La scuola più bella del mondo

sab 6_12 ore 21,15
dom 7_12 ore 18,00 e 21,00
lun 8_12 ore 18,00 e 21,00

 GENERE: Commedia
ANNO: 2014
REGIA: Luca Miniero
SCENEGGIATURA: Daniela Gambaro, Massimo Gaudioso, Luca Miniero
ATTORI: Christian De Sica, Rocco Papaleo, Lello Arena, Miriam Leone, Angela Finocchiaro
FOTOGRAFIA: Federico Angelucci
MONTAGGIO: Giogiò Franchini
PAESE: Italia
DURATA: 98 Min






Trama
Christian De Sica è il preside puntiglioso di una scuola media toscana nella quale giunge in visita una classe di studenti napoletani accompagnati da un eccentrico professore (Rocco Papaleo). Non tutto però sembra corrispondere al programma. Perché quando la tecnologia inganna - in questo caso basta solo che Accra, in Ghana, diventi Acerra Napoli - si genera l'equivoco che porterà confusione e tanto scompiglio.

Recensione
Come era nelle intenzioni di Luca Miniero, il film effettivamente riduce all’osso le battute sui luoghi comuni tra nord e sud (o meglio, tra Toscana e Campania) e usa le differenze culturali come pretesto per raccontare una storia sull’insegnamento, sul rapporto tra professori e alunni delle medie e sul cronico stato di disagio infrastrutturale con cui spesso il meridione deve fare i conti. Partendo dall’invito per un gemellaggio spedito per sbaglio a un istituto di Acerra (Napoli) anziché a una scolaresca di Accra (Ghana), La scuola più bella del mondo è una gradevole gita in Val D’Orcia in compagnia due classi di attori, i ragazzini debuttanti toscani e napoletani e i ben noti veterani in ottimo stato di forma.
Quest’anno Christian De Sica passa la mano sulla commedia natalizia di produzione Filmauro e sceglie questo personaggio, un preside che adora la disciplina e crede nelle istituzioni. La sua competitività, per far della scuola toscana che dirige un modello sulle altre, si scontra con una vigliaccheria di fondo nella quale l’attore inserisce il repertorio interpretativo che ben conosciamo. Eppure, come già successo in altri ruoli passati, De Sica dimostra grande disinvoltura nel cambiare registro. Allo stesso modo, Rocco Papaleo si svincola dalle caricature di precedenti interpretazioni e rende oltremodo credibile il professore svogliato al quale dà anima e corpo. In lui si riconosce una metafora sul Sud Italia, le cui energie per risalire la china le possiede e sono più forti di qualunque stato di rassegnazione.
Oltre a una sceneggiatura equilibrata che schiva le ovvietà, scritta con Massimo Gaudioso e Daniela Gambaro, Luca Miniero può vantare due grandi meriti. La direzione degli attori con i frequenti ciak che fa loro ripetere, ha garantito credibilità ai personaggi e regalato brillanti interpretazioni. Non solo per quanto riguarda i sopracitati ruoli maschili e le brevi e meravigliose apparizioni di Lello Arena. Miriam Leone fa della sua giovane professoressa una graziosa mini macchietta e il poco mestiere dell’attrice (qui al secondo film) ha giovato al personaggio, ancora in cerca di sicurezza nel lavoro e nell’amore. Al contrario, con l’immensa esperienza che possiede, Angela Finocchiaro è riuscita a nascondere minore consistenza del suo personaggio rispetto agli altri. Decorosa è anche la fetta di film che i ragazzi conquistano con spirito e irruenza, grazie anche all’attore Massimo De Lorenzo che ne è stato l’acting coach.
L’altro merito del regista è l’inserimento delle sequenze animate. Con tratto minimalista, il fumetto è l’elemento che rincara l’originalità di questo film per famiglie. Le conversazioni tra Papaleo in versione cartone animato che conversa con Dio sottoforma di alieno anfibio sono ciò che resta maggiormente impresso a fine film, insieme alla sequenza dei peni disegnati sulla lavagna luminosa. Antonio Bracco

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