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Visualizzazione dei post da febbraio, 2014

Cinema di Marzo



Una mini-rassegna all'interno del Cineforum

Il Cineforum continua il venerdì sera, come già lo scorso anno, con “Cinema di Marzo”, un appuntamento speciale, per ricordare un amico, grande appassionato di cinema, che ci ha lasciato.

Pensando a quelle che avrebbero potuto essere le sue scelte l’Arte del sogno ha costruito la programmazione come un percorso nella filmografia di tre parti del mondo lontane e antitetiche, attraverso opere di quattro registi diversi per cultura di provenienza, formazione, tematiche trattate, personali modalità di messinscena e strategie narrative, emersi nella cinematografia contemporanea per valori estetici e di contenuto, apprezzati dal pubblico più attento e premiati con riconoscimenti in varie importanti manifestazioni.

Con questa rassegna continua la collaborazione con L'Atalante Cinema di Padova. Giulia Lavarone, Denis Brotto, Farah Polato apriranno e concluderanno le serate. Nel commento dei film proposti sarà dato speciale rilievo all’approfondimento del linguaggio cinematografico.

venerdì 7 marzo
The Grandmaster
regia: Wong Kar-Wai
paese: Cina, Hong Kong 2013

venerdì 14 marzo
Ballata dell’odio e dell'amore
regia: Alex de la Iglesia
paese: Spagna, Francia 2011

venerdì 21 marzo
Il tocco del peccato
regia: Zhangke Jia
paese: Cina, Giappone 2013

venerdì 28 marzo
A proposito di Davis
regia: Ethan Coen, Joel Coen
paese: USA 2013

Inizio spettacoli ore 21.15
Presentazione e approfondimenti a cura di L'Alatante Cinema di Padova.


La radio e il filo spinato | Giovedì 13 marzo



I Teatri del Sacro con “La Radio e il Filo Spinato” fa parte delle proposte della Quaresima del progetto Un attimo di pace della Diocesi di Padova.

Un originale e brillante racconto per oggetti sulla vita di padre Massimiliano Kolbe, morto ad Auschwitz per mano nazista. Sullo sfondo di un palcoscenico spoglio, riempito pian piano dagli attori di oggetti, macchinerie, lampioni e marionette, emerge sotto un nuovo sguardo la figura eroica di padre Kolbe, il frate santo che ad Auschwitz non esitò a donare la vita per salvare un padre di famiglia.

La Radio e il Filo Spinato è uno spettacolo intenso e geniale di e con Roberto Abbiati e Luca Salata che rilegge in modo intenso e geniale una delle tragedie più grandi del secolo scorso.

La Radio e il Filo Spinato è in scena giovedì 13 marzo (ore 21.00) al nostro Cinema Marconi di Piove di Sacco, venerdì 14 marzo (ore 21.00) al Piccolo Teatro di Padova, sabato 15 marzo (ore 21.00) a La Perla di Torreglia e domenica 16 marzo (ore 16.00) all’Aurora di Campodarsego.

Biglietto: intero 7 €, ridotto 5 €.
Scarica e stampa il coupon che dà diritto all'ingresso ridotto!

Monuments Men

sab 1_03 ore 21.15
dom 2_03 ore 18.00 e 21.00

GENERE: Azione, Drammatico
ANNO: 2014
REGIA: George Clooney
SCENEGGIATURA: George Clooney, Grant Heslov
ATTORI: Matt Damon, George Clooney, Cate Blanchett, John Goodman, Bill Murray, Jean Dujardin, Lee Asquith-Coe
FOTOGRAFIA: Phedon Papamichael
PAESE: USA
DURATA: 118 Min




Trama
Mentre le forze alleate stanno sferrando il loro attacco alla Germania lo storico dell'arte Frank Stokes ottiene l'autorizzazione da Roosevelt in persona per mettere insieme un gruppo di esperti che cerchi di recuperare le opera d'arte che Hitler ha fatto portare via e nascondere in previsione della costruzione del mastodontico Museo del Fuhrer. In caso di sconfitta del Reich l'ordine è di distruggerle. Si viene così a creare una compagnia formata da due storici e un esperto d'arte, un architetto, uno scultore, un mercante, un pilota britannico e un soldato ebreo tedesco per le traduzioni. Escluso quest'ultimo i componenti del gruppo non hanno certo l'età dei combattenti ma la loro missione non è priva di pericoli.
 
Recensione
Chi cerca in questo film il Clooney regista di Good Night, & Good Luck. e di Le Idi di marzo rimarrà deluso mentre chi ricorda l'acuto e divertito rivisitatore di generi di In amore niente regole avrà l'occasione per godere di un film che non si vuole limitare però alla ricostruzione filologica innervata da riferimenti alla realtà storica. Perché la memoria corre a Il treno di John Frankenheimer ma anche, per la struttura di un gruppo costituito da personalità molto diverse tra di loro, a film che hanno ne La grande fuga il loro vertice. Clooney però ha un obiettivo diverso in questi tempi di omologazione di massa: ci vuole ricordare il valore dell'arte come elemento che va oltre le generazioni ed alimenta la stessa esistenza di ognuno di noi. Anche di coloro che ne sono ignari. Per questo sorge il sospetto che alcuni interventi di Stokes (che in realtà era il conservatore di Harvard Gerorge Stout) risultino didascalici ma siano finalizzati a fornire qualche elemento di base a spettatori a cui la scuola non li ha offerti. La scuola americana in primis ma non solo se, come ci ricordano Lodoli e Piccioni in Il rosso e il bluci sono studenti che chiedono se Piero della Francesca fosse un uomo o una donna (e non è una battuta di sceneggiatura). La pattuglia di uomini inadatti alla guerra ma pronti a rischiare la vita per delle opere d'arte non è formata da attempati Indiana Jones (anche se non mancano i carrelli della miniera e la Madonna di Bruges e il polittico di Ghent prendono il posto dell'Arca dell'Alleanza). Sono uomini (e una donna bollata dal marchio del collaborazionismo) che Clooney ci presenta nella loro umanità pur non rinunciando a qualche stereotipizzazione di troppo.
L'onestà del regista e sceneggiatore emerge comunque sin dall'apertura quando Stokes mostra una diapositiva dell'Abbazia di Montecassino distrutta da un bombardamento. Che non fu opera dei nazisti ma delle forze alleate. In quel preciso momento riemergono nella mente le immagini del Museo Archeologico di Bagdad saccheggiato senza che nessuno degli occupanti facesse nulla per impedirlo. La storia si ripeteva. Film come questo ci invitano a riflettere. Non rinunciando allo spettacolo. Giancarlo Zappoli 

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SLOT le intermittenti luci di Franco

ven 28_02 ore 21.15

Regia: Dario Albertini
Anno di produzione: 2013
Durata: 60'
Tipologia: documentario
Genere: biografico/sociale
Paese: Italia

serata in collaborazione con Libera - presidio di Piove di Sacco







Trama
Franco Soro, interprete di se stesso, decide di lasciare la Sardegna per raggiungere il continente e cercare la sua famiglia dalla quale si sente abbandonato. Moglie e figlia hanno deciso di raggiungere Civitavecchia, scappare nel tentativo di tornare a vivere una vita decente, esasperate dal vizio di Franco. Un viaggio senza filtri nel contorto ed oscuro meccanismo della dipendenza dalle macchine mangia soldi, la storia di un uomo solo e della sua mania per le slot machines, meglio conosciuta come ludopatia



Belle e Sebastien

dom 2_03 ore 15.00 e 16.30


ANNO: 2013
REGIA: Nicolas Vanier
SCENEGGIATURA: Juliette Sales, Fabien Suarez, Nicolas Vanier
ATTORI: Félix Bossuet, Tchéky Karyo, Margaux Chatelier, Dimitri Storoge, Mehdi, Urbain Cancelier
FOTOGRAFIA: Eric Guichard
PRODUZIONE: Radar Films, Epithète Films
DISTRIBUZIONE: Notorious Pictures
PAESE: Francia
DURATA: 98 Min




Trama
Durante la seconda guerra mondiale, nel villaggio alpino del piccolo Sébastien si scatena una caccia alla bestia pericolosa ritenuta responsabile delle stragi di pecore. Uomini armati di fucile, tra cui lo stesso César, che fa da nonno a Sébastien, sembrano non pensare ad altro che a volerla catturare e sopprimere. Ma il bambino ha conosciuto la bestia da vicino, sa che non ha ucciso lei le pecore e che si tratta solo di un dolcissimo Pastore dei Pirenei, in fuga da un padrone violento. Riuscirà il piccolo Sebastien a mettere in salvo la sua nuova amica, la gigantesca Belle?

Recensione
Più di una generazione ricorda vividamente la serie animata per la tv, le corse di Belle e Sebastien sui prati, il sapore francese, il mélo giapponese, la sigla che, una volta entrata in testa, non se ne andava più. Eppure non molti, con ogni probabilità, sentivano il bisogno di un nuovo film sull'argomento, temendo preventivamente l'ennesima operazione nostalgia. Nicolas Vanier ci fa ricredere tutti quanti, con quest'opera visivamente magnetica e narrativamente forte, che si prende molte libertà rispetto al racconto originale ma si riempie anche d'inedite implicazioni con la trasposizione della storia al tempo della seconda guerra mondiale.
Sul picco di un'alta montagna, qualcuno spara a un cervo femmina che lascia orfano un cucciolo troppo piccolo per sopravvivere da solo; un vecchio lega allora una corda attorno a un bambino e, senza bisogno di parlare, lo cala nel vuoto, perché recuperi il cucciolo. In quest'incipit folgorante, che emoziona tanto quanto terrorizza, c'è la chiave più preziosa del film di Vanier, ovvero la comunanza tra uomo e animale, in un tempo e in un mondo in cui su entrambe le specie comanda la natura. Di questo passo, si arriverà all'altro capo del film, a riconoscere che le bestie non sono sempre tali, nemmeno tra gli uomini, e che spesso è solo questione di paura e pregiudizio.
Nel mezzo, c'è un racconto semplice e importante, che procede con il passo avventuroso ma non affrettato che impone la traversata di una distesa di neve, affidato sapientemente alle immagini molto più che alle parole. La caccia al cane e l'occupazione nazista del villaggio francese, con la ricerca a fucili spianati di chi si arrischia ad aiutare il passaggio degli ebrei in Svizzera, si sovrappongono drammaticamente, a riprova dell'interesse del regista a costruire un film che illumini la natura dell'umanità così come l'umanità della natura.
Ottimo esordio di Félix Bousset, di sette anni e mezzo, nel ruolo di Sébastien.

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La mini-rassegna cinema junior...continua!

6 domeniche dedicate al cinema junior! 

DOMENICA 9 FEBBRAIO 
IL CASTELLO MAGICO - ore 15


Un film di Jeremy Degruson, Ben Stassen
Durata: 90 min
Tuono, un tenero gattino abbandonato viene accolto da un eccentrico vecchietto con la passione della magia nella sua antica dimora e ben presto entra a far parte della "famiglia" composta da giocattoli animati capitanati da un coniglio sovrappeso e un topolino molto diffidente. Tutto sembra andare per il meglio fino a quando la casa non viene messa in vendita...


 
DOMENICA 16 FEBBRAIO 
KHUMBA - ore 15
Un film di Anthony Silverston. Durata: 83 min
La vita non è tutta in bianco e nero per Khumba, giovane zebra nata con le strisce solo su metà corpo. Quando il branco lo accusa, con estrema superstizione, di essere la causa della siccità che sta piegando il deserto e minacciando la sopravvivenza degli animali, Khumba parte con un energico gnu e un esuberante struzzo alla ricerca della leggendaria fonte d’acqua magica dove le prime zebre apparse sulla Terra si immersero per ottenere la ben nota pelle a strisce. In questa coraggiosa ricerca attraverso il grande deserto di Karoo, Khumba incontra tanti personaggi particolari e si trova ad affrontare un temibile leopardo con cui vivrà un combattimento epico per conquistare le sue strisce.


DOMENICA 2 MARZO 
BELLE E SEBASTIEN - ore 15 e ore 16.30

Un film di Nicolas Vanier
Durata: 98 min
Durante la seconda guerra mondiale, il piccolo orfano Sebastien trova l'amicizia di Belle, una grande femmina di cane dei Pirenei che abita nei boschi attorno al paese e che dovrà difendere da chi la ritiene un feroce e pericoloso predatore. Belle e Sebastian riusciranno infine a dimostrare tutto il loro valore portando in salvo al di là delle montagne una famiglia di fuggitivi inseguiti dai militari tedeschi. Adatto ai bambini da 7 anni in su.


Locandina Tarzan
SABATO 8 MARZO - ore 20.00
DOMENICA 9 MARZO - ore 15.00 e ore 16.45
DOMENICA 16 MARZO - ore 15.00
TARZAN
Un film di Reinhard Klooss, Holger Tappe.
Con Kellan Lutz, Jaime Ray Newman, Spencer Locke,

Realizzato con la performance-capture e in 3D, l'aggiornamento ai giorni nostri dell'uomo della giungla ideato da Edgar Rice Burroughs. In questa versione i genitori di Tarzan sono degli avventurieri miliardari che sono stati uccisi in un incidente aereo. Jane Porter è la figlia di una guida africana e il suo obiettivo è quello di proteggere la giungla africana.



Evento speciale in prima visione!
CUCCIOLI - IL PAESE DEL VENTO


SABATO 29/3 ore 20.00
DOMENICA 30/3 ore 15.00 e ore 16.30
SABATO 5/4 ore 20.00
DOMENICA 6/4 ore 15.00 e ore 16.30

Soffio, meglio noto come il Paese del Vento, è un piccolo paese dove tutto funziona grazie alla forza del vento. Il Vento "nasce" in una grotta dentro una montagna alle spalle del paese ed è sorvegliato giorno e notte dal Custode del Vento. La perfida Maga Cornacchia - storica antagonista dei Cuccioli, che anche in questa produzione torna alla carica accompagnata dai suoi aiutanti - vuole impossessarsi della "giraventola" che genera il vento necessario a far funzionare la città, prendendo così il controllo di Soffio. Prima di tutto la maga deve sbarazzarsi dei Cuccioli, che useranno tutta la loro astuzia per impedirle di mettere in atto il suo piano... Un emozionante film per tutta la famiglia, ricco di colpi di scena, simpatici personaggi e gag divertenti e coinvolgenti, che sottolinea anche l'importanza delle energie rinnovabili.


Inizio spettacolo ore 15.00, dove non indicato diversamente a fianco del film
Ingresso bambini/ragazzi sotto i 12 anni di età € 4

Tutta colpa di Freud

sab 22_02 ore 21.15
dom 23_02 ore 21.30



GENERE: Commedia
ANNO: 2014
REGIA: Paolo Genovese
SCENEGGIATURA: Paolo Genovese
ATTORI: Marco Giallini, Anna Foglietta, Vittoria Puccini, Claudia Gerini, Vinicio Marchioni, Laura Adriani, Daniele Liotti, Alessandro Gassman, Edoardo Leo, Giulia Bevilacqua, Dario Bandiera, Maurizio Mattioli, Alessia Barela, Antonio Manzini
PAESE: ItaliaDURATA: 120 Min





Trama
Dopo aver mescolato la realtà con la finzione in Una famiglia perfetta, Paolo Genovese va a scomodare il padre della psicanalisi in Tutta colpa di Freud, storia di un padre alle prese con tre figli decisamente particolari. E' la storia di un analista alle prese con tre casi disperati: una libraia che si innamora di un ladro di libri; una gay che decide di diventare etero; e una diciottenne che perde la testa per un cinquantenne. Ma il vero caso disperato sarà quello del povero analista, se calcolate che le tre pazienti sono le sue tre adorate figlie.

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Still Life

ven 21_02 ore 21.15


GENERE: Commedia, Drammatico
ANNO: 2013
REGIA: Uberto Pasolini
SCENEGGIATURA: Uberto Pasolini
ATTORI: Eddie Marsan, Joanne Froggatt, Karen Drury, Neil D’Souza, Michael Elkins, Ciaran McIntyre, Tim Potter, Paul Anderson, Bronson Webb, Andrew Buchan
FOTOGRAFIA: Stefano Falivene
MONTAGGIO: Tracy Granger
MUSICHE: Rachel Portman
PAESE: Gran Bretagna, Italia
DURATA: 87 Min



Trama
John May è un funzionario comunale dedicato alla ricerca dei parenti di persone morte in solitudine. Diligente e sensibile, John scrive discorsi celebrativi, seleziona la musica appropriata all'orientamento religioso del defunto, presenzia ai funerali e raccoglie le fotografie di uomini e donne che non hanno più nessuno che li pianga e ricordi. La sua vita ordinata e tranquilla, costruita intorno a un lavoro che ama e svolge con devozione, riceve una battuta d'arresto per il ridimensionamento del suo ufficio e il conseguente licenziamento. Confuso ma null'affatto rassegnato, John chiede al suo superiore di concedergli pochi giorni per chiudere una 'pratica' che gli sta a cuore e che ha il volto di Billy Stoke, un vecchio uomo alcolizzato che aveva conosciuto un passato felice. Di quel passato fa parte Kelly, la figlia perduta per orgoglio molti anni prima. Lasciata Londra per informarla della dipartita del genitore, John si muove tra i vivi e assapora la vita che ha il volto di una donna e il sapore di una cioccolata calda.

RecensioneQuando si muore si muore soli, cantava Fabrizio De Andrè e scriveva Cesare Pavese che avrebbero potuto immaginare e mettere in versi il protagonista di Still Life, scritto, diretto e prodotto da Uberto Pasolini. Un film rigoroso, coerente, denso, profondo nell'immagine e nel senso, che ha la precisione e la lentezza di Tsai Ming Liang e la fissità e la dimensione iconica di Ozu. Non sembrino esagerati i riferimenti perché Still Life è un'opera importante che respira cinema dall'inizio alla fine.Al suo secondo film, Pasolini ha un'idea di cinema coerente e matura che racconta i giorni sempre uguali di un funzionario comunale 'morto' in vita e riscoperto al tavolo con una donna. Una giovane donna divorata come lui, e le persone che 'seppellisce' e 'archivia', dalla solitudine e dal mare famelico che può essere la vita. Il punto di vista iniziale sul personaggio basta a imprimere un segno di funerea fatalità alla storia, insinuando un presagio e un destino. John May è la natura morta del titolo ed è la materia di cui è fatta la sua vita, che nel suo svolgersi produce un'altra possibile logica del mondo tutta da scoprire, tutta da rilevare. Perché da John apprendiamo la cura dovuta ai morti, compresi quelli che non hanno più nessuno a cui dare disposizioni, a cui lasciare in eredità il desiderio, a cui testimoniare il proprio. Alla loro sepoltura con pietas e misericordia provvede il protagonista, accompagnandoli sull'altra riva e ricomponendone la storia. Diversamente da Foscolo, John è convinto che "all'ombra dei cipressi e dentro l'urna confortata di pianto" il sonno della morte possa essere meno duro. John May del poeta ha la forza intramontabile della poesia, capace di (re)suscitare i sentimenti più belli, di superare i limiti temporali e geografici, di ripristinare la giustizia che la vita con il suo corso ha sopraffatto. Interpretato con lirica sospensione da Eddie Marsan, John May ricopre una funzione sociale rilevante che eleva lo spirito nel momento in cui accoglie e custodisce e che ci sprona a vivere con responsabilità civile il nostro ruolo nella società. Perché, parafrasando Ennio Flaiano, un lavoro ben fatto è la vera rivoluzione. Marzia Gandolfi  

Approfondimenti

Domenica 23 febbraio | Concerto saluto a don Giorgio



Domenica 23 febbraio alle 18.30 la parrocchia del Duomo propone al Cinema Marconi lo speciale concerto di Alberto De Meis + Quintetto d'archi Artes diretto da Nicola Simoni, per salutare e ringraziare il suo parroco mons. Giorgio Facchin.

De Meis, il famoso violinista abruzzese che a marzo sarà impegnato in due tournèe all’estero in Giappone e Taiwan nei più importanti teatri (Osaka City Hall, Tokio Opera City), eseguirà brani al violino che spaziano tra il mondo classico e quello pop.


Presenta lo spettacolo Annachiara Vitaliani.
Inizio ore 18.30.
Biglietto € 6, prevendite dalle 17.30 al Cinema Marconi - Piove di Sacco
Parte del ricavato del concerto andrà a sostegno della campagna per l'aggiornamento del proiettore digitale Proiettati al futuro.

Il programma di domenica 23 febbraio, per festeggiare don Giorgio:

Philomena

ven 14_02 ore 21,15
sab 15_02 ore 21,15
dom 16_02 ore 21,00
Attenzione: lo spettacolo di Philomena di domenica 16 alle ore 18.00 non c'è, per la proiezione dell'opera di Giacomo Puccini Manon Lescaut (che inizia alle 16.30)



GENERE: Drammatico
ANNO: 2013
REGIA: Stephen Frears
SCENEGGIATURA: Steve Coogan
ATTORI: Judi Dench, Steve Coogan, Charlie Murphy
FOTOGRAFIA: Robbie Ryan
MONTAGGIO: Valerio Bonelli
MUSICHE: Alexandre Desplat
PAESE: Gran Bretagna
DURATA: 98 Min





Trama
Irlanda, 1952. Philomena resta incinta da adolescente. La famiglia la ripudia e la chiude in un convento di suore a Roscrea. La ragazza partorirà un bambino che, dopo pochi anni, le verrà sottratto e dato in adozione. 
2002. Philomena non ha ancora rinunciato all'idea di ritrovare il figlio per sapere almeno che ne è stato di lui. Troverà aiuto in un giornalista che è stato silurato dall'establishment di Blair e che accetta, seppur inizialmente controvoglia, di aiutarla nella ricerca. Gli ostacoli frapposti dall'istituzione religiosa saranno tanto cortesi quanto depistanti ma i due non si perdono d'animo.


Recensione
Stephen Frears racconta in questo suo riuscitissimo film la storia vera di una madre alla ricerca del figlio perduto che Martin Sixsmith ha reso nota con il libro "The lost Child of Philomena Lee" che, pubblicato nel 2009, ha consentito a molte donne di sentirsi sostenute nel raccontare il loro 'vergognoso' passato. Frears di lei dice: "Incontrando la vera Philomena Lee ero sorpreso dal fatto che volesse venire sul set, cosa che ha fatto il giorno in cui veniva girata la scena terribile della lavanderia. Philomena è una donna magnifica, priva di autocommiserazione, che continua ad avere fede nonostante le ingiustizie subite". Sta proprio nella chiusura di questa dichiarazione il senso profondo di un film che sa commuovere, far pensare e anche divertire. Perché sul grande schermo ne abbiamo già viste molte di vicende di madri che cercano i figli loro sottratti nei più diversi modi e Peter Mullancon Magdalene aveva già denunciato nel 2002 l'atroce situazione di queste giovani vite affidate a religiose accecate da una presunta fede. 
Frears però ci fa sapere che Philomena non ha perso la fede (quella vera) e costruisce il suo film (grazie a due formidabili interpreti come Judi Dench e Steve Coogan) proprio sul confronto tra due persone che partono da punti di vista in materia estremamente distanti. Martin giornalista e studioso della storia della Russia non crede in Dio ed ha scarsa fiducia anche negli esseri umani di cui ha assaggiato sulla propria pelle la feroce doppiezza. Philomena non è una donna colta (legge romanzetti d'amore di cui ricorda ogni dettaglio) e avrebbe mille ragioni per essere divenuta una delle atee più rigorose ma non è così. Perché è riuscita, anche nella sofferenza più profonda, a non confondere Dio con coloro che hanno talvolta la pretesa (trasformata in potere prevaricatore e assoluto) di rappresentarlo. 
Philomena e Martin si confrontano e anche si scontrano in materia (anche perché il giornalista non le risparmia mai il proprio scetticismo) ma non si tratta qui di chi abbia ragione o abbia torto. Si tratta piuttosto di un incontro che è sempre possibile quando si è capaci di andare al di là delle barriere che il pregiudizio erige tra le persone. Frears riesce a raccontarlo grazie all'umanità che ha pervaso i suoi film migliori e alle doti di narratore di grande spessore. Giancarlo Zappoli


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Khumba - Cercasi strisce diperatamente

dom 16_02 ore 15.00


GENERE: Animazione, Avventura, Family
ANNO: 2013
REGIA: Anthony Silverston
SCENEGGIATURA: Raffaella Delle Donne, Anthony Silverston, Jonathan Roberts
ATTORI: Jake T. Austin, Liam Neeson, Steve Buscemi
MUSICHE: Bruce Retief
PAESE: Sudafrica
DURATA: 85 Min







Trama
La vita non è tutta in bianco e nero per Khumba, giovane zebra nata con le strisce solo su metà corpo. Quando il branco lo accusa, con estrema superstizione, di essere la causa della siccità che sta piegando il deserto e minacciando la sopravvivenza degli animali, Khumba parte con un energico gnu e un esuberante struzzo alla ricerca della leggendaria fonte d’acqua magica dove le prime zebre apparse sulla Terra si immersero per ottenere la ben nota pelle a strisce. In questa coraggiosa ricerca attraverso il grande deserto di Karoo, Khumba incontra tanti personaggi particolari e si trova ad affrontare un temibile leopardo con cui vivrà un combattimento epico per conquistare le sue strisce.

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La gente che sta bene

sab 8_2 ore 21.15
dom 9_2 ore 18.00 e 21.00

GENERE: Commedia
ANNO: 2014
REGIA: Francesco Patierno
SCENEGGIATURA: Federico Baccomo, Francesco Patierno, Federico Favot, Marco Pettenello
ATTORI: Claudio Bisio, Margherita Buy, Diego Abatantuono, Jennipher Rodriguez, Laura Baldi, Matteo Scalzo, Carlotta Giannone
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
PAESE: Italia
DURATA: 105 Min




Trama
Umberto Dorloni è un avvocato d'affari nella Milano che si finge impermeabile alla crisi. È un tipo senza scrupoli, pronto a licenziare i "collaboratori" meno produttivi e a fare lo sgambetto ai partner del suo studio legale di grido. Ma il capo non lo stima, la moglie Carla è stanca delle sue disattenzioni, la figlia preadolescente Martina si ribella e il figlio Giacomino simula malori letali. Umberto però resta convinto di far parte della "gente che sta bene", quanto a denaro e a sanità mentale. Dietro la sua parlantina assordante, dietro il suo sguardo sfuggente si intravvede la paura di un uomo che annaspa per rimanere a galla e nascondere a se stesso l'evidenza che la sua vita non è quella che voleva. A scoperchiare il vaso di Pandora è il licenziamento improvviso, che dà inizio ad una serie di mosse da parte di Umberto per recuperare terreno e non cadere vittima della crisi, come tutti.
"Ti piace il nuovo uomo italiano?", gli chiederà il mesfistofelico Patrizio Azzesi, l'avvocato più potente di Milano interpretato da Diego Abatantuono. Ed è la domanda che Francesco Patierno pone anche al pubblico: siete fieri di quello che siamo diventati, e di ciò che abbiamo elevato a modello di successo? Claudio Bisio dipinge il suo Umberto come un uomo alla resa dei conti ma infantilmente disposto ad autoconvincersi di essere sulla cresta dell'onda. La sua simpatia innata contribuisce a rendere il personaggio dell'avvocato arrivista ancora più inquietante, perché gli toglie quella punta di perfidia che ci permetterebbe di liquidarlo come "altro da noi".

Recensione
Patierno, basandosi sul romanzo (e sulla collaborazione alla sceneggiatura) di Federico Baccomo, descrive nitidamente, con grande precisione di dettagli, un ambiente e un comportamento già sedimentati come strati geologici, nei quali tutti noi rischiamo di fare la fine del fossile. Ma il regista, come il suo protagonista, è solo apparentemente cinico, il che è evidente sia nel doppio binario su cui si muove Umberto fin dalle prime scene, che nell'integrità filmica con cui Patierno mette in scena la sua storia. Persino il product placement è "piazzato" con una misura di eleganza e un senso narrativo congruente.
Le scelte di casting dimostrano ulteriore buon gusto: Abatantuono giganteggia scegliendo una recitazione sotto le righe che contrasta la sua statura (di attore); Margherita Buy lavora sottotraccia nel raccontare un personaggio femminile, la moglie di Umberto, che invece di agire reagisce, fino a quando non può perdonarsi di farlo. A lei, e alle donne, Patierno riserva la speranza, che è quella di un'intera società. La vicenda di Umberto segue la stessa linea etica di Flight nel sottrarre ostacoli esterni alla possibile redenzione del protagonista, e anche questo denota assenza di cinismo, perché conserva una fede autentica nelle risorse interiori degli uomini. Il vero crimine al centro della storia resta il furto di identità, non solo quello che subisce Umberto, ma quello che ha subìto un intero Paese.
La gente che sta bene ha un solo, vistoso difetto, ed è di marketing: viene "venduto" al pubblico come una commedia scanzonata (basta guardare la locandina ammiccante del film), quando invece è una favola nera, con tocchi di comicità extradark e rapide pennellate di ironia. Paola Casella

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Il castello magico

dom 9_2 ore 15:00
rassegna cinema junior

GENERE: Animazione, Avventura, Family
ANNO: 2013
REGIA: Jeremy Degruson, Ben Stassen
SCENEGGIATURA: James Flynn, Domonic Paris, Ben Stassen
MUSICHE: Ramin Djawadi
PRODUZIONE: nWave Pictures, Studio Canal International, Anton Capital Entertainment (ACE)
DISTRIBUZIONE: Notorious Pictures
PAESE: Belgio
DURATA: 90 Min


Trama
Tuono è un gatto che viene abbandonato per strada dai padroni. La città è come una giungla per lui e il primo riparo che trova è in una vecchia casa che anche i cani del vicinato temono. Girano strane leggende sul fatto che quella magione sia infestata, di certo quello che Tuono trova al suo interno è una comitiva di animali e un padrone prestigiatore con i suoi "giocattoli". Quando il proprietario di casa viene ricoverato all'ospedale a seguito di un incidente il suo bieco nipote affarista farà di tutto per cercare di vendere la casa e sbarazzarsi degli altri inquilini animali.

Recensione
Ben Stassen e Jeremy Degruson sono arrivati in Italia con i film d'animazione Le avventure di Sammy e Sammy 2 - La grande fuga, versione belga dei cartoni in computer grafica americani poco inventiva e molto ripiegata su storie, personaggi e standard d'oltreoceano. Ma se i due film con protagonista la tartaruga di mare Sammy saccheggiavano a piene mani l'universo e l'immaginario di Alla ricerca di Nemo (asciugandolo di qualsiasi secondo livello di lettura per adulti), Il castello magico sembra cominciare a conquistare una certa autonomia.
Stupisce infatti quanto sia migliorata l'animazione, più in linea con gli standard internazionali, ricca, precisa e realizzata in maniera impeccabile, e quanto poco questa volta il duo ricorra ad un immaginario già esistente. Sebbene infatti le avventure di animali parlanti non siano una novità nel mondo dell'animazione e nemmeno la prospettiva dei giocattoli che si animano quando gli umani non li vedono, è indubbio che Il castello magico sia un film che partendo da questi presupposti sviluppa una storia, dei personaggi e delle relazioni tra di essi totalmente originali.
La parabola è delle più semplici: il trionfo di un'alleanza di reietti contro la gretta avidità di un cattivo che (grande classico delle favole tradizionali) è il parente malvagio di uno dei protagonisti buoni. Degruson e Stassen non hanno la minima intenzione di guardare più in là del contenuto spicciolo e della storia, questo è ormai chiaro, tuttavia per la prima volta l'intrattenimento che mettono sullo schermo riesce a stare in piedi da sè. Grandi panoramiche, sequenze furiose, umorismo di bassa lega (ma funzionante) e qualche trovata a sorpresa condiscono un film che pur non inventando niente di particolare riesce comunque ad essere il migliore tra quelli prodotti dallo studio belga.

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Giovane e bella

ven 7_2 ore 21.15

GENERE: Drammatico
ANNO: 2013
REGIA: François Ozon
SCENEGGIATURA: François Ozon
ATTORI: Marine Vacth, Charlotte Rampling, Frédéric Pierrot, Géraldine Pailhas, Nathalie Richard, Johan Leysen
FOTOGRAFIA: Pascal Marti
MUSICHE: Philippe Rombi
PAESE: Francia
DURATA: 95 Min




Trama
Isabelle è un'attraente studentessa diciassettenne che vive con il fratello minore, la madre e il patrigno. Dopo un'estate al mare durante la quale ha avuto il suo primo (e insoddisfacente) rapporto sessuale torna in città e inizia a prostituirsi fissando appuntamenti via internet. Guadagna molto ma non spende. Un giorno però, durante un rapporto con uno dei clienti più assidui, succede un fatto che muta profondamente il corso della sua vita.

Recensione

François Ozon torna a suddividere una propria opera in capitoli così come aveva fatto per 5x2. Questa volta non segue cronologicamente al contrario il progressivo deteriorarsi di una coppia. Sono le stagioni, con il loro procedere dall'estate alla primavera, che segnano qui il passaggio all'età adulta di Isabelle (Lea per i clienti). Per questa indagine, in cui mostra di possedere un'acuta capacità di indagine socio-psicologica, utilizza un elemento della cultura che molti ritengono (spesso a torto) 'bassa': la canzone della cosiddetta musica leggera.
Così Françoise Hardy torna per la terza volta in un suo film e ne sottolinea l'evolversi con 4 brani del suo repertorio. Ozon mostra e dimostra in questo modo quanto la cosiddetta cultura popolare possa cogliere il difficile tempo dell'adolescenza con la stessa dignità del poema di Arthur Rimbaud "Nessuno è serio a 17 anni" che viene analizzato nel corso delle lezioni che Isabelle frequenta. Il regista la segue attraverso lo sguardo di quattro personaggi: il fratello, un cliente, la madre, il patrigno. Il loro, però è solo uno sguardo temporaneo e dettato da motivazioni diverse. Subito dopo si torna a lei con la sua profonda solitudine, a cui cerca una soluzione, che è umiliante ma che Ozon non giudica. Non lo fa non perché si rifiuti di esplicitare una propria morale dinanzi alle azioni della sua protagonista. Il motivo è un altro: anche lui, come molti (tranne i falsi moralisti dei settimanali a sfondo gossip) non può fare altro che assistere impotente al mistero perenne dell'adolescenza che ai nostri giorni è però sottoposta a pressioni che si manifestano in misura esponenziale rispetto al passato. È come se Isabelle avesse bisogno ogni volta di dare un valore (anche materiale) alla propria avvenenza andando a cercare in figure adulte quella figura paterna che l'ha rifiutata. Ma questa è solo una delle possibili motivazioni. Solo un quinto sguardo, malinconicamente ferito, come il suo, potrà forse aiutarla a cancellare definitivamente Lea.

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