L'ultima Luna di Settembre
Venerdì 8 Dicembre ore 21:00
Venerdì d'essai
TRAMA
Quando l’anziano padre si ammala gravemente, Tulgaa, che da anni vive in città, torna al suo villaggio natale sulle remote colline della Mongolia per assisterlo. Il destino farà però il suo corso e poco dopo l’anziano verrà a mancare. Tulgaa decide di restare a vivere nella iurta del padre, per portare a termine il raccolto che l’uomo aveva promesso di completare prima dell’ultima Luna piena di settembre. Mentre lavora nei campi, Tulgaa incontra un bambino di dieci anni, Tuntuulei, che vive da solo con i nonni mentre la madre lavora in città. Tra i due nasce un rapporto inizialmente di sfida, ma che andrà via via ad allentarsi per far spazio a un legame di stima e condivisione. Negli incantevoli e sconfinati paesaggi di una terra ricca di tradizioni, Tulgaa prenderà il giovane Tuntuulei sotto la propria ala, scoprendo di essere in grado di dare al bambino tutto l’amore paterno che a lui non era stato mai concesso. Ma l’ultima Luna piena di settembre sta per arrivare, e a Tulgaa restano ormai pochi giorni da passare insieme a Tuntuulei prima di fare ritorno in città.
CRITICA
«Volevo che questo film fosse una lettera d’amore al patrimonio culturale mongolo» e l’ambizione non potrebbe essere stata meglio soddisfatta: si esce come stregati dalla visione di questo film, commossi dalla storia che racconta ma soprattutto affascinati da un mondo tanto lontano e misterioso.
Come il protagonista (interpretato dal regista esordiente), anche lo spettatore è invitato a compiere un viaggio: da anni trapiantato in città, Tulgaa viene chiamato al capezzale del padre, rimasto a vivere tra le remotissime colline della Mongolia, e lì decide di restare dopo la morte del genitore per portare a termine la falciatura dei campi.
L’amicizia con il piccolo Tuntuulei, che vive coi nonni mentre la madre lavora in città, aiuta a capire perché gli adulti vogliano fuggire dalla povertà delle campagne.
Ma la miseria e la fatica quotidiana finiscono per esaltare il fascino sottile di quel mondo così lontano e diverso, che la macchina da presa sembra accarezzare con i suoi lenti movimenti panoramici: qualcosa di magico e ipnotico, distante e magnetico, capace di farci scoprire un altro modo di vivere e di pensare. (iodonna.it)
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