Beate
Ven 22_03 ore 21:00
Primavera Italiana
GENERE: Commedia
ANNO: 2018
REGIA: Samad Zarmandili
ATTORI: Donatella Finocchiaro, Maria Roveran, Lucia Sardo, Paolo Pierobon, Eleonora Panizzo
PAESE: Italia
TRAMA
In una cittadina del Nordest, la fabbrica “Veronica” produce e vende – con successo e nonostante la crisi – biancheria intima per signore…
… Ma i proprietari vogliono delocalizzare l’attività e moltiplicare i profitti. Lasciando le poche operaie – la combattiva Armida e le sue compagne – senza lavoro.
Nel vicino “Convento del Manto Santo”, un pugno di suore abili nell’antica arte del ricamo, tutte sufficientemente “svitate” e fin troppo devote alla salma mummificata della Beata Armida, rischiano di essere trasferite...
… Perché non hanno denaro sufficiente a mettere in sicurezza l’immobile. In realtà perché,
sull’area dove sorge il convento, un aspirante sindaco senza scrupoli – anche proprietario
della “Veronica” – vuol far nascere un resort di lusso.
Per opporsi a un destino già segnato, operaie e suore intraprendono una singolare collaborazione “a scopo di lucro” : una produzione artigianale e clandestina di lingerie. Molto ricamata e piuttosto sexy.
Perché le cose vadano nel verso giusto, per sconfiggere i “poteri forti”, serve però un Miracolo. Quello che la Beata non ha ancora compiuto. E che la farebbe finalmente diventare “Santa Armida”...
Samad Zarmandili
Samad Zarmandili esordisce come assistente alla regia in Vesna va veloce (1996) di Carlo Mazzacurati, cui dedicherà poi tesi di laurea (in Storia e Critica del Cinema) e la sua prima opera: il documentario per la tv Speciale Mazzacurati. Uno sguardo esterno sulla realtà prodotto e diffuso da Rai Sat Cinema. A partire dalla metà degli anni Novanta lavora intensamente nel cinema e in televisione, soprattutto come aiuto regista (tra gli altri con Salvatore Maira, Aureliano Amadei, Alessandro Piva) e poi nel team tecnico di Squadra antimafia, tra le serie più longeve e di maggior successo di Canale 5, dov’è aiuto regista nelle stagioni n. 3, 4 e 5 e, a partire dalla n. 6 e per le due successive, regista della gran parte degli episodi. Un suo cortometraggio, Due e e mezzo compreso il viaggio, è distribuito all’interno di un film dal titolo Funeral Party. Una sua sceneggiatura originale Sole rosso, è stata premiata nell’ambito de La fabbrica dei progetti-New Cinema Network del Festival del Cinema di Roma. Beate è il suo primo film per il cinema. “Beate” è per me, una moderna fiaba sociale. E, al tempo stesso, una storia di riscatto, tutta al femminile, incentrata sull’onestà e la tenacia del suo personaggio guida e dell’eterogeneo gruppo di donne, operaie e suore “unite nella lotta”, che le muovono intorno. Il filtro della commedia di costume, mi ha offerto la possibilità di avvicinare con levità temi forti e tristemente attualissimi, quali la perdita del lavoro e la sua delocalizzazione dovuta alla globalizzazione dei mercati. E di introdurre note di grottesco, trasfigurazioni non necessariamente realistiche, senza tralasciare, spero, uno sguardo vigile sulle contraddizioni del presente. Il microcosmo della provincia italiana – qui un luogo incantato e sospeso nel tempo, qual è il Delta del Po, territorio modernizzato, ma non ancora stravolto come molto altro Nordest - è stato infine la lente attraverso cui guardare con empatia i personaggi e le loro vicende. Qui, “dove i pesci nuotano più in alto di dove volano gli uccelli” ho creduto di ritrovare un tessuto antropologico e sociale che desse forza alla storia, accrescendone il valore visivo. (s.z. aprile 2018)
Primavera Italiana
GENERE: Commedia
ANNO: 2018
REGIA: Samad Zarmandili
ATTORI: Donatella Finocchiaro, Maria Roveran, Lucia Sardo, Paolo Pierobon, Eleonora Panizzo
PAESE: Italia
TRAMA
In una cittadina del Nordest, la fabbrica “Veronica” produce e vende – con successo e nonostante la crisi – biancheria intima per signore…
… Ma i proprietari vogliono delocalizzare l’attività e moltiplicare i profitti. Lasciando le poche operaie – la combattiva Armida e le sue compagne – senza lavoro.
Nel vicino “Convento del Manto Santo”, un pugno di suore abili nell’antica arte del ricamo, tutte sufficientemente “svitate” e fin troppo devote alla salma mummificata della Beata Armida, rischiano di essere trasferite...
… Perché non hanno denaro sufficiente a mettere in sicurezza l’immobile. In realtà perché,
sull’area dove sorge il convento, un aspirante sindaco senza scrupoli – anche proprietario
della “Veronica” – vuol far nascere un resort di lusso.
Per opporsi a un destino già segnato, operaie e suore intraprendono una singolare collaborazione “a scopo di lucro” : una produzione artigianale e clandestina di lingerie. Molto ricamata e piuttosto sexy.
Perché le cose vadano nel verso giusto, per sconfiggere i “poteri forti”, serve però un Miracolo. Quello che la Beata non ha ancora compiuto. E che la farebbe finalmente diventare “Santa Armida”...
Samad Zarmandili
Samad Zarmandili esordisce come assistente alla regia in Vesna va veloce (1996) di Carlo Mazzacurati, cui dedicherà poi tesi di laurea (in Storia e Critica del Cinema) e la sua prima opera: il documentario per la tv Speciale Mazzacurati. Uno sguardo esterno sulla realtà prodotto e diffuso da Rai Sat Cinema. A partire dalla metà degli anni Novanta lavora intensamente nel cinema e in televisione, soprattutto come aiuto regista (tra gli altri con Salvatore Maira, Aureliano Amadei, Alessandro Piva) e poi nel team tecnico di Squadra antimafia, tra le serie più longeve e di maggior successo di Canale 5, dov’è aiuto regista nelle stagioni n. 3, 4 e 5 e, a partire dalla n. 6 e per le due successive, regista della gran parte degli episodi. Un suo cortometraggio, Due e e mezzo compreso il viaggio, è distribuito all’interno di un film dal titolo Funeral Party. Una sua sceneggiatura originale Sole rosso, è stata premiata nell’ambito de La fabbrica dei progetti-New Cinema Network del Festival del Cinema di Roma. Beate è il suo primo film per il cinema. “Beate” è per me, una moderna fiaba sociale. E, al tempo stesso, una storia di riscatto, tutta al femminile, incentrata sull’onestà e la tenacia del suo personaggio guida e dell’eterogeneo gruppo di donne, operaie e suore “unite nella lotta”, che le muovono intorno. Il filtro della commedia di costume, mi ha offerto la possibilità di avvicinare con levità temi forti e tristemente attualissimi, quali la perdita del lavoro e la sua delocalizzazione dovuta alla globalizzazione dei mercati. E di introdurre note di grottesco, trasfigurazioni non necessariamente realistiche, senza tralasciare, spero, uno sguardo vigile sulle contraddizioni del presente. Il microcosmo della provincia italiana – qui un luogo incantato e sospeso nel tempo, qual è il Delta del Po, territorio modernizzato, ma non ancora stravolto come molto altro Nordest - è stato infine la lente attraverso cui guardare con empatia i personaggi e le loro vicende. Qui, “dove i pesci nuotano più in alto di dove volano gli uccelli” ho creduto di ritrovare un tessuto antropologico e sociale che desse forza alla storia, accrescendone il valore visivo. (s.z. aprile 2018)
sua delocalizzazione dovuta alla globalizzazione
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