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Visualizzazione dei post da ottobre, 2017

Appuntamento al parco

gio 2_11 ore 21.00

sab 4_14 ore 21.00
dom 5_11 ore 18.00 e 21.00

GENERE: Drammatico
ANNO: 2017
REGIA: Joel Hopkins
ATTORI: Diane Keaton, Brendan Gleeson, James Norton, Lesley Manville, Simon Callow, Alistair Petrie, Jason Watkins, Rosalind Ayres, Will Smith, Brian Protheroe
PAESE: Gran Bretagna
DURATA: 102 Min

TRAMA
Diane Keaton affianca Brendan Gleeson in Appuntamento al parco, commedia romantica ispirata alla storia vera del senzatetto "Harry the Hermit". Donald Horner (Gleeson) è un uomo selvaggio e scostante, "residente" da 17 anni nel parco pubblico di Hampstead, a Londra. Così trascorre le sue giornate, nell'abitazione improvvisata con travi e tendoni nascosta tra gli arbusti, facendo il bagno nei laghetti o andando a pesca. Un giorno Emily Walters (Keaton), un'anziana vedova americana, si imbatte per caso nel vagabondo anticonformista, interrompendo goffamente la sua routine tra i boschetti. All'inizio diffidente, pian piano Donald inizia a coinvolgere Emily nella sua sgangherata esistenza, condivide con lei la stravagante visione della società e matura sentimenti profondi di amicizia e fiducia. La donna, dal canto suo, abbraccia i principi e le rivendicazioni dell'amico, schierandosi fieramente al suo fianco nella difesa della modesta costruzione. 

CRITICA

Stanno bene ma non benissimo insieme Diane Keaton e Brendan Gleeson in questa tenera commedia romantica inglese che sfrutta la moda degli amori senili al cinema e rende omaggio a un quartiere di Londra come faceva Nottingh Hill di Richard Curtis. Ne troppo comico né eccessivamente drammatico, nonostante la tenerezza della protagonista femminile, il film celebra lo stile dell'attrice protagonista e ci insegna ad essere un po' outsider e a riscoprire il nostro vero sé. Più garbato che emozionante, si affida molto alla verve dei due interpreti principali, che ci fanno perdonare una sceneggiatura non eccelsa. (Carola Proto - Comingsoon.it) 

Un profilo per due

3_11 ore 21
Venerdì d'essai



GENERE: Commedia
ANNO: 2017
REGIA: Stéphane Robelin
ATTORI: Pierre Richard, Yaniss Lespert, Fanny Valette, Gustave de Kervern, Stéphane Bissot, Macha Meril, Pierre Kiwitt, Anna Bederke
PAESE: Francia, Germania, Belgio
DURATA: 100 Min




TRAMA
L’ottantenne Pierre vive in solitudine da quando è mancata la moglie. Per questo sua figlia decide di regalargli un computer, nella speranza di stimolare la sua curiosità e - perché no? - di permettergli di conoscere nuove persone. Grazie agli insegnamenti del trentenne Alex, Pierre impara a navigare e presto s’imbatte in un sito di appuntamenti online. Utilizzando l’identità di Alex, Pierre conosce Flora63, un’affascinante giovane donna, e se ne innamora. Anche la giovane rimane affascinata dallo spirito romantico dei suoi messaggi e gli chiede un appuntamento. Intrigato da questa nuova avventura, Pierre deve a questo punto convincere Alex ad andare all’incontro al suo posto.

CRITICA
Stéphane Robelin è un regista che la terza età la sa raccontare. Prova ne è, oltre al precedente E se vivessimo tutti insieme?, Un profilo per due, che narra di un Cyrano de Bergerac ottantenne alle prese con Internet e i siti di incontri online. Sfruttando il talento dell'immenso Pierre Richard ma chiedendogli di essere meno fisico e funambolico del solito, il regista gira un film arguto e divertente, lasciando però trasparire un po' di malinconia e riflettendo nello stesso tempo sul nostro presente, tempo dell’egoismo, dell'individualismo e soprattutto dell'indolenza. Perfetta è l'intesa fra il protagonista e Yaniss Lespert e ci sono tre o quattro scene davvero spassose, ma non sempre il racconto è scorrevole e la protagonista femminile resta un personaggio troppo poco approfondito. (Carola Proto - Comingsoon.it)


Shining

mar 31_10 ore 21:00




GENERE: Horror, Thriller
ANNO: 1980
REGIA: Stanley Kubrick
ATTORI: Jack Nicholson, Shelley Duvall, Danny Lloyd, Scatman Crothers, Anne Jackson, Tony Burton, Philip Stone, Joe Turkel, Barry Nelson
PAESE: Gran Bretagna
DURATA: 119 Min





TORNA SU GRANDE SCHERMO
IL MIGLIOR HORROR DI TUTTI I TEMPI NELLA VERSIONE INTEGRALE DA 119 MINUTI

SOLO IL 31 OTTOBRE - EVENTO SPECIALE AL CINEMA MARCONI!

Preceduto da WORK AND PLAY, il nuovo cortometraggio sul film

“Non puoi non vederlo su grande schermo” – Total Film

Dal romanzo di Stephen King pubblicato nel 1977 che più lo ispirò, Stanley Kubrick trasse uno dei suoi capolavori: Shining. Il cult movie, girato tra il 1978 e il 1979, racconta la storia di Jack Nicholson alias Jack Torrance, scrittore in crisi che per ritrovare l’ispirazione accetta un posto di guardiano durante la stagione invernale all’Overlook Hotel sulle Montagne Rocciose. Parte così con sua moglie Wendy e il figlio di sette anni, Danny, senza sapere che quel viaggio cambierà per sempre le loro vite…

In occasione di Halloween e a 40 anni della pubblicazione del best seller con cui King terrorizzò i lettori di tutto il mondo, torna su grande schermo nella sua versione da 119 minuti in italiano il film horror più pauroso di sempre, Shining del maestro Stanley Kubrick, per un evento speciale che proporrà anche la proiezione dell’inedito cortometraggio intitolato Work and play, che come gli spettatori più attenti ricorderanno rende omaggio alla frase che Jack Torrance scrive ossessivamente sulla sua macchina da scrivere: “All work and no play makes Jack a dull boy” nella versione inglese del film.

Un appuntamento eccezionale per tutti gli appassionati di Stephen King, che vive un nuovo momento di consacrazione come autore di straordinario talento, amatissimo dal grande pubblico: lo dimostrano il successo di IT che ha sbaragliato il botteghino americano, ma anche l’uscita de La Torre Nera o di serie tv come The Mist. E ancora il fenomeno Stranger Things che allo stile e alla poetica di classici come Spielberg e King si ispira per stessa ammissione dei suoi creatori.

L’arrivo di Shining al cinema rappresenta l’opportunità di godersi su grande schermo il capolavoro horror di uno dei più grandi registi di sempre, il premio Oscar Stanley Kubrick che lavorò al film con la consueta precisione maniacale, ripetendo le scene all’infinito e riuscendo così a mostrare gli anfratti più reconditi e inquietanti della mente umana.

L'uomo di neve

gio 26_10 ore 21.00
sab 28_10 ore 21
dom 29_10 ore 18.00 e 21.00
mer 1_11 ore 21:00


GENERE: Thriller
ANNO: 2017
REGIA: Tomas Alfredson
ATTORI: Michael Fassbender, Rebecca Ferguson, Charlotte Gainsbourg, Val Kilmer, J.K. Simmons, Chloë Sevigny, Toby Jones, James D'Arcy, Jamie Clayton, Jakob Oftebro, Sofia Helin, Ronan Vibert
PAESE: Gran Bretagna
DURATA: 125 Min



TRAMA
Investigando sulla scomparsa di una donna, avvenuta subito dopo la prima neve d’inverno, il detective (Fassbender) a capo di una squadra speciale anticrimine teme che sia tornato a colpire un inafferrabile serial killer. Grazie all’aiuto di una brillante poliziotta appena trasferita (Ferguson), il detective si trova a riaprire casi irrisolti vecchi di decenni nella speranza di trovare indizi che li colleghino al nuovo efferato delitto e sconfiggere così una mente diabolica oltre ogni immaginazione prima della prossima nevicata.

CRITICA
Gli splendidi scenari naturali (e non) della Norvegia fanno la parte del leone in questo bizzarro, sconnesso e raggelato primo adattamento di un romanzo della serie di Harry Hole. Più che la ricomposizione dei pezzi, questo noir dalla forma elegantissima di Tomas Alfredson trova il suo senso e il suo godimento nella contemplazione delle singole parti, nello studio delle loro possibili interazioni, e nella lotta sotterranea ma evidente tra il modello di thriller hollywoodiano e quello tentato e sperimentato dal regista svedese, che tradisce anche il testo di Nesbø in cerca di qualcosa di più personale. (comingsoon.it)

Una Vita, Une Vie

Venerdì d'essai
27_10 ore 21:00




GENERE: Drammatico
ANNO: 2016
REGIA: Stéphane Brizé
ATTORI: Judith Chemla, Jean-Pierre Darroussin, Swann Arlaud, Yolande Moreau, Olivier Perrier, Clotilde Hesme, Alain Beigel, Finnegan Oldfield
PAESE: Francia, Belgio
DURATA: 119 Min



TRAMA
Tratto dal primo romanzo di Guy de Maupassant, Una vita, Une Vie segue le vicende di una giovane aristocratica di nome Jeanne, nell’intero arco della sua esistenza. Appena uscita da un collegio religioso della Normandia nel 1819, Jeanne (Judith Chemla) riempie le sue giornate di sogni adolescenziali e innocue fantasie sul futuro, alimentando un’indole di per sé infantile e una visione del mondo pura e innocente. Più tardi, anche quello sbocciato come fragile amore platonico per l’affascinante Julien de Lamare (Swann Arlaud), visconte locale e abbiente proprietario terriero, si trasforma in una concreta promessa di matrimonio. Ma l’infedeltà incallita dell’uomo, e i modi gretti e meschini che rivolge alla moglie, condannano Jeanne a una realtà di miseria e infelicità, lontana dalle aspettative maturate durante la giovinezza normanna e con l’unica consolazione della compagnia del cagionevole figlio Paul a lenire la sofferenza delle giornate. Il rampollo di casa Lamare cresce circondato dalle attenzioni della madre finché, conosciuta l’indipendenza del collegio, non si lascia corrompere anche lui come il padre dalle tentazioni di una vita dissoluta, segnata da debiti di gioco e amori occasionali. Più interessato al denaro che ai rapporti affettivi, è l’ennesima delusione in una vita funestata dal dolore. Eppure, il temperamento spensierato di un tempo sembra essere ancora sepolto sotto la fredda disillusione degli anni, pronto a venir fuori al minimo accenno di gioia.

CRITICA
La legge del mercato ha ottenuto grandi riconoscimenti, ma Stéphane Brizé non ha certo pensato di continuare sulla stessa lunghezza d’onda, visto che Una vita ci porta indietro nel tempo di un paio di secoli e parecchi gradini più in alto dal punto di vista sociale con il racconto di una donna e della sua vita tormentata, fra amori infelici, lutti e impossibilità non solo di raggiungere, ma anche di cercare la felicità. Doloroso e claustrofobico, non si concede con facilità, ma entrati nella narrazione si rimane incantati dall’eleganza formale e dall’interpretazione eccellente di Judith Chemla. (Mauro Donzelli - comingsoon.it)


ATTENZIONE!



Attenzione! La proiezione di stasera di Codice Criminale sarà in lingua italiana e non in lingua originale sottotitolata.
Codice Criminale
gio 19_10 ore 21.00
ven 20_10 ore 21.00
Ci scusiamo per il disguido, non dipeso dalla nostra volontà. 😐

Ammore e malavita

sab 21_10 ore 21.00
dom 22_10 ore 18.00 e 21.00

Ammore e malavita


GENERE: Commedia, Musicale, Noir
ANNO: 2017
REGIA: Marco Manetti, Antonio Manetti
ATTORI: Carlo Buccirosso, Claudia Gerini, Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Raiz, Franco Ricciardi, Antonio Buonomo
PAESE: Italia
DURATA: 133 Min


TRAMA
Napoli. Ciro (Giampaolo Morelli) è un temuto killer. Insieme a Rosario (Raiz) è una delle due “tigri” al servizio di don Vincenzo (Carlo Buccirosso), "o' re do pesce", e della sua astuta moglie, donna Maria (Claudia Gerini). Fatima (Serena Rossi) è una sognatrice, una giovane infermiera. Due mondi in apparenza così distanti, ma destinati a incontrarsi, di nuovo. Una notte Fatima si trova nel posto sbagliato nel momento sbagliato. A Ciro viene dato l’incarico di sbarazzarsi di quella ragazza che ha visto troppo. Ma le cose non vanno come previsto. I due si trovano faccia a faccia, si riconoscono e riscoprono, l’uno nell’altra, l’amore mai dimenticato della loro adolescenza. Per Ciro c'è una sola soluzione: tradire don Vincenzo e donna Maria e uccidere chi li vuole uccidere. Nessuno può fermare l’amore. Inizia così una lotta senza quartiere tra gli splendidi scenari dei vicoli di Napoli e il mare del golfo. Tra musica e azione, amore e pallottole.

RECENSIONE
La sceneggiata napoletana, la commedia, l'immaginario (sovvertito) di Gomorra, John Woo, James Bond e le canzoni neomelodiche. Tutto insieme, tutto perfettamente frullato e amalgamato dai Manetti, che sanno sempre benissimo cosa fare e lo fanno con leggerezza, divertendosi, e non prendendosi mai troppo sul serio. Una delle più belle sorprese della stagione, divertente e scoppiettante, con trovate fulminanti e battute esilaranti. Alcuni brani della colonna sonora sono già di culto. (Federico Gironi - comingsoon.it)

Codice Criminale

gio 19_10 ore 21.00
ven 20_10 ore 21.00



GENERE: Azione, Drammatico, Thriller
ANNO: 2016
REGIA: Adam Smith
ATTORI: Michael Fassbender, Brendan Gleeson, Sean Harris, Rory Kinnear, Lyndsey Marshal, George Smith, Kingsley Ben-Adir
PAESE: Gran Bretagna
DURATA: 99 Min



TRAMA
Criminali da generazioni, i Cutler vivono nella verde campagna del Gloucestershire, ricca contea nel sud-ovest della Gran Bretagna. Non riconoscono nessuna legge e vivono di rapine, corse d’auto ed inseguimenti con la polizia. Chad (Michael Fassbender) è tormentato tra il rispetto che nutre verso suo padre, il capobanda Colby (Brendan Gleeson), e il desiderio di dare una vita migliore a sua moglie Kelly e ai loro bambini. Quando Chad decide di abbandonare la sua vecchia vita e la banda per offrire un futuro diverso ai suoi figli, deve scontrarsi con la rabbia di Colby e con un sistema che non sembra permettere alcuna redenzione. Con la polizia sempre più alle calcagna e la presa di suo padre sempre più serrata, Chad inizia a realizzare che il suo destino potrebbe non essere più nelle sue mani e che salvare la sua famiglia potrebbe comportare un doloroso sacrificio. Michael Fassbender, perfetto nel ruolo da outsider maledetto, regala un’interpretazione magnetica in questo emozionante ed adrenalinico crime-drama tra Drive e Come un tuono. Colonna sonora originale di The Chemical Brothers.

CRITICA
Sotto la superficie da thriller criminale ambientato nel mondo dei Pavee, le famiglie nomadi anglosassoni, dietro alle rapine e agli spettacolari inseguimenti in automobile per strade e campi erbosi, il film diretto da Adam Smith parla prima di tutto di paternità. Di cosa significhi, cosa comporti, e quanto sia difficile essere un padre. E' un bene, perché fosse stato solo una storia di crimine, o perfino un tentativo di raccontare la sociologia del nomadismo, sarebbe stato troppo convenzionale. Bravi Michael Fassbender e Brendan Gleeson, che reggono tutta la storia sulle loro larghe spalle. (Federico Gironi - comingsoon.it)

Loving Vincent

La grande Arte
mar 17_10 ore 21.00
mer 18_10 ore 21.00

BIGLIETTI
intero € 10,00
 ridotto € 8,00 (oltre alle riduzioni già previste anche per prenotati alla mail info@cinemamarconi.com entro le 12:00 del giorno della proiezione)




GENERE: Animazione, Drammatico
ANNO: 2016
REGIA: Dorota Kobiela, Hugh Welchman
PAESE: Gran Bretagna, Polonia
DURATA: 95 Min






Il primo lungometraggio interamente dipinto su tela che racconta le opere e la vita di Vincent van Gogh. Un originale incontro tra arte e cinema vincitore del Premio del Pubblico al Festival d’Annecy

“Non possiamo che parlare con i nostri dipinti” – Vincent van Gogh

Nessun altro artista al mondo ha dato vita a così tante leggende quanto Vincent van Gogh (1853-1890).
Dopo il successo di “Van Gogh Alive – The Experience” (la mostra multimediale più visitata al mondo), arriva finalmente al cinema una nuova straordinaria esperienza visiva: un appuntamento nato dal connubio tra arte e tecnologia che segnerà una nuova frontiera per la Grande Arte al Cinema, offrendoci l’opportunità di conoscere in modo nuovo uno degli artisti più amati di sempre.
Definito come un martire, un satiro lussurioso, un folle, un genio e un fannullone, e spesso anche travisato e oscurato dal mito e dal tempo, il vero Vincent viene improvvisamente svelato dalle sue lettere. Ispirandosi al suo ultimo scritto, quello in cui annotava “Non possiamo che parlare con i nostri dipinti”, Loving Vincent ha scelto di partire dalle parole dell’artista, lasciando che fossero proprio i dipinti a raccontare la storia e l’opera del pittore olandese esposto nei più importanti musei del mondo, da Amsterdam a New York, da Londra a Mosca, da Parigi a Dallas.
Scritto e diretto da Dorota Kobiela & Hugh Welchman, Loving Vincent è infatti il primo lungometraggio interamente dipinto su tela. Realizzato elaborando i quadri dipinti del pittore, il film – che sarà nelle sale per tre giorni il 16, 17 e 18 ottobre – è composto da migliaia di immagini create nello stile di Vincent van Gogh realizzate da un team di 125 artisti che hanno lavorato anni per arrivare a un risultato originale e di enorme impatto. Un lungometraggio poetico e seducente che mescola arte, tecnologia e pittura e si è aggiudicato il Premio del Pubblico all’ultimo Festival d’Annecy.
Del resto la forma d’arte di questo film è differente dalla pittura. Se la pittura fissa uno specifico momento della realtà, il film appare fluido, sembra muoversi tra lo spazio e il tempo. Per questo il Painting Design Team ha impiegato un anno per re-immaginare i quadri di van Gogh come se fossero un film. In Loving Vicent 94 quadri di van Gogh sono riprodotti in una forma simile a quella originale e più di 31 dipinti sono rappresentati parzialmente.
La narrazione – che riporta in vita opere come Caffè di notte, Campo di grano con volo di corvi, Notte stellata, ma anche ritratti e autoritratti di van Gogh- si apre in Francia, nell’estate del 1891. Armand Roulin, un giovane inconcludente e privo di aspirazioni, riceve da suo padre, il postino Joseph Roulin, una lettera da consegnare a mano a Parigi. Il destinatario è Théo van Gogh, fratello del pittore che si è da poco tolto la vita. Armand non è per nulla felice della missione affidatagli: è imbarazzato dall’amicizia che legava suo padre e Vincent, un pittore straniero che si è tagliato l’orecchio ed è stato internato in un manicomio locale. Ma a Parigi non c’è alcuna traccia di Théo. La ricerca condurrà Armand da Père Tanguy, commerciante di colori, e quindi nel tranquillo villaggio di Auvers-sur-Oise, a un’ora da Parigi, dal medico che si occupò di Vincent nelle sue ultime settimane di vita, il Dottor Paul Gachet. Conosceremo così la locanda dei Ravoux, dove Vincent soggiornò per le ultime dieci settimane e dove il 29 luglio 1890 morì per un proiettile nell’addome. Qui Armand incontrerà anche la figlia del proprietario, Adeline Ravoux, la domestica e la figlia del dottore e -presso il fiume dove Vincent trascorse i suoi giorni- anche il Barcaiolo che lo conobbe. Un viaggio attraverso strazianti rivelazioni per capire e apprezzare l’appassionante vita e la straordinaria opera di Vincent van Gogh.

L'ordine delle Cose

gio 12_10 ore 21.00
sab 14_10 ore 21.00
dom 15_10 ore 18.00 e 21.00



GENERE: Drammatico
ANNO: 2017
REGIA: Andrea Segre
ATTORI: Paolo Pierobon, Giuseppe Battiston, Valentina Carnelutti, Olivier Rabourdin, Fabrizio Ferracane, Roberto Citran, Fausto Russo Alesi, Hossein Taheri
PAESE: Italia
DURATA: 115 Min



TRAMA
Corrado è un alto funzionario del Ministero degli Interni italiano specializzato in missioni internazionali contro l’immigrazione irregolare. Il Governo italiano lo sceglie per affrontare una delle spine nel fianco delle frontiere europee: i viaggi illegali dalla Libia verso l’Italia.
La missione di Corrado è molto complessa, la Libia post-Gheddafi è attraversata da profonde tensioni interne e mettere insieme la realtà libica con gli interessi italiani ed europei sembra impossibile.
Corrado, insieme a colleghi italiani e francesi, si muove tra stanze del potere, porti e centri di detenzione per migranti. La sua tensione è alta, ma lo diventa ancor di più quando infrange una delle principali regole di autodifesa di chi lavora al contrasto dell’immigrazione, mai conoscere nessun migrante, considerarli solo numeri. Corrado, invece, incontra Swada, una donna somala che sta cercando di scappare dalla detenzione libica e di attraversare il mare per raggiungere il marito in Europa.
Come tenere insieme la legge di Stato e l’istinto umano di aiutare qualcuno in difficoltà? Corrado prova a cercare una risposta nella sua vita privata, ma la sua crisi diventa sempre più intensa e si insinua pericolosa nell’ordine delle cose.

RECENSIONE
Quando Andrea Segre ha cominciato a lavorare a questo film, e ce lo ricorda lui stesso nelle note di regia, non immaginava che gli scenari politici tra Italia e Libia relativi alla gestione del flusso dei migranti sarebbero diventati così simili a quelli da lui immaginati.
Perché di quello parla, ancora, Segre: dei migranti, del rapporto tra quel mondo e il nostro, e dell'assurdità dell'esistenza, nella mentalità comune, di una distinzione tra i due.
L'ordine delle cose non è però il film militante in senso aggressivo e tradizionale che ci si potrebbe forse aspettare.
Non è un film che declina, pur con gli strumenti del cinema, gli slogan da manifestazione o da assemblea studentesca, o che - peggio - ragiona su una delle questioni più scottanti e urgenti dei nostri tempi con quelle estremizzazioni facilone che dai social network si sono allargate in tempi rapidissimi ai talk show e ai giornali (anche se forse è più vero che la dinamica è andata al contrario). È un film migliore di questo, più intelligente, più aperto.

Con L'ordine delle cose Andrea Segre rifiuta di scendere nel campo della tifoseria politica spicciola, restituendo alla parola una dignità umana perduta: come perduta è la dignità dei migranti, come perduta è a volte quella dei tanti Corrado che lavorano con serietà e passione alla risoluzione di questi problemi, e che troppo spesso sono genericamente considerati "il nemico".
Quello di Segre è un film che racconta pratiche e funzionamenti troppo spesso dati per scontati, e che attraverso i dubbi e le azioni del suo protagonista spinge a ripesare a tutto quello che solitamente diamo per scontato o crediamo di sapere.
Sul tema dell'immigrazione, certo, ma anche su noi stessi, su come ci vediamo e su chi siamo davvero. (Federico Gironi - comingsoon.it)

L'accabadora

ven 13_10 ore 21.00 -  Venerdì d'essai



GENERE: Drammatico
ANNO: 2015
REGIA: Enrico Pau
ATTORI: Donatella Finocchiaro, Barry Ward, Carolina Crescentini, Sara Serraiocco, Anita Kravos, Camilla Soru, Piero Marcialis
PAESE: Italia, Irlanda
DURATA: 86 Min






TRAMA
Alla fine degli anni Trenta, la trentacinquenne Annetta, una donna solitaria e silenziosa sempre vestita di nero, vive in un piccolo centro nelle campagne sarde. Custodendo un terribile segreto del passato, passa le giornate nell'attesa di una chiamata e, quando ciò avviene, apre una vecchia sacca contenente una mazzuola di legno, un vecchio cuscino e uno specchietto spaccato. Da quel momento, qualcosa di imprevisto la porterà a Cagliari e le cambierà la vita, facendole scoprire di potersi staccare dal suo ruolo di accabadora, figura della tradizione sarda il cui compito è aiutare i morenti a trapassare.

RECENSIONE
In una Sardegna sospesa tra arcaismo e modernità, nella Cagliari distrutta dai bombardamenti, si aggira di nero vestita la figura di Annetta, un'Accabadora, donna la cui esistenza appartiene al mito (secondo l'antropologia) ma che la tradizione vuole realmente esistita nella regione, che pratica l'eutanasia a pazienti terminali. Una figura di transizione, alla ricerca di una vita non scelta per lei, interpretata con intensità e credibilità da Donatella Finocchiaro in una storia che racconta un mondo di antichi riti e credenze e un passato che anche la scrittrice sarda Michela Murgia ha esplorato nel suo libro Accabadora (che non ha, è bene dirlo, alcuna relazione col film). Un'opera di buon livello dalle atmosfere sospese e rarefatte, che apre uno spiraglio sulla storia meno nota del nostro paese, dove il passato torna a tormentare il presente.


Ferrari 312B

mer 11_10 ore 21.00



Biglietti
intero: 10,00 €
ridotto 8,00 € per prenotati alla mail info@cinemamarconi.com (prenotazione deve essere fatta entro le ore 12.00 del giorno di proiezione);
le tessere SCUDERIA FERRARI CLUB le tessere MEMBER e FAMILY danno diritto all’ingresso ridotto per l’intero nucleo famigliare (moglie, marito e figli)



GENERE: Documentario
ANNO: 2017
REGIA: Andrea Marini
CON: Niki Lauda, Jackie Stewart, Damon Hill, Bob Constanduros, Jacky Ickx
PAESE: Italia
DURATA: 81 minuti



Può una macchina rappresentare da sola una rivoluzione?
Se parliamo di F1 e di Ferrari la risposta non può che essere sì.
E questa macchina è la Ferrari 312B.

È il 1970 quando Mauro Forghieri, ingegnere e capo progettista della Ferrari, decide di far debuttare in pista un nuovo modello di auto sostenuto dalla potenza di un motore rivoluzionario, il mitico V12 contrapposto della Ferrari 312B: il primo motore “piatto” della storia delle corse, progettato in origine per una fabbrica aeronautica americana “per poter stare nell’ala di un aereo”. Nasce così la Ferrari 312B, che debutta nel 1970 permettendo ai suoi piloti di punta, Jacky Ickx e Clay Regazzoni, di vincere quattro Gran Premi e di gareggiare fino all’ultimo per il titolo mondiale. Ma è soprattutto a partire dalla rivoluzione inaugurata da questa vettura, una delle auto più belle e più potenti che la fabbrica di Maranello abbia mai progettato, che si apre per la Ferrari uno straordinario periodo di vittorie che dura almeno un decennio (1970-1980) con 37 vittorie nei Gran Premi, 4 titoli mondiali costruttori e 3 titoli mondiali piloti.

Quasi cinquant’anni dopo FERRARI 312B, firmato da Andrea Marini, arriverà in 50 paesi del mondo come evento speciale e sarà proiettato in anteprima in Italia solo il 9, 10, 11 ottobre per raccontare su grande schermo una storia di uomini e motori, ma soprattutto una storia di passioni. La passione che spinge un ex-pilota di F1, l’italiano Paolo Barilla, a voler riportare in pista, a 46 anni di distanza dal suo debutto, la Ferrari 312B, per farla gareggiare ancora una volta sul circuito di Montecarlo nella competizione riservata ogni due anni alle auto storiche. Per fare questo Barilla affida l’auto all’uomo che nel 1970 l’aveva concepita, l’ingegnere Mauro Forghieri e a un appassionato team di meccanici. La macchina viene così completamente restaurata da Motortecnica, sempre sotto la supervisione di Mauro Forghieri, e preparata per il grande ritorno.

FERRARI 312B è un viaggio nello spirito indomito della F1, nei suoi giorni e nelle sue notti insonni alla ricerca di una miglioria, di un risultato, di un passo avanti: ne ripercorre l’età d’oro attraverso le testimonianze di piloti capaci di imprese memorabili. Niki Lauda, Jacky Ickx, Jackie Stewart, Gerhard Berger, Damon Hill sono le voci principali e al tempo stesso i testimoni di un’intera epoca in cui la sfida cavalleresca, la competizione, l’aggressività e l’ambizione erano risultato di una passione che non conosceva tregua. La stessa passione che nel film mettono in campo l’ingegner Forghieri e il suo team di meccanici per riportare in pista e preparare al meglio la FERRARI 312B, finendo per essere, alla pari dei piloti più titolati, i rappresentanti più degni della visione delle corse e della vita che aveva lui, il Drake, Enzo Ferrari.

L’amore del regista Andrea Marini per questa storia fa il resto, mixando sapientemente nel film velocità, rischio, bellezza e suono e rendendolo un’esperienza unica ed emozionante: perché in FERRARI 312B si vive la vita dei meccanici, quella dei progettisti e quella dei piloti, se ne condividono esaltazioni, momenti di scoraggiamento e di speranza. Tutto, che si sia vinto o si sia perso, in attesa della prossima volta. FERRARI 312B è il tributo a un’auto che è al tempo stesso un’opera d’arte interamente costruita a mano e un prototipo lanciato dai suoi inventori a tutta velocità verso il futuro, il simbolo di una rivoluzione che avrebbe cambiato per sempre il mondo della F1.



Il colore nascosto delle cose

gio 5_10 ore 21.00
sab 7_10 ore 21.00
dom 8_10 ore 18.00 e 21.00




GENERE: Drammatico, Sentimentale
ANNO: 2017
REGIA: Silvio Soldini
ATTORI: Valeria Golino, Adriano Giannini, Arianna Scommegna, Laura Adriani, Anna Ferzetti, Beniamino Marcone, Mattia Sbragia, Roberto De Francesco, Giuseppe Cederna, Valentina Carnelutti
PAESE: Italia
DURATA: 115 Min



TRAMA
Emma (Valeria Golino) ha perso la vista a sedici anni, ma non si è lasciata inghiottire dall'oscurità. Il colore nascosto delle cose apre uno spiraglio nel suo mondo ovattato, cangiante, ritratto con profondità e immaginazione da una mente spigliata e irriducibile. Segue i suoi passi corti e incerti lungo le strade accidentate della città, guidata dal bastone bianco che non l'abbandona mai, come la consapevolezza che ogni giorno è una battaglia con qualche inaspettata sorpresa nel mezzo. L'incontro con lo sfuggente Teo (Adriano Giannini) è una delle sorprese che la vita le riserva nel finale, come risarcimento di un divorzio recente più che di un handicap assimilato. Teo è sicuro, avvenente, egoista, concentrato soltanto sulla carriera di "creativo" per un'agenzia pubblicitaria dalla quale non stacca mai, grazie a tablet e cellulari che lo tengono in perenne e compulsiva connessione con il mondo. Lui, che salta da un letto all'altro scivolando fuori alle prime luci dell'alba, avvicina l'osteopata per gioco e per scommessa, incuriosito da quella donna originale che coglie le sfumature delle cose senza riuscire a tracciarne i contorni. Una ventata di leggerezza li sorprende, ma quel galleggiare in allegria bruscamente finisce. Ognuno torna alla propria vita, anche se niente sarà più come prima.

La vendetta di un uomo tranquillo

ven 6_10 ore 21.00



GENERE: Drammatico, Thriller
ANNO: 2016
REGIA: Raúl Arévalo
ATTORI: Antonio de la Torre, Luis Callejo, Ruth Díaz, Raúl Jiménez, Manolo Solo
PAESE: Spagna
DURATA: 92 Min

TRAMA
Madrid, agosto 2007. Curro è l’unico di una banda di quattro criminali che viene arrestato per una rapina in una gioielleria. Otto anni più tardi, la sua fidanzata Ana e il loro figlio sono in attesa che lui esca di prigione. José è un uomo chiuso e solitario, che non sembra trovare il suo posto nel mondo. Una mattina di inverno si reca nel bar gestito da Ana e da suo fratello e da quel giorno la sua vita si intreccia con quella degli altri frequentatori abituali del bar, che lo accolgono come uno di loro. In particolar modo, è Ana a vedere nel nuovo arrivato una speranza per la sua penosa esistenza. Scontata la pena, Curro viene rilasciato e nutre la speranza di iniziare una nuova vita con Ana. Tornando a casa, però, Curro trova una donna confusa e insicura e dovrà affrontare un uomo che, distruggendo le sue aspettative, cambierà tutti i suoi piani.

RECENSIONE
L’attore spagnolo Raúl Arévalo esordisce alla regia con La vendetta di un uomo tranquillo raggiungendo un'autorevolezza artistica che alcuni registi non toccano prima di aver girato tre o quattro film e che altri non toccano mai. L’encomiabile lavoro di scrittura, sempre di Arévalo insieme a David Pulido, nel seminare poche informazioni per lasciarle germogliare lentamente si combina con il grezzo e spontaneo stile di ripresa. I colori sbiaditi evocano il disordine morale dei personaggi, la tensione attecchisce allo stomaco e l’asprezza del film si fa sentire con crescita graduale. La ricerca del realismo del regista si sposa con le intepretazioni ridotte all'essenziale dei bravi attori. (Antonio Bracco - comingsoon.it)