Com’è fatto … il FILM!
La scala dei piani
In questo terzo capitolo esploreremo la funzione della scala dei piani dell’inquadratura, la quale rappresenta gli elementi profilmici, a seconda della distanza che vi è tra ciò che viene ripreso e la macchina da presa.
Ricordiamoci sempre che l’inquadratura è un ritaglio dello spazio reale, nel quale il regista sceglie una parte dell’ambiente e dei soggetti.
la scala dei piani può inquadrare uno spazio molto ampio, come un paesaggio o l’ambiente circostante, fino ad arrivare a focalizzarsi su un minuscolo dettaglio.
La scelta di un determinato piano appartiene ovviamente al regista, il quale durante le riprese coordina ogni macchina da presa, e decide a seconda del messaggio e/o della sensazione che vuole lasciar trasparire il piano più adeguato.
Il primo di questa scala è:
Campo totale; la scena viene ripresa nella sua totalità. Usata soprattutto all’inizio di una sequenza importante, perchè il regista vuole mostrare agli spettatori l’ambiente in cui si svolgerà l’azione.
Campo lunghissimo; la figura del personaggio risulta rimpicciolita al massimo, perdendosi nel paesaggio circostante molto vasto.
Campo lungo; il soggetto è ancora immerso nell’ambiente, ma questa volta i suoi contorni sono più visibili e facilmente riconoscibili.
Campo medio; figure e paesaggio sono sullo stesso piano, solitamente il soggetto arriva ad occupare fino ai 2/3 dell’inquadratura. Spesso viene utilizzato nei film horror in quelle scene famose da brivido, quando lo spettro appare alla fine del corridoio buio, e si intravede la sua figura spaventosa.
Figura intera; il personaggio occupa tutta la verticale dell’immagine.
Piano americano; il soggetto viene inquadrato dalle ginocchia in sù. Questo piano prende il suo dai film western di un tempo, quando si voleva focalizzare l’attenzione sul torso dell’attore e soprattutto su braccia e mani, pronte a sparare!
Piano medio/mezza figura; la macchina si concentra sull’attore e riprende dall’ombelico in su. È frequente nelle scene di dialogo tra due o più attori.
Primo piano; Il personaggio viene inquadrato dalle spalle in su. È l’immagine che coincide con il culmine della tensione drammatica della scena, quando l’attenzione dello spettatore è tutta concentrata sull’espressione e sulla mimica dell’attore.
Primissimo piano; Il volto del personaggio è inquadrato dal collo in su e occupa l’intera superficie dell’inquadratura. Si utilizza spesso film horror, thriller, polizieschi, dove c’è molta tensione drammatica ma soprattutto per filmare il divo o la diva principale del film.
Particolare; l’inquadratura comprende soltanto una piccola parte del corpo umano, come un occhio o la bocca.
Dettaglio; non vi è nessuna presenza umana, solo alcuni oggetti inanimati o parte di essi.
Fatta questa distinzione vi aspettiamo alle prossime proiezioni, e non perdetevi la Grande Nottata Horror venerdì 10 gennaio!
Beatrice
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