Terra madre

ven 26_02 ore 21.15

proiezione in collaborazione con Coop. sociale Germoglio, coop. sociale Caresà,

REGIA: Ermanno Olmi
ATTORI: Omero Antonutti
FOTOGRAFIA: Fabio Olmi
MONTAGGIO: Paolo Cottignola
PRODUZIONE: Gian Luca Farinelli (Cineteca di Bologna), Beppe Caschetto (ITC Movie ), Slow Food e Fondazione Terra Madre, Film Commission Torino Piemonte
PAESE: Italia 2008
GENERE: Documentario
DURATA: 78 Min





Un documentario che si fa testimonianza di una vita vissuta facendo cinema pensando agli esseri umani con il ritorno a una forma di espressione, il documentario appunto, che Olmi non aveva mai del tutto abbandonato. Il regista ci racconta degli ultimi tre convegni di Terra Madre a Torino. In quelle occasioni (e in particolare nel 2006) Carlo Petrini, ideatore di Slow Food, è riuscito a far giungere nel capoluogo piemontese persone che, in ogni angolo del mondo, la terra la amano, la coltivano e, soprattutto, la rispettano. E’ un documentario di denuncia quello di Olmi. Denuncia contro le sopraffazioni che anche in questo campo non si scontrano con i rigori della legge perché è il Dio Mercato che detta le non regole del liberismo più sfrenato. Ma non è solo questo. Grazie anche alla collaborazione con Piavoli e Zaccaro Olmi porta sullo schermo un atto di amore profondo che passa dall’elegia sulla vita a contatto con la Natura alla rispettosa e quasi invidiosa riflessione sulla vita di un uomo che ha avuto il coraggio di abbandonare la civiltà dei consumi per scegliere di vivere in un modo radicalmente diverso. Olmi ci ricorda anche che qualcuno ha pensato di preservare, nel Nord del nostro continente, i semi che rischiavano di scomparire in modo definitivo creando una sorta di Giardino dell’Eden nel ghiaccio. La Cineteca di Bologna, che è intervenuta nella produzione, è sicuramente consapevole di avere contribuito a creare un film che è un seme. Il suo compito è ora quello di conservarlo ma anche di metterlo a dimora ovunque sia possibile perché faccia maturare quel frutto prezioso che è la consapevolezza. Giancarlo Zappoli

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