Fiore del deserto


gio 10_11 ore 21.15 
Eccezionalmente giovedì d'essai

GENERE: Biografico , Drammatico
ANNO: 2009
REGIA: Sherry Hormann
ATTORI: Liya Kebede, Sally Hawkins, Timothy Spall
SCENEGGIATURA: Sherry Hormann
FOTOGRAFIA: Ken Kelsch
MONTAGGIO: Clara Fabry
MUSICHE: Martin Todsharow
PAESE: Gran Bretagna, Germania, Australia, Francia
DURATA: 120 Min





Trama
Waris è una bellissima ragazza somala che si ritrova catapultata nel cuore di Londra, a piedi nudi e con un passaporto fasullo in mano. A Londra incontrerà prima un'aspirante ballerina, Marylin, che, malgrado il temperamento bizzarro e la diffidenza iniziale, diventerà la sua migliore amica, e poi un celebre fotografo di moda, che saprà riconoscere in lei il potenziale di apparire sulle copertine di tutto il mondo. Ma Waris ha un passato oscuro, di cui fanno parte alcuni eventi traumatici nella nativa Somalia: l'infibulazione che tocca in sorte a moltissime bambine africane e il matrimonio combinato, a 13 anni, con un vecchio di cui diventerebbe la quarta moglie. Waris, il cui nome significa Fiore del deserto, si sottrae al suo destino scappando prima a Mogadiscio poi in Inghilterra, dove prenderà a poco a poco consapevolezza non solo della sua bellezza fuori dal comune ma anche dei suoi diritti come donna e come essere umano.

Recensione
Fiore del Deserto racconta la vera storia di Waris Dirie, top model di fama internazionale nonché portavoce ufficiale della campagna dell'Onu contro le mutilazioni femminili. Dirie ha ripercorso la sua vita avventurosa nell'autobiografia su cui è basata la sceneggiatura del film, scritta dalla regista americana di origini tedesche Sherry Hormann, e realizzata da una giovane casa di produzione indipendente di Verona, la Ahora! Film. La scelta più importante era naturalmente quella della protagonista, ed è la più felice del film: ad interpretare Waris è un'altra supermodella che proviene dalla stessa parte del mondo (anche se è etiope e non somala), Liya Kebede, che al suo debutto cinematografico si rivela non solo perfetta per il ruolo, ma anche un'ottima interprete. È dai tempi dell'esordio di Audrey Hepburn, allora conosciuta solo come modella, in Vacanze romane che non si vedeva un passaggio così riuscito dalle passerelle di moda al grande schermo. Kebede, di una bellezza devastante, sa essere leggera e profonda, comunica gravitas africana e desiderio di emancipazione londinese, grazia e timidezza, paura e determinazione, ingenuità e buon senso, suprema vulnerabilità e altrettanto suprema dignità.
Accanto a lei funziona molto bene Sally Hawkins nei panni dell'amica Marylin, in qualche modo non meno seducente di Waris, vulcanica e pasticciona, goffa e sfacciata, sgarrupata e orgogliosa. Le scene fra le due attrici sono le più divertenti di un film che deve raccontare anche la tragedia ma riesce a farlo alternando il melodramma ai momenti comici. Timothy Spall nei panni del celebre fotografo Terry Donaldson e Juliet Stevenson in quelli della direttrice di un'agenzia di modelle con la sindrome di Pigmalione sono adeguati comprimari.
Hormann ha un forte senso del cinema, evidente in alcune sequenze - come la scena dello specchio e quella della scala mobile - e fa scelte coraggiose come quella di mescolare orrore e comicità - la scena della visita ginecologica - anche se talvolta cede alla sottolineatura retorica, gravata da una musica incessante che accompagna tutte le parti drammatiche del film. Ma è impossibile non innamorarsi di Waris-Liya che saltella sul set fotografico o si raggomitola in un portone londinese, che prima tiene gli occhi bassi per pudore e modestia e poi li solleva con fierezza davanti alla sala conferenze del Palazzo di vetro. Questa è quel che si chiama una star performance, e poiché il film si regge interamente su di lei, Liya Kebede traghetta Fiore del Deserto fuori dal pericolo di trasformarsi in un feuilleton televisivo. Paola Casella 


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