Buon anno Sarajevo

ven 25_01 ore 21.15 (all'interno del cineforum, con approfondimento)
sab 26_01 ore 21.15
dom 27_01 ore 18.00 e 21.00


GENERE: Drammatico
REGIA: Aida Begic
SCENEGGIATURA: Aida Begic
ATTORI: Marija Pikic, Ismir Gagula
FOTOGRAFIA: Erol Zubcevic
PAESE: Germania, Francia, Turchia, Bosnia-Erzegovina 2012
DURATA: 90 Min

NOTE: Presentato al Festival di Cannes 2012 nella sezione Un Certain Regard.

prima visione!




Trama
Rahima vive a Sarajevo con il fratello minore Nedim. Sono entrambi orfani e sotto osservazione da parte dei servizi sociali. Rahima lavora, senza una paga regolare, come cuoca in un ristorante. Il fratello è vittima del bullismo di un gruppo di studenti che ruota intorno al figlio di un ministro. La sorella, di recente convertitasi all'islamismo osservante, teme per la sua sorte soprattutto dopo la scoperta del coinvolgimento di Nedim nel contrabbando di armi.

Recensione
Si apre con un video amatoriale di una festa natalizia di un tempo apparentemente lontano, ma di fatto costantemente presente, questo secondo lungometraggio di Aida Begic presentato a Cannes nella sezione "Un Certain Regard". Ed è sull'incancellabilità dei traumi causati da uno dei più atroci conflitti che l'umanità abbia conosciuto in tempi recenti che ruota la sua narrazione. La guerra nell'ex Jugoslavia è ormai un ricordo, di fatto rimosso dalla memoria dell'occidente, ma morde ancora nella carne di chi l'ha vissuta. Begic ce ne offre una lettura al femminile grazie a una macchina da presa che mutua in parte lo stile di ripresa dai fratelli Dardenne di Rosetta. Rahima viene pedinata dalla camera in intensi piani sequenza e seguita mentre segue di nascosto le mosse del fratello che rischia (al di là di ciò che appare alla funzionaria del servizio sociale) un'esistenza border line. Ma border line è la vita di tutti gli abitanti di una città che è stata martoriata dal conflitto nella sua intima essenza. Le giornate si susseguono una dopo l'altra in una società che non solo non ha rimarginato le proprie ferite ma che è ora vittima di quella epidemia globale che prende il nome di liberismo sfrenato e che lascia sul terreno morti e feriti nell'intimo, nella dignità. Rahima ha cercato in una fede (che non si esteriorizza se non nel velo che indossa) un appoggio per difendersi e difendere ciò che ha di più caro: Nedim. I botti del Capodanno, in un film che presta una grande attenzione ai suoni e ai rumori al punto di fornire loro un simbolismo acustico di rilevante qualità, sono segno di festa ma ricordano tanto, troppo da vicino ben altre esplosioni. La speranza nell'anno che verrà non può essere sepolta assieme alle scene di morte che ancora ritornano a tormentare chi le ha vissute ma, sembra dirci Aida Begic, non può neppure contare sul contesto socio-economico. Può solo fare affidamento sulle singole persone capaci di non piegarsi. Come Rahima. Giancarlo Zappoli

Approfondimenti
rassegna stampa
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recensione su cinematografo.it

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