The Water Diviner

sab 24_01 ore 21.15
dom 25_01 ore 18.15 e 21.00

GENERE: Drammatico, Guerra
ANNO: 2014
REGIA: Russell Crowe
SCENEGGIATURA: Andrew Anastasios, Andrew Knight
ATTORI: Russell Crowe, Jai Courtney, Olga Kurylenko, Isabel Lucas, Deniz Akdeniz, Jacqueline McKenzie, Ryan Corr, Damon Herriman, Cem Yilmaz, Robert Mammone, Michael Dorman
FOTOGRAFIA: Andrew Lesnie
PAESE: Australia, Turchia, USA
DURATA: 110 Min




Trama
Il film, ambientato quattro anni dopo la devastante battaglia di Gallipoli, in Turchia, durante la Prima Guerra Mondiale, vede protagonista Connor (Russell Crowe), un agricoltore australiano che intraprende un lungo viaggio verso la Turchia alla ricerca della verità riguardo la sorte dei suoi tre figli, dati per dispersi in battaglia. Qui instaura una relazione con una bellissima donna turca (Olga Kurylenko), proprietaria dell'albergo in cui alloggia. Animato dalla speranza e forte dell'aiuto di un ufficiale turco, Connor attraversa il Paese sulle tracce dei suoi figli. via

Recensione
Quando in un film risuona il nome di Gallipoli la memoria dell'appassionato di cinema non può non ritornare a Gli anni spezzati di Peter Weir. Si tratta di un modello inarrivabile e Russell Crowe ne è sicuramente consapevole nel momento in cui affronta la sua prima regia tornando ad occuparsi di quello che fu letteralmente un massacro di giovani soldati australiani che già, a poca distanza dagli avvenimenti, venne portato sugli schermi australiani da ben due società di produzione cinematografica. Se però Weir lo raccontava dall'interno, Crowe decide di omaggiare la storia della terra che gli ha dato i natali partendo da un doppio esterno. Inizialmente infatti veniamo collocati non nelle postazioni australiane ma invece nelle trincee turche e a seguire siamo condotti a 9000 miglia di distanza in Australia dove Connor, quattro anni dopo, deve combattere quotidianamente con l'assenza dei figli e con il senso di colpa per aver consentito loro di partire. Connor è un rabdomante e così come è abile nel trovare corsi d'acqua sotterranei sente il bisogno di estrarre dalla terra martoriata dai combattimenti i corpi di coloro a cui ha dato la vita.
Crowe è stato attratto da una scoperta fatta dallo sceneggiatore australiano Andrew Anastasios il quale ha letto, in un rapporto del colonnello incaricato delle ricognizioni su quello che era stato un campo di battaglia, questa frase: "Un vecchio è riuscito ad arrivare qui dall'Australia per cercare la tomba di suo figlio". Crowe non si traveste da vecchio e si permette anche una storia d'amore fatta di sguardi e di frasi reticenti ma si percepisce l'interesse che ha per una storia che parla di atrocità ma anche della possibilità di trovare negli esseri umani (anche di coloro che erano 'nemici' da eliminare) dei punti di condivisione. Si lascia però attrarre da una forma di narrazione molto classica che in più di un'occasione ricalca personaggi e situazioni già visti sul grande schermo. Il suo tocco personale (si potrebbe dire anche l'intenzione nascosta che lo ha spinto a dirigere questa storia) lo si avverte nella scena ripetuta in cui i tre fratelli si ritrovano feriti insieme. Ognuno esprime la propria sofferenza in modo diverso e proprio per questo l'assurdità della guerra (e di quel massacro in particolare) emerge con particolare forza.  Giancarlo Zappoli

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