Immaturi

sabato 26_02 ore 21.15
domenica 27_02 ore 18 e 21


REGIA: Paolo Genovese
SCENEGGIATURA: Paolo Genovese
ATTORI: Ambra Angiolini, Raoul Bova, Ricky Memphis, Luca Bizzarri, Barbora Bobulova, Paolo Kessisoglu, Anita Caprioli, Giulia Michelini, Luisa Ranieri, Alessandro Tiberi,
PAESE: Italia 2011
GENERE: Commedia
DURATA: 108 Min

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Giorgio è uno psichiatra infantile che va in crisi alla notizia che potrebbe diventare padre, Lorenzo un agente immobiliare che per nulla al mondo lascerebbe il letto a castello e la colazione a letto che gli assicura la permanenza in casa dei genitori, Luisa è una manager separata con una figlia meno distratta di lei, Francesca una chef che cerca di disintossicarsi dall'appetito sessuale, Piero un dj che ascolta ogni notte le nostalgie altrui vivendo immerso nelle proprie e Virgilio quello che con una bugia, vent'anni prima, ha disintegrato il gruppo. Ora però i sei ex compagni di liceo si ritrovano, alla soglia dei quarant'anni, quando una raccomandata del ministero della pubblica istruzione annulla il loro esame di maturità e li obbliga a rifarlo.
Paolo Genovese, alla seconda regia in solitaria dopo il proficuo tandem con Luca Miniero, stana un incubo ricorrente di molti, trasformandolo in commedia romantica e associandosi al gusto per il ripescaggio di quell'età liminale che da qualche anno impazza sui social network, causando reazioni di imbarazzo e vergogna ma anche e soprattutto divertimento e nostalgia.
Il suo Immaturi si propone infatti di raccontare il grande freddo di una generazione che sulla carta non ha ragione di dirsi delusa, poiché si presume nata senza illusioni, relativista, accontentata o comunque capace di accontentarsi. Una considerazione discutibile, che val bene un film che l'argomenti, la confuti o l'approfondisca, ma Miniero non è ZanasiLucio Pellegrini e la sua è una commedia che bandisce per partito preso le amarezze e non mira né a commuovere né a far sbellicare ma cerca una terza via, un equilibrio e una felicità epicuree (per restare in tema). Un'opzione di per sé inattaccabile e persino ragionevolissima e auspicabile, nell'ottica di quel cinema medio nazionale tanto invocato per risollevare le sorti e i bilanci di casa e finalmente realtà, di questi mesi e di certi registi. Marianna Cappi

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