The visit
Grande Nottata Horror
venerdì 8 gennaio 2016 dalle 21.30
GENERE: Thriller
ANNO: 2015
REGIA: M. Night Shyamalan
ATTORI: Kathryn Hahn, Olivia DeJonge, Ed Oxenbould, Deanna Dunagan, Peter McRobbie, Erica Lynne Marszalek
SCENEGGIATURA: M. Night Shyamalan
FOTOGRAFIA: Maryse Alberti
MONTAGGIO: Luke Franco Ciarrocchi
PAESE: USA
DURATA: 94 Min
Trama
La quindicenne Rebecca raccoglie in video le confidenze della mamma, che racconta come a 19 anni si sia innamorata, contro il volere dei genitori, di un insegnante. Qualcosa di grave ha causato una rottura permanente con i suoi che solo ora, dopo 15 anni, l'hanno rintracciata e hanno espresso il desiderio di vedere i due nipoti, Rebecca e il tredicenne Tyler. I ragazzi sono d'accordo e quindi la mamma, lasciata dal marito e con un nuovo compagno, ne approfitterà per andare a divertirsi con lui in una breve crociera. Spiega a Rebecca che i suoi sono persone gentili e apprezzate: fanno anche volontariato in ospedale. Tutto questo è solo l'inizio di un documentario amatoriale che Rebecca intende girare sulla visita ai nonni, che non ha mai visto. Vorrebbe conoscere il motivo della rottura dei rapporti, ma la mamma non glielo dice: saranno i nonni, se riterranno, a dirlo ai nipoti. La mamma porta i figli sino alla stazione e li imbarca sul treno per Masonville, Pennsylvania: all'arrivo vengono accolti dai nonni presso i quali resteranno per una settimana. I nonni si rivelano gentili e li portano nella loro grande casa, tra i boschi e la neve. Per i ragazzi è un mondo nuovo e affascinante, da scoprire. Ma ben presto sotto la superficie della calorosa accoglienza si aprono le crepe prodotte da comportamenti strani e inquietanti che, giorno dopo giorno, mettono i ragazzi alle prese con una situazione misteriosa e pericolosa.
Recensione
Shyamalan ci ha abituato a meccanismi narrativi costruiti con grande attenzione ai dettagli e a colpi di scena fulminanti, a partire dal film che l'ha reso famoso, The Sixth Sense - Il sesto senso. Con il passare degli anni e dei film questa lucidità si è un po' appannata anche forse per il legittimo desiderio di cambiare e per l'ambizione - a volte mal riposta - che il successo ha alimentato. Dopo tanto girovagare e diversi film non sempre all'altezza delle sue capacità, Shyamalan ritorna all'horror in modo quasi umile, con un film a basso budget, dimostrando d'essere ancora capace, se concentrato sul pezzo, di intrattenere e inquietare. Usa il found footage, un format ormai più che abusato, ma lo fa in modo sapiente: Rebecca rappresenta il regista, teorizza il documentario che sta girando e affida al fratello una seconda telecamera, facendolo così diventare una sorta di regista della seconda unità e ampliando i punti di vista. L'utilizzo delle immagini di due telecamere consente così di ovviare in modo efficiente, grazie al montaggio, alle ristrettezze più evidenti del format.
Come consuetudine in questo genere di film realizzati come se fossero composti dal montaggio di riprese "vere", l'inizio è su toni allegri e scanzonati per introdurre un po' alla volta gli elementi perturbanti. In questo caso, il primo accenno è sottilmente ambiguo: una ripresa da lontano, effettuata da Tyler, con il nonno che, misteriosamente nei pressi di un capanno, non risponde al saluto del ragazzo. Ciò che avviene successivamente è, sulle prime, più bizzarro che pauroso, come lo stranissimo gioco a nascondino sotto la casa, capace di instillare una notevole inquietudine. Ma tutti gli avvenimenti strani che via via si susseguono sono caratterizzati da un certo tasso di imprevedibilità non tanto per il fatto di accadere quanto nelle loro modalità, diverse da quelle che ci si potrebbe aspettare anche in un film horror. Gli avvenimenti sono così insoliti e inseriti in un quadro realistico che i ragazzi - provenienti da una famiglia disgregata ma tutto sommato felice - sono quasi incapaci di riconoscerli come tali e, spinti dal desiderio di ricondurre ogni stranezza all'interno del tranquillo e confortevole alveo della normalità, prendono atto ogni volta delle spiegazioni che vengono loro fornite e lasciano strisciare pian piano l'inquietudine dentro la normalità.
Shyamalan usa cliché tipici dell'horror, ma lo fa con convinzione, introducendo lo spettatore dentro la storia e coinvolgendolo - anche con un buon approfondimento psicologico dei personaggi, soprattutto i ragazzi - per poi spaventarlo. Talvolta giocando contro le aspettative, come nel caso del forno, oggetto simbolo che evidenzia come in effetti questo film sia in sostanza un aggiornamento horror della tradizione fiabesca.
Il colpo di scena, inaspettato in puro stile Shyamalan, arriva forse un po' troppo presto e incanala il film su binari più normali pur se la tensione si mantiene comunque alta e certi momenti, come il tesissimo gioco di società, siano di alta scuola. Non manca poi di emergere un significato morale non banale.
Complessivamente bravo il cast con Olivia DeJonge in evidenza e Deanna Dunagan capace di giocare più registri in chiave horror. Ma anche Peter McRobbie, nel ruolo del nonno, se la cava molto bene. Rudy Salvagnini
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