Un altro giro

ven 04_06  ore 20:45
sab 05_06 ore 20:45
dom 06_06 ore 18:00 e ore 20:45

Genere: Drammatico

Anno: 2020
Regia: Thomas Vinterberg
Attori: Mads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Lars Ranthe, Magnus Millang, Maria Bonnevie, Susse Wold, Helene Reingaard Neumann
Paese: Danimarca
Durata: 115 min

TRAMA

Esiste una teoria per cui saremmo dovuti nascere con una piccola quantità di alcol nel sangue, poiché un leggero inebriamento apre al mondo le nostre menti, diminuendo i nostri problemi e aumentando la nostra creatività.

Incoraggiati da questa teoria, Martin e tre amici, tutti esausti docenti di scuola superiore, iniziano un esperimento per mantenere costante per tutta la giornata il livello di alcol nel sangue. Se Churchill aveva vinto la Seconda Guerra Mondiale stordito dall’alcol, che effetto potrebbero avere poche gocce su di loro e sui loro studenti?

I primi risultati sono positivi, così il piccolo progetto degli insegnanti si trasforma in una vera ricerca accademica. I risultati di entrambe le loro classi continuano a migliorare e il gruppo si sente di nuovo vivo! Un bicchierino dopo l’altro, alcuni partecipanti continuano a riscontrare miglioramenti mentre altri perdono il controllo. Diventa sempre più chiaro che, sebbene l’alcol abbia prodotto grandi risultati nella storia dell’umanità, l’audacia di certi gesti comporta delle conseguenze.

CRITICA

Dalla semplice lettura della trama e a un’analisi superficiale si potrebbe evincere che Un altro giro sia un’apologia dell’alcol e dell’alcolismo ma il film di Vinterberg non si può ridurre a una storia su quattro “ubriaconi”.  È invece un vero e proprio inno alla vita e alla speranza che niente è perduto neanche quando sembra che la nostra esistenza stia ormai prendendo una sola e triste direzione. Come succede a Martin, il personaggio interpretato da Mads Mikkelsen, alla sua ennesima impeccabile prova, un uomo schiacciato dalla monotonia e dall’insicurezza, che da un bicchiere di vino bevuto per far piacere ai suoi amici ritrova la voglia di ricominciare e di non accontentarsi. 

Thomas Vinterberg non vuole dare insegnamenti morali ma proporre degli spunti di riflessione sulle conseguenze non tanto dell’alcol, quelle si sanno eccome, ma di una società che porta spesso e facilmente a frustrazione e infelicità. I protagonisti, infatti, per dare una svolta alla loro vita cercano una scorciatoia per sentire di nuovo quell’ebbrezza e quell’entusiasmo che il lavoro, la famiglia, i problemi quotidiani spesso affondano. Ma una scorciatoia non può essere la soluzione e come si può immaginare per qualcuno “la cura dell’alcol” provocherà danni irreparabili.

Uno dei pregi del regista sta nel trattare un argomento serio, quale l’alcolismo, raccontando con umorismo e sfrontatezza una storia nella quale tutti si possono ritrovare, fregandosene dell’ormai imperante politicamente corretto. Una commedia scorretta e provocatoria, quindi, che riporta alla memoria il migliore cinema italiano, da Mario Monicelli al Marco Ferreri de La grande abbuffata, omaggio che Vinterberg ha ammesso apertamente alla Festa del Cinema di Roma 15. Martin, Nicolaj, Tommy e Peter sembrano usciti direttamente dalla mente dei due tra i più irriverenti autori italiani con la loro schiettezza e umanità, con il loro umorismo irresistibile e la voglia di essere liberi e disinibiti senza tener conto delle conseguenze.

Quella libertà che viene manifestata in tutta la sua bellezza nella danza finale e catartica di Mads Mikkelsen tra i suoi studenti in festa per la fine del liceo e con tutta la vita d’avanti, quella che Martin ha in parte sprecato ma che ora, tra l’ebbrezza e il dolore per un evento tragico recente, ha imparato a prendere dal verso giusto: così come viene.


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