Lasciati andare
gio 27_04 ore 21.15
sab 29_04 ore 21.15
dom 30_04 ore 18.00 - 21.15
GENERE: Commedia
ANNO: 2017
REGIA: Francesco Amato
ATTORI: Toni Servillo, Verónica Echegui, Luca Marinelli, Carla Signoris, Pietro Sermonti, Valentina Carnelutti, Vincenzo Nemolato, Carlo De Ruggieri, Paolo Graziosi, Giulio Beranek, Giacomo
SCENEGGIATURA: Francesco Bruni
FOTOGRAFIA: Vladan Radovic
MONTAGGIO: Luigi Mearelli
PAESE: Italia
DURATA: 102 Min
Trama
Elia Venezia è uno psicanalista che cura i suoi pazienti anche attraverso l'ipnosi. La sua pigrizia rasenta i languori di Oblomov, la sua taccagneria non riguarda solo il denaro ma anche le energie vitali, che conserva come se dovessero servirgli per qualche esistenza successiva. Anche il suo rapporto con la moglie Giovanna, da cui è separato in casa (ma l'appartamento in cui abitano è diviso strategicamente in due), sono improntati alla passività: lei gli lava la biancheria, gli cucina il polpettone e il venerdì lo trascina a teatro. Ma quando la ghiottoneria e il sovrappeso rischiano di creare ad Elia seri problemi di salute, lo psicanalista si vede costretto a fare ciò che detesta con tutto se stesso: un po' di esercizio fisico. Ad allenarlo sarà una improbabile personal trainer, la spagnola Claudia, sciroccata sempre pronta a cacciarsi nei guai ma dotata di una capacità speculare a quella di Elia: lui ristruttura le menti, lei i corpi. Inutile dire che la strana coppia finirà per rivelarsi una preziosa società di mutuo soccorso, e che fra Elia e Claudia nascerà una grande amicizia.
sab 29_04 ore 21.15
dom 30_04 ore 18.00 - 21.15
GENERE: Commedia
ANNO: 2017
REGIA: Francesco Amato
ATTORI: Toni Servillo, Verónica Echegui, Luca Marinelli, Carla Signoris, Pietro Sermonti, Valentina Carnelutti, Vincenzo Nemolato, Carlo De Ruggieri, Paolo Graziosi, Giulio Beranek, Giacomo
SCENEGGIATURA: Francesco Bruni
FOTOGRAFIA: Vladan Radovic
MONTAGGIO: Luigi Mearelli
PAESE: Italia
DURATA: 102 Min
Trama
Elia Venezia è uno psicanalista che cura i suoi pazienti anche attraverso l'ipnosi. La sua pigrizia rasenta i languori di Oblomov, la sua taccagneria non riguarda solo il denaro ma anche le energie vitali, che conserva come se dovessero servirgli per qualche esistenza successiva. Anche il suo rapporto con la moglie Giovanna, da cui è separato in casa (ma l'appartamento in cui abitano è diviso strategicamente in due), sono improntati alla passività: lei gli lava la biancheria, gli cucina il polpettone e il venerdì lo trascina a teatro. Ma quando la ghiottoneria e il sovrappeso rischiano di creare ad Elia seri problemi di salute, lo psicanalista si vede costretto a fare ciò che detesta con tutto se stesso: un po' di esercizio fisico. Ad allenarlo sarà una improbabile personal trainer, la spagnola Claudia, sciroccata sempre pronta a cacciarsi nei guai ma dotata di una capacità speculare a quella di Elia: lui ristruttura le menti, lei i corpi. Inutile dire che la strana coppia finirà per rivelarsi una preziosa società di mutuo soccorso, e che fra Elia e Claudia nascerà una grande amicizia.
Recensione
Al suo terzo lungometraggio di finzione dopo Ma che ci faccio qui! e Cosimo e Nicole,
Francesco Amato si cimenta con questa urban comedy cucita addosso a
Toni Servillo che presta ad Elia la sua fisicità leggermente appesantita
e il suo disincanto esistenziale, ma aggiunge una misura di tenerezza e
una vis comica finora poco vista (in lui) sul grande schermo.
Accanto a Servillo, Veronica Echegui sembra un tricche tracche in
perenne scoppiettio, sempre eccessiva e rumorosa, ma occasionalmente
capace di un'introspezione psicologica che non ha bisogno di diplomi e
lettini da analisi.
Intorno a loro si sviluppa una galleria di personaggi minori capitanata da Carla Signoris nel ruolo di Giovanna, campionessa di saggezza e di ironia: galleria che trova la sua espressione comica più alta in Luca Marinelli, ormai consacrato nell'olimpo degli interpreti più versatili del grande schermo nazionale, qui nei panni del patetico Ettore, un buono a nulla malinconico e balbuziente. Nota di merito anche per Giulio Beranek nei panni di un calciatore che avremmo voluto vedere più spesso in scena, e Vincenzo Nemolato in quelli di Yuri.
La sceneggiatura, firmata da Francesco Bruni e Davide Lantieri, oltre allo stesso Amato, è agile e misurata, flirta con lo stereotipo (che penseranno la comunità ebraica del braccino corto di Elia e quella ucraina dell'eloquio scomposto di Yuri?) e si lascia andare a microderive che fanno la differenza, in una commedia ben riuscita. Quel che manca è un po' di spazio di improvvisazione in una struttura (più filmica che narrativa) che trattiene Servillo entro i limiti della sua consumata disciplina teatrale, nonostante il titolo del film sia proprio un esplicito invito a "lasciarsi andare". Marinelli quello spazio di improvvisazione se lo prende senza indugi, e segna in rete con un goal da fantasista, invece che accontentarsi di un ruolo da mediano. Paola Casella
Intorno a loro si sviluppa una galleria di personaggi minori capitanata da Carla Signoris nel ruolo di Giovanna, campionessa di saggezza e di ironia: galleria che trova la sua espressione comica più alta in Luca Marinelli, ormai consacrato nell'olimpo degli interpreti più versatili del grande schermo nazionale, qui nei panni del patetico Ettore, un buono a nulla malinconico e balbuziente. Nota di merito anche per Giulio Beranek nei panni di un calciatore che avremmo voluto vedere più spesso in scena, e Vincenzo Nemolato in quelli di Yuri.
La sceneggiatura, firmata da Francesco Bruni e Davide Lantieri, oltre allo stesso Amato, è agile e misurata, flirta con lo stereotipo (che penseranno la comunità ebraica del braccino corto di Elia e quella ucraina dell'eloquio scomposto di Yuri?) e si lascia andare a microderive che fanno la differenza, in una commedia ben riuscita. Quel che manca è un po' di spazio di improvvisazione in una struttura (più filmica che narrativa) che trattiene Servillo entro i limiti della sua consumata disciplina teatrale, nonostante il titolo del film sia proprio un esplicito invito a "lasciarsi andare". Marinelli quello spazio di improvvisazione se lo prende senza indugi, e segna in rete con un goal da fantasista, invece che accontentarsi di un ruolo da mediano. Paola Casella
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