli della miniera e la Madonna di Bruges e il polittico di Ghent
prendono il posto dell'Arca dell'Alleanza). Sono uomini (e una donna
bollata dal marchio del collaborazionismo) che Clooney ci presenta nella
loro umanità pur non rinunciando a qualche stereotipizzazione di
troppo.
L'onestà del regista e sceneggiatore emerge comunque sin dall'apertura quando Stokes mostra una diapositiva dell'Abbazia di Montecassino distrutta da un bombardamento. Che non fu opera dei nazisti ma delle forze alleate. In quel preciso momento riemergono nella mente le immagini del Museo Archeologico di Bagdad saccheggiato senza che nessuno degli occupanti facesse nulla per impedirlo. La storia si ripeteva. Film come questo ci invitano a riflettere. Non rinunciando allo spettacolo. Giancarlo Zappoli
L'onestà del regista e sceneggiatore emerge comunque sin dall'apertura quando Stokes mostra una diapositiva dell'Abbazia di Montecassino distrutta da un bombardamento. Che non fu opera dei nazisti ma delle forze alleate. In quel preciso momento riemergono nella mente le immagini del Museo Archeologico di Bagdad saccheggiato senza che nessuno degli occupanti facesse nulla per impedirlo. La storia si ripeteva. Film come questo ci invitano a riflettere. Non rinunciando allo spettacolo. Giancarlo Zappoli
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