Il grande passo

gio 15_10 ore 21:00
sab 17_10 ore 21:00
dom 18_10 ore 18:00

Genere: Commedia
Anno: 2019
Regia: Antonio Padovan
Attori: Stefano Fresi, Giuseppe Battiston, Flavio Bucci, Camilla Filippi, Roberto Citran, Teco Celio, Francesco Roder, Luisa De Santis, Vitaliano Trevisan, Ludovica Modugno, Pascal Zullino
Paese: Italia
Durata: 96 min



TRAMA
Da quando a sei anni, in una notte d’estate del 1969, Dario Cavalieri ha visto in diretta le immagini del primo sbarco dell’uomo sulla Luna, non ha mai smesso di volerci andare. ‘Luna Storta’, così lo chiamano in paese, ha dedicato tutta la sua vita a quel sogno impossibile, perché i sogni, come gli disse quella notte suo padre prima di scomparire senza dar più notizie di sé, sono la differenza tra gli esseri umani e gli animali.
Mario Cavalieri gestisce con la madre una sonnolenta ferramenta di quartiere a Roma, fino al giorno in cui la sua svogliatissima esistenza viene sconvolta dallo squillo del telefono. Suo fratello Dario ha causato un incendio ed è finito in prigione. La madre di Dario è morta da anni, il padre ha detto di non poter venire, così Mario si ritrova ad essere l’unico parente che può occuparsi di quel fratello che ha visto una sola volta in vita sua. Mario esita, riflette, dubita, poi decide di partire verso il nord.
I due fratelli, tanto simili fisicamente quanto differenti caratterialmente, si ritroveranno soli di fronte a un'impresa impossibile.

CRITICA
Favola lunare di Antonio Padovan (Finchè c'è prosecco c'è speranza), Il grande passo s'inscrive nella tradizione della commedia italiana, in cui si distingue senza sovvertirla.
Alla maniera del personaggio affaccendato e immerso di Giuseppe Battiston, il film di Padovan avanza per tentativi e (s)lanci che provano a staccare terra con risultati altalenanti. Il punto forte (e morbido) del film sono i due protagonisti, innocenti a piene mani, che smussano gli angoli di un mondo cinico.
A immagine dei suoi eroi ammaccati, Il grande passo è un film generoso. Generoso coi suoi personaggi e generoso nel suo elogio ai 'sognatori' che appena si mettono a parlare della Luna innalzano la prosa del quotidiano a un grado di rarefazione lirica toccante. Padovan non dimentica di mostrare il biasimo di cui sono bersaglio i visionari senza pigiare mai sul tasto della 'cattiveria'.
La costruzione ironica del personaggio fallimentare e inadeguato è bilanciata da una dolcezza che 'conviene' ai suoi antieroi comici, che coltivano la leggerezza a dispetto della 'gravità'. E la gravità diventa la condizione di misura di un film che scommette sulla Luna ma non decolla facendosi emblema della cronica difficoltà del cinema italiano a raccontare con suggestione storie e vite, cogliendone i tratti reali e mescolandoli a echi letterari. (mymovies.it)

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